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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Aprile 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 8
INTERPELLANZA 2019-01240
"TEATRO REGIO DI TORINO - NUOVO PIANO INDUSTRIALE" PRESENTATA IN DATA 3 APRILE 2019 - PRIMO FIRMATARIO LAVOLTA.
Interventi
LEON Francesca Paola (Assessora)
Buongiorno, Presidente, Consiglieri. Diciamo che esporre in 5 minuti un Piano
Industriale che diciamo è esteso in più di 190 pagine, con un numero di azioni
importante, lo ritengo impossibile, per cui propongo fin da adesso, se i Consiglieri sono
d’accordo, dopo questa prima esplicitazione, di inviare il testo del Piano e poi discuterlo
in Commissione insieme al Teatro Regio, che potrà entrare poi nel dettaglio anche
rispetto all’operatività in corso. Però ci tenevo a raccontare qualcosa di questo Piano di
Sviluppo e cominciare dall’inizio. Intanto a cosa serve un Piano di Sviluppo: serve
ovviamente per dotarsi di uno strumento per aumentare l’affidabilità e l’efficacia della
pianificazione strategica del Teatro, della gestione operativa e il controllo delle
dinamiche economiche, finanziarie dell’Ente. Questo Piano parte da una constatazione,
ovvero il fatto che la situazione di crisi delle fondazioni lirico-sinfoniche a livello
nazionale non ha trovato una vera risposta in tutte le azioni di risanamento che si sono
proposte dal 2013 in avanti, ovvero dall’avvio della Legge Bray, nel senso che sono
state tutte indagini e azioni che sono intervenute unicamente sulla parte finanziaria
senza andare ad esaminare e toccare invece una revisione organizzativa che avesse un
piano, un’ottica di sviluppo dell’Ente, innescando fenomeni recessivi che possono
portare anche a delle crisi ancora più gravi nel caso delle fondazioni lirico-sinfoniche e
quindi la strada è stata quella di elaborare un Piano di Sviluppo. Un Piano di Sviluppo
che non può ovviamente risolvere alcuni problemi strutturali, che dovranno essere
risolti attraverso un’azione legislativa, ma è uno strumento di pianificazione che
disciplina l’azione, che servirà per guidare strategicamente il Teatro nei prossimi anni e
raggiungere un obiettivo fondamentale, che peraltro è stato richiamato anche nella
mozione che è stata approvata in questo Consiglio, di ottenere nell’arco di 2 o 3 anni il
riconoscimento di forma organizzativa speciale. Cosa vuol dire forma organizzativa
speciale? È la forma a cui si richiamano il Teatro alla Scala e Santa Cecilia a Roma; in
sostanza il vantaggio è avere la certezza dei finanziamenti per 3 anni. Questo
ovviamente mette in condizioni di vantaggio riguardo la programmazione delle attività e
la certezza delle risorse. Questo Piano è stato redatto secondo alcuni elementi, secondo
un metodo, ovvero si è partiti lavorando sullo scenario peggiore, ovvero assumendo
come partenza le ipotesi più pessimistiche e identificare le azioni su questo scenario, è
bottom-up, nel senso che è partito dalle persone per arrivare ai numeri e non viceversa.
Tenete conto che sono stati intervistati più di 300 dipendenti, 77 con colloquio
individuale e con 4 incontri collegiali che ha coinvolto le masse del Teatro, sugli stati di
avanzamento c’è stato un costante confronto con la dirigenza, i lavoratori e le
rappresentanze sindacali, gli stakeholder, i soci pubblici e privati, si basa
sull’ottimizzazione delle risorse disponibili, sia quelle legate al post patrimoniale che
quelle reddituali. È basato su competenze settoriali, c’è una mappatura dei processi, c’è
la valorizzazione delle conoscenze interne individuando obiettivi e azioni conseguibili e
perseguibili. È comparativo nel senso che ci sono degli indici di performance che sono
desunti dai bilanci ed è realizzato in confronto con le esperienze e bilanci delle altre
fondazioni lirico-sinfoniche. Il programma, il Piano affronta alcuni temi, da un lato
l’analisi della situazione attuale organizzativa ed economica; affronta un benchmarking
su alcuni elementi importanti per l’attuazione del Piano, su esperienze internazionali,
affronta il tema del..., all’interno del Piano di Sviluppo sono definite tutte le azioni che
vanno per aree d’intervento, obiettivi ed azioni, quindi da un lato l’organizzazione, la
formazione, gli aspetti economico-finanziari, in particolare il Piano di investimenti in
base al quale il Teatro Regio ha ottenuto un finanziamento di 8 milioni e mezzo dal
Ministero.

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