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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Maggio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 28

Comunicazioni della Sindaca su "Modalità organizzative del corteo del Primo maggio".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Torniamo sulla richiesta di comunicazioni aventi per oggetto:

“Modalità organizzative del corteo del Primo maggio”

SICARI Francesco (Presidente)
La Conferenza dei Capigruppo di venerdì ha deciso che per il Partito Democratico ci
saranno 15 minuti a disposizione, per il Movimento 5 Stelle, 30 e per gli altri Gruppi ci
saranno cinque minuti a disposizione. Lascio la parola alla Sindaca Appendino. Prego.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Io in realtà non ho molto da aggiungere rispetto a quello che ho già
detto pubblicamente e che riporterò di nuovo in questa sede. Dalle richieste di
comunicazioni si parla della questione organizzativa, quindi ho chiesto agli uffici di fare
un po’ un riassunto dei carteggi che ci sono stati e cioè che l’11 marzo 2019 i Sindacati
CGIL, CISL e UIL hanno inviato una lettera indirizzata al Questore e a diverse
articolazioni della Città, quindi Sindaca, Gabinetto, Polizia Municipale, servizio
Mobilità e Servizi Esercizio, GTT, per comunicare che il Primo Maggio si sarebbe
svolto il consueto corteo. Successivamente, il 20 aprile, è arrivata una richiesta di
provvedimenti del Questore, che chiedeva di provvedere a quello che è solitamente
competenza della Città, quindi divieto di sosta con rimozione forzata in diverse vie e
piazze del centro, l’emissione di un provvedimento di divieto di somministrazione e
vendita per asporto di bevande, in contenitori idonei alle offese in piazza San Carlo e in
via Roma, la richiesta poi è stata integrata; fornire transenne e nastro segnaletico; la
defissione di manifesti, cancellazione di scritte offensive; la protezione dei cantieri edili
e stradali; rimozione e messa in sicurezza dei dehors, fioriere e panchine; spostamento
posteggio taxi; servizi di supporto alla viabilità durante il corteo. Ovviamente, poi ci
sono state ulteriori richieste, come avviene sempre a enti e società, cioè AMIAT e GTT
e alla Direzione ACI. C’è stato poi chiesto il 20 aprile, dalla Questura, l’invio di
personale tecnico, nella mattinata del Primo maggio e poi il 24/4, come spesso avviene
quando ci sono queste manifestazioni, è arrivato un ulteriormente provvedimento
integrativo da parte della Questura, con ulteriori richieste. Quindi la Città, ha preso in
carico tutte le richieste che sono state avanzate e il giorno, appunto, del corteo era
presente secondo competenza. Per quanto riguarda invece gli scontri, io non posso che
ribadire quanto ho già detto a mezzo stampa e pubblicamente in quest’Aula, e cioè che
gli scontri che hanno avuto luogo durante il corteo del Primo maggio di Torino, sono
immagini che, evidentemente, nessuno di noi vorrebbe mai vedere, specie in un
momento che per definizione vuole essere la celebrazione di quelli che sono i diritti
universali quali reddito e il lavoro. Peraltro ricordo bene che molte delle istituzioni
presenti avevano, appunto, auspicato che almeno il giorno del Primo maggio, come
purtroppo non avviene quasi solitamente, per il Primo maggio, si potesse parlare
effettivamente di un tema del lavoro e non di un tema degli scontri. Vorrei sottolineare,
come ho fatto peraltro già a mezzo stampa, che il comportamento degli esponenti della
Maggioranza del Movimento 5 Stelle, all’interno del corteo, è stato come in altre
occasioni pacifico e civile. Ho letto, e questo a mezzo ovviamente dei Social degli
attacchi molto duri, peraltro anonimi, senza nomi e cognomi, nei confronti di esponenti
della mia Maggioranza. Ecco, io credo che, come dire, questo modo di attaccare senza
peraltro fare nomi e cognomi e io rivendico e ripeto, come è già avvenuto in altre
occasioni, il comportamento è stato, certamente civile e pacifico, beh, credo che se ci
sono, appunto, nomi e cognomi, questo debba essere, come dire, definito nelle sedi
opportune, perché in caso contrario si sta facendo propaganda politica tramite
menzogna. E lo stesso mi viene in mente di dire, e l’ho detto anche in altre occasioni,
vale quando a prescindere dall’appartenenza politica, si vanno ad attribuire
atteggiamenti violenti che appartengono a singoli individui e a gruppi di persone che
sostengono una causa, qualunque essa sia. Questo perché è…, l’ho ripetuto tante volte
in quest’Aula, lo ridirò anche oggi, perché non mi stancherò mai di ripeterlo, la
responsabilità delle azioni è sempre dell’individuo, individuale, e cioè di chi effettua
quelle azioni. Per quanto mi riguarda, chi esercita violenza o atti di inciviltà ne è
responsabile in prima persona ed evidentemente va condannato senza “se” e senza
“ma”. Esprimo a nome mio e della Città, un ringraziamento alle istituzioni che hanno
partecipato e alle forze dell’ordine che nonostante gli scontri hanno arginato ulteriori
degenerazioni. Il rispetto del corteo del Primo maggio, è anzitutto rispetto dello Stato.
Come Sindaca, esponente politico e cittadina il mio auspicio è che il Primo maggio
conservi il suo significato di Festa dei Lavoratori, come un’occasione per riflettere su
quello che oggi è il lavoro e su quello che sarà in futuro, soprattutto, ovviamente, alla
luce delle sfide tecnologiche che sono in atto. Questo significa riflettere su una nuova
realtà di lavoratori e di lavoratrici, anche quelle meno o per nulla rappresentate. Forse
l’interrogativo che ci dovremmo porre è, quanto e ormai quanto siano più presenti
categorie di lavoratori o lavoratrici che oggi non si sentono rappresentate,
probabilmente né dal mondo sindacale, né dal mondo politico, è questo forse
l’interrogativo più forte che ci dobbiamo porre. Questo significa certamente mettere in
primo piano i temi della povertà e del welfare, che sono evidentemente collegati e
indissolubili. Chiudo dicendo, sostanzialmente, facendo una considerazione che forse è
più legata al tema non degli scontri, ma del significato del Primo maggio. Io credo che
ogni qualvolta il Primo maggio vada a concludersi, ripeto, nella discussione sugli
scontri, si sia persa un’occasione come Città, come comunità, come intero sistema
Paese, di riflettere su che cosa significhi veramente oggi affrontare le sfide del lavoro,
che sappiamo essere una priorità, essere anche uno dei temi più problematici della
nostra città, in particolare, ma credo dell’intero sistema Paese. Il mio auspicio è che,
evidentemente, ciascuno possa fare la sua parte e che il prossimo Primo maggio possa
essere una giornata in cui non si parlerà di scontri, non si parlerà di sovrapposizioni, di
contrapposizioni, ma sia luogo di discussione e giornata in cui ci si interroghi veramente
sulle difficoltà del lavoro che oggi stiamo affrontando. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, signora Sindaca. Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Grazie Sindaca Appendino, delle parole che ha detto in Aula. Faccio due premesse che
però ritengo importanti. La prima parte dalla coda del suo intervento e noi crediamo
fortemente nel valore simbolico del Primo maggio, crediamo fortemente nel valore della
rappresentanza sindacale, crediamo fortemente nel fatto che il corteo del Primo maggio
rappresenta sicuramente, non tutto il mondo del lavoro, ma la gran parte del mondo del
lavoro e penso che sia istituzionalmente corretto che l’Istituzione Città di Torino si
relazioni con i rappresentanti sindacali che organizzano il corteo del Primo maggio nelle
forme e nei modi propri. Secondo elemento, che ci tengo a ribadire in quest’Aula, è che
avendo personalmente partecipato al corteo del Primo maggio ed essendo…, avendo
sfilato insieme ad altre persone nello spezzone cosiddetto del Partito Democratico,
posso qui testimoniare pubblicamente e in Sala Rossa, che i Consiglieri Comunali del
Movimento 5 Stelle presenti, si sono fortemente adoperati per evitare che si venissero a
verificare tutti gli episodi che, sostanzialmente, sono a essere ormai notizia di cronaca e
per un pelo non di cronaca nera. Fatte queste due premesse, però, Sindaca Appendino,
mi permetta qualche piccola considerazione invece di carattere squisitamente
metodologico e politico. Chi ha assistito, chi ha vissuto l’esperienza del Primo maggio
quest’anno, ha assistito a un sostanziale abuso, un sostanziale sopruso da parte di una
frangia violenta dentro il Movimento No TAV, non dei No TAV, ma di una frangia
violenta dentro il Movimento No TAV, che ha sostanzialmente saltato tutti gli ordini
previsti nell’ambito del corteo, fondamentalmente con un unico e preciso scopo e
l’unico preciso scopo era quello di attaccare la delegazione del Partito Democratico.
Questo non lo dico io, lo dicono le cronache giornalistiche, lo dice, banalmente, chi era
lì in quella sede e nonostante i ripetuti e meritori tentativi da parte degli esponenti del
Movimento 5 Stelle presenti, questo è sistematicamente avvenuto. Ora io non sono un
esperto di ordine pubblico, ben mi guardo dal ritenere corretto o meno l’intervento delle
Forze dell’Ordine che avevano e che hanno ancora in questo Paese, l’obbligo di
garantire l’incolumità di cose e persone durante lo svolgimento di manifestazioni, per
comprendere dove finiva il compito della cosiddetta vigilanza del Partito Democratico,
che, ricordiamoci bene, è un’organizzazione interna a un partito, che uno può avere o
può non avere, ma è mio diritto da cittadino, sfilare con delle bandiere in un corteo che
ritengo corretto, in cui ritengo corretto sfilare. Ma, al di là di questa questione, a me
quello che ha, oggettivamente rammaricato, Sindaca Appendino, e purtroppo non è la
prima volta, che lei non ha speso una sola parola, una sola parola di solidarietà al Partito
Democratico e questo glielo dico, guardi, non perché noi abbiamo bisogno della sua
solidarietà, Sindaca Appendino, non ne abbiamo bisogno per continuare a testimoniare
politicamente, quello in cui crediamo, però nel momento in cui si vengono a verificare
degli scontri tra le frange più violente del Movimento No TAV, che non è colpa nostra,
e nonostante i meritori sforzi di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle presenti, che
però sono stati sforzi vani, Sindaca Appendino, perché io che le parlo, c’era il
Consigliere Lavolta con me, c’era il Consigliere Carretta, c’era la Consigliera Foglietta,
c’era la Consigliera Tisi, quindi, penso, oggettivamente, per quanto possiamo sembrarle
faziosi, siamo ancora persone piuttosto serie, noi siamo stati spintonati e insultati per
oltre due ore, spintonati e insultati. Allora io non è che ho la pretesa..., perché poi c’è
un tema che vale per tutti, noi continueremo ad avere il nostro stile, Sindaca Appendino
e come sempre abbiamo fatto, continueremo a rappresentare la nostra solidarietà tutte le
volte in cui lei, pur non condividendo quasi nulla delle politiche che lei adotta, pur non
condividendo quasi nulla delle cose che fa per questa città, lei viene attaccata
personalmente. Bene, le posso garantire, Sindaca Appendino, che lei non ha avuto
mezz’ora per acclarare che cosa è capitato, ma chi le parla, il Vicepresidente del
Consiglio Comunale e almeno altri tre Consiglieri Comunali, almeno altri tre
Consiglieri Comunali, nel vano tentativo di respingere gli attacchi della frangia
antagonista al Movimento No TAV, sono stati pesantemente insultanti e spintonati. Ora
se lei nella sua città, Sindaca Appendino, questo lo ritiene corretto, questo è un
discrimine che ci separa proprio nei fondamentali, nei fondamentali ci divide questa
cosa. Noi riteniamo un valore che tutti i cittadini possano manifestare il proprio
pensiero, le proprie opinioni, compresi i No TAV, compresi i No TAV. Tanto per essere
chiari, chi le parla è assolutamente dell’opinione che hanno fatto bene i No TAV a
sfilare il Primo maggio. Io non dirò mai che non devono sfilare. Quello che però fa la
differenza, Sindaca Appendino, è che da parte del Sindaco della Città io mi aspetterei
che, quando esponenti della Minoranza Consiliare, eletti dai cittadini e che comunque a
loro modo, con tutti i loro difetti e non come lei, rappresentano un’istituzione, vengono
pubblicamente, per ore e ore, minacciati e insultati, loro, loro, ci sia una parola, Sindaca
Appendino, guardi che ne esce bene lei. Cioè, ribadisco, della solidarietà al Capogruppo
della Minoranza del Partito Democratico, le posso garantire che possiamo farne
veramente a meno dal punto di vista personale, quello che invece, secondo noi, è
sbagliato è che lei, Sindaca Appendino, per non urtare la sensibilità di altri, questo ruolo
istituzionale non lo interpreti come deve. Io la ringrazio comunque di aver accolto la
richiesta di comunicazioni quest’oggi, perché come ci è stato fatto rilevare dal
Presidente del Consiglio e dalla Capogruppo del Movimento 5 Stelle e dall’Assessore
con la delega ai rapporti con il Consiglio, ci sono state nella Capigruppo di venerdì, non
ero presente, era presente la mia Vicecapogruppo, che mi ha riferito che sono state
gentilmente concesse, quindi io ringrazio per questa gentile concessione e per averci
dato l’occasione per ribadirle, Sindaca Appendino, che a differenza sua, noi le
rappresentiamo, in quanto istituzione della Città di Torino, la massima solidarietà tutte
le volte in cui viene lei attaccata personalmente e non per le politiche che lei svolge,
tutte le volte in cui lei viene minacciata, tutte le volte…, fortunatamente fino adesso non
è capitato e ben ci guardi che capiti, in cui lei viene fisicamente spintonata come è
capitato agli esponenti della Minoranza consiliare.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Capogruppo Lo Russo. Prego, Consigliera Albano.

ALBANO Daniela
Grazie, Presidente. Innanzitutto ci tengo a portare tutta la mia solidarietà al collega
Carretto e a tutte le persone che sono rimaste ferite o contuse, in qualche modo
coinvolte dall’azione delle Forze dell’Ordine durante il corteo del Primo maggio a
Torino. Questo rende evidente che qualcosa nella gestione del corteo del Primo maggio
non ha funzionato. Tralascio l’episodio delle cinghiate del Partito Democratico, perché
non ero presente e non voglio parlare di fatti a cui non ho potuto assistere. Invece voglio
parlare della parte di corteo a cui ero presente, a cui ho assistito, perché penso sia
importante che i rappresentanti delle istituzioni, che erano presenti che possono
testimoniare all’interno di Aule istituzionali come questa, ciò che è accaduto, lo
facciano, ed è anche un dovere oltre che un diritto. Io mi trovavo insieme alla mia
famiglia, compresi i miei figli, in testa allo spezzone sociale del corteo del Primo
maggio. È uno spezzone a cui ho sempre partecipato, ancor prima di essere eletta,
perché condivido i principi e le rivendicazioni di questa parte di corteo del Primo
maggio. Il corteo stava procedendo assolutamente in maniera tranquilla lungo via
Roma, a un certo punto davanti a noi, senza alcuna avvisaglia di provocazione, senza
nessun preavviso, abbiamo visto presentarsi di fronte a noi un cordone di Polizia che
con violenza ci ha sbarrato la strada cercando di farci arretrare. Il primo pensiero che ho
avuto, naturalmente, è stato quello di mettermi di lato tenendo per mano i miei figli e
cercare di metterli in sicurezza sotto i portici. Ho visto delle scene che non avrei voluto
vedere e non avrei voluto far vedere ai miei figli, ho visto una disabile in carrozzina, che
piangeva, atterrita, terrorizzata da quello che era successo, ho visto una nonna disperata,
perché nel corso del… di quello che era accaduto aveva perso il nipote di sei anni e non
riusciva a ritrovarlo. Ho visto persone che fino a pochi secondi prima, sfilavano
tranquille, fuggire terrorizzate. Queste cose sono state causate da una carica della
Polizia assolutamente immotivata. Queste cose le ho viste con i miei occhi, le ho viste,
ho visto che non c’era alcuna provocazione da parte di quello spezzone di corteo. Io
credo che sia il momento di fare alcune riflessioni intorno a questo episodio, perché la
prima domanda che mi sono fatta e a cui ancora non ho trovato una risposta, è stata
perché le Forze dell’Ordine hanno agito in questo modo? Non sarebbe la prima volta
che questo tipo di interventi vengono utilizzati in modo strumentale per criminalizzare il
dissenso, screditare una lotta sacrosanta, basata su motivazioni fondate e documentate,
una lotta che molto ha a che vedere con la Giornata dei Lavoratori, molto ha a che
vedere con la Giornata dei Lavoratori, la lotta contro il TAV Torino-Lione. Il
Movimento No TAV sfila durante la Festa del Lavoro, per portare avanti una diversa
idea di sviluppo e quindi di lavoro che non sia incentrata su grandi opere che creano
lavoro fittizio, ma che si sviluppi su progetti utili ai territori e che siano in grado di
garantire i diritti ai lavoratori. La questione sociale, lo spezzone sociale del corteo del
Primo maggio, veicola contenuti rilevanti, cercando di focalizzare l’attenzione sui
lavoratori, più che sul lavoro e sulla dignità e sulla qualità della vita delle persone, che
le retribuzioni attuali, purtroppo non riescono a garantire. Io non voglio credere che
durante la manifestazione del Primo maggio si usino le Forze dell’Ordine per cercare di
sviare l’attenzione dai contenuti ai tafferugli, non voglio credere che si utilizzi l’azione
delle Forze dell’Ordine, nel tentativo miseramente fallito di far passare il Movimento
No TAV come un movimento violento. E allora mi domando ancora una volta: “Perché
quest’azione?”. Certo non è stata fatta per salvaguardare la sicurezza dei partecipanti al
corteo, che si stava svolgendo in quel momento in maniera assolutamente pacifica e
tranquilla. L’unica sicurezza che quest’azione doveva salvaguardare in quel momento,
forse, era la sicurezza degli apparati sindacali, di concludere senza contestazioni i loro
vacui discorsi dal palco, rivolgendosi ad una piazza semivuota e operando, quindi, per
tenere le lavatrici e i lavoratori lontani dal palco anche con l’uso della violenza. Ho già
ribadito più volte e lo ripeto ancora con fermezza che se i Sindacati confederali non
sono in grado di sostenere e accettare eventuali contestazioni che arrivano dai lavoratori
e dalle lavoratrici, forse farebbero bene ad evitare i comizi in piazza e organizzare
invece incontri a inviti. Infine un’ultima domanda, quella forse più dolorosa e più
difficile: “Qual è il motivo che spinge un Sindaco a ringraziare le Forze dell’Ordine,
anche nel momento in cui è consapevole che queste hanno leso con la forza il diritto di
manifestare dei propri concittadini?”.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliera Albano. Prego, Consigliere Carretto.

CARRETTO Damiano
Sì, grazie. Buongiorno a tutte e a tutti. Allora partiamo dal presupposto, nessuno è
infallibile, non è infallibile la politica e quando la politica sbaglia viene apertamente e
legittimamente criticata ed è giusto che sia così, credo che sia più che giusto. E come
non è infallibile la politica, non sono infallibili nemmeno gli altri poteri dello Stato e ne
abbiamo avuto spesso la prova negli ultimi anni: la Diaz, Aldrovandi, Cucchi, e
purtroppo ne siamo stati testimoni di nuovo il Primo maggio 2019 a Torino, nella nostra
città. Ritengo che sia nostro diritto e forse anche nostro dovere, l’eventuale critica ad
errori palesi di cui siamo testimoni, testimoni diretti in questo caso, che possono andare
dal posizionamento di alcuni spezzoni del corteo, di alcuni soggetti nel corteo, così
come il Movimento 5 Stelle è stato fatto spostare da dove era previsto, mi chiedo perché
non sia avvenuto lo stesso per altri soggetti, e quella che doveva essere la festa di tutti i
lavoratori e di tutte le lavoratrici, troppe cose non hanno funzionato, è evidente, e questi
errori sono inaccettabili, almeno dal mio punto di vista. Anche oggi a mente fredda
ritengo, ad esempio, che la carica della Polizia, avvenuta a freddo in via Roma, sia stata
assolutamente gratuita e ingiustificata, il corteo era praticamente terminato, non c’era
nessuna avvisaglia di possibile violenza da parte dei manifestanti e quella che
dovrebbe…, avrebbe dovuto essere una festa di tutti e di tutte è stata trasformata da una
gestione incomprensibile e irresponsabile, in una giornata di scontri e tensioni utili solo
a sciacallaggi e penose strumentalizzazioni da parte di alcune forze politiche, che forse
pensano più alla campagna elettorale che ad altro. E leggere che la Sindaca esprima e
non solo leggere, anche ascoltare, perché poi ha ripetuto la stessa frase che era nel
comunicato stampa, esprima ringraziamento alle Forze dell’Ordine, che nonostante gli
scontri hanno arginato ulteriori degenerazioni. È imbarazzante e solo chi non era lì può
scrivere una frase del genere, solo chi non ha visto i poliziotti manganellare a freddo,
senza motivazioni, chiunque capitasse a tiro, comprese donne di mezza età,
pericolosissime, e anziani può pensare di ringraziare chi ha compiuto simili gesti. Solo
chi non ha visto i bambini piangere e i disabili in carrozzina, cercare di spostarsi dalla
carica può pensare che quella del Primo maggio sia stata una gestione dell’ordine
pubblico che ha arginato degenerazioni. E ripeto, io con queste parole non voglio dire
che tutte le Forze dell’Ordine sbagliano, non che tutte le Forze dell’Ordine compiano
normalmente azioni non condivisibili, però in questo caso è obiettivo e io ero lì, ero tra
lo striscione No TAV e il cordone. Io ricordo, per chi non c’era e forse avrebbe fatto
bene ad esserci, in quel momento alla testa dello spezzone No TAV, c’erano i giovani
No TAV, che se non lo sapete sono ragazzi intorno ai 20 anni o giù di lì, che erano
assolutamente disarmati, a volto scoperto, non avevano alcuna intenzione violenta,
volevano solo arrivare in piazza, dopo effettivamente, credo, tre ore penso fosse un
desiderio più che condivisibile. Per cui, io consiglierei alla Sindaca di pesare un po’ di
più le parole, o se non scrive lei i comunicati chi le scrive i comunicati, perché le parole
hanno un peso e per chi c’era, quelle parole sono dolore, sono dolorose, perché non
rispecchiano quello che abbiamo vissuto e quello che abbiamo visto. Poi, se vogliamo in
questi giorni molti temi sono all’ordine del giorno nella Città, molti temi che
definiscono la Città e un’Amministrazione, e la Città e la nostra Amministrazione sotto
alcuni punti di vista sono a un bivio, bisogna chiedersi se siamo diventati la città che
accoglie a braccia, più o meno aperte le case editrici vicino a Casapound al Salone del
Libro, ma che non permette allo spezzone sociale di arrivare in piazza, mentre parlano i
Sindacati, mentre parla la triplice durante la Festa dei Lavoratori. Bisogna capire quale
città siamo, quale città vogliamo, se questa è la città che vogliamo. Per me la risposta è
no, però bisogna decidere da che parte stare, perché la politica è fatta di scelte e alcuni
equilibrismi sono abbastanza inutili e stucchevoli. Detto questo, mi unisco anch’io alla
solidarietà, a chi quel giorno è stato vittima di violenze, possono essere stati i No TAV,
può essere stato il Partito Democratico, possiamo essere stati noi stessi. Io credo che in
quella situazione, alcuni errori che sono stati compiuti e che non dovevano essere
compiuti abbiano pesato, pesato troppo, perché sarebbe bastato veramente poco a
trasformare quel giorno, che non è stato una festa, in una vera Festa dei Lavoratori.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Pollicino.

POLLICINO Marina
Grazie. Partiamo da una considerazione soggettiva e “particulare”, come direbbe
Guicciardini. Io c’ero, ero presente e ho visto con i miei occhi e sono gli occhi che
trasmettono le immagini che vengono elaborate dal cervello, difficile convincere poi la
mente a negare, o modificare l’elaborazione della realtà che essa ha effettuato.
Elaborazioni soggettive, certo, prive di una visione complessiva e generale, che
riportino all’unità la molteplicità degli stimoli e delle percezioni della realtà, ma che
comunque mi consentono di fare qualche considerazione puntuale. Innanzitutto non
voglio avventurarmi nella diatriba, su chi abbia cominciato per primo, sarebbe una
discussione sterile e che ci porterebbe ad andare avanti all’infinito, dibattendo sulle
ragioni degli uni e degli altri e si lascerebbero gli attori in campo, sempre più che mai
convinti delle proprie ragioni rispetto alla controparte. Però posso affermare che c’è
qualcosa di oscuro, se mentre sfilo pacificamente durante una manifestazione,
all’improvviso dalle vie laterali della strada, come le chele di una tenaglia che si
chiudono, i caschi azzurri sbarrano la via, caricano in modo indistinto e da quello che
mi consta, immotivato, e impediscono ai manifestanti il libero esercizio democratico
dell’espressione della propria visione di sviluppo del lavoro legato al territorio, proprio
nel giorno della Festa dei Lavoratori. C’è qualcosa di fortemente critico in tutto ciò, che
trascende il comportamento delle Forze dell’Ordine o dei manifestanti, ma attiene alla
concezione che abbiamo sui livelli di partecipazione a una festa, che dovrebbe essere di
tutti i lavoratori, così come avviene in tutto il mondo. È evidente che la gestione della
festa non preveda una partecipazione massiva ma, al contrario, una testimonianza
selettiva e irreggimentata e che il corteo venga, di volta in volta, aggregato o
segmentato, con lo scopo di far arrivare in piazza, solo a manifestazione conclusa, una
parte ideologicamente connotata e in quanto tale, penalizzata, dei manifestanti. Ecco, è
su questo che io ritengo sia giunto il momento di fare un ragionamento, che trascende
l’episodio contingente dell’ordine pubblico, in virtù di una riflessione generale su quale
sia il significato che la cittadinanza vuole continuare a dare alla Festa del Primo maggio,
se cioè debba essere gestita o organizzata in modo tale, che continui ad essere una bella
vetrina in cui sfilino ed abbiano voce alcune rappresentanze della società, ad esclusione
di altre o non piuttosto un evento in cui sia garantito in modo plurale a tutti il diritto
costituzionale di partecipazione e di libera espressione delle proprie idee. Una società
che, ormai da anni, è caratterizzata da mutamenti profondi nelle compagini
socioeconomiche, in cui l’ascensore sociale rallenta in modo preoccupante e i territori
non riescono a far sentire le proprie ragioni, la gestione di una manifestazione che
rappresenta il momento per eccellenza del mondo del lavoro e della società civile, deve
trovare nuovi schemi di partecipazione, inclusione e rappresentanza. Se non siamo in
grado di dare una risposta seria al tema dell’accesso paritetico a tutti, rischiamo di
ritrovarci qui, il prossimo anno, o il prossimo ancora e discutere animatamente dello
stesso argomento, magari in condizioni e termini, Dio non voglia, più drammatici, per
cortei che si frammenteranno anche in sedi diverse, com’è già avvenuto nel Paese in
occasione del recente 25 aprile. Per questo la suggestione e l’appello che io rivolgo alla
Sindaca, che come lei spesso…, lei stessa ha sostenuto, è la Sindaca della Città, è quello
di farsi parte attiva presso le istituzioni competenti con l’obiettivo di giungere ad una
sintesi politica e a un confronto dialogante e meno muscolare, con tutti i protagonisti
della società civile nell’autentico spirito della festa. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Paoli.

PAOLI Maura
Grazie. Ma anch’io voglio dare la solidarietà a tutte le vittime di questo Primo maggio.
Quest’anno purtroppo non ho potuto partecipare e non ho potuto stare al fianco dei miei
colleghi manganellati, per la sola colpa di essersi proposti da pacieri, a quanto pare,
dalla parte sbagliata della barricata. Due anni fa era successo lo stesso a me, ho
conosciuto sulla mia pelle con i miei lividi, il prezzo che si paga a credere che la piazza
sia di tutti, che l’Articolo 21 è per tutti, anche se quello che viene gridato non piace, non
deve essere silenziato con delle cinghiate. E forse il Partito Democratico non è stato
molto chiaro con il suo zelante servizio d’ordine e spero che dopo le conseguenze che
ha creato, si faccia una riflessione e vengano presi dei provvedimenti, anche se,
sentendo le dichiarazioni di alcuni esponenti antecedenti e successivi al corteo, mi viene
difficile credere che quanto è accaduto non sia stato studiato a tavolino. È questo il
risultato che volevate ottenere? Bravi, l’avete ottenuto. Dopodiché, in linea con i miei
colleghi che mi hanno preceduto, è giusto fare una riflessione anche sull’operato delle
Forze dell’Ordine, perché è giusto ringraziare le Forze dell’Ordine e a me piacerebbe
farlo tutti i giorni, come il mese scorso, quando la D.I.A. di Torino ha sequestrato beni a
un commercialista di Rivoli, già condannato per riciclaggio per favorire la cosca della
‘ndrangheta degli Spagnolo. Io sono fiera di questi uomini e di queste donne coraggiose,
anche se non ho visto grandi comunicati in merito. Ma quando sbagliano è giusto dirlo,
anche solo per la giusta regola sociale dei feedback. Le cariche immotivate e
indiscriminate sulla folla sono sbagliate e, Sindaca, e non sa quanto mi dispiace dirlo
ancora una volta, quando si trova in queste situazioni, lei o rimane silente, o fa come ha
fatto in questa occasione, un comunicato inutile, se non irritante, perché nessuno ha
bisogno che sia lei a ricordare che la responsabilità penale è individuale e ancora una
volta, non una parola di solidarietà per i suoi colleghi manganellati e ancora gli
inopportuni e immotivati ringraziamenti. Ma che cosa c’è da ringraziare? Dobbiamo
ringraziare che non ci sia scappato il morto? Dobbiamo ringraziare che sia stato
impresso nella mente dei bambini un’immagine negativa delle Forze dell’Ordine? Ma
l’ho visto solo io, il video della gente che tenta di spaccare il finestrino del furgone in
cui si erano appena rifugiati una madre con il suo bambino? L’ho visto solo io
l’avvocato Vitale sanguinante, mentre con il suo corpo tentava di proteggere una donna
a terra? Ma che cosa c’è da ringraziare? A meno che io non abbia frainteso, e in realtà i
ringraziamenti erano rivolti alla folla inerme che non ha reagito, a chi con le mani alzate
tentava di scongiurare le cariche, agli organizzatori dello spezzone sociale che urlavano
dagli altoparlanti: “Non reagite”. Perché altrimenti non voglio immaginare il massacro
che avrebbe potuto generarsi. Io davvero non riesco a spiegarmelo, a questo punto è
meglio il silenzio, o piuttosto sarebbe interessante sapere a che diavolo serve il Tavolo
della Sicurezza. Dopo l’anno scorso io ero davvero più serena, pensavo che la Città si
fosse imposta: “Non spezzate il corteo, tutti hanno il diritto di manifestare” e così è
stato, il corteo non è stato spezzato e nessuna violenza è stata commessa. Sembrava un
parallelismo semplice, sembrava che potesse diventare una prassi, estirpando la prassi a
cui invece assistiamo da vent’anni e invece no, mi viene da pensare che l’anno scorso
sia stato un caso, la buona sorte, oppure i Sindacati si sentivano più tolleranti e
inclusivi, chissà, tutto può essere. Quello che ci viene raccontato è che al Tavolo della
Sicurezza il Comune va ad ascoltare, ma allora fatevi mandare una e-mail. Se la Città,
se il Sindaco, che è responsabile della sicurezza dei suoi cittadini, non conta nulla nella
gestione della sicurezza della sua città, ma che ci andate a fare? Oppure contate? E
allora oggi non sono sufficienti le risposte che sono state date.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliera Paoli. Prego, Vicepresidente Ferrero.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Grazie, Presidente. Io sono stata a marciare con i cittadini e le cittadine per le vie della
città e mi rammarico che le parti del corteo fossero male assortite. Ho cercato,
personalmente, di portare tutti in piazza senza incidenti e alzando le mani in segno di
resa, perché io ritengo che il Primo maggio sia di tutti e di tutte e che tutti debbano
arrivare in piazza e portare sul palco la propria idea di lavoro, la propria idea di mondo,
la propria idea di società. Ho ricevuto attacchi duri e personali e non scuso una politica
che denigra l’altro, in modo, peraltro, anche ridicolo. Mi sono state chieste le dimissioni
e le appunto come una spilletta. Ma chi ha definito nella manifestazione i No TAV
“gentaglia”, ha dato della gentaglia a tutta questa Maggioranza, a una piccola Valle che
lotta da anni, da 29 anni, per essere ascoltata e anche a una parte di Governo. Il lavoro è
un diritto che va rivendicato, sicuramente, non con violenza, la democrazia la
decliniamo ogni giorno e concludo che una buona gestione meritava di essere
ringraziata, ma non sicuramente una gestione così violenta, che io rinnego. Una società
veramente democratica non avrebbe neanche bisogno di poliziotti alle manifestazioni.
Chi dialoga non picchia, non tira cinghiate e non insulta. Io mi aspetto che le forze
politiche e questo è un invito a noi e anche alle minoranze, si mettano a lavorare per
pacificare questa città. Il Primo maggio è davvero diventato questo? Uno scontro di
piazza o si può ripensarlo come veramente una festa dei lavoratori e delle lavoratrici? Io
voglio festeggiare il lavoro senza rabbia, senza violenze e ribadisco la necessità della
politica di farsi carico di una gestione assolutamente diversa della piazza, del corteo e
anche del lavoro.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Vicepresidente. Prego, Capogruppo Sganga.

SGANGA Valentina
Grazie, Presidente. Io sarò brevissima, in realtà non sarei neanche voluta intervenire su
queste comunicazioni, non perché non ritenga importante l’approfondimento di quanto,
anche di grave, è accaduto il Primo maggio, ma perché, devo ammettere che,
ultimamente tutta questa polemica che gira intorno al Primo maggio e non solo questo
Primo maggio, cioè tutta la polemica che gira intorno al Primo maggio, da anni, a me ha
stufato, mi ha veramente stufato, sono veramente arrivata a… Io il Primo maggio, dopo
la manifestazione, sono tornata a casa e ho pensato: “Forse questa è l’ultima
manifestazione a cui partecipo” e da figlia, anche di un sindacalista che per anni si è
battuto per la lotta sul lavoro, questo pensiero mi dispiaceva e mi faceva male, mi
faceva tanto più male ancora da No TAV, perché sono scesa in piazza anche pensando
che, appunto, era giusto spingere per ribaltare la visione, ad oggi, dominante, sulle
grandi opere che creano lavoro, perché poi, fondamentalmente, non è così. E quindi
tutto ciò per dire cosa? Tutto ciò per dire che, io vorrei che il prossimo anno ci
ritrovassimo in quest’Aula a parlare di Primo maggio e a confrontarci anche in modo
duro, però sui temi del lavoro. Prima parlavamo dell’idea che ha la Città, se Torino è
piccola, se Torino è grande. Torino ha un unico grande problema che è quello
occupazionale, e quindi vorrei che quel problema, che è il problema occupazionale, più
di tutto, fosse al centro, perché ogni anno e lo dico… e anch’io ho sempre partecipato al
corteo del Primo maggio negli ultimi anni, nello spezzone sociale e lo rivendico e
difendo chi partecipa in quello spezzone e mi dispiace, davvero, vedere ogni Primo
maggio il corteo spezzato, perché è vero che l’anno scorso non ci sono stati scontri, però
è anche vero che, l’anno scorso, quello spezzone sociale non è riuscito ad arrivare in
piazza e non riuscirà mai ad arrivare in piazza, fondamentalmente perché la piazza
appartiene, fondamentalmente, a chi organizza il Primo maggio, cioè al sindacato.
Allora vorrei che il prossimo anno parlassimo di lavoro e pensassimo anche a come
riprogrammare quella giornata e quel corteo, perché se rimane, così com’è oggi, rimarrà
così colmo di polemiche, ma in cui ci sarà un unico grande assente che è il lavoro.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Vicepresidente Lavolta.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie. Molto rapidamente per dire che io sono molto preoccupato, del fatto che
qualcuno immagini che il Primo maggio possa essere caratterizzato da più piazze.
Bisogna avere invece il coraggio e la forza di fare un’analisi di quello che è successo e
di quello che succede e immaginare che la politica affronti i problemi e che non fugga
dai problemi, che non giri le spalle a quanto succede e a quanto è successo. Quindi io
spero, mi auguro che la Sindaca non prenda in considerazione la proposta della collega
Sganga, che ho avuto modo anche di leggere in un comunicato stampa, perché sarebbe il
fallimento della politica, bisogna invece e io sono abbastanza d’accordo con molte delle
cose che ho sentito, soprattutto da parte di chi era presente e che non si è limitato a
passeggiare con le mani in tasca ed è…, evidentemente, responsabilmente, dal mio
punto di vista, ha fatto ciò che abbiamo fatto noi, abbiamo cercato di evitare che alcuni
ragazzi, perché è vero che c’erano dei giovani No TAV, ma c’erano anche i Giovani
Democratici che cercavano serenamente di manifestare durante il Primo maggio,
tranquilli, con le loro bandiere, al loro posto, perché l’assegnazione, Sindaca, il Partito
Democratico l’ha rispettata. L’assegnazione condivisa anche con lei, con le
organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, prevedeva che ci fossero i partiti, che
dietro i partiti ci fossero gli studenti e che dietro gli studenti ci fossero i movimenti.
Quello che rimane stonato di questo dibattito, di cui io ho apprezzato l’onestà
intellettuale, soprattutto, ripeto, di chi era presente e come noi si è sporcato le mani, nel
senso che le ha alzate e ha difeso coloro i quali legittimamente volevano,
semplicemente, manifestare e sfilare in corteo, quello che manca, però, nell’analisi è il
fatto che, siccome io sono fermamente convinto che il Movimento No TAV non sia un
movimento violento, io sono fermamente convinto che il Movimento No TAV non sia
un movimento violento, il Movimento No TAV però si rende complice delle violenze,
nel momento in cui non prende le distanze da coloro i quali, voi, lei, Consigliere
Carretto, lei, Consigliera Pollicino, lei, Consigliera Ferrero, cercavate di tenere a
distanza dagli altri ragazzi, che volevano, invece, semplicemente manifestare e sfilare.
Perché voi, come noi, siete stati testimoni del fatto che ci fossero dei violenti che
volevano impedire, che democraticamente, serenamente, alcuni giovani Democratici
sfilassero durante il corteo del Primo maggio e io vi ringrazio, perché tutte le volte che
questi violenti, che, secondo me, nulla hanno a che fare con il vero e autentico
Movimento No TAV, ma incidentalmente avevano le bandiere No TAV in quel
momento in mano, il problema è che non le usavano per esprimere una propria opinione
politica sulle infrastrutture, quelle bandiere le usavano per picchiare in testa giovani
Democratici che, ripeto erano al loro posto e sfilavano serenamente durante il corteo.
Voi eravate lì con noi e queste cose le avete viste tutte, altrimenti voi non vi sareste
frapposti. Tra chi vi siete frapposti? Vi siete frapposti tra alcuni violenti e alcuni che
erano al loro posto e manifestavano serenamente. Quelli al loro posto, Sindaca, non
gliel’ho ancora sentito dire, erano quelli del Partito Democratico, quelli che
violentemente impedivano al Partito Democratico di manifestare serenamente, ma
impedivano anche al Movimento No TAV, di essere un movimento che legittimamente
esprimeva una posizione politica all’interno di un momento che, secondo me, poteva
anche fare anche a meno di una rivendicazione su un’infrastruttura, ma era la piazza di
tutti, io condivido, era la piazza di tutti, quindi era anche giusto che ci fossero, lei, e mi
dispiace anche voi, avreste avuto oggi la straordinaria opportunità di dire e rivendicare e
io l’avrei fatto con voi il fatto che il Movimento No TAV non è un movimento violento,
ma all’interno del Movimento No TAV, si annidano dei violenti che sporcano
l’immagine sana e pulita di un movimento che vuole esprimere semplicemente la
propria posizione. Perché non lo fate? Perché, Sindaca, lei non lo fa? Perché non si
degna, in quest’Aula, di esprimere un minimo di solidarietà, nei confronti di una
porzione di città che, lasci perdere il fatto che avevano le bandiere del Partito
Democratico, ma che legittimamente e serenamente al loro posto, occupavano lo spazio
assegnatogli nel corteo. Sindaca, è deludente questo suo atteggiamento, è deludente il
fatto che lei non riesca a prendere una posizione chiara, è deludente il fatto che lei nel
tentativo malconcio e sbiadito di rappresentare tutti, non riesca a rappresentare alcuno.
Questo è quello che le contestiamo noi oggi.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Vicepresidente Lavolta. Una veloce replica. Prego, Capogruppo Sganga.

SGANGA Valentina
Sì, grazie. Solo perché sono stata tirata in causa dal Vicepresidente Lavolta, sulla
proposta che, credo, evidentemente possa essere intesa anche come una provocazione.
Nessuno vuole dividere i lavoratori al corteo del Primo maggio e nessuno vorrebbe
dividere le piazze, ma le piazze sono già divise e il corteo è già diviso e quindi è chiaro
che, l’intento di quella proposta e l’intento di quella provocazione, è di prendere un
impegno politicamente, perché quella divisione venga sanata, perché i disoccupati, i
precari, i Rider, possano essere anch’essi, con il loro dissenso anche, in piazza durante il
comizio sindacale. Allora o ci prendiamo un impegno, politicamente, di sostenere
questa cosa, oppure andiamo a ripensare a quella giornata. Poi, lei dice che
all’interno…, che dobbiamo riconoscere che all’interno dei No TAV ci sono dei
violenti, mi fanno sorridere queste parole, perché varrebbe lo stesso per voi, l’uso della
cinghia l’abbiamo visto tutti, al corteo, quindi evitiamo di mettere etichette, evitiamo di
continuare con questa polemica, che sta diventando veramente stucchevole, oltremodo.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Capogruppo Sganga. Replica e conclude la Sindaca Appendino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i Consiglieri e le Consigliere intervenute. In realtà io
credo di essere stata molto chiara, cioè che, esattamente, il Vicepresidente Lavolta credo
che abbia detto il contrario del Consigliere Lo Russo, forse non ho capito io bene. Se gli
atteggiamenti violenti appartengono a un singolo e non a un gruppo vale per i No TAV,
come vale per il Partito Democratico, come per qualsiasi persona, che appartiene a un
gruppo che decide di manifestare in una parte del corteo. Il mio intervento è
chiarissimo, dal mio punto di vista, nessuno può associare un’etichetta a un
individuamento personale di una persona, a un gruppo, perché è demagogia, ed è un
punto di vista scorretto nei confronti di chi sta manifestando per un ideale in cui crede.
La solidarietà della Sindaca, perdonatemi e mi dispiace se qualcuno, come dire, non si è
sentito (parola incomprensibile) coinvolto, non va a un partito o un movimento, va ad
ogni singola persona e quindi, sì, certamente anche i Consiglieri che sono stati coinvolti,
che evidentemente, sono stati oggetto di violenza fisica e verbale. La solidarietà della
Sindaca e delle Istituzioni va a chiunque che in quel Primo maggio, non ha potuto
manifestare con serenità e non ha potuto, nell’ambito delle regole, evidentemente,
esprimere il proprio pensiero. Ma se torniamo al tema di etichettare ripartiamo dal punto
di partenza e io credo che sia, come dire, sbagliato. Aggiungo una cosa, Consigliere
Lavolta, guardi che lei sbaglia, la Sindaca non decide dove si piazzano i pezzi di corteo
e se devo dire una cosa e gliel’ho detto privatamente e non ho problema a dirlo in
pubblico, dal mio punto di vista è stato un errore mettere i due pezzi di quel corteo
vicini e dal mio punto di vista (INTERVENTO FORI MICROFONO), e dal mio punto
di vista, e dal mio punto di vista, dal mio punto di vista, sarebbe, certamente, più
opportuno valutare di evitare di trovarci in una situazione di nuovo di questo tipo, ma
non è la Sindaca che scrive dove si mettono. Sto scaricando? No. Ma non crediate che ci
sia, visto che qua si pensa anche a retropensieri strani, da alcuni interventi che ho
sentito, che è stata la Sindaca a dire: “Mettiamo i No TAV vicino al Partito
Democratico, per mettere in difficoltà il Partito Democratico e i NO TAV”, non è
questo, non è assolutamente questo. E aggiungo un’ultima cosa su cui ci tengo a
chiudere, le parole che ho scritto e che ho ripetuto in quest’Aula, le ho dette l’altro ieri o
quando era, le ho dette oggi e le ripeterei domani altre 100 e 1000 volte, è il mio
pensiero, lo penso, credo che sia giusto che lo Stato sia rappresentato e che le Istituzioni
siano da parte dello Stato e dovessi ridirlo, ridirei le stesse cose. Mi rendo conto che
qualcuno può non condividerlo, ci mancherebbe, è legittimo, ma non c’è nessuna
retroazione, nessun retropensiero, c’è un pensiero mio che si può condividere o non
condividere. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Sindaca.
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