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SICARI Francesco (Presidente) Torniamo sulla richiesta di comunicazioni aventi per oggetto: “Modalità organizzative del corteo del Primo maggio” SICARI Francesco (Presidente) La Conferenza dei Capigruppo di venerdì ha deciso che per il Partito Democratico ci saranno 15 minuti a disposizione, per il Movimento 5 Stelle, 30 e per gli altri Gruppi ci saranno cinque minuti a disposizione. Lascio la parola alla Sindaca Appendino. Prego. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Io in realtà non ho molto da aggiungere rispetto a quello che ho già detto pubblicamente e che riporterò di nuovo in questa sede. Dalle richieste di comunicazioni si parla della questione organizzativa, quindi ho chiesto agli uffici di fare un po’ un riassunto dei carteggi che ci sono stati e cioè che l’11 marzo 2019 i Sindacati CGIL, CISL e UIL hanno inviato una lettera indirizzata al Questore e a diverse articolazioni della Città, quindi Sindaca, Gabinetto, Polizia Municipale, servizio Mobilità e Servizi Esercizio, GTT, per comunicare che il Primo Maggio si sarebbe svolto il consueto corteo. Successivamente, il 20 aprile, è arrivata una richiesta di provvedimenti del Questore, che chiedeva di provvedere a quello che è solitamente competenza della Città, quindi divieto di sosta con rimozione forzata in diverse vie e piazze del centro, l’emissione di un provvedimento di divieto di somministrazione e vendita per asporto di bevande, in contenitori idonei alle offese in piazza San Carlo e in via Roma, la richiesta poi è stata integrata; fornire transenne e nastro segnaletico; la defissione di manifesti, cancellazione di scritte offensive; la protezione dei cantieri edili e stradali; rimozione e messa in sicurezza dei dehors, fioriere e panchine; spostamento posteggio taxi; servizi di supporto alla viabilità durante il corteo. Ovviamente, poi ci sono state ulteriori richieste, come avviene sempre a enti e società, cioè AMIAT e GTT e alla Direzione ACI. C’è stato poi chiesto il 20 aprile, dalla Questura, l’invio di personale tecnico, nella mattinata del Primo maggio e poi il 24/4, come spesso avviene quando ci sono queste manifestazioni, è arrivato un ulteriormente provvedimento integrativo da parte della Questura, con ulteriori richieste. Quindi la Città, ha preso in carico tutte le richieste che sono state avanzate e il giorno, appunto, del corteo era presente secondo competenza. Per quanto riguarda invece gli scontri, io non posso che ribadire quanto ho già detto a mezzo stampa e pubblicamente in quest’Aula, e cioè che gli scontri che hanno avuto luogo durante il corteo del Primo maggio di Torino, sono immagini che, evidentemente, nessuno di noi vorrebbe mai vedere, specie in un momento che per definizione vuole essere la celebrazione di quelli che sono i diritti universali quali reddito e il lavoro. Peraltro ricordo bene che molte delle istituzioni presenti avevano, appunto, auspicato che almeno il giorno del Primo maggio, come purtroppo non avviene quasi solitamente, per il Primo maggio, si potesse parlare effettivamente di un tema del lavoro e non di un tema degli scontri. Vorrei sottolineare, come ho fatto peraltro già a mezzo stampa, che il comportamento degli esponenti della Maggioranza del Movimento 5 Stelle, all’interno del corteo, è stato come in altre occasioni pacifico e civile. Ho letto, e questo a mezzo ovviamente dei Social degli attacchi molto duri, peraltro anonimi, senza nomi e cognomi, nei confronti di esponenti della mia Maggioranza. Ecco, io credo che, come dire, questo modo di attaccare senza peraltro fare nomi e cognomi e io rivendico e ripeto, come è già avvenuto in altre occasioni, il comportamento è stato, certamente civile e pacifico, beh, credo che se ci sono, appunto, nomi e cognomi, questo debba essere, come dire, definito nelle sedi opportune, perché in caso contrario si sta facendo propaganda politica tramite menzogna. E lo stesso mi viene in mente di dire, e l’ho detto anche in altre occasioni, vale quando a prescindere dall’appartenenza politica, si vanno ad attribuire atteggiamenti violenti che appartengono a singoli individui e a gruppi di persone che sostengono una causa, qualunque essa sia. Questo perché è…, l’ho ripetuto tante volte in quest’Aula, lo ridirò anche oggi, perché non mi stancherò mai di ripeterlo, la responsabilità delle azioni è sempre dell’individuo, individuale, e cioè di chi effettua quelle azioni. Per quanto mi riguarda, chi esercita violenza o atti di inciviltà ne è responsabile in prima persona ed evidentemente va condannato senza “se” e senza “ma”. Esprimo a nome mio e della Città, un ringraziamento alle istituzioni che hanno partecipato e alle forze dell’ordine che nonostante gli scontri hanno arginato ulteriori degenerazioni. Il rispetto del corteo del Primo maggio, è anzitutto rispetto dello Stato. Come Sindaca, esponente politico e cittadina il mio auspicio è che il Primo maggio conservi il suo significato di Festa dei Lavoratori, come un’occasione per riflettere su quello che oggi è il lavoro e su quello che sarà in futuro, soprattutto, ovviamente, alla luce delle sfide tecnologiche che sono in atto. Questo significa riflettere su una nuova realtà di lavoratori e di lavoratrici, anche quelle meno o per nulla rappresentate. Forse l’interrogativo che ci dovremmo porre è, quanto e ormai quanto siano più presenti categorie di lavoratori o lavoratrici che oggi non si sentono rappresentate, probabilmente né dal mondo sindacale, né dal mondo politico, è questo forse l’interrogativo più forte che ci dobbiamo porre. Questo significa certamente mettere in primo piano i temi della povertà e del welfare, che sono evidentemente collegati e indissolubili. Chiudo dicendo, sostanzialmente, facendo una considerazione che forse è più legata al tema non degli scontri, ma del significato del Primo maggio. Io credo che ogni qualvolta il Primo maggio vada a concludersi, ripeto, nella discussione sugli scontri, si sia persa un’occasione come Città, come comunità, come intero sistema Paese, di riflettere su che cosa significhi veramente oggi affrontare le sfide del lavoro, che sappiamo essere una priorità, essere anche uno dei temi più problematici della nostra città, in particolare, ma credo dell’intero sistema Paese. Il mio auspicio è che, evidentemente, ciascuno possa fare la sua parte e che il prossimo Primo maggio possa essere una giornata in cui non si parlerà di scontri, non si parlerà di sovrapposizioni, di contrapposizioni, ma sia luogo di discussione e giornata in cui ci si interroghi veramente sulle difficoltà del lavoro che oggi stiamo affrontando. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, signora Sindaca. Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Grazie Sindaca Appendino, delle parole che ha detto in Aula. Faccio due premesse che però ritengo importanti. La prima parte dalla coda del suo intervento e noi crediamo fortemente nel valore simbolico del Primo maggio, crediamo fortemente nel valore della rappresentanza sindacale, crediamo fortemente nel fatto che il corteo del Primo maggio rappresenta sicuramente, non tutto il mondo del lavoro, ma la gran parte del mondo del lavoro e penso che sia istituzionalmente corretto che l’Istituzione Città di Torino si relazioni con i rappresentanti sindacali che organizzano il corteo del Primo maggio nelle forme e nei modi propri. Secondo elemento, che ci tengo a ribadire in quest’Aula, è che avendo personalmente partecipato al corteo del Primo maggio ed essendo…, avendo sfilato insieme ad altre persone nello spezzone cosiddetto del Partito Democratico, posso qui testimoniare pubblicamente e in Sala Rossa, che i Consiglieri Comunali del Movimento 5 Stelle presenti, si sono fortemente adoperati per evitare che si venissero a verificare tutti gli episodi che, sostanzialmente, sono a essere ormai notizia di cronaca e per un pelo non di cronaca nera. Fatte queste due premesse, però, Sindaca Appendino, mi permetta qualche piccola considerazione invece di carattere squisitamente metodologico e politico. Chi ha assistito, chi ha vissuto l’esperienza del Primo maggio quest’anno, ha assistito a un sostanziale abuso, un sostanziale sopruso da parte di una frangia violenta dentro il Movimento No TAV, non dei No TAV, ma di una frangia violenta dentro il Movimento No TAV, che ha sostanzialmente saltato tutti gli ordini previsti nell’ambito del corteo, fondamentalmente con un unico e preciso scopo e l’unico preciso scopo era quello di attaccare la delegazione del Partito Democratico. Questo non lo dico io, lo dicono le cronache giornalistiche, lo dice, banalmente, chi era lì in quella sede e nonostante i ripetuti e meritori tentativi da parte degli esponenti del Movimento 5 Stelle presenti, questo è sistematicamente avvenuto. Ora io non sono un esperto di ordine pubblico, ben mi guardo dal ritenere corretto o meno l’intervento delle Forze dell’Ordine che avevano e che hanno ancora in questo Paese, l’obbligo di garantire l’incolumità di cose e persone durante lo svolgimento di manifestazioni, per comprendere dove finiva il compito della cosiddetta vigilanza del Partito Democratico, che, ricordiamoci bene, è un’organizzazione interna a un partito, che uno può avere o può non avere, ma è mio diritto da cittadino, sfilare con delle bandiere in un corteo che ritengo corretto, in cui ritengo corretto sfilare. Ma, al di là di questa questione, a me quello che ha, oggettivamente rammaricato, Sindaca Appendino, e purtroppo non è la prima volta, che lei non ha speso una sola parola, una sola parola di solidarietà al Partito Democratico e questo glielo dico, guardi, non perché noi abbiamo bisogno della sua solidarietà, Sindaca Appendino, non ne abbiamo bisogno per continuare a testimoniare politicamente, quello in cui crediamo, però nel momento in cui si vengono a verificare degli scontri tra le frange più violente del Movimento No TAV, che non è colpa nostra, e nonostante i meritori sforzi di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle presenti, che però sono stati sforzi vani, Sindaca Appendino, perché io che le parlo, c’era il Consigliere Lavolta con me, c’era il Consigliere Carretta, c’era la Consigliera Foglietta, c’era la Consigliera Tisi, quindi, penso, oggettivamente, per quanto possiamo sembrarle faziosi, siamo ancora persone piuttosto serie, noi siamo stati spintonati e insultati per oltre due ore, spintonati e insultati. Allora io non è che ho la pretesa..., perché poi c’è un tema che vale per tutti, noi continueremo ad avere il nostro stile, Sindaca Appendino e come sempre abbiamo fatto, continueremo a rappresentare la nostra solidarietà tutte le volte in cui lei, pur non condividendo quasi nulla delle politiche che lei adotta, pur non condividendo quasi nulla delle cose che fa per questa città, lei viene attaccata personalmente. Bene, le posso garantire, Sindaca Appendino, che lei non ha avuto mezz’ora per acclarare che cosa è capitato, ma chi le parla, il Vicepresidente del Consiglio Comunale e almeno altri tre Consiglieri Comunali, almeno altri tre Consiglieri Comunali, nel vano tentativo di respingere gli attacchi della frangia antagonista al Movimento No TAV, sono stati pesantemente insultanti e spintonati. Ora se lei nella sua città, Sindaca Appendino, questo lo ritiene corretto, questo è un discrimine che ci separa proprio nei fondamentali, nei fondamentali ci divide questa cosa. Noi riteniamo un valore che tutti i cittadini possano manifestare il proprio pensiero, le proprie opinioni, compresi i No TAV, compresi i No TAV. Tanto per essere chiari, chi le parla è assolutamente dell’opinione che hanno fatto bene i No TAV a sfilare il Primo maggio. Io non dirò mai che non devono sfilare. Quello che però fa la differenza, Sindaca Appendino, è che da parte del Sindaco della Città io mi aspetterei che, quando esponenti della Minoranza Consiliare, eletti dai cittadini e che comunque a loro modo, con tutti i loro difetti e non come lei, rappresentano un’istituzione, vengono pubblicamente, per ore e ore, minacciati e insultati, loro, loro, ci sia una parola, Sindaca Appendino, guardi che ne esce bene lei. Cioè, ribadisco, della solidarietà al Capogruppo della Minoranza del Partito Democratico, le posso garantire che possiamo farne veramente a meno dal punto di vista personale, quello che invece, secondo noi, è sbagliato è che lei, Sindaca Appendino, per non urtare la sensibilità di altri, questo ruolo istituzionale non lo interpreti come deve. Io la ringrazio comunque di aver accolto la richiesta di comunicazioni quest’oggi, perché come ci è stato fatto rilevare dal Presidente del Consiglio e dalla Capogruppo del Movimento 5 Stelle e dall’Assessore con la delega ai rapporti con il Consiglio, ci sono state nella Capigruppo di venerdì, non ero presente, era presente la mia Vicecapogruppo, che mi ha riferito che sono state gentilmente concesse, quindi io ringrazio per questa gentile concessione e per averci dato l’occasione per ribadirle, Sindaca Appendino, che a differenza sua, noi le rappresentiamo, in quanto istituzione della Città di Torino, la massima solidarietà tutte le volte in cui viene lei attaccata personalmente e non per le politiche che lei svolge, tutte le volte in cui lei viene minacciata, tutte le volte…, fortunatamente fino adesso non è capitato e ben ci guardi che capiti, in cui lei viene fisicamente spintonata come è capitato agli esponenti della Minoranza consiliare. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Lo Russo. Prego, Consigliera Albano. ALBANO Daniela Grazie, Presidente. Innanzitutto ci tengo a portare tutta la mia solidarietà al collega Carretto e a tutte le persone che sono rimaste ferite o contuse, in qualche modo coinvolte dall’azione delle Forze dell’Ordine durante il corteo del Primo maggio a Torino. Questo rende evidente che qualcosa nella gestione del corteo del Primo maggio non ha funzionato. Tralascio l’episodio delle cinghiate del Partito Democratico, perché non ero presente e non voglio parlare di fatti a cui non ho potuto assistere. Invece voglio parlare della parte di corteo a cui ero presente, a cui ho assistito, perché penso sia importante che i rappresentanti delle istituzioni, che erano presenti che possono testimoniare all’interno di Aule istituzionali come questa, ciò che è accaduto, lo facciano, ed è anche un dovere oltre che un diritto. Io mi trovavo insieme alla mia famiglia, compresi i miei figli, in testa allo spezzone sociale del corteo del Primo maggio. È uno spezzone a cui ho sempre partecipato, ancor prima di essere eletta, perché condivido i principi e le rivendicazioni di questa parte di corteo del Primo maggio. Il corteo stava procedendo assolutamente in maniera tranquilla lungo via Roma, a un certo punto davanti a noi, senza alcuna avvisaglia di provocazione, senza nessun preavviso, abbiamo visto presentarsi di fronte a noi un cordone di Polizia che con violenza ci ha sbarrato la strada cercando di farci arretrare. Il primo pensiero che ho avuto, naturalmente, è stato quello di mettermi di lato tenendo per mano i miei figli e cercare di metterli in sicurezza sotto i portici. Ho visto delle scene che non avrei voluto vedere e non avrei voluto far vedere ai miei figli, ho visto una disabile in carrozzina, che piangeva, atterrita, terrorizzata da quello che era successo, ho visto una nonna disperata, perché nel corso del… di quello che era accaduto aveva perso il nipote di sei anni e non riusciva a ritrovarlo. Ho visto persone che fino a pochi secondi prima, sfilavano tranquille, fuggire terrorizzate. Queste cose sono state causate da una carica della Polizia assolutamente immotivata. Queste cose le ho viste con i miei occhi, le ho viste, ho visto che non c’era alcuna provocazione da parte di quello spezzone di corteo. Io credo che sia il momento di fare alcune riflessioni intorno a questo episodio, perché la prima domanda che mi sono fatta e a cui ancora non ho trovato una risposta, è stata perché le Forze dell’Ordine hanno agito in questo modo? Non sarebbe la prima volta che questo tipo di interventi vengono utilizzati in modo strumentale per criminalizzare il dissenso, screditare una lotta sacrosanta, basata su motivazioni fondate e documentate, una lotta che molto ha a che vedere con la Giornata dei Lavoratori, molto ha a che vedere con la Giornata dei Lavoratori, la lotta contro il TAV Torino-Lione. Il Movimento No TAV sfila durante la Festa del Lavoro, per portare avanti una diversa idea di sviluppo e quindi di lavoro che non sia incentrata su grandi opere che creano lavoro fittizio, ma che si sviluppi su progetti utili ai territori e che siano in grado di garantire i diritti ai lavoratori. La questione sociale, lo spezzone sociale del corteo del Primo maggio, veicola contenuti rilevanti, cercando di focalizzare l’attenzione sui lavoratori, più che sul lavoro e sulla dignità e sulla qualità della vita delle persone, che le retribuzioni attuali, purtroppo non riescono a garantire. Io non voglio credere che durante la manifestazione del Primo maggio si usino le Forze dell’Ordine per cercare di sviare l’attenzione dai contenuti ai tafferugli, non voglio credere che si utilizzi l’azione delle Forze dell’Ordine, nel tentativo miseramente fallito di far passare il Movimento No TAV come un movimento violento. E allora mi domando ancora una volta: “Perché quest’azione?”. Certo non è stata fatta per salvaguardare la sicurezza dei partecipanti al corteo, che si stava svolgendo in quel momento in maniera assolutamente pacifica e tranquilla. L’unica sicurezza che quest’azione doveva salvaguardare in quel momento, forse, era la sicurezza degli apparati sindacali, di concludere senza contestazioni i loro vacui discorsi dal palco, rivolgendosi ad una piazza semivuota e operando, quindi, per tenere le lavatrici e i lavoratori lontani dal palco anche con l’uso della violenza. Ho già ribadito più volte e lo ripeto ancora con fermezza che se i Sindacati confederali non sono in grado di sostenere e accettare eventuali contestazioni che arrivano dai lavoratori e dalle lavoratrici, forse farebbero bene ad evitare i comizi in piazza e organizzare invece incontri a inviti. Infine un’ultima domanda, quella forse più dolorosa e più difficile: “Qual è il motivo che spinge un Sindaco a ringraziare le Forze dell’Ordine, anche nel momento in cui è consapevole che queste hanno leso con la forza il diritto di manifestare dei propri concittadini?”. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliera Albano. Prego, Consigliere Carretto. CARRETTO Damiano Sì, grazie. Buongiorno a tutte e a tutti. Allora partiamo dal presupposto, nessuno è infallibile, non è infallibile la politica e quando la politica sbaglia viene apertamente e legittimamente criticata ed è giusto che sia così, credo che sia più che giusto. E come non è infallibile la politica, non sono infallibili nemmeno gli altri poteri dello Stato e ne abbiamo avuto spesso la prova negli ultimi anni: la Diaz, Aldrovandi, Cucchi, e purtroppo ne siamo stati testimoni di nuovo il Primo maggio 2019 a Torino, nella nostra città. Ritengo che sia nostro diritto e forse anche nostro dovere, l’eventuale critica ad errori palesi di cui siamo testimoni, testimoni diretti in questo caso, che possono andare dal posizionamento di alcuni spezzoni del corteo, di alcuni soggetti nel corteo, così come il Movimento 5 Stelle è stato fatto spostare da dove era previsto, mi chiedo perché non sia avvenuto lo stesso per altri soggetti, e quella che doveva essere la festa di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici, troppe cose non hanno funzionato, è evidente, e questi errori sono inaccettabili, almeno dal mio punto di vista. Anche oggi a mente fredda ritengo, ad esempio, che la carica della Polizia, avvenuta a freddo in via Roma, sia stata assolutamente gratuita e ingiustificata, il corteo era praticamente terminato, non c’era nessuna avvisaglia di possibile violenza da parte dei manifestanti e quella che dovrebbe…, avrebbe dovuto essere una festa di tutti e di tutte è stata trasformata da una gestione incomprensibile e irresponsabile, in una giornata di scontri e tensioni utili solo a sciacallaggi e penose strumentalizzazioni da parte di alcune forze politiche, che forse pensano più alla campagna elettorale che ad altro. E leggere che la Sindaca esprima e non solo leggere, anche ascoltare, perché poi ha ripetuto la stessa frase che era nel comunicato stampa, esprima ringraziamento alle Forze dell’Ordine, che nonostante gli scontri hanno arginato ulteriori degenerazioni. È imbarazzante e solo chi non era lì può scrivere una frase del genere, solo chi non ha visto i poliziotti manganellare a freddo, senza motivazioni, chiunque capitasse a tiro, comprese donne di mezza età, pericolosissime, e anziani può pensare di ringraziare chi ha compiuto simili gesti. Solo chi non ha visto i bambini piangere e i disabili in carrozzina, cercare di spostarsi dalla carica può pensare che quella del Primo maggio sia stata una gestione dell’ordine pubblico che ha arginato degenerazioni. E ripeto, io con queste parole non voglio dire che tutte le Forze dell’Ordine sbagliano, non che tutte le Forze dell’Ordine compiano normalmente azioni non condivisibili, però in questo caso è obiettivo e io ero lì, ero tra lo striscione No TAV e il cordone. Io ricordo, per chi non c’era e forse avrebbe fatto bene ad esserci, in quel momento alla testa dello spezzone No TAV, c’erano i giovani No TAV, che se non lo sapete sono ragazzi intorno ai 20 anni o giù di lì, che erano assolutamente disarmati, a volto scoperto, non avevano alcuna intenzione violenta, volevano solo arrivare in piazza, dopo effettivamente, credo, tre ore penso fosse un desiderio più che condivisibile. Per cui, io consiglierei alla Sindaca di pesare un po’ di più le parole, o se non scrive lei i comunicati chi le scrive i comunicati, perché le parole hanno un peso e per chi c’era, quelle parole sono dolore, sono dolorose, perché non rispecchiano quello che abbiamo vissuto e quello che abbiamo visto. Poi, se vogliamo in questi giorni molti temi sono all’ordine del giorno nella Città, molti temi che definiscono la Città e un’Amministrazione, e la Città e la nostra Amministrazione sotto alcuni punti di vista sono a un bivio, bisogna chiedersi se siamo diventati la città che accoglie a braccia, più o meno aperte le case editrici vicino a Casapound al Salone del Libro, ma che non permette allo spezzone sociale di arrivare in piazza, mentre parlano i Sindacati, mentre parla la triplice durante la Festa dei Lavoratori. Bisogna capire quale città siamo, quale città vogliamo, se questa è la città che vogliamo. Per me la risposta è no, però bisogna decidere da che parte stare, perché la politica è fatta di scelte e alcuni equilibrismi sono abbastanza inutili e stucchevoli. Detto questo, mi unisco anch’io alla solidarietà, a chi quel giorno è stato vittima di violenze, possono essere stati i No TAV, può essere stato il Partito Democratico, possiamo essere stati noi stessi. Io credo che in quella situazione, alcuni errori che sono stati compiuti e che non dovevano essere compiuti abbiano pesato, pesato troppo, perché sarebbe bastato veramente poco a trasformare quel giorno, che non è stato una festa, in una vera Festa dei Lavoratori. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Pollicino. POLLICINO Marina Grazie. Partiamo da una considerazione soggettiva e “particulare”, come direbbe Guicciardini. Io c’ero, ero presente e ho visto con i miei occhi e sono gli occhi che trasmettono le immagini che vengono elaborate dal cervello, difficile convincere poi la mente a negare, o modificare l’elaborazione della realtà che essa ha effettuato. Elaborazioni soggettive, certo, prive di una visione complessiva e generale, che riportino all’unità la molteplicità degli stimoli e delle percezioni della realtà, ma che comunque mi consentono di fare qualche considerazione puntuale. Innanzitutto non voglio avventurarmi nella diatriba, su chi abbia cominciato per primo, sarebbe una discussione sterile e che ci porterebbe ad andare avanti all’infinito, dibattendo sulle ragioni degli uni e degli altri e si lascerebbero gli attori in campo, sempre più che mai convinti delle proprie ragioni rispetto alla controparte. Però posso affermare che c’è qualcosa di oscuro, se mentre sfilo pacificamente durante una manifestazione, all’improvviso dalle vie laterali della strada, come le chele di una tenaglia che si chiudono, i caschi azzurri sbarrano la via, caricano in modo indistinto e da quello che mi consta, immotivato, e impediscono ai manifestanti il libero esercizio democratico dell’espressione della propria visione di sviluppo del lavoro legato al territorio, proprio nel giorno della Festa dei Lavoratori. C’è qualcosa di fortemente critico in tutto ciò, che trascende il comportamento delle Forze dell’Ordine o dei manifestanti, ma attiene alla concezione che abbiamo sui livelli di partecipazione a una festa, che dovrebbe essere di tutti i lavoratori, così come avviene in tutto il mondo. È evidente che la gestione della festa non preveda una partecipazione massiva ma, al contrario, una testimonianza selettiva e irreggimentata e che il corteo venga, di volta in volta, aggregato o segmentato, con lo scopo di far arrivare in piazza, solo a manifestazione conclusa, una parte ideologicamente connotata e in quanto tale, penalizzata, dei manifestanti. Ecco, è su questo che io ritengo sia giunto il momento di fare un ragionamento, che trascende l’episodio contingente dell’ordine pubblico, in virtù di una riflessione generale su quale sia il significato che la cittadinanza vuole continuare a dare alla Festa del Primo maggio, se cioè debba essere gestita o organizzata in modo tale, che continui ad essere una bella vetrina in cui sfilino ed abbiano voce alcune rappresentanze della società, ad esclusione di altre o non piuttosto un evento in cui sia garantito in modo plurale a tutti il diritto costituzionale di partecipazione e di libera espressione delle proprie idee. Una società che, ormai da anni, è caratterizzata da mutamenti profondi nelle compagini socioeconomiche, in cui l’ascensore sociale rallenta in modo preoccupante e i territori non riescono a far sentire le proprie ragioni, la gestione di una manifestazione che rappresenta il momento per eccellenza del mondo del lavoro e della società civile, deve trovare nuovi schemi di partecipazione, inclusione e rappresentanza. Se non siamo in grado di dare una risposta seria al tema dell’accesso paritetico a tutti, rischiamo di ritrovarci qui, il prossimo anno, o il prossimo ancora e discutere animatamente dello stesso argomento, magari in condizioni e termini, Dio non voglia, più drammatici, per cortei che si frammenteranno anche in sedi diverse, com’è già avvenuto nel Paese in occasione del recente 25 aprile. Per questo la suggestione e l’appello che io rivolgo alla Sindaca, che come lei spesso…, lei stessa ha sostenuto, è la Sindaca della Città, è quello di farsi parte attiva presso le istituzioni competenti con l’obiettivo di giungere ad una sintesi politica e a un confronto dialogante e meno muscolare, con tutti i protagonisti della società civile nell’autentico spirito della festa. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Paoli. PAOLI Maura Grazie. Ma anch’io voglio dare la solidarietà a tutte le vittime di questo Primo maggio. Quest’anno purtroppo non ho potuto partecipare e non ho potuto stare al fianco dei miei colleghi manganellati, per la sola colpa di essersi proposti da pacieri, a quanto pare, dalla parte sbagliata della barricata. Due anni fa era successo lo stesso a me, ho conosciuto sulla mia pelle con i miei lividi, il prezzo che si paga a credere che la piazza sia di tutti, che l’Articolo 21 è per tutti, anche se quello che viene gridato non piace, non deve essere silenziato con delle cinghiate. E forse il Partito Democratico non è stato molto chiaro con il suo zelante servizio d’ordine e spero che dopo le conseguenze che ha creato, si faccia una riflessione e vengano presi dei provvedimenti, anche se, sentendo le dichiarazioni di alcuni esponenti antecedenti e successivi al corteo, mi viene difficile credere che quanto è accaduto non sia stato studiato a tavolino. È questo il risultato che volevate ottenere? Bravi, l’avete ottenuto. Dopodiché, in linea con i miei colleghi che mi hanno preceduto, è giusto fare una riflessione anche sull’operato delle Forze dell’Ordine, perché è giusto ringraziare le Forze dell’Ordine e a me piacerebbe farlo tutti i giorni, come il mese scorso, quando la D.I.A. di Torino ha sequestrato beni a un commercialista di Rivoli, già condannato per riciclaggio per favorire la cosca della ‘ndrangheta degli Spagnolo. Io sono fiera di questi uomini e di queste donne coraggiose, anche se non ho visto grandi comunicati in merito. Ma quando sbagliano è giusto dirlo, anche solo per la giusta regola sociale dei feedback. Le cariche immotivate e indiscriminate sulla folla sono sbagliate e, Sindaca, e non sa quanto mi dispiace dirlo ancora una volta, quando si trova in queste situazioni, lei o rimane silente, o fa come ha fatto in questa occasione, un comunicato inutile, se non irritante, perché nessuno ha bisogno che sia lei a ricordare che la responsabilità penale è individuale e ancora una volta, non una parola di solidarietà per i suoi colleghi manganellati e ancora gli inopportuni e immotivati ringraziamenti. Ma che cosa c’è da ringraziare? Dobbiamo ringraziare che non ci sia scappato il morto? Dobbiamo ringraziare che sia stato impresso nella mente dei bambini un’immagine negativa delle Forze dell’Ordine? Ma l’ho visto solo io, il video della gente che tenta di spaccare il finestrino del furgone in cui si erano appena rifugiati una madre con il suo bambino? L’ho visto solo io l’avvocato Vitale sanguinante, mentre con il suo corpo tentava di proteggere una donna a terra? Ma che cosa c’è da ringraziare? A meno che io non abbia frainteso, e in realtà i ringraziamenti erano rivolti alla folla inerme che non ha reagito, a chi con le mani alzate tentava di scongiurare le cariche, agli organizzatori dello spezzone sociale che urlavano dagli altoparlanti: “Non reagite”. Perché altrimenti non voglio immaginare il massacro che avrebbe potuto generarsi. Io davvero non riesco a spiegarmelo, a questo punto è meglio il silenzio, o piuttosto sarebbe interessante sapere a che diavolo serve il Tavolo della Sicurezza. Dopo l’anno scorso io ero davvero più serena, pensavo che la Città si fosse imposta: “Non spezzate il corteo, tutti hanno il diritto di manifestare” e così è stato, il corteo non è stato spezzato e nessuna violenza è stata commessa. Sembrava un parallelismo semplice, sembrava che potesse diventare una prassi, estirpando la prassi a cui invece assistiamo da vent’anni e invece no, mi viene da pensare che l’anno scorso sia stato un caso, la buona sorte, oppure i Sindacati si sentivano più tolleranti e inclusivi, chissà, tutto può essere. Quello che ci viene raccontato è che al Tavolo della Sicurezza il Comune va ad ascoltare, ma allora fatevi mandare una e-mail. Se la Città, se il Sindaco, che è responsabile della sicurezza dei suoi cittadini, non conta nulla nella gestione della sicurezza della sua città, ma che ci andate a fare? Oppure contate? E allora oggi non sono sufficienti le risposte che sono state date. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliera Paoli. Prego, Vicepresidente Ferrero. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Io sono stata a marciare con i cittadini e le cittadine per le vie della città e mi rammarico che le parti del corteo fossero male assortite. Ho cercato, personalmente, di portare tutti in piazza senza incidenti e alzando le mani in segno di resa, perché io ritengo che il Primo maggio sia di tutti e di tutte e che tutti debbano arrivare in piazza e portare sul palco la propria idea di lavoro, la propria idea di mondo, la propria idea di società. Ho ricevuto attacchi duri e personali e non scuso una politica che denigra l’altro, in modo, peraltro, anche ridicolo. Mi sono state chieste le dimissioni e le appunto come una spilletta. Ma chi ha definito nella manifestazione i No TAV “gentaglia”, ha dato della gentaglia a tutta questa Maggioranza, a una piccola Valle che lotta da anni, da 29 anni, per essere ascoltata e anche a una parte di Governo. Il lavoro è un diritto che va rivendicato, sicuramente, non con violenza, la democrazia la decliniamo ogni giorno e concludo che una buona gestione meritava di essere ringraziata, ma non sicuramente una gestione così violenta, che io rinnego. Una società veramente democratica non avrebbe neanche bisogno di poliziotti alle manifestazioni. Chi dialoga non picchia, non tira cinghiate e non insulta. Io mi aspetto che le forze politiche e questo è un invito a noi e anche alle minoranze, si mettano a lavorare per pacificare questa città. Il Primo maggio è davvero diventato questo? Uno scontro di piazza o si può ripensarlo come veramente una festa dei lavoratori e delle lavoratrici? Io voglio festeggiare il lavoro senza rabbia, senza violenze e ribadisco la necessità della politica di farsi carico di una gestione assolutamente diversa della piazza, del corteo e anche del lavoro. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Vicepresidente. Prego, Capogruppo Sganga. SGANGA Valentina Grazie, Presidente. Io sarò brevissima, in realtà non sarei neanche voluta intervenire su queste comunicazioni, non perché non ritenga importante l’approfondimento di quanto, anche di grave, è accaduto il Primo maggio, ma perché, devo ammettere che, ultimamente tutta questa polemica che gira intorno al Primo maggio e non solo questo Primo maggio, cioè tutta la polemica che gira intorno al Primo maggio, da anni, a me ha stufato, mi ha veramente stufato, sono veramente arrivata a… Io il Primo maggio, dopo la manifestazione, sono tornata a casa e ho pensato: “Forse questa è l’ultima manifestazione a cui partecipo” e da figlia, anche di un sindacalista che per anni si è battuto per la lotta sul lavoro, questo pensiero mi dispiaceva e mi faceva male, mi faceva tanto più male ancora da No TAV, perché sono scesa in piazza anche pensando che, appunto, era giusto spingere per ribaltare la visione, ad oggi, dominante, sulle grandi opere che creano lavoro, perché poi, fondamentalmente, non è così. E quindi tutto ciò per dire cosa? Tutto ciò per dire che, io vorrei che il prossimo anno ci ritrovassimo in quest’Aula a parlare di Primo maggio e a confrontarci anche in modo duro, però sui temi del lavoro. Prima parlavamo dell’idea che ha la Città, se Torino è piccola, se Torino è grande. Torino ha un unico grande problema che è quello occupazionale, e quindi vorrei che quel problema, che è il problema occupazionale, più di tutto, fosse al centro, perché ogni anno e lo dico… e anch’io ho sempre partecipato al corteo del Primo maggio negli ultimi anni, nello spezzone sociale e lo rivendico e difendo chi partecipa in quello spezzone e mi dispiace, davvero, vedere ogni Primo maggio il corteo spezzato, perché è vero che l’anno scorso non ci sono stati scontri, però è anche vero che, l’anno scorso, quello spezzone sociale non è riuscito ad arrivare in piazza e non riuscirà mai ad arrivare in piazza, fondamentalmente perché la piazza appartiene, fondamentalmente, a chi organizza il Primo maggio, cioè al sindacato. Allora vorrei che il prossimo anno parlassimo di lavoro e pensassimo anche a come riprogrammare quella giornata e quel corteo, perché se rimane, così com’è oggi, rimarrà così colmo di polemiche, ma in cui ci sarà un unico grande assente che è il lavoro. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Vicepresidente Lavolta. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie. Molto rapidamente per dire che io sono molto preoccupato, del fatto che qualcuno immagini che il Primo maggio possa essere caratterizzato da più piazze. Bisogna avere invece il coraggio e la forza di fare un’analisi di quello che è successo e di quello che succede e immaginare che la politica affronti i problemi e che non fugga dai problemi, che non giri le spalle a quanto succede e a quanto è successo. Quindi io spero, mi auguro che la Sindaca non prenda in considerazione la proposta della collega Sganga, che ho avuto modo anche di leggere in un comunicato stampa, perché sarebbe il fallimento della politica, bisogna invece e io sono abbastanza d’accordo con molte delle cose che ho sentito, soprattutto da parte di chi era presente e che non si è limitato a passeggiare con le mani in tasca ed è…, evidentemente, responsabilmente, dal mio punto di vista, ha fatto ciò che abbiamo fatto noi, abbiamo cercato di evitare che alcuni ragazzi, perché è vero che c’erano dei giovani No TAV, ma c’erano anche i Giovani Democratici che cercavano serenamente di manifestare durante il Primo maggio, tranquilli, con le loro bandiere, al loro posto, perché l’assegnazione, Sindaca, il Partito Democratico l’ha rispettata. L’assegnazione condivisa anche con lei, con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, prevedeva che ci fossero i partiti, che dietro i partiti ci fossero gli studenti e che dietro gli studenti ci fossero i movimenti. Quello che rimane stonato di questo dibattito, di cui io ho apprezzato l’onestà intellettuale, soprattutto, ripeto, di chi era presente e come noi si è sporcato le mani, nel senso che le ha alzate e ha difeso coloro i quali legittimamente volevano, semplicemente, manifestare e sfilare in corteo, quello che manca, però, nell’analisi è il fatto che, siccome io sono fermamente convinto che il Movimento No TAV non sia un movimento violento, io sono fermamente convinto che il Movimento No TAV non sia un movimento violento, il Movimento No TAV però si rende complice delle violenze, nel momento in cui non prende le distanze da coloro i quali, voi, lei, Consigliere Carretto, lei, Consigliera Pollicino, lei, Consigliera Ferrero, cercavate di tenere a distanza dagli altri ragazzi, che volevano, invece, semplicemente manifestare e sfilare. Perché voi, come noi, siete stati testimoni del fatto che ci fossero dei violenti che volevano impedire, che democraticamente, serenamente, alcuni giovani Democratici sfilassero durante il corteo del Primo maggio e io vi ringrazio, perché tutte le volte che questi violenti, che, secondo me, nulla hanno a che fare con il vero e autentico Movimento No TAV, ma incidentalmente avevano le bandiere No TAV in quel momento in mano, il problema è che non le usavano per esprimere una propria opinione politica sulle infrastrutture, quelle bandiere le usavano per picchiare in testa giovani Democratici che, ripeto erano al loro posto e sfilavano serenamente durante il corteo. Voi eravate lì con noi e queste cose le avete viste tutte, altrimenti voi non vi sareste frapposti. Tra chi vi siete frapposti? Vi siete frapposti tra alcuni violenti e alcuni che erano al loro posto e manifestavano serenamente. Quelli al loro posto, Sindaca, non gliel’ho ancora sentito dire, erano quelli del Partito Democratico, quelli che violentemente impedivano al Partito Democratico di manifestare serenamente, ma impedivano anche al Movimento No TAV, di essere un movimento che legittimamente esprimeva una posizione politica all’interno di un momento che, secondo me, poteva anche fare anche a meno di una rivendicazione su un’infrastruttura, ma era la piazza di tutti, io condivido, era la piazza di tutti, quindi era anche giusto che ci fossero, lei, e mi dispiace anche voi, avreste avuto oggi la straordinaria opportunità di dire e rivendicare e io l’avrei fatto con voi il fatto che il Movimento No TAV non è un movimento violento, ma all’interno del Movimento No TAV, si annidano dei violenti che sporcano l’immagine sana e pulita di un movimento che vuole esprimere semplicemente la propria posizione. Perché non lo fate? Perché, Sindaca, lei non lo fa? Perché non si degna, in quest’Aula, di esprimere un minimo di solidarietà, nei confronti di una porzione di città che, lasci perdere il fatto che avevano le bandiere del Partito Democratico, ma che legittimamente e serenamente al loro posto, occupavano lo spazio assegnatogli nel corteo. Sindaca, è deludente questo suo atteggiamento, è deludente il fatto che lei non riesca a prendere una posizione chiara, è deludente il fatto che lei nel tentativo malconcio e sbiadito di rappresentare tutti, non riesca a rappresentare alcuno. Questo è quello che le contestiamo noi oggi. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Vicepresidente Lavolta. Una veloce replica. Prego, Capogruppo Sganga. SGANGA Valentina Sì, grazie. Solo perché sono stata tirata in causa dal Vicepresidente Lavolta, sulla proposta che, credo, evidentemente possa essere intesa anche come una provocazione. Nessuno vuole dividere i lavoratori al corteo del Primo maggio e nessuno vorrebbe dividere le piazze, ma le piazze sono già divise e il corteo è già diviso e quindi è chiaro che, l’intento di quella proposta e l’intento di quella provocazione, è di prendere un impegno politicamente, perché quella divisione venga sanata, perché i disoccupati, i precari, i Rider, possano essere anch’essi, con il loro dissenso anche, in piazza durante il comizio sindacale. Allora o ci prendiamo un impegno, politicamente, di sostenere questa cosa, oppure andiamo a ripensare a quella giornata. Poi, lei dice che all’interno…, che dobbiamo riconoscere che all’interno dei No TAV ci sono dei violenti, mi fanno sorridere queste parole, perché varrebbe lo stesso per voi, l’uso della cinghia l’abbiamo visto tutti, al corteo, quindi evitiamo di mettere etichette, evitiamo di continuare con questa polemica, che sta diventando veramente stucchevole, oltremodo. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Sganga. Replica e conclude la Sindaca Appendino. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i Consiglieri e le Consigliere intervenute. In realtà io credo di essere stata molto chiara, cioè che, esattamente, il Vicepresidente Lavolta credo che abbia detto il contrario del Consigliere Lo Russo, forse non ho capito io bene. Se gli atteggiamenti violenti appartengono a un singolo e non a un gruppo vale per i No TAV, come vale per il Partito Democratico, come per qualsiasi persona, che appartiene a un gruppo che decide di manifestare in una parte del corteo. Il mio intervento è chiarissimo, dal mio punto di vista, nessuno può associare un’etichetta a un individuamento personale di una persona, a un gruppo, perché è demagogia, ed è un punto di vista scorretto nei confronti di chi sta manifestando per un ideale in cui crede. La solidarietà della Sindaca, perdonatemi e mi dispiace se qualcuno, come dire, non si è sentito (parola incomprensibile) coinvolto, non va a un partito o un movimento, va ad ogni singola persona e quindi, sì, certamente anche i Consiglieri che sono stati coinvolti, che evidentemente, sono stati oggetto di violenza fisica e verbale. La solidarietà della Sindaca e delle Istituzioni va a chiunque che in quel Primo maggio, non ha potuto manifestare con serenità e non ha potuto, nell’ambito delle regole, evidentemente, esprimere il proprio pensiero. Ma se torniamo al tema di etichettare ripartiamo dal punto di partenza e io credo che sia, come dire, sbagliato. Aggiungo una cosa, Consigliere Lavolta, guardi che lei sbaglia, la Sindaca non decide dove si piazzano i pezzi di corteo e se devo dire una cosa e gliel’ho detto privatamente e non ho problema a dirlo in pubblico, dal mio punto di vista è stato un errore mettere i due pezzi di quel corteo vicini e dal mio punto di vista (INTERVENTO FORI MICROFONO), e dal mio punto di vista, e dal mio punto di vista, dal mio punto di vista, sarebbe, certamente, più opportuno valutare di evitare di trovarci in una situazione di nuovo di questo tipo, ma non è la Sindaca che scrive dove si mettono. Sto scaricando? No. Ma non crediate che ci sia, visto che qua si pensa anche a retropensieri strani, da alcuni interventi che ho sentito, che è stata la Sindaca a dire: “Mettiamo i No TAV vicino al Partito Democratico, per mettere in difficoltà il Partito Democratico e i NO TAV”, non è questo, non è assolutamente questo. E aggiungo un’ultima cosa su cui ci tengo a chiudere, le parole che ho scritto e che ho ripetuto in quest’Aula, le ho dette l’altro ieri o quando era, le ho dette oggi e le ripeterei domani altre 100 e 1000 volte, è il mio pensiero, lo penso, credo che sia giusto che lo Stato sia rappresentato e che le Istituzioni siano da parte dello Stato e dovessi ridirlo, ridirei le stesse cose. Mi rendo conto che qualcuno può non condividerlo, ci mancherebbe, è legittimo, ma non c’è nessuna retroazione, nessun retropensiero, c’è un pensiero mio che si può condividere o non condividere. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Sindaca. |