Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Io apprezzo molto il fatto che l’Assessora abbia assunto l’elemento di discriminazione, tanto più incomprensibile quanto successivo all’esito di una sentenza che ancora GTT sta praticando nei confronti dei padri, che in una logica culturale e civile di condivisione delle responsabilità genitoriali ricorrono alla richiesta di congedo e per questo vedono penalizzata la loro valutazione nel calcolo del premio di produzione. Quindi, assumo il fatto che, per la prima parte, l’Assessora intenda assumere un’iniziativa positiva nei confronti dell’azienda e con questo l’interpellanza ha raggiunto un risultato. Sulla seconda parte, vale a dire, il fatto che ci sia un’applicazione letterale delle disposizioni del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, e che questa disposizione letterale avvenga nel range più restrittivo, perché è vero che il Contratto Collettivo Nazionale prevede fino a 7 giorni di dichiarazione anticipata dell’assenza, però è anche vero che questo termine è consentito anche in maniera più flessibile e il fatto che l’azienda abbia ritenuto opportuno applicare il criterio più rigoroso è evidentemente un segnale o di difficoltà a costruire una programmazione corretta ed efficiente del servizio o di rigidità nei confronti del personale dipendente. Quel che più, però, inquietava era l’insieme delle misure adottate per valutare l’opportunità e la fondatezza della richiesta di congedo in caso di malattia dei bambini. L’Assessora ha già citato quella che dovrebbe essere prassi ordinaria nel rilascio dei certificati medici da parte del pediatra di libera scelta; non ha però fatto riferimento all’altra obiezione che l’interpellanza richiamava, vale a dire al fatto che l’azienda pretende anche dal lavoratore una dichiarazione in merito ai giorni di congedo fruiti dall’altro coniuge con un’ingerenza, a mio modo di vedere, importante e infondata rispetto alle condivisioni interne alla coppia, ma soprattutto quasi a voler introdurre nel rapporto tra datore di lavoro e i propri dipendenti l’idea che i dipendenti stiano cercando di profittare di quelli che, invece, sono i diritti sanciti dalle norme e dalle contrattazioni e si debba andare ad indagare sulla possibilità alternativa che questi lavoratori potrebbero avere anziché chiedere il congedo. Allora, in specie per questa seconda parte dell’interpellanza, che non mi risulta adeguatamente soddisfatta, non credo per demerito dell’Assessora, ma per mancata informativa da parte dell’azienda nei confronti della Giunta, io chiedo che questa interpellanza rimanga iscritta e proceda per l’iscrizione nella Commissione Consiliare che non penso sia quella dei trasporti, ma trattandosi di relazioni tra datore di lavoro e dipendenti sia piuttosto quella delle Pari Opportunità. |