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ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Ho evidentemente avuto un’illusione ottica perché io credevo che quel cassetto fosse quello dei sogni che sono evaporati, i famosi sogni nel cassetto della Giunta 5 Stelle. Allora, detto questo, cercando di entrare in quello che io credo sia il nostro compito di politici in occasione della discussione dei provvedimenti di Bilancio, mi sembrerebbe ragionevole o mi sarebbe sembrato ragionevole pretendere che a tre anni dall’insediamento di un’Amministrazione si potesse confrontare l’intenzione di indirizzo politico, ammesso che qualcuno che guidi questa Amministrazione ci sia, abbia in testa un indirizzo politico e abbia il buon gusto di confrontarlo con il Consiglio Comunale che per questo è stato eletto. Devo dire che dall’analisi del Rendiconto che stiamo affrontando, posso dedurre che oltre che ai sogni nei cassetti, sono evaporati anche gli indirizzi di guida di governo. Non siamo in grado di misurare, su questo Rendiconto, un benché minimo segno politico che dia anche l’idea di un ardimento nell’affrontare alcuni temi, una sfida nel misurarsi con altri livelli istituzionali, un coraggio nel presentare delle ipotesi di soluzione anche complesse rispetto alla popolazione che si sta governando e cercherò di dimostrarlo, magari con minori colpi di teatro, ma con quella noiosissima analisi dei dati che mi caratterizza. Andiamo ad esaminare una delle questioni che rappresenta il vostro mantra, come anche il mio, la lotta ai derivati. Vorrei sapere che cosa del sogno nel cassetto sull’audit pubblico, del debito prodotto dalle Giunte che vi hanno precedute, questa Amministrazione stia conducendo. Come ampiamente previsto, anche il 2018 si è chiuso con una perdita di 15,5 milioni di Euro sui titoli derivati ancora in possesso della Città ma, dato che l’Amministrazione intende, giustamente, procedere in un tentativo di riequilibrio di una condizione strutturale di esposizione finanziaria per il pagamento di interessi, non è una linea politica quella che ci viene proposta, né adesso, né in occasione del Bilancio di Previsione, penso anche nemmeno in futuro. No, noi ci affidiamo ad una valutazione di carattere tecnico che sarà condotta da un soggetto tecnico terzo, individuato con una procedura di selezione, la cui capacità sarà valutata in base alle ipotesi di risparmio che saranno evidenziate, sulle quali provvederà ad essere definito l’emolumento dello stesso e questo è il famoso indirizzo politico. Veniamo a un altro dato, che è la capacità di intervenire sul recupero delle condizioni di passività relativamente alle entrate. Confrontando il 2015, ultimo anno di piena gestione Fassino, con 2018, terzo anno della Giunta 5 Stelle, purtroppo, dai dati che ci vengono comunicati, non si notano significativi progressi, le entrate tributarie in competenza ristagnano, con un leggero calo, le riscossioni sono solo uguali. Ma peggio va per le entrate tributarie in conto residui, gli accertamenti salgono, ma gli incassi sono meno di 10 milioni. La percentuale degli incassi risulta incagliata al 27%. Anzi, se ragioniamo dell’incasso sui residui degli anni precedenti la percentuale è ferma all’8%, come nel 2015, al netto delle radiazioni, che sono state effettuate prima dall’Assessore al Bilancio Passoni e poi in misura inferiore dall’attuale Amministrazione. Allora, anche qui la politica potrebbe avere un guizzo di tanto in tanto, soprattutto una politica del cambiamento. Ad esempio un guizzo potrebbe essere ragionare sul modo con il quale si può relazionare rispetto agli attori di una condizione di residui, sto parlando di multe non pagate, ad esempio, che sia simile a quella che altre Amministrazioni centrali vostre stanno praticando. Io francamente non sono molto interessata ad analizzare le motivazioni di questo incancrenimento rispetto alla mancata partecipazione sui tributi del Comune o sulle multe irrorate dal Comune. Non voglio qui discutere se sia un fatto educativo, se siano costi esosi impraticabili per fasce sociali deboli. Quello che mi interessa è che non siano le fasce sociali deboli a essere perseguite, perché dove si incancrenisce un debito verso la Pubblica Amministrazione su un salario di lavoro dipendente o di pensionato, lì la possibilità di riscossione si pratica. Ma quello che mi interessa è capire se, politicamente, si vuole perseguire una strada con la quale si ricostruisca un clima di relazione più positiva, fatta a punto zero. Il vostro Governo ha introdotto la pace fiscale. Alla conferenza dei Capigruppo il notaio Morano ha sollevato un tema che è quello della possibilità di estendere i procedimenti di riduzione delle restituzioni, attraverso un clima di riappacificazione e di concorso parziale alla restituzione, anche per gli Enti Locali, con una delibera che doveva essere assunta entro il 28 maggio. Boh! La risposta è stata che se ne sta parlando a livello tecnico, a livello nazionale. Quindi io non so se io e il notaio Morano gettavamo il cuore oltre l’ostacolo perché comunque quei sogni nei cassetti continuiamo a coltivarli, anche se Iaria li trova vuoti. Certo è che quella prospettiva nemmeno lontanamente è stata individuata ed è stata perseguita. Quindi, secondo tema, il tema di un percorso politico: zero. Terzo tema: tempo di pagamento dei fornitori. L’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti è passato da 41 giorni del 2017 a 113 giorni del 2018. Non voglio essere ingenerosa e riconosco che c’è stato un lavoro degli uffici e una valutazione di saldare prioritariamente quelle che erano le attese croniche nei confronti dei nostri fornitori e quindi sicuramente si sconta nella valutazione del tempo un intervallo più lungo, perché stiamo saldando chi attendeva da più tempo e quindi non è un giudizio negativo sulla gestione tecnica, però non più tardi di ieri e l’altro ieri ho letto una serie di fornitori che lamentavano, ed erano fornitori di servizi del Settore delle Politiche Sociali, lamentavano la lentezza delle erogazioni; quindi siamo un po’ malmessi anche su questa questione. E infine vengo all’ultimo mantra, quello della generazione futura e delle generazioni future dei torinesi che sono stati indebitati per colpa delle incapacità delle Giunte precedenti e che saranno salvati d’ora in poi. Bene. Sono andata a vedere questa questione dell’indebitamento pro capite senza e con anticipazione di liquidità deducendola dalla relazione dei Revisori dei Conti. Il debito medio per abitante scende da 3.296 a 3.091 Euro. Ma, se facciamo come faceva la Consigliera Appendino, e cioè se calcoliamo, criticando la Giunta precedente, anche il residuo di debito aggiuntivo per le anticipazioni di liquidità, 2013-2014-2015 le cose cambiano in peggio e le cose cambiano in peggio perché tradotti in debito pro capite, contando le liquidità pregresse, il debito pro capite per i torinesi arriva a 3.617 Euro e fin qui, e fin qui la mancanza di iniziativa politica. Ma veniamo alle conseguenze concrete di questa assenza di idealità politica sulle singole politiche degli Enti. Io voglio solo sottolineare un dato; se noi prendiamo alcuni comparti, quelli più sensibili, quelli che connotano immediatamente il rapporto di una città con i propri amministrati, quindi le politiche educative, le politiche sociali, le politiche ambientali e non volendo mettersi a litigare sul milione di differenza tra un anno e l’altro, io quello che voglio sottolineare, perché è un dato strutturale sul quale non vedo pensieri politici, quello che voglio sottolineare è che noi abbiamo politiche sociali, una spesa comunale di 38 milioni di Euro e una spesa vincolata di 61. Diminuiamo da un anno all’altro sulla spesa comunale, aumentiamo da un anno all’altro sulla spesa vincolata. Questo cosa significa? Che dobbiamo accendere Santi in Paradiso o mettere dei portafortuna nei cassetti vuoti, sperando che i successivi Governi Nazionali non modifichino i trasferimenti, perché devo dirvi che la modifica a ribasso del trasferimento nazionale sul Trasporto Pubblico Locale è targata 4 marzo, Governo Salvini-Di Maio, guidato dal professor Conte. Perché voglio ricordarvi che i trasferimenti in aumento sui contributi per il funzionamento delle Scuole per l’Infanzia sono invece targati “Giunta Regionale precedente”. Allora, prima cosa, riempite quel cassetto di lumini perché le Amministrazioni Centrali non modifichino lo stile dei trasferimenti, o perlomeno lo modifichino in meglio rispetto a quello del Governo Nazionale sul trasporto pubblico locale. Ma ancora di più, se voi vincolate le politiche dei servizi e delle prestazioni su quanto vi viene trasferito da altri Enti, o su quello che ottenete in convenzione sulle Fondazioni quando finiscono i bandi e quando finiscono i progetti finanziati dalle leggi ad hoc e finanziati dalle convenzioni ad hoc con le Fondazioni bancarie, cosa fa questa Città? Pensa di continuare a utilizzare quei servizi e quelle prestazioni o pensa di interrompere le opportunità che ha costruito nel tempo e su cui ha impiegato risorse professionali, su cui dovrebbe poter aver attivato idee di continuità all’interno dei propri servizi e questo mi pare un tema politico che nulla c’entra con il Piano di rientro della Corte dei Conti, c’entra con la capacità o meno di governare e di indirizzare un Ente. Ed è questa la critica che io faccio a questa Amministrazione, perché, guardate, ad esempio uno dei Settori sui quali invece la spesa è aumentata è quello delle Politiche Educative, di poco, 900.000 Euro circa, ma l’incremento di 842 è avvenuto su un progetto bando prima infanzia, progetti povertà educativa 0-6 anni. Ora, la preoccupazione che ho appena espresso, che finiti i progetti a misura finiscano anche le iniziative, dovrebbe suonarvi come un elemento di grande interesse e di grande preoccupazione; ho parlando di povertà educativa; lotta alla povertà; misure della dignità. Ma quanti, ed io credo siano in tanti, almeno quelli che agiscono nel comparto educativo, in questo Consiglio sanno che non basta un incremento di natura economica per invertire il ciclo delle diseguaglianze quando il ciclo delle diseguaglianze si fonda sulla povertà educativa, che è la più vergognosa di tutte le povertà, perché è la povertà delle nuove generazioni che compromette anche il nostro futuro. Quindi la domanda è: politicamente, in un rapporto di questo genere, in cui le entrate e le spese vincolate sono maggiori delle risorse dedicate dal Comune, che fate e che farete dei progetti che vivono su questi fondi? Perché, invece, quando i progetti vivono sui vostri, che poi sono i nostri della città ma, visto che li rivendicate nel limite, nelle potenzialità, faccio riferimento ai vostri, le risorse invece non bastano e decrescono. Sono andata a vedere i dati consuntivi del rapporto di convenzione tra la Città e IREN; manutenzione ordinaria 2017: 24; 2018: 20. Manutenzione straordinaria 2017: 4.220.000; 2018: 2.239.000. E allora? L’ambiente, l’illuminazione, l’agopuntura. Quindi a me sembra che noi stiamo purtroppo conducendo un esercizio obbligatorio, quello della convocazione e del voto sul bilancio, senza avere, come Consiglieri, la possibilità di svolgere il nostro ruolo, che è quello del confronto politico. |