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CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Il rischio zero non esiste, questo è il primo concetto base che spiego nei corsi sulla sicurezza; per essere in sicurezza è necessario agire mediante attività di sensibilizzazione, di riduzione delle esposizioni e di predisposizione di barriere. Se da un lato è fondamentale procedere sulla strada dell'innovazione, dall'altro non possiamo ignorare la tutela di salute e ambiente, soprattutto nel momento in cui, la comunità scientifica, mostra evidenze su potenziali rischi, come discusso in Commissione Smart City venerdì 28 giugno scorso e con l'Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro, che fa riferimento alle OMS, che non solo da maggio 2011 ne classifica gli effetti come possibili cancerogeni, ma da aprile 2019 definisce come prioritaria una loro riclassificazione, nei prossimi cinque anni. Credo che, in queste situazioni, la politica debba muoversi tutelando la salute e agendo nel rispetto dell'articolo 32 della Costituzione, mediante l'applicazione del principio di precauzione, che a Torino abbiamo già indicato nelle linee di mandato dell'amministrazione, votate in Consiglio Comunale il 28 luglio 2016 e su cui questa mozione fornisce indirizzi di dettaglio. A parte il piano di localizzazione antenne, previsto dalla Legge quadro 36 del 2001, mai realizzato, probabilmente, per l'impedimento posto dai gestori, ritengo fondamentale richiedere la predisposizione di una rete di monitoraggio dei campi elettromagnetici, anche tenendo in conto quanto dichiarato da ARPA Piemonte, in Commissione il 5 ottobre 2018, che non avrebbe la strumentazione e non saprebbe come controllare i valori di esposizione, con l'arrivo della nuova tecnologia 5G. Infatti, dal 10 al 14 giugno, ARPA Piemonte era a Pechino a illustrare, anche al Ministro Costa, la rete di monitoraggio campi elettromagnetici, che sta realizzando a Pechino per introdurre nuovi strumenti di controllo, in previsione del 5G; lo si sta realizzando a Pechino, perché non si può realizzare anche a Torino? E quindi è necessaria la copertura finanziaria, da parte del Ministero dell'Ambiente, affinché le varie ARPA, APPA, possano procedere sul territorio nazionale. Problematica sui controlli, che riguarda tutte le tecnologie di trasmissione, comprese le attuali 2G, 3G, 4G, anche a causa del vulnus, rappresentato dall'articolo 14, comma 8, del Decreto sviluppo bis, del governo Monti, il Decreto Legge 179 del 2012, che a parte il valor medio calcolato sulle 24 ore, invece che sui 6 minuti come previsti a livello europeo, consentendo quindi anche esposizione a valori ben più alti, dei limiti di legge italiani, fa due cose, secondo me, ben più gravi, consentendo il controllo mediante estrapolazioni basate su dati tecnici, e storici dell'impianto, oppure effettuando calcoli previsionali basati solo su dati forniti dai gestori, purché rappresentino le reali condizioni di lavoro dell'impianto, ovvero senza controlli e misure. E questi ultimi aspetti, hanno portato a far sì che, a seguito di accesso atti, ho verificato che, in alcune zone della città, le ultime misure risalgono al 2012 e nel frattempo si continua ad autorizzare l'installazione e l'aggiornamento degli impianti; per dare alcuni numeri, in sede di rendiconto Bilancio 2018, è emerso come ARPA Piemonte abbia eseguito, solo quattro misure a Torino nel corso dell'intero anno. Per essere omogenei, con la normativa europea, come dichiarato da diversi esponenti politici nazionali, è fondamentale l'abrogazione dell'articolo 14, comma 8, così come chiede in questa mozione, peccato nessuno sia disposto ad ascoltare e confrontarsi nel merito. Inoltre ritengo fondamentale, iniziare ad agire dal punto di vista dell'informazione e dell'educazione ambientale prevedendo, sia un percorso formativo apposito, da svolgersi nelle scuole, sia come riportato nell'emendamento che ho presentato, l'avvio di un tavolo permanente con ARPA, ASL, Università, Ordine dei Medici, per predisporre un piano di informazione, di sensibilizzazione rivolta a tutta la cittadinanza. Infine, risulta necessario predisporre, una targhetta informativa da applicarsi in corrispondenza delle antenne, con indicazione delle distanze minime da tenersi, per evitare di essere inconsapevolmente troppo vicini a sistemi emittenti, cosa che, purtroppo, ad oggi già accade a Torino, senza attendere il 5G, per alcune antenne installate ad altezza uomo, ma nascoste alla vista dall'interno di sistemi pubblicitari. Ritengo, e concludo, sia un nostro dovere fondamentale di amministratori pubblici, tutelare la salute delle persone, degli animali, oltre che dell'ambiente in cui viviamo, incentivando il confronto e l'approfondimento sugli effetti dell'esposizione a campi elettromagnetici, evitando, come purtroppo sta accadendo, sterili attacchi e la diffusione di informazioni incomplete ed errate. Grazie. |