Interventi |
CARRETTA Domenico Grazie, Presidente. Grazie alla Consigliera Artesio, anche, che ha presentato quest’atto. Guardate, ci sono alcuni momenti in cui il destino, la storia, quella con la “S” maiuscola, ci mette davanti a dei bivi, ci dà la possibilità di cogliere in piccoli e grandi esempi, la possibilità per arginare dei momenti bui, era quello a cui si riferiva la Consigliera Artesio. Ci sono alcuni momenti in cui il destino ci dà la possibilità, ci mette davanti, ci sbatte in faccia delle piccole grandi storie di uomini, di realtà, di paesi, di città che ci insegnano una cosa banalissima: non ci dicono di esprimere un giudizio, un “sì” o un “no” su quello che è l’operato di una persona. Ci danno la possibilità di aggrapparci a queste ancore di salvezza che ci vengono lanciate, a un certo punto, in un mare in burrasca. Ci danno la possibilità di aggrapparci a degli esempi; ci danno la possibilità di rimetterci in pace con la storia; ci danno la possibilità di dare un calcio al Far West che stiamo vivendo e rimetterci in sintonia con la civiltà; ci mettono in sintonia con la civiltà. Quindi, quando si concede la cittadinanza onoraria a una persona come Mimmo Lucano bisogna concentrarsi su quello che è l’esempio che ci sta fornendo e bisogna aggrapparsi perché l’unica speranza che abbiamo è quella di aggrapparsi a questi piccoli esempi di resistenza, esempi di umanità, impressionanti. Guardate, se provate a leggere, come avrete fatto, i nomi di alcune delle personalità che hanno ricevuto la cittadinanza onoraria qui a Torino, beh, capite che quello che è stato costruito è un arcipelago di isole attraverso cui muoversi; esempi che danno lustro alla Città. Io, negli ultimi anni, ho quasi sempre evitato di votare cittadinanze onorarie perché avevamo, in un certo senso - parlo anche quando c’eravamo noi come Maggioranza - scafonato in alcuni esempi: si era arrivati a chiedere la cittadinanza onoraria per calciatori; si era arrivati a chiedere la cittadinanza onoraria per la qualunque. Mimmo Lucano non è la qualunque. Mimmo Lucano è un esempio. Mimmo Lucano è Riace, è quello che veramente, come dicevo prima, ci può rimettere in sintonia con la nostra storia. È la storia di una Città che è Medaglia d’Oro alla Resistenza: è una Città che ha fatto dell’accoglienza uno dei tratti salienti del proprio DNA; una Città che da 800.000 arrivò a 1.400.000 persone e seppe organizzare la sua fisionomia sull’accoglienza. Beh, allora, diciamolo, noi dobbiamo con forza - per quanto possiamo come Consiglieri Comunali, o comunque rappresentanti della Città - dobbiamo dire che quello a cui diciamo “sì” è un modello, quello che con forza e coraggio diciamo “sì” è che quel fenomeno migratorio che c’è si può anche regolare, non solo arginare; si può anche abbracciare, perché tanto ci sarà sempre - al di là dei selfie, delle felpe che cambiano o delle persone, dei poveri disgraziati che vengono lasciati in mare - ci sarà, e quello che ci arriva da Riace, quello che ci arriva da Lucano ci deve far capire che effettivamente forse un po’ di speranza c’è. E allora, cosa possiamo fare come Sala Rossa? Possiamo votare quest’atto, al di là di quelle che sono le divergenze che abbiamo e che abbiamo visto per esempio nelle delibere precedenti, perché serve per abbassare i toni; serve, davvero, per ridare dignità a uno strumento anche, che è quello della cittadinanza onoraria; serve per cercare di dire che questa Città ha ancora degli anticorpi - e lo sta dimostrando - per restare a galla, per non affondare, perché quella slavina che sta investendo l’Italia, che sta investendo - mi auguro di no - Torino e il Piemonte, è una slavina che prima o poi interesserà tutti. |