Interventi |
CARRETTO Damiano Grazie. Buongiorno a tutti e tutte. Il tema dei cambiamenti climatici e dell’emergenza climatica, ormai, credo che sia di dominio comune e credo che il discutere dei sintomi sia utile fino ad un certo punto. Ormai i sintomi, chiamiamoli così, quello che tutti ormai possono vedere, sono talmente palesi che ripeterlo e ripetercelo ogni volta sembra solo, a mio modesto avviso, un tentativo di rimandare la discussione sulle soluzioni, perché poi è sulle soluzioni, sulle proposte che ci si scontra. È sulle soluzioni, dove si misura l’effettiva volontà politica di andare ad agire, perché tutti sono in grado di dire: “Siamo in emergenza climatica, c’è una crisi ambientale. Consumiamo le nostre risorse molto più velocemente ogni anno” e lo sappiamo dire tutti, siamo tutti bravi a fare i post su Facebook; siamo tutti bravissimi ad andare ai convegni, a incontri pubblici, eccetera, eccetera, e a raccontarcelo e a raccontarlo, ma sulle politiche serve coraggio, ed io credo che in questi tre anni coraggio ne ho visto, ne ho visto, non sempre da parte di tutti. Il problema qual è? Io ho fatto il Politecnico, mi sono iscritto nel ‘97, ho fatto Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Ambiente e Territorio, il tema della sostenibilità, del non sprecare risorse, del cercare di avere un’impronta ecologica in ogni aspetto dell’Ingegneria era all’ordine del giorno. Io mi ricordo il mio Professore di Urbanistica che entrò - il secondo anno, credo - in aula con una bottiglietta d’acqua, ci guardò e disse: “Fra cinquanta anni le guerre si combatteranno per questa” e questo era ‘98, credo, quegli anni lì. Quindi il tema, come diceva qualcuno, è conosciuto da decenni e, una volta laureato, ho avuto la fortuna di potermi occupare nel mio piccolo, piccolissimo angolino, di risparmio energetico nell’edilizia. Eppure, eppure, anche nel cercare di perseguire degli obiettivi su cui tutti alla fine dovrebbero essere d’accordo: diminuire lo spreco di risorse, eppure ci si scontrava, e ci si scontra ancora, su tutti gli aspetti con il concetto di profitto; la convenienza economica è più importante dell’ambiente e della salute, questo è il problema e le soluzioni lì devono andare. E, a volte, le soluzioni non hanno una convenienza economica, a volte le soluzioni non generano profitto, magari generano dei costi per chi le subisce, mi viene in mente l’ecotassa. Quindi su questi temi serve coraggio, perché il potere economico è forte quando vuole farsi sentire; è molto forte e se ci si piega davanti al potere economico, si abbassa la testa ogni volta, siamo nel 2019 e ripetiamo le stesse cose che si ripetevano quaranta anni fa, questo è quello che è successo. Quindi io credo che, come dicevo all’inizio, serva più coraggio e serva una gara tra tutti a fare delle proposte, sempre un passo oltre. Quello è il limite? E io ti chiedo di andare oltre. Questo è quello che ti chiede la legge? Tu devi fare di più. Ma deve essere un comportamento collegiale, ma anche del Comune di Torino, della Regione, del Parlamento, di tutti, e se questo atteggiamento non diventa la normalità, io credo che possiamo approvare tutte le mozioni che vogliamo, continueremo ad avere gli 800 morti all’anno per lo smog, continueremo ad avere il dissesto idrogeologico, ad avere tutti quei fenomeni che il mondo sta subendo e oltre ad adattarci, perché bisognerà adattarsi, dobbiamo fare qualcosa per, come diceva qualcuno, cercare di limitare i danni, però dobbiamo farlo tutti, tutti. Grazie. |