Interventi |
ARTESIO Eleonora Ovviamente io aspetterò di esaminare la proposta di deliberazione con la quale la Sindaca ha anticipato voler dare una strutturazione finalmente istituzionale a quello che, fino a questo momento, è un percorso definito da un atto deliberativo e caratterizzato da un comportamento sicuramente non rientrante nelle ordinarie procedure istituzionali e nemmeno in quelle straordinarie delle sperimentazioni. Mi immagino che l’Amministrazione abbia capito che affidare un progetto interassessorile ad una figura di staff non ne possa garantire la continuità e mi auguro anche che abbia capito che situazioni di interprofessionalità e interdisciplinarietà, quali quelle che concorrono nei programmi integrati, non da oggi, perché qualcuno li aveva scoperti prima, almeno fin dal 1997, ma visto che amate scoprire l’ombrello o aprirlo, riconosco il fatto di aver riaperto l’ombrello e di conseguenza dare queste caratteristiche di gruppi di lavoro interdisciplinari interni, significa adottare dei provvedimenti di carattere organizzativo. Quindi mi riservo un giudizio sui provvedimenti organizzativi che verranno assunti per incardinare in un modo sopportabile, dal punto di vista degli ordinamenti della Pubblica Amministrazione, questa esperienza della progettazione civica. Per ora continuo a sottolineare quello che la mia interpellanza denunciava, vale a dire che se la progettazione civica nasce anche, oltre che per la promozione della partecipazione, per razionalizzare risorse, migliorare efficienza ed efficacia delle performances dell’Ente, perché così scrivete negli atti deliberativi, è un po' difficile ritrovare questo impegno all’interno di un sistema informativo che ha un livello istituzionale, quello di Decidi Torino e quello della pagina Facebook della Città di Torino, e poi una moltitudine di chat, di volta in volta strutturate a seconda dell’ambito territoriale preso in considerazione i cui amministratori sono interni all’Ente, come la responsabile di staff ed esterni all’Ente come referenti di questo o quel gruppo, i quali comunicano sulle cose da fare e gli incontri da promuovere evidentemente all’interno di una rete che è esclusiva degli appartenenti alla chat e di qua anche gli elementi di esclusione che il Consigliere Lavolta lamentava precedentemente. Ora, volendo riconoscere, ma le tante esperienze, soprattutto i tanti atteggiamenti non mi inducono a riconoscere solo la buona volontà in queste esperienze, ma forse anche un eccesso di protagonismo, ma volendo riconoscere almeno la buona volontà, quello che si chiede da parte di un rappresentante delle istituzioni, è che dopo una ragionevole fase di sperimentazione, quale quella delle delibere del 2017 e del 2018, si proceda all’interno di un inquadramento formalmente riconoscibile, se le modalità di organizzazione straordinaria e di comunicazione specifica danno risultati così favorevoli da dover essere introdotti come stili del funzionamento del Comune di Torino. Che poi questo rientri nelle funzioni del Decentramento o nelle funzioni degli uffici centrali lo esamineremo nella Commissione Decentramento; quello che a me preme sottolineare è che non è un elemento, né di trasparenza, né di chiarezza, né di efficienza costruire tanti strumenti paralleli, perché questo ingenera, anche negli interlocutori, un elemento di confusione. A me dispiace che tante persone ritengano che il Comune sia sordo e che l’unico dotato di capacità uditiva sia il Tavolo di Progettazione Civica, perché invece sono convinta che moltissimi singoli Assessori, moltissimi uffici della nostra organizzazione abbiamo egualmente a cuore e a impegno di comunicare con i cittadini che svolgono segnalazioni. Forse non hanno, quegli uffici, il canale privilegiato che è stato consentito fino a questo momento al Tavolo di Progettazione Civica in virtù di un’investitura tutta politica di coordinare gruppi di lavoro e creare momenti interassessorili. Questo non può funzionare in un’Amministrazione che voglia investire su questo stile, perché questi stili, per essere efficaci, devono incardinarsi anche per il futuro, anche quando non ci saranno figure di riferimento politico, quali quelle che avete individuato, se lo strumento è efficace. Quindi, prima di generare elementi che non siano riconducibili alla struttura dell’Ente e al suo riconoscimento anche dall’esterno, mi è sembrato ragionevole creare, con questa interpellanza, un’attenzione della Giunta. Io non chiedo ulteriori approfondimenti, vedrò l’atto che la Sindaca ha preannunciato. |