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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 17 Giugno 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 14
INTERPELLANZA 2019-02028
"QUALE FUTURO PER IL TEATRO REGIO" PRESENTATA IN DATA 28 MAGGIO 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Essendo arrivata la Sindaca in Aula, tornerei indietro sui nostri lavori con la trattazione
delle... Per favore. Se dovete parlare, potete uscire gentilmente? Consigliere Lo Russo,
Consigliere Giovara. Proseguiamo allora con l’interpellanza generale, n. mecc.
201902028/002, avente per oggetto:

“Quale futuro per il Teatro Regio?”

SICARI Francesco (Presidente)
Risponde l’Assessora Leon. Un attimo. Prego, Assessora.

LEON Francesca Paola (Assessora)
Grazie. Buongiorno. Presidente, buongiorno, Consigliere e Consiglieri. Nel rispondere
ai quesiti occorre prima di tutto fare chiarezza su alcune affermazioni scritte in
premessa che risultano non corrispondenti al vero e altre di preoccupazioni che
speriamo di allontanare. Lo stato debitorio del teatro risale a molto tempo addietro e non
è una condizione nuova degli ultimi tre anni, così come il ritardo nel pagamento degli
artisti e dei fornitori. Lo stato debitorio del teatro è migliorato con l’ultimo Bilancio,
anche se persistono problemi evidenti di cash flow la cui origine va ascritta a scelte di
finanziamento del teatro da parte della Città, a partire dal 2011, fino al 2013 con
immobili anziché contributi, oltre ad un debito strutturale che purtroppo è male comune
a tutto le Fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Negli ultimi tre anni la Città non ha
ridotto il proprio contributo al teatro ed ha dato risorse aggiuntive per terminare i lavori
necessari al raggiungimento degli standard di sicurezza per il rilascio del certificato di
prevenzione incendi, lavori in corso da anni innumerevoli e mai portati a conclusione,
che oggi si prevede di chiudere entro l’apertura della nuova stagione. Nel 2018 queste
risorse sono state anche aumentate per garantire al teatro la tranquillità di continuare nel
duro lavoro di ridefinizione di obiettivi e modalità di gestione che nel passato hanno
generato problemi e che finalmente si sta cercando di risolvere. In questa fase
complessa i lavoratori del teatro hanno dimostrato un grande senso di responsabilità in
un contesto dove il dialogo tra i vertici del teatro e i rappresentanti sindacali non si è
mai interrotto, ma rileviamo ovviamente una spaccatura interna del tutto comprensibile
nel momento in cui si è avviato un percorso di cambiamento che punto ad una
riorganizzazione interna, al fine di dare efficienza ad un modello di gestione che oggi
non è più sostenibile. Le preoccupazioni sul futuro del teatro sono ovviamente anche
nostre e la strada del piano di sviluppo approvata dai soci della Fondazione Teatro
Regio, ha permesso di tracciare una strada diversa dalle opzioni del commissariamento,
o della Legge 160 che avrebbero comportato conseguenze importanti sulla continuità
del lavoro del teatro e del livello occupazionale. Attivare un percorso di
riorganizzazione che non prevede riduzione di personale, perché il teatro è fatto dalle
persone che ci lavorano. Occorre iniziare una nuova strada costruita analizzando a
fondo la situazione, attraverso la consultazione con tutte le componenti del teatro, cosa
che è stata fatta per la redazione del piano di sviluppo, che permetterà di raggiungere
una maggiore efficienza nei processi produttivi, maggiore produzione, una maggiore
attenzione alle strategie di marketing, al coinvolgimento del pubblico, che negli ultimi
10 anni si è ridotto in modo rilevante. La strada della realizzazione di un piano basato su
azioni di riduzione dei costi, ma anche sull’aumento della produttività e dei ricavi ha
visto il parere favorevole del Ministero che ha stanziato 8 milioni e mezzo di Euro
destinati ad investimenti sulla macchina scenica ed indispensabili per garantire
l’efficienza, la capacità produttiva e l’innovazione nel teatro. Il Teatro Regio ha una
pianta organica ferma al 1998 e un organigramma fermo al 2005 mai rinnovato, non
aderente alla struttura organizzativa attuale, e il tema dei lavoratori con contratto a
tempo determinato, oggi rappresenta una priorità ed è un problema a livello nazionale,
anche se al Teatro Regio il numero dei lavoratori precari da anni, alcuni da oltre 10
anni, è superiore alle altre Fondazioni lirico-sinfoniche. La sua soluzione, quindi, al di
là degli interventi che oggi il teatro sta contrattando con i sindacati, necessita di un
intervento da parte del Legislatore, che ci auguriamo giunga presto, volto a sanare una
situazione creata da norme che l’hanno determinata e dalla scelta negli anni passati di
non affrontare i problemi nel momento in cui si venivano a determinare. A seguito delle
dimissioni del CDI i soci hanno provveduto a nominare il nuovo Consiglio che si è
insediato il 31 maggio ultimo scorso, dando così continuità all’organo di indirizzo. In
quella seduta, oltre all’insediamento, sono state prese due decisioni: la prima, di
procedere alla nomina del futuro Sovrintendente attraverso una procedura comparativa
la cui modalità verrà discussa ed approvata nella riunione del prossimo CDI, il 19 di
questa settimana. Contestualmente il CDI, al fine di non interrompere il percorso del
piano di sviluppo recentemente presentato in V Commissione e per garantire la
prosecuzione dei lavori del teatro, la cui stagione è stata presentata stamattina, è stata
decisa la proroga dal Sovrintendente attuale, sentito il parere dell’Ufficio Legale del
Ministero per i Beni Culturali. Sarà il CDI quindi, a seguire il percorso di nomina
attraverso una procedura che assicuri alla futura Sovrintendenza la pienezza di mandato,
superando quella fase di emergenza in cui si è trovato il teatro a seguito delle dimissioni
di Walter Vergnano dopo la crisi del Bilancio 2017, emersa nei primi mesi del ’18,
scelte che hanno permesso di evitare il commissariamento, con le conseguenze che
prima ho posto. Il futuro del Teatro Regio quindi poggia le sue basi su un percorso che
punta alla soluzione di problemi strutturali mai affrontati negli anni e che punta a
valorizzare la professionalità delle masse artistiche, dei tecnici, dell’Amministrazione,
che sappia recuperare capacità produttiva per fare del nostro teatro un luogo aperto alla
città, che sia capace di coinvolgere nuovo pubblico, continuando a garantire qualità
artistiche e capacità di innovare, per il bene del Regio e della città.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Assessora Leon. Prego, Capogruppo Lo Russo. Come abbiamo anticipato prima
abbiamo accorpato…, cioè aumentato i tempi, quindi il suo gruppo ha 45 minuti a
disposizione. Prego.

LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Per una straordinaria, o se vogliamo, provvidenziale, circostanza
temporale, la discussione di questa interpellanza avviene proprio nel giorno in cui la
Sindaca Appendino e il Sovrintendente sono stati duramente contestati, fatto inedito in
questa Città e fatto inedito al Teatro Regio, durante la presentazione della stagione.
Quando abbiamo sottoscritto questa interpellanza, ormai qualche settimana fa, in realtà
avevamo contezza di una parte delle cose che sono poi emerse nelle settimane
successive ed il motivo della sollecitazione a rispondere, nella duplice veste di Sindaca
e di Presidente del Teatro alla Sindaca, era relativa ad una considerazione, che prescinde
dall’individuazione di chi ha torto o chi ha ragione ed ovviamente, prescinde anche, da
quelli che potrebbero essere degli sviluppi di carattere giudiziario, relativamente anche
qua, a quanto abbiamo appreso, essere stato fatto nelle settimane scorse, a valle,
appunto, di alcune denunce su procedure non particolarmente corrette. E allora
l’interpellanza si potrebbe riassumere in un’unica domanda, Sindaca Appendino: “Ma
secondo lei, è normale un clima del genere, nella principale istituzione culturale del
Piemonte?”. Noi oggi abbiamo assistito ad una frontale contestazione al Sovrintendente
da lei scelto, anzi da lei imposto, al precedente Consiglio di Indirizzo, imposto al punto
tale, da costringere alle dimissioni due Consiglieri di Indirizzo, a cui tutto si può
attribuire, salvo il fatto di avere squisite appartenenze politiche e che proprio in virtù
della sua prova di forza, quando impose l’attuale Sovrintendente, si dovettero dimettere
dal Consiglio di Indirizzo. Oggi abbiamo assistito ad una frontale contestazione, fatto
inedito, ribadisco, fatto inedito al Teatro Regio, ad una polemica in campo aperto tra il
sovrintendente e il dottor Galoppini, che di fatto segnalano che questo teatro, così com’è
e ribadisco, non è nostra intenzione attribuire responsabilità, poi noi abbiamo le nostre
opinioni, Sindaca, su chi sono i responsabili e chi, magari, lo sono meno, però a
prescindere non è gestibile un teatro in queste condizioni, Sindaca Appendino. Il Teatro
Regio, così com’è, è fuori governo, non è governato. A lei piaccia o non piaccia il
management non è stato capace di costruire, per ragioni diverse, quel clima necessario
al corretto svolgimento dell’attività propria del teatro. Allora forse, se lei ogni tanto,
Sindaca Appendino, si ponesse il dubbio, ogni tanto, di aver fatto bene o male il suo
lavoro di Sindaca, questo è un classico caso in cui un piccolo esame di coscienza forse
varrebbe la pena che lei lo facesse, perché la nostra preoccupazione è che, al di là dei
consueti, come dire, reclami su chi c’era prima e sul fatto che chi c’era prima... Cioè,
questa cosa che, oggettivamente, non ha solo stancato noi, penso abbia stancato davvero
tutti e che diventa, come dire, anche un po’ stucchevole, perché è il refrain che viene
sempre applicato. In realtà, a prescindere da questa giustificazione, il punto politico di
questa situazione, è che il Regio oggi è fuori controllo, oggi il Regio non ha un governo,
oggi il Regio è spaccato, oggi il Regio è un coacervo di tensioni, di veline, di esposti
anonimi, di esposti firmati, di lettere. Allora, se questo per lei non è un problema e
continua ad andare dritta per la sua strada, Sindaca Appendino, lo è per noi, ma
soprattutto lo è per i cittadini di Torino, lo è per l’Istituzione. Allora, sotto questo
profilo, Sindaca Appendino, e concludo, lei dovrebbe, a nostro modo di vedere, se
accetta questo suggerimento, procedere ad una profonda revisione della situazione,
rasserenare il clima internamente, evitando di schierarsi per questa o quella parte e
provando, attraverso un percorso che recupera il filo di quel minimo di rapporti che
devono esserci in un’Istituzione Lirica così importante, che può consentire, non solo di
evitare lo stallo messicano, ma anche di evitare il pericoloso calo reputazionale che
nazionalmente ed internazionalmente, ahi noi, le notizie che escono da Torino, stanno
producendo, a tutto danno dell’Istituzione. Allora, provi una volta ad essere meno di
parte, provi ad essere un po’ più lucida, Sindaca Appendino, sia lucida, provi a mettere
in fila i punti e provi a verificare se quanto le stiamo dicendo, può essere oggetto di
un’iniziativa politica da parte sua, atta a rasserenare un clima che è diventato
eccessivamente teso, ed è avvelenato. Creda a quanto le dico, Sindaca Appendino, noi
non le…, come dire, a noi interessa il futuro, non interessa il passato, noi…, che la
responsabilità politica sia sua e sia dell’assoluta assenza di ruolo politico della sua
Assessora alla Cultura, ce l’abbiamo chiarissimo, però siamo preoccupati per il futuro,
perché in questo clima quel teatro, la principale istituzione culturale di questa Città e di
questa Regione non può andare avanti. Graziosi, Galoppini, tutti quelli che sono i
soggetti interni a questa vicenda. Allora, faccia una riflessione, Sindaca Appendino, ci
permettiamo di suggerirle di azzerare l’attuale situazione del vertice, ripartire con un
processo, che aiuti a fare scendere la temperatura, perché, per quanto possano essere,
come dire, pericolosi e facinorosi, il fatto che abbonati da 50 anni al Regio, oggi
vengano a dirle che, in questo clima non rinnovano l’abbonamento, per noi è un fatto
piuttosto preoccupante. Allora, faccia questa cortesia, questo supplemento di riflessione,
in questo senso. Se dimostrerà, per una volta, di mettere davanti il bene dell’Istituzione,
ai suoi interessi di parte politica, evitando di schierarsi per questa o per quella opzione,
ci fa una cortesia e soprattutto la fa alla Città di Torino ed all’intero comparto culturale
di questa Città e di questa Regione, che del Regio ha uno straordinario bisogno.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Consigliere Giovara.

GIOVARA Massimo
Ah, c’è stato uno spostamento in ordine, come succede spesso, quando si ha paura di
sentire le parole, bisogna dire l’ultima. Signor Presidente, affermazioni temerarie da chi
mi ha preceduto. Azzerare i vertici del Teatro Regio, forse il Capogruppo Lo Russo non
lo sa, corrisponde a commissariare il Teatro Regio, quindi forse questo è un desiderio
che lei dovrebbe valutare con maggiore riflessione. Io non capisco tutte queste
affermazioni, dal momento che è già stato detto diverse volte, che la roadmap è ben
stabilita, ci sarà una call comparativa fra vari nominativi, quindi la soluzione c’è già.
Ma soprattutto mi chiedo, stamattina noi dovremmo dare credito a, per esempio, tre
abbonati che dicono di ritirare l’abbonamento e di abbonati il Regio ne ha 6.000. Allora
io farei un survey, un’analisi di quanti abbonati ritirerebbero l’abbonamento e poi
chiederei anche in base a che cosa ritirano l’abbonamento, perché contemporaneamente
si dice, che questa stagione è andata bene. Non andava bene quando l’abbiamo trovata,
volevo fare rilevare che la mozione di cui sono primo firmatario, è stata presentata
quando c’era anche l’altro Sovrintendente Vergnano, e ne approfitto per fare una
piccola chiosa, visto che continua ad essere strumentalizzato nelle cose che ho detto ad
eventuali giornalisti, ed è stato recuperato addirittura un articolo di un anno fa, cioè, ieri
è stato recuperato un articolo di un anno fa, in cui avrei detto che la qualità artistica del
Regio non è quella che dovrebbe essere. Io non ho mai detto una cosa del genere, non
ho mai parlato di bassa qualità artistica di chi lavora nel Regio, stavo parlando,
ovviamente, com’è anche scritto nella mozione, di far passare il Regio ad ente di alto
livello come l’Accademia di Santa Cecilia e la Scala di Milano e penso che questo
dovrebbe essere un obiettivo condiviso da tutti, Maggioranza e Minoranza, da tutti
quanti. Non lo condividiamo? Bene, noi invece ci crediamo, vogliamo che il Regio
assurga ad un livello superiore. Un’altra domanda che faccio, noi dovremmo dare
credito a chi dice: “via Graziosi, dentro Galoppini”, e noi sappiamo che il Direttore
dell’Area Artistica attuale, nonché Direttore Artistico, ha detto: “Il piano industriale non
va bene, cosa dobbiamo fare?”. Non è mai stato fatto un piano industriale in più di 10
anni, noi lo facciamo e quel piano industriale non va bene. Io vorrei sapere perché non
va bene quel piano industriale. In passato il piano industriale, si riduceva a fornire
immobili al Teatro Regio, abbiamo visto com’è finita, abbiamo trovato un ente sull’orlo
del commissariamento, se non del fallimento. Ci stiamo sforzando e stiamo riuscendo a
portare risorse al Regio, 8 milioni e mezzo per la ristrutturazione, abbiamo copertura,
come ha detto la Sindaca, per 12 milioni, su un piano di 14 milioni e questa mattina non
ho sentito una parola da parte degli orchestrali su questo dato, che è un dato di fatto,
oggettivo, che va a beneficio del Regio e quindi anche degli orchestrali. Inizio ad avere
il sospetto che dobbiamo, secondo voi, essere in ostaggio di alcune persone che, per
motivi che non conosciamo, e che peraltro affermano al di là della fondatezza o
infondatezza delle accuse fatte a Graziosi, io ci farei un pensierino. Quindi questo
sdoganerebbe un atteggiamento di questo tipo: io accuso infondatamente un
Sovrintendente e poi tu, politica, mi devi ascoltare, nonostante il piano industriale,
nonostante 8 milioni e mezzo che arrivano dal Ministero, e nonostante tutto quello che
sta succedendo in questo momento, cioè 10% in più di ingressi al Regio, rinnovo di
abbonamenti, abbassamento dei prezzi, maggiore ingresso per giovani, eccetera,
eccetera. Tutte cose che sono state dette, ripetute tante volte, ma siccome siamo in un
clima (parola incomprensibile) dobbiamo ripeterlo anche noi. Voi continuate a ripetere
le stesse bugie da tre anni e noi continueremo a ripetere le stesse verità, fino a che non
ci sfiancheremo. Ci stiamo già un po’ sfiancando, perché non siamo politici di
professione come voi e non siamo tanto abituati a manipolare la verità, però
continuiamo a ripeterlo. Allora, dobbiamo fare una profonda revisione di che cosa?
Dobbiamo recuperare il filo di che cosa? A questo dovreste rispondere quando prima
fate delle affermazioni. Il Sovrintendente è in prorogatio, perché se no il Regio viene
commissariato. Lei, Consigliere Lo Russo, vorrebbe le dimissioni in questo momento
del Sovrintendente del Regio? Lo dica, perché questo corrisponde a dire commissariamo
il Regio, io sarei anche ben contento se siamo tutti d’accordo. Se lei dice che bisogna
commissariare il Regio in questo momento, sarà un Commissario che viene qua,
stabilisce e mi dispiace, bisogna vedere anche le responsabilità del passato. Io questa
favoletta che, quelli che sono venuti prima non bisogna toccarli, non riesco più a
capirla, perché nella vita, invece funziona così. Prego, se vuole inter... (INTERVENTO
FUORI MICROFONO).

SICARI Francesco (Presidente)
Non intervenga fuori microfono, Consigliere Fassino.

GIOVARA Massimo
Forse facciamo solo questo, perché prima di noi ci sono stati 23 anni della stessa forza
politica e noi abbiamo avuto tre anni senza forze mediatiche che ci sostenessero. È un
dato di fatto, Consigliere Fassino. Lei può anche ridere, ma purtroppo è così, io non ci
credevo, ho sperimentato proprio con quella cosa che ho detto prima no, cioè viene
utilizzato un articolo di un anno fa per far passare l’idea che il Consigliere Giovara dice:
“La qualità artistica del Regio è bassa”, quindi contrapporre me agli artisti del Regio, e
quella cosa era falsa, era semplicemente falsa, estrapolata dal contesto. Sarà successo
anche a lei che fa politica da tanto tempo, sarà successo anche a lei di avere visto
affermazioni sue manipolate. Comunque non è un dibattito tra me e lei e, se mi
permette, qui in Consiglio Comunale ci si segna prima di parlare, almeno io cerco di
fare così. Io sono d’accordo, questo clima è terrificante, le interpretazioni, però, sono di
tipo diverso. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Napoli.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Io devo dire che non sono in questo caso, nei confronti dei colleghi
di Minoranza, un ragazzo del coro e mi pare che sul problema del Teatro Regio ci sia un
accanimento particolare. Non ho mai visto un accanimento così forte, tenendo altresì
presente alcuni risultati. Avete parlato giustamente, il collega Lo Russo ha parlato, però
devo ricordare che la lettera è fatta da 112 su 290 dipendenti, 112 su 290, quindi
significa che una buona parte di maggioranza non ha seguito l’indirizzo negativo nei
confronti di Graziosi, e a me non piace quando qualsiasi tipo di persona, che Galoppini
si possa permettere il lusso di dire o lui o me, è un argomento che non mi piace, è un
modo che non mi piace. Avrei preferito che Galoppini dicesse tante altre cose in una
maniera diversa, ma quella di porre l’aut aut, personalmente, forse perché ho storia
politica, in cui la politica…, mi hanno insegnato che è mediazione, avrei ritenuto che
Galoppini usasse dei termini diversi ed aggiungo anche che la contestazione di questa
mattina, stando agli organi di stampa, è dovuta al fatto che il Sindaco e Graziosi hanno
ritenuto, giusto o sbagliato che sia, di cambiare sala nei confronti dei giornalisti, in quel
momento è nata la contestazione, non è nata la contestazione nel momento in cui loro
dicevano alcune cose di programmazione. Ed aggiungo, guardate, vi chiedo molte
scuse, io sono sempre molto rispettoso, nessuno di voi ha detto che nell’ultimo anno
sono aumentati i ricavi, sono aumentati il numero dei biglietti, sono calati i costi e che
quest’anno, in tutti i casi, sono programmati 17 spettacoli, che per la prima volta è un
record, con tutti gli anni precedenti. Senza fare la colpa a nessuno degli anni precedenti,
perché il sottoscritto non ha pronunciato parole, anzi, credo esattamente il contrario.
Allora io credo che ci sia un accanimento, ci sia da parte di qualcuno la volontà di
mettere, come dire, in brutta figura, non saprei come usare, a tutti i costi qualcuno per
un partito preso. Tutta questa storia, nata in questa maniera, personalmente non mi
piace. Non mi piace, perché ci sono dei presupposti, forse di sottobanco, nascosti, più
che mai legittimi, ci mancherebbe, io nella mia vita ne ho visti tantissimi, però in questo
caso, ripeto, c’è qualcosa che non mi quadra e credo che qualcuno prima di pronunciare
quelle parole: “O me o lui”, e prima di, come dire, riscaldare la folla che era presente,
proprio per il posto che lui tiene, avrebbe dovuto essere molto più cauto e molto più
equilibrato. Prima gli interessi del teatro, prima gli interessi della Città, poi in modo
particolare, per ultimo vanno i suoi interessi. Credo che forse sarebbe bene, come dire,
chiedo scusa, forse sarebbe bene che ognuno facesse un passo indietro e lasciasse il
tempo al tempo. Hanno detto che ci sarà il momento in cui ci sarà la nuova scelta in una
maniera diversa rispetto al passato, teniamolo presente, ma non andiamo a criticare fine
a se stesso, alcune cose che, in fin dei conti, ripeto, sono risultati positivi. Le ripeto:
ricavi, biglietti, calati i costi, 17 spettacoli il prossimo anno. Non critichiamo solo,
qualche volta sappiamo anche dire: “Bravi” a qualcun altro, anche se, forse, gli interessi
politici sono diversi. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Ma io, registro una cosa rispetto all’intervento che mi ha preceduto
del Capogruppo Napoli. Personalmente anch’io non mi appassiono a scontri diretti, a
valutare battaglie un po’ alla “Orazi e Curiazi”, in cui le persone tra di loro si mettono in
contrapposizione, soprattutto quando sono ai vertici delle istituzioni che rappresentano
non solo la Città, ma tutto il territorio. Però c’è una cosa che chi mi ha preceduto non ha
sottolineato e che invece io vorrei richiamare con grande evidenza. È che in tutto
quest’ultimo periodo, in cui è stato fortemente appannaggio dei media tutta la questione
del Regio, a me è sembrata che la maggiore mancanza, il maggiore elemento che si
potesse connotare è proprio l’assenza della risposta politica, che in fondo è anche quello
che era alla base della lettera sottoscritta dalle Organizzazioni Sindacali, che hanno
mosso alla nostra interpellanza generale. Le Organizzazioni Sindacali nient’altro
chiedevano, mi sembra anche in termini molto, come dire, collaborativi, se così ho
interpretato il tono, alla Sindaca Appendino, di incontrarsi, glielo chiedono da inizio
maggio e lo farà questa settimana, però vede, c’è anche un gioco nella politica che è
quello della scelta dei tempi. In fondo lo chiedevano proprio a lei in funzione della
Sindaca ed in funzione soprattutto del ruolo di garante che lei riveste e quindi dicevano:
“Siamo preoccupati fortemente”, ma non facevano una contrapposizione sterile.
Dicevano: “Siamo molto preoccupati”, e usavano dei toni anche accorati, per
evidenziare come si rischiasse di perdere rappresentatività del teatro a livello
internazionale e le chiedevano quindi di entrare in campo per dare una risposta, di
ascoltarli, per riuscire anche a dare un’evidenza che la politica si stava prendendo cura
della questione. Lei li incontrerà in settimana, è passato un mese e mezzo, ma come
dico, la scelta dei tempi, è già stato fatto notare da chi mi ha preceduto, è fondamentale.
Proprio in questo momento in cui c’è la presentazione della stagione, è il momento in
cui il teatro deve emergere come una realtà compatta, come una realtà forte, che sa dare
delle risposte, che sa dare l’idea di un’eccellenza sotto il profilo artistico, ma anche
gestionale. In questo momento è assolutamente appannata quest’immagine, questa
figura, è molto offuscata da tutto quello che è stato invece riportato dai media, non solo
dalla lettera delle Organizzazioni Sindacali, ma anche dalla lettera successiva che le ha
scritto l’orchestra. Poi, per carità, stiamo pure a ragionare su quanto siano
rappresentativi i numeri di chi ha sottoscritto, o di chi non ha sottoscritto, perché c’è
stata anche l’evidenza di chi ha manifestato dei dissensi senza apporre la firma, io
personalmente non amo questo tipo di, diciamo, di iniziative, però è evidente che siamo
in una situazione di forte crisi che si avverte e di una…, così, uno stato d’animo, di
un’atmosfera che sicuramente non risulta essere sana all’interno. Ora, lei è chiamata a
riconfermare la scelta del Sovrintendente che, sotto sua nomina, ha preso questo ruolo
un anno fa circa. Io le chiedo, Sindaca Appendino, davvero di essere molto attenta in
questo tipo di proposizione. Ci sono vari elementi che sono emersi anche nel corso della
Commissione che abbiamo avuto, in cui abbiamo audito i vertici del teatro, spiegare
loro il piano industriale e molti di questi comunque, a mio modo di vedere, lasciano
delle valutazioni che sono, perlomeno, possibili portatrici di imbarazzo. A me
francamente non interessa sapere se il Sovrintendente Graziosi sia laureato o meno, se
poi la laurea che ha conseguito, magicamente sia scomparsa dal CV, in un secondo
tempo, però è una questione, anche qui, di rappresentanza, di una trasparenza, di
un’onestà, peraltro uso una parola che credo sia molto cara alla Maggioranza. Perché,
allora mi viene anche da dire: “Ma siamo poi sicuri che gli elementi…”, io mi sono
scaricato il CV del Sovrintendente, “… siamo poi sicuri che davvero abbia svolto dei
ruoli, quali quello di Vice Sovrintendente del Teatro di Astana e altro?”. Forse varrebbe
la pena di fare delle verifiche, quantomeno per fugare ogni tipo di dubbio e per essere
molto trasparenti su questo. Ci sono altri elementi che abbiamo anche fatto rilevare. In
fondo questa forte sponsorizzazione del Monte Conero, qui a Torino, questa invasione
di marchigiani, con incarichi, che peraltro, vengono ripetuti tutti sotto soglia, però alla
fine cubano poi delle cifre che sono significative, nonostante la Sovrintendenza parli poi
di “Una presa di tabacco”. A personaggi provenienti dal suo stretto giro, diciamo così,
di conoscenze marchigiane che, peraltro, non sembrano avere poi un curriculum così
limpido e specchiabile di competenza proprio nella gestione di fondazioni, di fondazioni
culturali come quella del Teatro Regio e a fronte anche, come dico, poi di consulenze,
che non sono poi, sommate una con l’altra, proprio esigue, ci chiediamo anche quali
siano state le iniziative seriamente messe in campo, se il Black Friday o il Pink Friday o
altro. Poi su tutte, il forte contrasto che si è creato all’interno. Come dico, magari sono
anche sbagliate, posizioni che mettono in maniera netta la scelta o me o l’altro, però è
vero che tutte le espressioni di preoccupazioni che sono state manifestate da parecchie
delle persone che lavorano internamente, fanno capire che anche la minaccia di trovare
altre persone e comunque, che potrebbero, a livello di Direzione Artistica, lasciare dopo
avere operato, quantomeno evidenziano il fatto che non sia stata ricercato un tipo di
percorso che davvero riuscisse a fare squadra e che riuscisse davvero a fare una
proposizione, come quella del piano industriale, che fosse autenticamente condivisa.
Infine mi viene ancora da pensare, sempre sull’operato del Sovrintendente che, proprio
di recente, la mozione che il Consigliere Giovara ha presentato, come lo stesso
Consigliere ha ammesso in Commissione, ha detto in Commissione, è stata proposta
sulla base di una consulenza di un dipendente, che è Roberto Guenno, che di fatto oggi
si trova ad essere promosso a livello di funzionario, non si capisce se per meriti, o per il
fatto che si fosse presentato con il Movimento 5 Stelle, sia alle elezioni comunali, che
alla precedente elezione regionale. Allora, queste cose sono sempre successe, io sono
d’accordo, mi chiedo solo perché, allora, avete promulgato che voi eravate la forza del
cambiamento ed eravate il nuovo che avanzava. Francamente, vedo riproporre schemi
abbastanza conosciuti e abbastanza ripetitivi. In sostanza devo dire, Sindaca Appendino,
che, intanto, spero lei vorrà intervenire, anzi vedo che si è prenotata e su un argomento
di questo genere avrei, francamente, gradito che il tipo di risposta la desse lei, perché in
fondo è lei a presiedere quell’Istituzione, è lei a dare l’indicazione che la Città vuole
avere forte su questo tipo di realtà che, come dico, rappresenta un’eccellenza ed
un’unicità, non solo per la Città, ma per tutta la Regione. Non credo, per quanto fino ad
adesso lei ci ha rappresentato, che sia sempre stata felice la scelta delle nomine che lei
ha proposto, non sto a ricordare cos’è successo con SMAT, anche il fatto che...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
Concludo subito. Che anche in altre situazioni, anche i collaboratori che si è scelta non
sempre sono stati di limpida e cristallina, diciamo, provenienza. Certo che questo che lei
è chiamata oggi a condurre, cioè il percorso, anche in accordo con la nuova Giunta
Regionale, verso una nuova proposizione di Sovrintendente, è estremamente delicato. Io
chiedo che, credo che anche l’applicazione del piano industriale, che sicuramente è
velleitario, ma potrà avere anche degli elementi positivi, necessita in primo luogo di
avere un clima di serenità all’interno delle Istituzioni, cosa che oggi abbiamo
completamente perso e, a mio modo di vedere, proprio perché è mancata anche la forza
della politica di governare quel sistema, di monitorarlo e di sapere esprimere le proprie
posizioni. Mi auguro che vorrà, invece, davvero prendere in mano questo percorso, fare
le sue proposte e farle possibilmente scientemente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Capogruppo Tresso. Prego, Consigliera Foglietta.

FOGLIETTA Chiara
Grazie, Presidente. Io a differenza di taluni colleghi della Maggioranza, che si
permettono di ridacchiare dai banchi, dicendo che i fischi o gli applausi erano tutta una
messa in scena di taluni, magari pagati dal PD, oggi ero presente alla conferenza stampa
di inaugurazione della nuova stagione: “Opera e Balletto 2019/2020” e mi sono
appuntata…, se per caso il Vicesindaco può fare in modo tale che la Sindaca sia attenta,
grazie. Sono intervenuti, in ordine il Sovrintendente Graziosi, il Direttore dell’Area
Artistica Galoppini, l’Assessora Leon e la Sindaca Appendino. Mi sono appuntata
alcune cose, Presidente, che io ho ritenuto particolarmente interessanti, soprattutto
alcune del sovrintendente Graziosi e della Sindaca. Allora, il Sovrintendente dichiara
che in apertura di conferenza stampa, che alle accuse e le illazioni che gli sono state
mosse in questi mesi, ha risposto per vie legali, che sta tutelando i lavoratori, che con i
lavoratori…, anzi, che sta lavorando quotidianamente per garantire la pace, che le
parole hanno un peso, che stanno valorizzando il teatro, perché tutto comincia con un
cambiamento, che l’Amministrazione Comunale non è mai stata così presente e che lui
non ne ha riscon…

SICARI Francesco (Presidente)
Scusi un attimo. Posso avere silenzio in Aula? Se dovete parlare, potete andare fuori.
Grazie.

FOGLIETTA Chiara
Grazie, Presidente. Che l’Amministrazione Comunale non è mai stata così presente e
mai gli è successo nella vita di avere un’Amministrazione così presente nei suoi
incarichi precedenti; che c’è un proficuo dialogo con i Sindacati per salvaguardare i
famosi 40 dipendenti che continuano ad essere senza contratto; che non ci sono stati mai
scioperi, per il buon senso delle maestranze. Non ha elencato, ma l’aveva già fatto in
Commissione Consigliare, le 24 azioni dell’articolato e assai ambizioso, secondo me,
troppo, azioni contenute nelle 199 pagine del piano di sviluppo, che ricordo essere, è
vero, è stato approvato dai soci, ma non da quello che l’Assessora Leon dichiara al CdI,
che è il Consiglio di Indirizzo. Poi ha, chiaramente, in pompa magna, dichiarato
l’adesione a Torino City Lab e questo ci mettiamo dentro il 5G, il Wi-Fi, i tablet per
togliere gli spartiti, le 126 alzate di sipario contro le 114 dello scorso anno. È
intervenuto poi il Direttore dell’area artistica, Galoppini, ma non essendo io
assolutamente competente in materia, come dice giustamente il Presidente della
Commissione, di cui io sono Vicepresidente: “Chi siamo noi per giudicare l’operato
artistico di un Direttore?”, è intervenuta successivamente l’Assessora Leon e mi ha
colpito una sua frase, Assessora Leon, lei ha dichiarato ad un certo punto che:
“Finalmente i problemi oggi si conoscono…”, puntini di sospensione. Questa è una cosa
che io dico sempre, lo dico anche sui social, ma se avete evidenza documentale del fatto
che quelli di prima rubavano, cioè se il Sindaco Fassino rubava, andate in Procura e
denunciate. Perché, sa, dire davanti a una conferenza stampa che, prima era tutto un po’
nascosto, invece adesso le cose sono tutte limpide e trasparenti, si rischia di lanciare il
messaggio, che di norma facciamo noi quelli cattivi delle Opposizioni, del PD
soprattutto, che ci sia sotto qualcosa di losco, che le cose si stiano facendo aumm aumm
e che la Sindaca, ha aggiunto lei, Assessora Leon, si è dedicata a pancia a terra al teatro.
Forse al teatro sì, alla Sovrintendenza anche, agli organismi di vigilanza pure, ai
dipendenti un po’ meno. Perché è vero, Sindaca, lei era un po’ che i dipendenti (sono un
po’ malmostosi, sono un po’ cattivi) le chiedono un appuntamento e lei dedicherà a loro
del tempo solo questa settimana, in particolare il 21. È venuta poi la volta della Sindaca
Appendino, che ha parlato anche lei di cambiamento, di fiducia negli uni e negli altri - e
su questo poi ci ritorno - del commissariamento, e qui le cose sono due: si parla di
commissariamento sia nel caso in cui non si possa chiudere un Bilancio in pareggio, sia
nel caso in cui, come i colleghi, precedentemente, hanno già detto a verbale, in cui
vengono azzerati i vertici. Basterebbe fare un bando ad evidenza pubblica e non
verrebbe commissariato nessun teatro. Lei ha parlato di 14 milioni in arrivo al teatro e
ha specificato che di questi 14 milioni ne sono certi 12. Io sapevo che ne erano certi 8,5.
Per fortuna ho trovato conforto dalle parole del Presidente Giovara, che anche lui a
verbale mi dichiara che sono 8,5, quindi immagino che abbia avuto un lapsus. E c’è
un’altra cosa, Sindaca, che mi ha un po’, così, lasciato pensare, lei ha dichiarato che:
“Meno male che i dipendenti del Regio non hanno scioperato perché sennò avrebbero
messo in crisi il teatro”. C’è questo…, quel libretto, che non è il famoso libretto rosso
con cui io ammonisco i Consiglieri della Maggioranza, ma che invito caldamente a
leggere, che è la nostra Costituzione, quella che taluni di voi hanno tanto difeso mentre
noi cercavamo di deturpare. C’è un articolo 40, che è il diritto allo sciopero, no? Quindi
non è che bisogna dire ai dipendenti: “Bravi che non avete scioperato, perché sennò a
causa vostra il teatro cadeva a pezzi”. Probabilmente se le responsabilità sono di uno,
poi ce le dividiamo, non è che improvvisamente diventano solo i dipendenti il problema
del Regio. Il pubblico: io avevo letto, ho letto le 199 pagine articolate del piano di
sviluppo quando l’abbiamo presentato - o meglio, quando ce l’hanno presentato, scusate
- in Commissione Consiliare. Avevo già espresso alcuni pareri, nel senso che lo trovo
estremamente ambizioso, soprattutto nella parte di investimenti e soprattutto nella parte
di aumento del pubblico, perché è vero che abbiamo venduto più biglietti - o meglio, il
Regio ha venduto più biglietti - il problema è che ne abbiamo venduti tanti di più perché
c’è stato il Black Friday. Difatti quando anche il Consigliere Lavolta sollecitò il
Sovrintendente nel capire se avevamo aumentato il pubblico che era interessato agli
spettacoli, la risposta è: “No, abbiamo semplicemente venduto più biglietti”, perché
erano biglietti classici, ma che il Regio vendeva al 50%. Ricordo bene chi venne a
presentare la mozione, che fu votata da quest’Aula in Commissione Consiliare, proposta
dal Consigliere Giovara, ed è quella stessa persona che chiaramente, adesso si è
ampiamente dibattuto sui giornali in questi giorni, improvvisamente entra a far parte…,
gli tolgono i fondi europei - non se ne capisce il motivo ma credo che qualcuno ce lo
specificherà, prima o poi - improvvisamente passa da un primo livello a un quinto
livello, aumenta lo stipendio del 40%, però bisogna lavorare tutti, senza mettersi gli uni
contro gli altri e soprattutto garantendo la pace. Guardi, Sindaca, lei oggi ha assistito a
una conferenza stampa, che io ho definito piuttosto imbarazzante, ma non tanto
imbarazzante perché sono arrivati un buon minuto e mezzo di applausi al Direttore
dell’area artistica e dieci secondi di applausi al Sovrintendente pro tempore da voi
scelto, ma perché alcune delle critiche, e soprattutto le critiche che sono rivolte dai
dipendenti del Regio, sono critiche che loro sentono sulla loro pelle. Loro hanno dei
problemi con questa gestione, hanno dei problemi a parlare con lei; le hanno chiesto un
incontro perché lei è la Presidente della Fondazione del Teatro, si possono rivolgersi
solo a lei, e lei non li sta ascoltando. Le racconto un aneddoto, Sindaca, si ricorda
quando lei in Aula intervenne contro Fassino e disse: “Piero”, no, “Sindaco, lei si deve
interessare della diatriba Vergnano-Noseda, esca pubblicamente e difenda l’immagine
della Città, l’immagine del teatro”. Lo sa che alcuni dipendenti hanno fatto le stesse
rimostranze in un’assemblea, e giusto perché Graziosi dice di lavorare in un clima
pacifico, tutti insieme collaboriamo e siamo tutti amici, ricevono minacce? Cioè c’è un
Sovrintendente che in un’assemblea pubblica dichiara: “Io so chi sta parlando male di
me”. Le dico, secondo lei è normale? Secondo me non è normale, e non è neanche
normale perché ogni Fondazione ha un suo codice etico, che è questo qui, Presidente. Io
invito alla lettura degli articoli 3.2.2, che è “Condotta etica”, e il 3.2.5, che è molto
importante perché è la gestione del personale, così ci ricolleghiamo a vostri fidati che
adesso si siedono in posti apicali. Io non credo, Sindaca, che in questo momento si
riesca a trovare una soluzione. Nessuno di noi, immagino, voglia che il Regio venga
commissariato, però io una profonda riflessione su quello che è successo questa mattina
la farei, perché… - è tornato il Consigliere Fornari e sono contenta - dubito che alcuni
oggi fossero lì semplicemente perché improvvisamente hanno deciso di sostenere il
Partito Democratico e ce l’abbiano con lei, Sindaca. Sono lì e sono esasperati da questa
gestione che sta diventando complicata. Per questo io v’invito a leggere bene cosa c’è
scritto nel codice etico, perché non esiste che un responsabile di un teatro, qual è il
Sovrintendente, vada in giro a dire: “Io so chi sta parlando male di me”, perché con il
clima di terrorismo non ne giova nessuno e vi posso assicurare che non ne giova per
prima la Città e per secondo il Teatro Regio.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Ci sono altri interventi? Sono scomparsi un po’ d’interventi. No, di tempo ce
n’è, ci sono ancora 20 minuti per il Partito Democratico.
Prego, Consigliere Fassino.

FASSINO Piero
Brevissimamente, perché non mi interessa davvero più di tanto una polemica
retrospettiva, soltanto dei dati di fatto. I dati di fatto sono che il Teatro Regio, di cui tutti
siamo preoccupati e che tutti ci auguriamo che i momenti difficili che sta attraversando
siano rapidamente superati, perché è un bene della città importante ed è uno dei pilastri
del sistema culturale della nostra città. Solo però perché le cose siano chiare: aveva un
Direttore d’orchestra riconosciuto in tutto il mondo, si chiamava Noseda, se n’è andato
e lo si è lasciato andare senza colpo ferire. C’era un Direttore artistico, che era Fournier,
il cui curriculum vi invito ad andare a rileggere per capire qual era la qualità, il suo
apporto alla vita del Regio e che ebbe un ruolo importante nel favorire il superamento di
un momento difficile della vita del Regio nei rapporti tra Noseda e Vergnano, e lo si è
lasciato andare. Il Teatro Regio negli anni scorsi - me sono occupato perché ero in quel
tempo anche Presidente dell’ANCI - salvo due Fondazioni liriche, tutte le altre
Fondazioni italiane furono commissariate dal Ministero dei Beni Culturali. Le due
Fondazioni non commissariate erano quelle della Fenice di Venezia e del Regio di
Torino. Evidentemente se fosse stata così disastrosa, avrebbero commissariato anche il
Regio di Torino. Ancora, negli anni in cui io sono stato oltre che Sindaco anche
Presidente della Fondazione e mi sono dedicato, e basta chiedere ai Consiglieri di
Amministrazione e a tutti quelli che lavorano al Regio l’attenzione che ho dedicato,
com’era giusto e come credo faccia anche il Sindaco Appendino, sono globalmente
aumentate le risorse a disposizione del Regio, non quelle del Bilancio comunale, perché
le restrizioni in cui dovevamo agire erano note, ma si è agito perché si incrementassero
le risorse che venivano da sponsorizzazioni, partner privati e apporti dei soci non
pubblici. Ancora, ricordo che, in quegli anni, il Regio è stato il teatro italiano che ha
avuto il record delle tournée internazionali, e le tournée internazionali non sono un
lusso, sono un elemento fondamentale per il credito di un teatro, della sua orchestra,
della sua immagine, della sua forza. E il fatto che il Teatro Regio avesse una presenza
sulla scena internazionale con un numero di tournée che eguagliava soltanto quelle della
Scala, superiore a qualsiasi altro, non credo che oggi debba essere considerato un limite
o un errore, perché ha consentito ad accreditare il Teatro Regio come uno dei principali
enti lirici italiani. Ora io ricordo che quando io ho lasciato la Città, e ha assunto la guida
della Città la Sindaca attuale, Vergnano è stato confermato, ed è stato confermato per
quasi due anni e se la gestione fosse stata così disastrosa come si è detto, perché non si è
provveduto immediatamente a intervenire a rimuovere il Sovrintendente? Si è lasciato il
Sovrintendente che continuasse in una linea di continuità a guidare il teatro. Quando
Vergnano ha ritenuto di lasciare quell’incarico lo si è sostituito con un signore, su cui io
non esprimo naturalmente alcuna valutazione, mi guardo bene dal farlo, anche se so che
nei corridoi del teatro questo signore, che non mi conosce, spesso si permette di dare dei
giudizi su di me e dovrebbe essere un po’ più prudente, ma a parte questo, quello che
però si può dire è che certamente non era uno dei nomi al top del mondo della lirica
italiana e internazionale. Detto questo, credo che abbiamo tutti interesse ad affrontare la
situazione e cercare di rimettere il Regio nelle migliori condizioni per tornare ad essere
uno dei principali teatri lirici italiani. Si è fatto un piano industriale, io l’ho letto,
naturalmente. Considero il piano industriale velleitario, lo dico qui, perché sono
obiettivi in linea di principio che nessuno, come dire, può, diciamo, contraddire:
aumentare il numero delle recite, aumentare il numero delle presenze internazionali,
ridurre i costi, tutte cose che in termini di principio sono obiettivi che chiunque
scriverebbe in un documento. Il problema è la credibilità di quel piano. Io penso che il
piano industriale sia velleitario. Si pone degli obiettivi che sono molto al di là di quelli
che realisticamente chiunque abbia in mano il Teatro Regio oggi è in grado di
perseguire e io credo che questo sia la radice vera, secondo me, della crisi che stiamo
vivendo, al di là di tutti gli aspetti, diciamo, di contorno folcloristici che ci possono
essere sempre nella vita di ogni istituzione; perché un piano industriale non credibile è
quello che solleva dubbi, interrogativi, preoccupazioni, ansie in chi opera al Teatro
Regio e del Regio vive. Io credo, quindi, che la vera questione, su cui credo che il
Sindaco come Presidente della Fondazione debba concentrare la sua attenzione, sia una
verifica attenta del grado di credibilità del piano, perché da questo dipende il rilancio
del Teatro Regio. Mi permetto di dire, questa è la mia valutazione, naturalmente è
un’opinione come tutte le altre condivisibile o no, che con quel piano industriale il
Teatro Regio dalla crisi non esce e che quindi è necessaria una revisione di quel piano
industriale. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Se non ci sono altri interventi, ci sarebbe la replica della Giunta. Prego,
Assessora Leon.

LEON Francesca Paola (Assessora)
No, solo per chiarire, perché forse era presente alla conferenza stampa, ma non ha
ascoltato in modo preciso le mie parole. Quando parlavo di problemi, parlavo del fatto
che per affrontare una situazione complessa prima bisogna conoscerla e il teatro è una
macchina molto complessa, quindi andare a esaminare, attraverso la relazione del piano
industriale, i processi lavorativi, coinvolgere i lavoratori per capire quali soluzioni o
quali azioni erano in grado di proporre per risolvere problemi particolari; bene, questa
attività vuol dire conoscere i problemi e poi andare a eseguire azioni che possano
risolverli. Non mi stavo riferendo a questioni giudiziarie o quant’altro, semplicemente
una cosa banale, che il primo passo per risolvere i problemi è conoscerli, punto.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Sindaca Appendino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Ringrazio ovviamente i Consiglieri e le Consigliere per il dibattito.
Io vorrei solo fare tre precisazioni, perché mi pare che alcune cose siano in parte...,
probabilmente le abbiamo spiegato male noi, e in parte credo anche strumentalizzate.
Allora, stamattina in conferenza, parlo della sottoscritta ma credo di poter dire in
generale, nessuno, ma non solo questa mattina, parlo ovviamente per me, in questi tre
anni, dal mio punto di vista, io non ho mai detto - e vi sfido a cercare un mio
virgolettato - che il Sovrintendente Vergnano ha avuto una gestione disastrosa del
teatro. Io quello che ho detto questa mattina, e ho detto più volte, è stato che c’è un
contesto generale degli enti lirici che è stato ricordato, come diceva giustamente il
Consigliere Fassino, per cui molti enti sono stati commissariati. Aggiungo, e lo ripeto,
perché ritengo che sia un elemento che non ha aiutato il Teatro Regio, che il
conferimento degli immobili, che è stato fatto nel 2011-2013, è stato ampiamente
discusso, ha generato una crisi di liquidità che paghiamo negli anni successivi. Questo
non solo per la Fondazione Regio, anche per tanti altri enti culturali e quello è stato un
elemento aggiuntivo rispetto ad altri teatri che ha mandato in difficoltà. Aggiungo
un’altra considerazione, non l’avrei citato io, l’ha citato la Consigliera Foglietta, non è
la prima volta che c’è una crisi nel teatro e tensioni all’interno del teatro tra figure
apicali che gestiscono il teatro. Poi lo si può manifestare in tanti modi, ma mi
sembrerebbe non corretto pensare che nascano oggi, o meglio, sia oggi il primo caso di
tensioni all’interno del teatro. Vorrei specificare un’altra cosa: il Consigliere Lo Russo
diceva di azzerare. È già stato specificato, non possiamo azzerare in questa fase, però
abbiamo fatto una cosa diversa rispetto a un anno e mezzo fa e lo delibereremo
mercoledì in Consiglio di Indirizzo, abbiamo avviato una procedura comparativa. Però,
lo dico chiaramente, la procedura comparativa, per quanto questa è la mia opinione,
discuteremo mercoledì, partirà da quel piano di sviluppo che è l’oggetto su cui noi
cercheremo di andare in attuazione e su cui noi chiederemo la verifica - come
giustamente veniva detto - delle azioni che devono essere portate avanti e la prima
verifica, io ricordo nel Consiglio di Indirizzo in cui abbiamo approvato il Bilancio di
Previsione 2019 insieme al piano di sviluppo, perché il Bilancio di Previsione è il primo
anno del piano di sviluppo, ci siamo detti che a settembre-ottobre sarebbe stato fatta in
fase di assestamento la prima verifica, rispetto alle azioni attuate e attuabili e in
attuazione e/o quello che è effettivamente stato raggiunto, cioè l’interesse e l’attenzione
del Consiglio di Indirizzo, quello precedente e quello nuovo, a cui auguro buon lavoro,
e li ringrazio per aver accettato di entrare in un Consiglio in un momento certamente
non facile per il teatro, la nostra attenzione è tutta sul monitoraggio di quel piano di
sviluppo. Guardate che nessuno sottovaluta il fatto che ci siano tensioni all’interno del
teatro. Io sono amareggiata per quello che è successo stamattina in conferenza stampa, e
lo sono perché credo, e giungo a specificare un’altra cosa che è stata qui detta dalla
Consigliera Foglietta, che non è assolutamente quello che ho detto, ma credo che le
dinamiche interne del teatro che esistono, ed è normale che esistano e che certamente ci
dobbiamo fare carico e cerchiamo di farci carico, tant’è che era stato fissato un incontro,
dal mio punto di vista è un peccato se arrivano a sfociare nel momento di presentazione
della conferenza. Ora ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità e io, oggi, lo
rifaccio anche in questa sede e me ne assumo la responsabilità, però vorrei dire tre cose.
La prima: io ogni anno, da quando sono Sindaca e da quando sono Presidente al Regio,
ringrazio in conferenza stampa i lavoratori, siccome in tre anni hanno avuto sempre
momenti difficili, per non aver scioperato. L’ho fatto l’anno scorso, l’ho fatto
quest’anno, l’ho fatto l’anno prima e non è nessuna volontà di non permettere il diritto
allo sciopero, però è innegabile che il fatto che loro non abbiano scioperato - l’ho fatto
quest’anno, l’ho fatto l’anno scorso, l’ho fatto quando abbiamo presentato il piano
industriale - ci permette di raggiungere il livello dei ricavi. Non significa che stiamo
minacciando ed io non voglio permettere ai lavoratori di scioperare, ci mancherebbe, e
se è stato frainteso lo ribadisco qui, tant’è che l’ho sempre detto in tutte le sedi. Anzi, al
contrario, sto dicendo che in un momento di tensione e di difficoltà del teatro queste
persone hanno messo l’interesse del teatro davanti all’interesse proprio come lavoratori,
che è il diritto di scioperare. Però francamente che anche questo venga riportato al
contrario mi dispiace e colgo l’occasione per precisarlo perché, ripeto, non è la prima
volta che ringrazio da questo punto di vista. La legge, oggi, ci dice che se non andiamo
in prorogatio andiamo in commissariamento; non a caso il Consiglio di Indirizzo ha
costruito un percorso, ripeto, di procedura comparativa. Aggiungo, Consigliera
Foglietta, lei per carità, possiamo parlare dei numeri, però numeri, biglietti, non
biglietti, Black Friday, sarà vero, però i ricavi ci dicono che abbiamo fatto più di
500.000 Euro di ricavi e meno di 500.000 Euro di costi, e questo è un risultato che ha
portato a casa il teatro, ciascuno per la su parte e credo che sia un qualcosa che è
positivo e che dobbiamo anche rivendicare e che ci dà, secondo me, speranza rispetto
all’attuazione di quel piano, perché se il primo anno avessimo perso di biglietteria - in
termini ovviamente di somma biglietteria, abbonamento - avessimo perso in termini di
valori, quindi avessimo ridotto i ricavi, è chiaro che sarei la prima a dire che quel piano
di sviluppo è impossibile portarlo avanti. Ma in realtà quest’anno ci dice che rispetto a
quello che ci siamo detti siamo riusciti grazie a tutti, dottor Galoppini e ovviamente il
Sovrintendente Graziosi, a lavorare sulle due leve che c’eravamo detti: aumento dei
ricavi e riduzione dei costi, e questo significa che il piano di sviluppo può continuare ad
andare in quella direzione. Poi, ripeto, lo sappiamo che è ambizioso quel piano. Cioè io
lo so che è ambizioso e il Consiglio di Indirizzo lo sta valutando, lo sta studiando. Però
è altrettanto vero che per la prima volta abbiamo l’occasione, io credo, di rivedere e
provare a sistemare una crisi che è una crisi che esiste, ripeto, come in tantissimi enti
lirici perché comunque l’appoggio e lo sforzo del Ministero è uno sforzo che ci dà forza
in un percorso perché di quei 14 milioni, ripeto, 12 sono coperti nell’arco del piano; c’è
una parte nostra, c’è una parte di IREN, se non ricordo male, c’è una parte del Ministero
perché c’è una serie di investimenti che devono essere fatti nell’arco del piano. Ora, io
incontrerò i lavoratori e non è che non ascolto e non percepisco quello che sta
succedendo, però è altrettanto vero che il tema del piano di sviluppo, come credo,
giustamente, ha detto il Consigliere Fassino, sia il termine su cui ci si debba
confrontare. Il teatro è pronto o non è pronto ad attuare quel piano di sviluppo? E noi
siamo pronti o non pronti ad attuare quel piano di sviluppo? Io credo che sia questo il
punto, io credo che il piano di sviluppo sia il futuro di quel teatro e su quello ci stiamo
impegnando. La procedura comparativa avrà i suoi tempi e proprio per evitare quello
che è successo in passato l’abbiamo avviata e ci diamo del tempo, perché la procedura
comparativa richiede un iter e coinvolgerà il Consiglio di Indirizzo e quindi tutte le
forze che fanno parte di quel Consiglio di Indirizzo. Per forze non intendo forze
politiche, evidentemente, ma le forze delle varie istituzioni. Speriamo anche che arrivi
la Regione presto e possa nominare il suo rappresentante all’interno del Consiglio di
Indirizzo e altra strada in questo momento non c’è, se non continuare a monitorare sul
piano di sviluppo. Alcune azioni dovranno essere attuate entro, ripeto, ottobre-
novembre, tant’è che ci sono delle trattative sindacali che sono in corso e che andranno
avanti, credo, nei prossimi mesi; lavorare come Consiglio di Indirizzo sulla procedura e
cercare di riportare a un clima sereno nel teatro; ma non è assolutamente facile, non è
facile perché tensioni di questo tipo purtroppo ci sono già state e in questo momento ci
sono. Ora io credo, ripeto, che l’incontro, il Consiglio di Indirizzo di mercoledì, inizierà
a dare qualche risposta rispetto a quello che c’è stato chiesto e l’incontro con i Sindacati
spero possa essere un primo momento, anzi non è il primo, ma un importante momento
di confronto per cercare di rasserenare quello che è il clima all’interno del teatro.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei.
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