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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Luglio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 28

Comunicazioni del Consigliere Carretto su "Ordine dei lavori".
Interventi
LO RUSSO Stefano
Io, Presidente, richiamerei per favore ad utilizzare le sue prerogative per governare le
affermazioni che sfociano dal dibattito d’Aula e che, invece si caratterizzano per essere
puri insulti ai colleghi. Lei ha questa sottile linea rossa che separa quella che è la
dialettica politica, anche l’ironia, poi uno può coglierla o non coglierla, da, invece,
affermazioni come quelle che abbiamo appena sentito, a detta del Consigliere Damiano
Carretto, che ci offendono pesantemente, in quanto sono completamente fuori contesto e
si configurano come insulti. Quindi io la pregherei, Presidente, di intervenire in tal
senso, secondo il nostro Regolamento.

LO RUSSO Stefano
Scusi, Presidente, non le sfuggirà un elemento sostanziale, che è quello che un conto è
la dialettica che avviene al di fuori della verbalizzazione del Consiglio Comunale, su
cui, come dire, ovviamente il metro lo decide lei, e mi pare che il metro sia stato
ampiamente superato ben peggio in altre sedute rispetto a quello che è capitato oggi, un
altro conto Presidente è che un Consigliere Comunale si alza, chiede la parola
sull’Ordine dei Lavori e insulta la minoranza. Abbia pazienza, sono due cose
completamente diverse. Allora, io ribadisco la mia richiesta Presidente, perché questo è
un metro che poi lei applica oggi e che verrà applicato in futuro. Io ritengo l’intervento
del Consigliere Carretto offensivo meritevole di una sua censura almeno a verbale, per i
suoi contenuti certo, ma per il fatto che è avvenuto a verbale aperto, interrompendo i
lavori della seduta del Consiglio Comunale appositamente e neanche nell’ambito di un
intervento politico dentro cui c’è stato l’insulto, ma è stata richiesta la parola, lei ha
concesso la parola ed è stato compiuto l’intervento di insulto nei nostri confronti,
chiudendo l’intervento. Io la inviterei, Presidente, almeno a verbale per il futuro
andamento, e anche nel suo interesse di governo di quest’Aula, di censurare questo
comportamento, pregando i Consiglieri a un comportamento consono, sempre, a
maggior ragione quando verbalizziamo quello che diciamo in quest’Aula.

LO RUSSO Stefano
Benissimo, Presidente, lei che mi sembra un pochino fuori dalle righe oggi, e glielo dico
con franchezza, glielo dico con franchezza, la inviterei a recuperare un tono diverso, un
tono diverso. Lei ha un compito preciso, che è quello di far rispettare il nostro
regolamento che parla di ammende, censure ed espulsioni dall’Aula, per fattispecie
piuttosto precise, non perché, scusi, a suo giudizio un intervento sull’Ordine dei Lavori
lei lo percepisce come una presa in giro. Mi scusi Presidente, lei ha la piena facoltà di
dare e togliere la parola, l’ha fatto, l’ha fatto. Si limiti al regolamento ed eviti di andare
oltre, perché lei ha un ruolo di garanzia, se lo ricordi, Presidente, ed eviti per favore di
avere questi atteggiamenti minacciosi nei confronti delle Minoranze, che fino a prova
contraria, e fino a prova contraria direi che è plasticamente rappresentato, sono in questa
dinamica completamente nei parametri, nel recinto del regolamento, esattamente lì
dentro stanno. Quindi la pregherei, come le ho chiesto prima di censurare, la ringrazio
per aver censurato il comportamento del Consigliere Carretto, di stare in questa seduta e
nelle prossime sedute, dentro i confini che le competono e che competono a tutti noi,
senza andare oltre, perché onestamente io devo sentirmi libero di poter intervenire
sull’Ordine dei Lavori, come ritengo. Se lei ritiene che il mio intervento non sia
sull’Ordine dei Lavori, mi toglie la parola, non che lo prende come presa in giro nei
suoi confronti e mi manda via dall’Aula. Perché io questa cosa non la trovo da nessuna
parte nel regolamento, okay? Se io non sto sull’Ordine dei Lavori mi toglie la parola e
finisce lì. Non che lei interpreta questa come presa in giro nei suoi confronti. Io devo
essere libero di poter parlare, credo, almeno qui.

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