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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Giugno 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 13
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-01546
ISTITUZIONE TORINESE PER UNA EDUCAZIONE RESPONSABILE - RENDICONTO DELLA GESTIONE 2018. APPROVAZIONE.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Ho evidentemente avuto un’illusione ottica perché io credevo che
quel cassetto fosse quello dei sogni che sono evaporati, i famosi sogni nel cassetto della
Giunta 5 Stelle. Allora, detto questo, cercando di entrare in quello che io credo sia il
nostro compito di politici in occasione della discussione dei provvedimenti di Bilancio,
mi sembrerebbe ragionevole o mi sarebbe sembrato ragionevole pretendere che a tre
anni dall’insediamento di un’Amministrazione si potesse confrontare l’intenzione di
indirizzo politico, ammesso che qualcuno che guidi questa Amministrazione ci sia,
abbia in testa un indirizzo politico e abbia il buon gusto di confrontarlo con il Consiglio
Comunale che per questo è stato eletto. Devo dire che dall’analisi del Rendiconto che
stiamo affrontando, posso dedurre che oltre che ai sogni nei cassetti, sono evaporati
anche gli indirizzi di guida di governo. Non siamo in grado di misurare, su questo
Rendiconto, un benché minimo segno politico che dia anche l’idea di un ardimento
nell’affrontare alcuni temi, una sfida nel misurarsi con altri livelli istituzionali, un
coraggio nel presentare delle ipotesi di soluzione anche complesse rispetto alla
popolazione che si sta governando e cercherò di dimostrarlo, magari con minori colpi di
teatro, ma con quella noiosissima analisi dei dati che mi caratterizza. Andiamo ad
esaminare una delle questioni che rappresenta il vostro mantra, come anche il mio, la
lotta ai derivati. Vorrei sapere che cosa del sogno nel cassetto sull’audit pubblico, del
debito prodotto dalle Giunte che vi hanno precedute, questa Amministrazione stia
conducendo. Come ampiamente previsto, anche il 2018 si è chiuso con una perdita di
15,5 milioni di Euro sui titoli derivati ancora in possesso della Città ma, dato che
l’Amministrazione intende, giustamente, procedere in un tentativo di riequilibrio di una
condizione strutturale di esposizione finanziaria per il pagamento di interessi, non è una
linea politica quella che ci viene proposta, né adesso, né in occasione del Bilancio di
Previsione, penso anche nemmeno in futuro. No, noi ci affidiamo ad una valutazione di
carattere tecnico che sarà condotta da un soggetto tecnico terzo, individuato con una
procedura di selezione, la cui capacità sarà valutata in base alle ipotesi di risparmio che
saranno evidenziate, sulle quali provvederà ad essere definito l’emolumento dello stesso
e questo è il famoso indirizzo politico. Veniamo a un altro dato, che è la capacità di
intervenire sul recupero delle condizioni di passività relativamente alle entrate.
Confrontando il 2015, ultimo anno di piena gestione Fassino, con 2018, terzo anno della
Giunta 5 Stelle, purtroppo, dai dati che ci vengono comunicati, non si notano
significativi progressi, le entrate tributarie in competenza ristagnano, con un leggero
calo, le riscossioni sono solo uguali. Ma peggio va per le entrate tributarie in conto
residui, gli accertamenti salgono, ma gli incassi sono meno di 10 milioni. La
percentuale degli incassi risulta incagliata al 27%. Anzi, se ragioniamo dell’incasso sui
residui degli anni precedenti la percentuale è ferma all’8%, come nel 2015, al netto delle
radiazioni, che sono state effettuate prima dall’Assessore al Bilancio Passoni e poi in
misura inferiore dall’attuale Amministrazione. Allora, anche qui la politica potrebbe
avere un guizzo di tanto in tanto, soprattutto una politica del cambiamento. Ad esempio
un guizzo potrebbe essere ragionare sul modo con il quale si può relazionare rispetto
agli attori di una condizione di residui, sto parlando di multe non pagate, ad esempio,
che sia simile a quella che altre Amministrazioni centrali vostre stanno praticando. Io
francamente non sono molto interessata ad analizzare le motivazioni di questo
incancrenimento rispetto alla mancata partecipazione sui tributi del Comune o sulle
multe irrorate dal Comune. Non voglio qui discutere se sia un fatto educativo, se siano
costi esosi impraticabili per fasce sociali deboli. Quello che mi interessa è che non siano
le fasce sociali deboli a essere perseguite, perché dove si incancrenisce un debito verso
la Pubblica Amministrazione su un salario di lavoro dipendente o di pensionato, lì la
possibilità di riscossione si pratica. Ma quello che mi interessa è capire se,
politicamente, si vuole perseguire una strada con la quale si ricostruisca un clima di
relazione più positiva, fatta a punto zero. Il vostro Governo ha introdotto la pace fiscale.
Alla conferenza dei Capigruppo il notaio Morano ha sollevato un tema che è quello
della possibilità di estendere i procedimenti di riduzione delle restituzioni, attraverso un
clima di riappacificazione e di concorso parziale alla restituzione, anche per gli Enti
Locali, con una delibera che doveva essere assunta entro il 28 maggio. Boh! La risposta
è stata che se ne sta parlando a livello tecnico, a livello nazionale. Quindi io non so se io
e il notaio Morano gettavamo il cuore oltre l’ostacolo perché comunque quei sogni nei
cassetti continuiamo a coltivarli, anche se Iaria li trova vuoti. Certo è che quella
prospettiva nemmeno lontanamente è stata individuata ed è stata perseguita. Quindi,
secondo tema, il tema di un percorso politico: zero. Terzo tema: tempo di pagamento dei
fornitori. L’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti è passato da 41 giorni del
2017 a 113 giorni del 2018. Non voglio essere ingenerosa e riconosco che c’è stato un
lavoro degli uffici e una valutazione di saldare prioritariamente quelle che erano le
attese croniche nei confronti dei nostri fornitori e quindi sicuramente si sconta nella
valutazione del tempo un intervallo più lungo, perché stiamo saldando chi attendeva da
più tempo e quindi non è un giudizio negativo sulla gestione tecnica, però non più tardi
di ieri e l’altro ieri ho letto una serie di fornitori che lamentavano, ed erano fornitori di
servizi del Settore delle Politiche Sociali, lamentavano la lentezza delle erogazioni;
quindi siamo un po’ malmessi anche su questa questione. E infine vengo all’ultimo
mantra, quello della generazione futura e delle generazioni future dei torinesi che sono
stati indebitati per colpa delle incapacità delle Giunte precedenti e che saranno salvati
d’ora in poi. Bene. Sono andata a vedere questa questione dell’indebitamento pro capite
senza e con anticipazione di liquidità deducendola dalla relazione dei Revisori dei
Conti. Il debito medio per abitante scende da 3.296 a 3.091 Euro. Ma, se facciamo come
faceva la Consigliera Appendino, e cioè se calcoliamo, criticando la Giunta precedente,
anche il residuo di debito aggiuntivo per le anticipazioni di liquidità, 2013-2014-2015 le
cose cambiano in peggio e le cose cambiano in peggio perché tradotti in debito pro
capite, contando le liquidità pregresse, il debito pro capite per i torinesi arriva a 3.617
Euro e fin qui, e fin qui la mancanza di iniziativa politica. Ma veniamo alle conseguenze
concrete di questa assenza di idealità politica sulle singole politiche degli Enti. Io voglio
solo sottolineare un dato; se noi prendiamo alcuni comparti, quelli più sensibili, quelli
che connotano immediatamente il rapporto di una città con i propri amministrati, quindi
le politiche educative, le politiche sociali, le politiche ambientali e non volendo mettersi
a litigare sul milione di differenza tra un anno e l’altro, io quello che voglio sottolineare,
perché è un dato strutturale sul quale non vedo pensieri politici, quello che voglio
sottolineare è che noi abbiamo politiche sociali, una spesa comunale di 38 milioni di
Euro e una spesa vincolata di 61. Diminuiamo da un anno all’altro sulla spesa
comunale, aumentiamo da un anno all’altro sulla spesa vincolata. Questo cosa significa?
Che dobbiamo accendere Santi in Paradiso o mettere dei portafortuna nei cassetti vuoti,
sperando che i successivi Governi Nazionali non modifichino i trasferimenti, perché
devo dirvi che la modifica a ribasso del trasferimento nazionale sul Trasporto Pubblico
Locale è targata 4 marzo, Governo Salvini-Di Maio, guidato dal professor Conte.
Perché voglio ricordarvi che i trasferimenti in aumento sui contributi per il
funzionamento delle Scuole per l’Infanzia sono invece targati “Giunta Regionale
precedente”. Allora, prima cosa, riempite quel cassetto di lumini perché le
Amministrazioni Centrali non modifichino lo stile dei trasferimenti, o perlomeno lo
modifichino in meglio rispetto a quello del Governo Nazionale sul trasporto pubblico
locale. Ma ancora di più, se voi vincolate le politiche dei servizi e delle prestazioni su
quanto vi viene trasferito da altri Enti, o su quello che ottenete in convenzione sulle
Fondazioni quando finiscono i bandi e quando finiscono i progetti finanziati dalle leggi
ad hoc e finanziati dalle convenzioni ad hoc con le Fondazioni bancarie, cosa fa questa
Città? Pensa di continuare a utilizzare quei servizi e quelle prestazioni o pensa di
interrompere le opportunità che ha costruito nel tempo e su cui ha impiegato risorse
professionali, su cui dovrebbe poter aver attivato idee di continuità all’interno dei propri
servizi e questo mi pare un tema politico che nulla c’entra con il Piano di rientro della
Corte dei Conti, c’entra con la capacità o meno di governare e di indirizzare un Ente. Ed
è questa la critica che io faccio a questa Amministrazione, perché, guardate, ad esempio
uno dei Settori sui quali invece la spesa è aumentata è quello delle Politiche Educative,
di poco, 900.000 Euro circa, ma l’incremento di 842 è avvenuto su un progetto bando
prima infanzia, progetti povertà educativa 0-6 anni. Ora, la preoccupazione che ho
appena espresso, che finiti i progetti a misura finiscano anche le iniziative, dovrebbe
suonarvi come un elemento di grande interesse e di grande preoccupazione; ho parlando
di povertà educativa; lotta alla povertà; misure della dignità. Ma quanti, ed io credo
siano in tanti, almeno quelli che agiscono nel comparto educativo, in questo Consiglio
sanno che non basta un incremento di natura economica per invertire il ciclo delle
diseguaglianze quando il ciclo delle diseguaglianze si fonda sulla povertà educativa, che
è la più vergognosa di tutte le povertà, perché è la povertà delle nuove generazioni che
compromette anche il nostro futuro. Quindi la domanda è: politicamente, in un rapporto
di questo genere, in cui le entrate e le spese vincolate sono maggiori delle risorse
dedicate dal Comune, che fate e che farete dei progetti che vivono su questi fondi?
Perché, invece, quando i progetti vivono sui vostri, che poi sono i nostri della città ma,
visto che li rivendicate nel limite, nelle potenzialità, faccio riferimento ai vostri, le
risorse invece non bastano e decrescono. Sono andata a vedere i dati consuntivi del
rapporto di convenzione tra la Città e IREN; manutenzione ordinaria 2017: 24; 2018:
20. Manutenzione straordinaria 2017: 4.220.000; 2018: 2.239.000. E allora?
L’ambiente, l’illuminazione, l’agopuntura. Quindi a me sembra che noi stiamo
purtroppo conducendo un esercizio obbligatorio, quello della convocazione e del voto
sul bilancio, senza avere, come Consiglieri, la possibilità di svolgere il nostro ruolo, che
è quello del confronto politico.

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