Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Luglio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 13

Comunicazioni della Sindaca su "Trasferimento Salone dell'Auto".
Interventi
LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Ne userò anche meno, Presidente. Viviamo in una città divisa in due, ci sono coloro i quali hanno letto, a suo tempo e ancora recentemente, il programma del Movimento 5 Stelle, il programma di mandato dei cinque anni, ci sono coloro i quali non l’hanno mai letto; coloro i quali l’hanno letto, chiedono, rivendicano con, credo legittimo, anche orgoglio, di poterlo realizzare, tra questi c’era anche il Vicesindaco Montanari. Poi ci sono quelli che non l’hanno letto, però pur di mandare via Fassino, il cattivo PD, tra primo e secondo turno, mi riferisco al collega Rosso, al Centro Destra, decisero di sostenere l’Appendino; oggi si ravvedono, avevate solo da leggerlo quel programma, collega Rosso. Nel frattempo che cosa succede? Coloro i quali hanno letto il programma, e magari hanno concorso anche a scriverlo, oggi si trovano in una situazione di imbarazzo e lo slogan dà l’alternativa chiara, e la minaccia è chiara: cari sottoscrittori di quel programma, oggi voi, minacciati, dovete ravvedervi su quello che avevate scritto, quello che avevate detto agli elettori e quello che doveva essere il programma di governo. La minaccia è chiara. Vediamo in questa singolar tenzone, che cosa succede, come va a finire, è probabile che qualcuno dovrà rimangiarsi alcune pagine di quel programma. Ma a me, di questa singolar tenzone, mi frega poco. Sindaca, nel suo discorso di insediamento, lei si ispirò a Gian Francesco Bellezia, grande Sindaco di Torino dell’inizio del 17° secolo, durante la pestilenza del 1630 sentì su di sé Bellezia, la responsabilità di una città e rimase a Torino, a rischio anche della propria vita e io mi sono sempre chiesto, in questi tre anni, ma la peste secondo la Sindaca che si ispirava a Bellezia, dov’era in quel momento e dov’è attualmente? Ho sperato intimamente che la peste fosse la crisi economica di una città, affaticata dalla crisi economica; ho sempre pensato che la peste fosse la necessità di uscire da una cappa grigia, che in parte era presente sul nostro territorio, ed è ancora presente, in una città che stava cercando una nuova vocazione e aveva bisogno di definire nuove vocazioni. Ho sempre pensato che la peste, in quel discorso di insediamento, fossero le diseguaglianze, in una città che aveva bisogno di ritornare a recuperare, prendere per mano gli ultimi, affaticati anche questi dalla crisi economica, ho sempre pensato che lei fosse davvero ispirata a Gian Francesco Bellezia, nel cercare di risolvere i problemi di questa città. In realtà l’unica peste chiara, che lei è riuscita a identificare in questi anni, è già stato detto, sono stati Giordana, Pasquaretta, Giannuzzi, Malagò, la Patti e potrei andare avanti, il Partito Democratico… Cioè la peste per lei, continuano a essere delle persone, continuano ad essere, qualcuno li ha definiti dei capri espiatori, cioè coloro i quali le impediscono, oggi ci ha detto, ce l’ha spiegato bene, di abbassare la leva del freno a mano; quando noi da anni, le stiamo dicendo che il problema non è il freno a mano, il problema è la retromarcia che ha inserito in questa città, è il fatto che noi stiamo tornando indietro e che questa decrescita infelice si sta praticando davvero, nonostante non fosse esplicitata nel suo programma e nonostante lei in molti salotti, in molte riunioni rassicurasse tutti del fatto che questa Amministrazione, sarebbe andata in un’altra direzione. Oggi siamo di fronte all’ennesima, evidente contraddizione; lei pensava di guidare la macchina in una direzione, i suoi Consiglieri, legittimamente hanno scritto il programma, dicono: “Ma noi dobbiamo andare dall’altra parte” e la macchina è ferma, perché le direzioni sono opposte. Oggi noi ci saremmo aspettati, piuttosto che una lamentela nei confronti della sua Maggioranza, che lei rilanciasse, perché mandare a casa un Assessore o corrisponde a un atto politico nuovo, vero, di forza, reale, non di singolar tenzone coi singoli Consiglieri, ma una reale assunzione di responsabilità rispetto a una visione chiara, riconoscibile della Città di Torino, oppure è solo un esercizio dialettico rispetto al quale, lo dico alla Capogruppo Sganga, noi non stiamo qui ad aspettare che voi vi facciate la vostre riunioni di Maggioranza, non stiamo ad aspettare che voi scavalliate le vacanze, che probabilmente avete già prenotato e avete anche il problema di capire se la sostenibilità economica di quelle vacanze è garantita da questa Sala Rossa e dal Reddito di Cittadinanza, che vi paghiamo da tre anni. Allora il tema è un altro, il tema è un altro cara Sindaca: lei apra credito alla Città e alle forze politiche, economiche e sociali, che le dicono una cosa molto semplice: registriamo la sua assunzione di responsabilità rispetto ad una discontinuità, non ci accontentiamo ovviamente del capro che ci porge sul tavolo, noi le chiediamo semplicemente se a questa discontinuità corrisponde una visione programmatica vera. Lei ci deve dire oggi che è favorevole alle infrastrutture e alla TAV, lei ci deve dire oggi che è favorevole ad uno scambio sinergico con gli altri territori, dove ci sia competizione ma ci sia anche cooperazione, e penso alla città di Milano, penso alla città di Genova. Lei ci deve dire che vuole rendere attrattiva questa città, che le tante aree dismesse devono essere occasione di opportunità per gli investitori stranieri, e non solo; lei ci deve dire qual è la visione chiara, che dà oggi, nell’ambito di un chiaro progetto discontinuo, rispetto al passato, lei vuole portare avanti. Se l’alternativa è continuare a rabberciare, bene, oggi abbiamo avuto l’ennesima pezza, probabilmente assisteremo, a settembre, ad un altro rabberciamento di un programma che, abbiamo capito, lei non condivide più, ma rispetto al quale o c’è un’inversione di tendenza, oppure quello che succede, ce lo ha detto tra le righe la collega Sganga, è un’apnea, lei ci ha detto: “Ci prendiamo qualche tempo.” Come se la città qui fuori aspettasse e avesse bisogno di questo silenzio, di quest’attesa, di quest’apnea. State, questo ritmo…

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Ho finito, questo ritmo sincopato è quello che crea il singhiozzo, voi togliete l’aria a questa città e continuate oggi a dimostrarlo, e lo dite anche esplicitamente: “Togliamo l’aria alla città per qualche settimana, ci prendiamo il nostro tempo.” Questa città ha bisogno di aria fresca, ha bisogno di respirare. Quindi io, Sindaca, la invito: non si vuole dimettere? Però ci proponga, porti all’attenzione di quest’Aula un vero piano discontinuo rispetto al passato; ci dica quali sono le nuove linee di indirizzo, ci dica qual è la vocazione vera della Città, secondo lei; e a quel punto noi valuteremo se ha senso, oppure no continuare quest’esperienza.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)