Interventi |
FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Il fatto politico rilevante, è che quel Parco è ancora dei cittadini, non è diventato uno spazio privato, ma è ancora uno spazio pubblico ed è qui che cambia il modello e io lo rivendico politicamente. Dovrà rimanere tale come bene comune, come spazio di riappropriazione proprio dei cittadini. Io contesto il fatto che quello sia un non luogo, quello è assolutamente un luogo che ha rappresentato per tante persone e tante persone lo hanno potuto esprimere anche attraverso la sperimentazione, che è stato un momento significativo, un momento proprio di marca in cui per sei mesi i cittadini hanno potuto esprimersi su un luogo, su un luogo che gli appartiene, per un verde che noi consideriamo anche di prossimità, quindi vicino ai cittadini che lo utilizzano. Il percorso partecipativo ha fatto sì che nascessero delle esperienze di partecipazione attiva. Ci sono dei cittadini che vanno, che si occupano della manutenzione, sono stati piantati 300 tulipani. Ci saranno sempre di più questi tentativi buoni e a buon fine di partecipare ai luoghi, di prendersene cura, di farli diventare parte della cittadinanza. Una delibera quindi dal basso che ha dato ragione ad anni di battaglie. Io ricordo con affetto i momenti in cui ci si chiudeva nelle gabbie per dire che quello spazio doveva rimanere uno spazio per tutti. Una progettazione civica che, come dico, è durata tanto, che ha dato la possibilità a tutti di esprimere le proprie progettualità, le proprie intenzionalità. Questa sperimentazione non va derisa, perché se voi deridete la sperimentazione di partecipazione pubblica, voi deridete i cittadini stessi che l’hanno svolta, coloro che si sono impegnati, che hanno occupato del loro tempo, che continuano ad occupare delle loro giornate nell’occuparsi di questo spazio. Un sistema a fogli in cui è stato inizialmente appunto aperto Parco Giò; a breve verrà aperta l’estremità, l’altra estremità, e piano piano andremo a riaprire questo luogo, con una gradualità, l’abbiamo detto, per i fabbricati, una graduale diminuzione; sono fabbricati che non hanno valori architettonici specifici, sono pieni di superfetazioni, quindi andranno anche smantellati con gradualità e cercando appunto la possibilità anche di azioni di recupero e auto recupero degli spazi. Io vorrei che comunque in questo momento portassimo avanti una storia che ci riguarda molto e che ci dà questa posizione di movimento ambientalista, che ha voluto nella partecipazione declinare comunque questa volontà dei cittadini, che si stanno orientando sul fatto che il verde ha un valore enorme grandissimo. Lo dicevamo, un bando che avrà poi per oggetto il Rettilario. “Il Rettilario sta cadendo a pezzi”. No, non è vero, il Rettilario nella parte interna, esclusa la parte attenzionata dalla Sovrintendenza che, appunto, solo la facciata, è caduta pezzi, è caduta a pezzi, metà non c’è neanche più, quindi non è che sta cadendo, è già caduta, diciamoci la verità. Gli edifici noi li abbiamo ereditati assolutamente inutilizzabili, senza più nessuna possibilità di recupero, se non, appunto, l’abbattimento ed eventualmente, se si voleva percorrere la ricostruzione, il percorso invece individua anche delle modalità di sicurezza attraverso il presidio delle persone, quel capitale umano che noi stiamo riscoprendo in quel bilancio che continuo a chiamare il bilancio sociale di questa città, su cui ci stiamo impegnando, come il mantenimento tramite, appunto, i cittadini, di quelli che sono gli elementi di grande naturalità presenti sul territorio: la messa a dimora delle nuove piante, l’ampliamento della parte di bosco urbano, l’inserimento di alberi più significativi per dimensione e forma negli alberi monumentali, la valorizzazione del fiume e le sponde fluviali. Anche su questo la nostra Amministrazione si sta impegnando, perché il fiume è una grande risorsa, le sponde sono una grande risorsa, l’avifauna è una grande risorsa. Il turismo internazionale si basa su spazi che hanno dei grandi polmoni verdi. Questo è un polmone verde che andava preservato. Dovranno, appunto, essere installati proprio nel percorso didattico, culturale e anche sociale i laboratori didattici, l’educazione ambientale; questa è la nostra visione. Io capisco che si contrapponga una visione neoliberista e sui modelli ci siamo scontrati più volte in quest’Aula, però il deridere il modello degli altri non è un bel modo di procedere, soprattutto quando sono i cittadini a chiederlo. Quindi io chiederei proprio all’Aula un atteggiamento diverso. L’intervento precedente del collega Fornari è stato talmente tanto vessato che non sono riuscita a sentirlo, me ne scuso, cercherò di risentirlo nell’mp3. Grazie, Presidente. |