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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Giugno 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 13
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-01546
ISTITUZIONE TORINESE PER UNA EDUCAZIONE RESPONSABILE - RENDICONTO DELLA GESTIONE 2018. APPROVAZIONE.
Interventi
LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Ci troviamo qui oggi a discutere del Rendiconto 2018 a valle della
prima certificazione politica avvenuta su come quest’Amministrazione della Sindaca
Appendino, che ben si guarda a venire in Aula a parlare di Rendiconto, anche se il
Rendiconto come è noto è uno degli atti fondamentali dell’Amministrazione,
evidentemente ha di meglio da fare, a valle di una certificazione piuttosto evidente di
qual è l’opinione di questa Città relativamente a come quest’Amministrazione sta
lavorando e questa certificazione io credo che parli più di qualunque tipo di azione,
dibattito in quest’Aula e traduca in maniera estremamente chiara ed evidente perlomeno
a noi, forse non a tutti, quello che è il reale assetto oggi della Città e sostanzialmente
quello che è il problema principale di questa Città, cioè una Città che è in mano a delle
persone che non sono all’altezza di guidare la Città e che in questi anni hanno tirato a
campare cercando di portare a casa la ghirba, in termini politici, vivacchiando e
portando avanti quello che ragionevolmente si erano trovati in mano e purtroppo per
noi, eccetto rarissime eccezioni, peggiorandolo. Sotto questo profilo il Rendiconto del
volume 2, la relazione sulla gestione dell’organo esecutivo, cioè della Giunta con tutto il
dovuto rispetto che ho per i Consiglieri, non me ne vogliano, ma non ci sono sembrati
così incisivi in questi anni da condizionare in alcun modo l’operato della Giunta credo
che sia sotto gli occhi di tutti e certamente al di là di un inevitabile tono polemico, che
quest’Aula di norma ha, penso che sia soprattutto stato certificato dalle urne del 26 di
maggio. Conseguentemente inviteremmo davvero l’Amministrazione Comunale in
questo senso sì più che a lodarsi ed imbrodarsi per le cose fatte a ragionare su quelli che
sono degli inevitabili cambi di rotta che a nostro modo di vedere andrebbero portati
avanti, li ripetiamo da 3 anni, non siamo ascoltati, speriamo che, voglio dire,
nell’interesse della Città invece le urne siano servite a farvi capire che state portando la
Città su un iceberg e lo state facendo ad una velocità decisamente sempre più sostenuta.
Stando nel merito del Rendiconto ci è sembrato doveroso qui in questo intervento, che
non impegnerà tutto il tempo a nostra disposizione, concentrarci su alcuni elementi
essenziali, che però io cito a mo’ di spot, a mo’ di esempio traducono in maniera
piuttosto chiara quanto ho detto in premessa. Citerò alcune delle deleghe di voi
Assessori che tendenzialmente state lì ad occupare le posizioni che occupate per mettere
in evidenza con dei semplici esempi, io eviterò di fare grandi discorsi sui massimi
sistemi, cercherò di tradurre in maniera piuttosto esemplificativa e chiara i concetti, che
non prenderò in considerazione proprio tutti, non me ne vogliano quelli che si
sentiranno esclusi da questo elenco, non è per, come dire, non considerazione del loro
lavoro, ma è per una ragione banalmente di tempo. Partirei con l’altro grande assente
che non vedo oggi in Sala Rossa insieme all’Appendino, evidentemente saranno
insieme a disegnare il futuro della Città, cioè il mitico Vicesindaco Montanari, il buon
Montanari che, sostanzialmente, quando abbiamo avuto modo di discutere del suo
Rendiconto 2018 in Commissione Consiliare con una calma serafica e per certi versi
che io, davvero, come gli ho detto in Commissione gli invidio sempre, ha messo in
evidenzia con una paciosa tranquillità che sostanzialmente l’attività urbanistica di
questa Città è sostanzialmente inchiodata, quella urbanistica è inchiodata ad onor del
vero non solo ed esclusivamente per ragioni connesse all’assenza di linea politica, ma
perché ovviamente quando tu esprimi tutto e il contrario di tutto è evidente che, come
dire, il sistema che già è in crisi di per sé tende ad inchiodarsi. L’ultima in ordine
cronologico è la decisione assunta dalla Città di togliere la seconda torre di fronte al
grattacielo Intesa Sanpaolo di cui avevamo appreso tramite i giornali, ma, giustamente,
il buon Montanari essendo quello che quando fu fatto il grattacielo di Renzo Piano
capeggiava il Comitato “Non grattiamo il cielo di Torino” non ci possiamo mica stupire
se adesso, come dire, vuole abbassare pure l’altro che non c’è ancora, però al di là di
queste quisquiglie l’elemento essenziale riguarda l’attività completamente assente dal
punto di vista delle varianti urbanistiche, perché? Perché è evidente che quest’attività di
revisione generale del Piano Regolatore che è puntualmente citata nel Rendiconto
evidentemente è una meravigliosa foglia di fico fondamentalmente per non fare più
nient’altro, cioè nelle more della famosa revisione generale del Piano Regolatore che
dovrebbe disegnare il futuro strategico di questa Città, ribadisco per l’ennesima volta
noi ci accontenteremo di una semplificazione normativa delle categorie normativa del
PRG, lo riterremo, per quello che è il livello oggi, un obiettivo, come dire, che già
comincia ad essere a rischio, temporalmente, per lo standing dell’attuale
Amministrazione, se ce lo portate a casa il 2021 ci fate una cortesia. Ma il dato più
incredibile è che questa roba qua ha di fatto bloccato tutte quelle che sono le Varianti
Urbanistiche della Città di Torino a, invece, vantaggio dell’esponenziale crescita dei
famosi tanto vituperati, quando si stava all’Opposizione, Decreto Sviluppo e Legge 106
dei famosi supermercati, per cui non è scritto, ma l’ho verificato io, nel Rendiconto
2018 è l’anno che in assoluto ha deliberato più metri quadri di supermercati della storia
della Città. Io l’avrei messo in evidenza nel Rendiconto perché oggettivamente mi
sembra un risultato importante per il Movimento 5 Stelle, rivendicare come risultato
urbanistico di questa Città che le sorti di questa alternativa erano sostanzialmente
delegificare e permettere a chiunque di aprire supermercati a Torino mi sembra un buon
risultato di cui dovete essere orgogliosi e credo che sia sostanzialmente stato molto
apprezzato soprattutto dalla parte dei commercianti che, come dire, vi hanno anche in
qualche modo sostenuto. Questo elemento lo ricollego ad un altro, io ho cercato, chiedo
scusa, vedo qua in Aula il buon Sacco che invece a differenza del suo collega Montanari
è sempre presente, ho cercato un altro punto piuttosto delicato e l’ho cercato sia nel
capitolo che riguardava l’Urbanistica, sia nel capitolo che riguardava lei, Assessore
Sacco, relativamente al commercio, ora ça va sans dire che avete glissato sul
mirabolante Regolamento dehors del 2018 che se non ho capito male vedremo nel 2019
forse. Invece la cosa che manca del tutto, io l’ho cercata, ho chiesto in Commissione, mi
è stato detto che è stata una svista da Montanari e mi è stato invece detto che c’è, ma
sono stato io che non l’ho visto e che quindi sono certo che nella replica o lei, Assessore
Rolando, o lei, Assessore Sacco, o se compare Montanari verrò finalmente tacciato e mi
verrà detto “Stai zitto, Lo Russo, che sei sempre la solita peppia noiosa”, manca un
elemento mica secondario, che è la revisione dei criteri commerciali. Ora questa parola
che tecnicamente, apparentemente non vuol dire nulla, in realtà è il vero elemento che
sostanzialmente dovrebbe accompagnare la strategia di pianificazione urbana di una
Città come Torino, peraltro correttamente nel famoso DUP che, a differenza del
Rendiconto è quello che fa dire all’Amministrazione che cosa vuole fare. Io ho rivisto
che questa cosa qua l’avevate presentata sempre, nel ’16, nel ’17, nel ’18 e anche nel
’19, invece questo elemento banalmente non è presente nel Rendiconto. Io sono certo
che ci sono gli Uffici di Urbanistica e Commercio che sono pancia a terra, su
indicazione politica dei loro Assessori, che stanno rivedendo i criteri commerciali,
dubito che sia stata una svista evidentemente era talmente importante l’argomento che
sicuramente è colpa di chi l’ha letto che non ha trovato nulla. Però, a beneficio non tanto
di quest’Aula che, come dire, di questi argomenti poco se ne interessa, è questo
l’elemento con cui invece si può ragionevolmente pianificare l’espansione della grande
distribuzione commerciale in questa Città senza lasciarla alla completa, come dire,
dinamica dei legittimi, dal loro punto di vista, interessi del mercato e della grande
distribuzione che invece in quest’ultimo anno hanno trovato in piazza Palazzo di Città e
in via Meucci porte spalancate perché il problema era fare cassa col mattone. Nel
Rendiconto 2018, salto un po’, quindi chiedo scusa parlo ad assenti, ma non è colpa mia
se sono assenti, quindi non avrò il consueto piacere della replica finale di Montanari
purtroppo, riferitegli per favore queste mie considerazioni; se arriva lo ringrazio e glielo
riferite. Invece è interessante vedere come innanzitutto, vabbè, il Rendiconto 2018 cito
un caso, non me ne voglia l’Assessora Di Martino, le diamo il benvenuto, lei è arrivata,
come dire, anche a valle di questo Rendiconto penoso nel campo dell’Istruzione, quindi
vede che non sempre, come dire, le disgrazie di un’Amministrazione poi per i singoli
sono di per sé disgrazie, nel senso che lei comunque ha avuto l’opportunità grazie al
disastro fatto dalla sua predecessora Federica Patti di poter sedere alla poltrona di
Assessore all’Istruzione, poi noi ci siamo anche prestati un po’ al gioco della
Maggioranza che voleva silurare la Patti, ma non aveva il coraggio di farlo, allora ci ha
chiesto di fare una mozione di sfiducia e conseguentemente l’Assessora Patti è stata
rimossa prima dell’arrivo della mozione di sfiducia, ma perché oggettivamente era stata
imbarazzante nella sua gestione operativa soprattutto nella seconda parte del 2018
oggetto del Rendiconto per quanto riguarda la famosa, e da noi mai sottaciuta, questione
della gara per il trasporto dei disabili, che oggettivamente è stata ed è ancora oggi
onestamente un discreto buco nero. Dal punto di vista sempre a (incomprensibile) tra i
mirabolanti risultati di quest’Amministrazione non possiamo sottacere la grande
intuizione della doppia ciclabile di via Nizza che onestamente è non solo
apprezzatissima dai ciclisti, non solo apprezzatissima dai cittadini e dai commercianti
che, come dire, affacciano su questa genialata che, giustamente, potete rivendicare come
una profonda e virtuosa battaglia per la qualità dell’aria e della mobilità, ma come dire
assume paradigmaticamente che cosa è stato il 2018 per il Movimento 5 Stelle e cioè io
quindi lo prendo un po’ come simbolo, la doppia pista ciclabile di via Nizza, il
ristringimento della carreggiata e sostanzialmente la scomparsa della possibilità per
un’ambulanza in sicurezza di poter superare una coda e portare un malato alle Molinette
perché bisogna, come dire, tenere lì tutti fermi in coda sempre nell’ottica del secondo
grande punto di orgoglio che dovete legittimamente rivendicare, che è aver preso il toro
per le corna su piazza Baldissera, mi spiace che non c’è la povera Lapietra che può
difendere le sue argute e assolutamente scientificamente verificate teorie viabilistiche,
di cui peraltro tutto il mondo, come dire, parla e ci invidia e cioè che per risolvere i
problemi del traffico a Torino teorizzato e capibile anche dal suo punto di vista anche
qua pienamente coerente con l’impostazione culturale del Movimento 5 Stelle bisogna
che la gente soffra in coda e conseguentemente è citata questa cosa effettivamente
perché cos’è che incarichiamo il Politecnico di Torino? Non so se vi ricordate questo
piccolo passaggio, ma anche qua cito come esempio, qualcuno si ricorderà quando ci fu
quella mega coda di piazza Baldissera che ci fu un po’ di polemica perché giustamente i
cittadini che, voglio dire, vi sostengono a pancia a terra hanno detto a fronte di
un’obiezione come quella di Lapietra, cioè se stai in coda e soffri prima o poi verrai
disincentivato ad usare la macchina, questa è la teoria e quindi giustamente..., di che
cosa si incarica il Politecnico di Torino? Di fare l’analisi dell’incrocio di piazza
Baldissera con i seguenti vincoli, segnalo, mi sono occupato perché mi sembrava
stravagante questa soluzione, allora dovete risolvere l’incrocio di piazza Baldissera
senza interventi infrastrutturali, cioè voi dovete sostanzialmente darmi una risposta di
come io faccio a risolvere il problema delle code, ma non potete semaforizzare,
chiudere strade, restringere le carreggiate, men che meno fare sottopassi. Ora, è
suggestivo che vengano impiegate risorse pubbliche del Comune di Torino, se non
sbaglio 18.500 Euro, un’inezia nel nostro Bilancio, ma sintomatico a fronte di questo
tipo di impostazione che oggettivamente ci lascia piuttosto perplessi, ma soprattutto più
che noi lascia abbastanza, come dire, contenti di come state gestendo la Città, tutti quelli
che fanno quel tratto di strada. Ecco, andate avanti così, dritti come un fuso, per favore,
non modificate niente perché da questo punto di vista avete ragione, infatti, ve l’hanno
detto che avete ragione. Ultimo accenno che faccio riguarda la questione del personale,
lei non me ne voglia, Assessore Rolando, ma da questo punto di vista io mi permetto
ogni tanto di sollecitarla rispetto alla questione di come, a nostro modo di vedere, ci sia
una strutturale gigantesca sottovalutazione di che cosa succederà in questo Comune
nell’arco dei prossimi 3 anni, ormai mezzo è già passato, 2020 e 2021. Per ragioni
politiche alla sommatoria legata al fatto che abbiamo un’età del personale piuttosto
avanzata si è sommato questo provvedimento della quota 100 e giustamente, da stime
fatte dall’ufficio del personale, avremmo oltre quasi circa 1.600 unità in uscita. Ad oggi
3 giugno, io ho guardato le delibere che avete fatto dopo la Commissione e non l’ho
trovata, però magari l’avete fatto, non abbiamo un piano organico approvato dalla
Giunta che disegna i fabbisogni di personale e in quali aree vanno a collocarsi. Allora,
io non vorrei, come dire, che adesso le elezioni sono passate, Assessore Rolando, e
come ho avuto modo di dirle anche in Commissione alcune delle scelte che devono
essere fatte, vanno fatte. Tra le scelte che vi avrebbero fatto perdere le elezioni
sappiamo bene c’era quella della questione dei Servizi Educativi e di come si faceva in
qualche modo a gestire la partita delle fuoriuscite da quel settore che oggettivamente è il
più in difficoltà. Io credo che il tempo, noi crediamo che il tempo delle scelte sia
arrivato e conseguentemente cogliendo l’occasione della discussione sul Rendiconto la
solleciteremmo a prendere in mano questa questione e quanto prima, poi se vorrà
condividerlo con la Commissione noi ne saremmo contenti, non è certamente dovuto ed
è una facoltà, però questo Comune quello che non può più permettersi è di avere
un’Amministrazione che non dice niente, questo è il punto di fondo che vorremmo
stimolare a, come dire, tutti voi a considerare, ci sono delle questioni, alcune le avete
anche affrontate bene, pensiamo l’ho citata a piazza Baldissera, penso alla ciclabile di
via Nizza, quindi non è che quando volete fare le cose non sapete farle, le sapete fare
benissimo. Allora, anche da questo punto di vista il tempo del temporeggiamento è
oggettivamente a nostro modo di vedere finito, mi si permetta ogni tanto un po’ di
ironia, spero di non turbare, come dire, i sonni di nessuno, sono certo di non farlo,
certamente non mi rendo simpatico alla Maggioranza, ma chiedo scusa, questo fa anche
un pochino parte del gioco delle parti, invece un pochino meno gioco delle parti e un
po’ più interesse dell’Ente è questa questione. Altro tema, Assessore Rolando, la
questione della Dirigenza di questo Comune, noi abbiamo un problema strutturale,
questo è un Comune che non ha più fatto concorsi da dirigente, l’ultimo che ha fatto è
andato male per ragioni di giustizia amministrativa e non solo, questo è un altro macro
tema. Noi abbiamo esigenza di inserire, dentro la macchina comunale, giovani, non
solamente alla Polizia Municipale, dobbiamo inserire dei giovani e dobbiamo dare
ragionevoli prospettive di carriera alle persone che ragionevolmente in questi anni
hanno tirato la carretta e che si aspettano, come dire, non dico di avere la strada
spianata, ma di avere un’occasione. Questo secondo tema di come noi costruiamo
insieme, non è una cosa che io scarico sull’attuale Amministrazione, anzi di nuovo è
tutta colpa di Fassino anche questa, cioè siamo sempre lì, però visto che siamo, come
dire, ormai nel Rendiconto del 2018, scusi, nel Rendiconto del 2018 proviamo a fare un
passaggino in avanti, quindi due macro questioni, due telegrammi conclusivi che invece
dopo aver toccato sommariamente l’Assessore Montanari, l’Assessore Sacco,
l’Assessora Lapietra e l’Assessora Di Martino cito lei, Assessore Rolando, in qualche
modo di farebbe una grande cortesia se si occupasse in mezzo a tutte le cose
impegnative che ha da fare di questa questione che è piuttosto sentita e da cui
dipendono moltissimi disservizi ai cittadini. Tutto ciò premesso anticipo, lo diremo poi
in dichiarazione di voto se ne avremo tempo, che diventa difficile per il Partito
Democratico, a fronte di questo disastro che, diciamo noi, che è un disastro, cioè non
siamo più gli unici a dire che non siete capaci a governare mi sembra, insomma mi pare
che il segnale che sia arrivato sia piuttosto evidente, difficilmente non ce ne vogliate,
cari Assessori della Giunta Appendino, che il Partito Democratico voterà contro questo
Rendiconto.

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