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FERRERO Viviana (Vicepresidente) Proseguo con la trattazione delle interpellanze, passiamo alla numero 201900495/002, l’interpellanza è presentata dalla Consigliera Artesio, risponde l’Assessore Rolando, il titolo è: “Azioni di resistenza dei Comuni sui derivati” FERRERO Viviana (Vicepresidente) Do di nuovo la parola all’Assessore Rolando, che mi deve fare la cortesia però di segnarsi, se no non riesco a dargliela. Perfetto, la ringrazio. ROLANDO Sergio (Assessore) Allora, per quanto riguarda questa interpellanza la risposta, poi magari lascerò i documenti all’attenzione della Consigliera, è leggermente complessa da illustrare, siccome vengono forniti i dati dei derivati oggetto del primo quesito, magari sarà opportuno che la Consigliera possa prendere lettura dei documenti. I contratti in strumenti finanziari derivati stipulati tra il 29 settembre 2005 e il 30 maggio 2008 a condizione di tasso variabile parametrato all’Euribor sono contenuti nella tabella che segue. Se avete presente la tabella allegata al bilancio, rispondono ai numeri 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 14, 15, 16, 17, ammontano ad un debito residuo di circa 500 milioni e hanno attualmente (incomprensibile) negativo di 133 milioni. Di tutti questi contratti solo sei quelli contrassegnati ai numeri 4, 5, 14, 15, 16 e 17 presentano, sulla base di uno studio preliminare, ma non esaustivo, una struttura analoga a quella del contratto di cui alla sentenza della Corte d’Appello di Milano citata nell’interpellanza in esame. Tuttavia quelli stipulati dalla Città prevedono per il sottostante, cioè alla voce “Comune di Torino riceve” un tasso fisso, mentre nel caso del Comune di Iesi sulla passività già esistente era previsto un tasso variabile, in particolare quello che la sentenza ha evidenziato relativamente al caso trattato dall’interpellanza del Comune di Iesi è un disallineamento tra il valore del CAP livello massimo e del suolo livello minimo entro il quale può fluttuare il tasso parametrato all’Euribor. Accogliendo i suggerimenti formulati in più occasioni dal Consiglio, la Giunta il 22 gennaio 2019 ha approvato l’avvio dell’analisi della valutazione tecnico-finanziaria dei contratti di finanza derivata con lo scopo di verificare tre prerogative, la conformità delle operazioni in essere dalle disposizioni di legge, regolamenti e circolari ministeriali, la coerenza tra utilizzo delle operazioni e gli obiettivi legittimi dell’Amministrazione, la presenza di eventuali costi impliciti o costi occulti applicati dalla controparte. In attuazione della succitata delibera della Giunta gli uffici competenti hanno predisposto l’avvio di una procedura individuando, sulla base di uno studio condotto con l’aiuto dei fatti occorsi alla Provincia di Genova stimolata dalla Corte dei Conti della Liguria, individuando 8 operatori del settore ai quali è stata inviata la richiesta di offerta per lo svolgimento della suddetta analisi, nello stesso tempo si è provveduto a chiedere la pubblicazione sul sito istituzionale della Città della comunicazione inviata ai suddetti operatori in modo tale che tutti i soggetti eventualmente interessati, non solo gli 8 ovviamente, possano presentare apposita offerta. Grazie. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Assessore Rolando. Passo la parola alla Consigliera Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie. Innanzitutto bentornato e rinnovato buon lavoro all’Assessore Rolando. L’interpellanza che è stata proposta intende incalzare l’Amministrazione Comunale, oltre agli indirizzi già ricevuti dal Consiglio, relativamente alla necessità di mettere a sistema la condizione finanziaria del Comune di Torino in relazione ai costi dei derivati stipulati e ai tassi di interesse dei mutui in essere. L’antefatto è ben spiegato all’interno dell’interpellanza, è avvenuta una sentenza della Commissione Europea che ha segnalato non essere sostanziata, anzi essere esito di un cartello intercorso tra le banche il valore del tasso Euribor, valore rispetto al quale le singole attività delle istituzioni si misurano con tassi di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee, che sono evidentemente più onerose di quello che sarebbe stato dovuto, anzi sono state più onerose di quello che sarebbe stato dovuto e in relazione alla sentenza della Commissione Europea sembrano, questo era il senso della nostra interpellanza, aprirsi i margini perché gli enti locali coinvolti possano procedere alla messa in mora di una condizione svantaggiosa, se questo è lo stato dei mutui in essere e dei derivati in essere e alla possibilità quindi di attivare delle significative operazioni di rientro. Da quello che è stato detto in questa risposta dall’Assessore, io rilevo due cautele che la Giunta ci vuole proporre, la prima cautela è quello che gli esiti sin qui fortunati di altre Amministrazioni Comunali che hanno deciso di invalidare quel tipo di transazioni finanziarie devono essere commisurate col fatto che la nostra specificità riguarda una condizione diversa tra mutuo fisso e mutuo variabile e questo è un fatto squisitamente tecnico rispetto al quale valutare l’opportunità o meno di costituzione della Città attiene ad un approfondimento di carattere giuridico e di carattere finanziario che non è nelle mie competenze, possibilità, ma che caldeggerei, l’Amministrazione proceda a verificare. La seconda questione invece è quella dell’individuazione di un soggetto terzo, ricercato attraverso avviso pubblico, su cui abbiamo letto comunicazioni e su cui altri colleghi del Consiglio Comunale hanno espresso dei giudizi in ordine alle modalità di reclutamento e di remunerazione. Ma non è su questo particolare aspetto che io mi soffermerò, quanto piuttosto su una questione, con un versante politico e con un versante tecnico. La questione del versante politico è questa: al di là dell’applicabilità puntuale della sentenza che altri Comuni utilizzano come strumento di contrattazione, esiste ormai in modo evidente la consapevolezza diffusa che gli enti locali nelle epoche di maggiore sofferenza economica hanno dovuto ricorrere o hanno voluto ricorrere a modalità di finanziamento che sono risultate particolarmente pesanti quando non odiose e che queste modalità di finanziamento potrebbero essere ricontrattate stante un’acclarata condizione di svantaggio che negli anni veniva praticata. Quindi la prima questione è questa, la Città di Torino può insieme alle altre Amministrazioni Comunali coinvolte, sia quelle attive, sia quelle che stanno ipotizzando di attivarsi, può avviare intanto un dibattito pubblico intorno a questo tema degli indebitamente della finanza locale e quindi in questo modo costruire, oltre che coscienza critica, anche fronte di resistenza politica ad una condizione di questo tipo, senza soggezioni rispetto agli istituti finanziari coi quali per altri flussi, per altre attività, per altre convenzioni si hanno dei rapporti di collaborazione? E questo è un fatto politico. Il fatto più squisitamente tecnico, è quello del coinvolgimento delle nostre strutture amministrative; io non so quali siano stati i giudizi, i criteri per i quali la Giunta ha ritenuto di fare una ricerca esterna, se per una ricerca di terzietà, ma non credo certo per una questione di professionalità, perché penso che le professionalità siano anche interne all’Ente, d’altronde sono i professionisti dell’Ente che sottoscrivono le delibere con le quali si contraggono i mutui piuttosto che si rinegoziano. Quindi la raccomandazione che vorrei fare, riservandomi ancora un giudizio sulla scelta invece di questo advisor esterno, la raccomandazione che vorrei fare è la stretta relazione tra la struttura amministrativa pubblica del nostro Comune e questo tipo di ausili e di supervisioni terze. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Consigliera Artesio. |