Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Mi aggiungo alla censura sulle perle di stoltezza, però non posso che sottolineare la necessità che, per la serietà di questo tema, si debba prevedere un momento se non di Aula Consiliare almeno di Commissione Consiliare non solo di approfondimento dopo l’approvazione, mi auguro, della mozione in questa seduta, ma anche di costruzione delle alleanze necessarie perché, vede, Consigliere Mensio, io ho sottoscritto la richiesta di Consiglio Comunale aperto, ma mi dolgo del fatto che la Conferenza dei Capigruppo non abbia condiviso la possibilità di indirlo in una data che rendesse possibile la partecipazione della Regione Piemonte o attraverso la presenza dei Consiglieri Regionali o attraverso la presenza di delegati della Giunta Regionali, impossibilità oggi certificata dal fatto di essere in campagna elettorale. Perché dico questo? Perché nel nostro contesto piemontese per iniziativa unanime di tutto il Consiglio Regionale per promozione di alcuni Consiglieri, penso al Consigliere Grimaldi, ma anche al Consigliere Giacone, fin dal luglio del 2015 è in vigore una Legge Regionale sull’uso terapeutico della canapa. Io voglio richiamare questa legge e credo che l’intergruppo scientifico professionale che agisce sotto legge di Città della Salute sia stato costituito anche ai sensi di quella Legge Regionale, voglio richiamare questa Legge Regionale perché dice alcune questioni di principio importanti e definisce alcuni atti operativi, sui quali io avrei voluto chiedere conto, perché la cito la legge non necessariamente per dire che è stata perfettamente applicata, ma anche per chiederne conto. Le questioni di principio che richiamo qui sono: articolo 1, il diritto di ogni cittadino a ricevere cure a base di cannabis, di seguito definita canapa e i principi attivi cannabinoidi in considerazione dei dati scientifici a sostegno della loro efficacia e, come veniva ricordato prima, nelle condizioni per le quali altri tipi di farmaci non hanno prodotto gli effetti desiderabili. Quindi questa è un’affermazione di principio fondamentale così com’è fondamentale il fatto che la spesa per le cure che se avvengano in ambito ospedaliero o in ambito domiciliare siano posti a carico del Servizio Sanitario Regionale. Queste sono due questioni di principio fondamentali, vorrei dire che la Regione Piemonte è arrivata non ultima, forse penultima, forse terzultima tra 10 Regioni che hanno egualmente legiferato in questa direzione, chissà che quando ragioniamo sul cosiddetto federalismo regionale non ci ricordiamo che qualche volta la disarticolazione regionale produce anche innovazione e sperimentazione piuttosto che solo la temuta frammentazione. Quello che io credo, però, debba essere ricordato qui è invece, e avrei avuto piacere di confrontarmi con la Regione su questo, quello che dall’indirizzo non sembra ancora essere diventata una pratica operativa e in modo particolare io vorrei richiamare il contenuto dell’articolo 6, anche l’articolo 5 impegna la Regione su possibilità di centralizzare gli acquisti, stoccaggio, distribuzione alle farmacie abilitate, ma questo è un atto gestionale, a me interessa invece ragionare sulle previsioni di intervento e l’articolo 6 diceva esattamente: “La Giunta Regionale è autorizzata ad avviare azioni sperimentali o specifici progetti pilota con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati”, e al punto 2: “La Giunta è altresì autorizzata ad avviare progetti di ricerca e azioni sperimentali prodromici alla produzione da parte di soggetti autorizzati con gli atenei piemontesi e le associazioni di soggetti privati affetti da patologie e altri soggetti portatori di interessi o di specifiche competenze”, e all’articolo 7: “Informazione scientifica e promozione della ricerca, la ricerca scientifica finalizzata alla sperimentazione clinica”. Cioè, mi pare che il contesto regionale abbia definito tutte le potenzialità e le opzioni praticabili nelle responsabilità dirette e nelle possibilità di coinvolgimento con altri soggetti portatori di interesse selezionati per aventi titolo in quanto portatori di un bisogno, e per adesione al rigore scientifico di cui ci veniva richiamato prima dagli interventi. Quindi, io credo che noi abbiamo sul primo versante l’obbligo di costruire un’alleanza virtuosa con tutti i soggetti territorialmente interessati, stante il quadro del dibattito a livello nazionale di cui appunto la giornata di oggi è una curiosa scadenza e, invece, per la questione più prettamente operativa che ci coinvolge, io richiamo due aspetti; il primo aspetto, quando ci fu la consultazione sulla proposta di legge, oltre alle associazioni di rappresentanze e oltre alle competenze professionali scientifiche, parteciparono anche le farmacie comunali di Torino e mi avrebbe fatto piacere vedere qui l’Assessore di riferimento di questo importante comparto della nostra Amministrazione. Cosa dissero le farmacie comunali? Richiamo i passaggi più salienti: le farmacie comunali gestite da Farmacie Comunali Torino S.p.A. darebbero la disponibilità ad aderire ad un eventuale progetto che ricomprendesse la farmacia territoriale nel sistema di presidi strutturati ad adempiere al disegno normativo di vicinanza e sostegno alle patologie oncologiche, croniche e invalidanti per ottenere, per i nostri malati, una qualità di vita vissuta con dignità. Pertanto un utilizzo di farmaci a base di cannabis e di principi attivi cannabinoidi troverà sempre nel farmacista territoriale un interlocutore al servizio delle necessità di salute”, dopodiché segnalavano che non sono, attualmente, adeguati a supportare le produzioni sperimentali di larga scala che la Legge all’articolo 6, che ho richiamato, richiamerebbe, ma sarebbero evidentemente interessati laddove fossero fornite delle dotazioni adeguate alla preparazione di farmaci galenici magistrali prescritti su ricetta medica in ossequio agli obblighi della normativa riguardante la materia. Seconda osservazione operativa, e su questo concludo, seconda osservazione operativa è quella della possibilità di utilizzare i nostri presidi per la coltivazione, la produzione sotto il monitoraggio e il controllo qui detto. Benissimo, anche qui manca l’Assessore interlocutore di riferimento, ricordiamoci sempre qual è la dotazione di un comparto, quello del Verde Pubblico, di grande professionalità nel passato, di grande dimensione operativa nel passato la cui sofferenza di organico oggi siamo stati costretti a denunciare discutendo del bilancio di previsione. Ciò detto la mia adesione alla proposta di mozione, anche per l’ampliamento che è stato fatto per le cure veterinarie e la mia preoccupazione che per essere non soltanto retoricamente vicini e solidali, ma concretamente ed operativamente produttivo, noi dovremmo proseguire questo impegno dell’Amministrazione Comunale con le dovute relazioni con gli altri enti, istituzioni deputati. |