Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Quindi, adesso lascio la parola per l’illustrazione all’Assessore Rolando per i punti inseriti all’Ordine del Giorno. Le illustrazioni vengono fatte congiuntamente; per quanto riguarda l’illustrazione di ITER la farà l’Assessore Di Martino. Prego, Assessore Rolando. ROLANDO Sergio (Assessore) Buongiorno. Io inizio l’illustrazione parlando prima della seconda delibera, poi illustrerò le tre delibere, punto per punto, perché nella relazione il riferimento più rilevante è al Bilancio di Previsione 2019. Quando tutto sembra essere contro si ricorda che l’aereo decolla controvento, non con il vento in coda, questo è l’approccio al Bilancio del prossimo triennio. Premetto che quest’anno la relazione sarà molto più breve sia per cercare di attrarre maggiormente la vostra attenzione, sia perché, al di là delle critiche dei numeri, è volontà dell’Amministrazione ribadire l’impegno che essa sta ponendo in questo faticoso percorso per uscire da una situazione a tutti nota e dalla quale nessuno può sottrarsi in termini di responsabilità. Ci troviamo a metà della Consiliatura e alla terza elaborazione di un Bilancio che ci ha posto nuovamente di fronte a scelte difficili, ma con lo stesso rigore degli esercizi precedenti, nonostante le nuove norme in materia di bilancio, abbiamo saputo far quadrare i conti individuando nuovamente le priorità d’intervento e assicurando il buon funzionamento della macchina comunale. La manovra di Bilancio dello Stato ha mostrato certamente misure favorevoli e significative su alcuni versanti, su altri, però, e che ci riguardano da vicino si evidenzia la riduzione di trasferimenti con strette a danno di tutte le Amministrazioni. Cito l’ampliamento dell’accantonamento minimo fondi crediti di dubbia esigibilità, la riduzione a ricorso delle anticipazioni di tesoreria, lo stralcio delle cartelle, la riduzione del fondo IMU, TASI ripristinato poi successivamente a livello dell’anno precedente con emendamento alla manovra di Bilancio dopo una lunga trattativa tra i Comuni e Governo, ovviamente l’ANCI, e una serie di disposizioni con parametri di virtuosità faticosamente raggiungibili. Una Legge di Bilancio che ci ha portato vicino ad una zona pericolosa, ma nonostante ciò siamo riusciti in un impegno a portare avanti la promessa di una progressiva riduzione della spesa e a procedere in questa impegnativa a Bilancio di Previsione. Abbiamo rafforzato ed implementato in ambito riscossione l’attività di dati intelligence, sarà avviata nonostante la cosiddetta pace fiscale che ha fatto registrare nell’ultimo periodo dell’anno una riduzione nella propensione dei pagamenti. Pur rimanendo significativa l’esposizione debitoria della Città, abbiamo realizzato un miglioramento per quanto riguarda l’utilizzo delle anticipazioni di tesoreria e in generale tutte le attività poste in essere da quest’Amministrazione stanno determinando dei risultati, anche se piccoli, di miglioramento. È indubbio che però la situazione dell’indebitamento di Torino e nelle altre grandi Città e nelle Città Metropolitane rappresenta un fattore critico di notevole rilevanza per cui confidiamo al netto dei nostri sforzi nell’impegno del Governo di adottare, in parallelo con una riforma del Testo Unico degli Enti Locali, una misura strutturale per rendere sostenibile il debito delle amministrazioni locali, pare che si stia andando in questa direzione, il MEF ha avviato un tavolo tecnico che intende studiare soluzioni che permettano operazioni di ristrutturazione del debito di lungo periodo, le operazioni a breve fatte fino ad oggi non risolverebbero i problemi di Bilancio in parte corrente e non ci permetterebbero in futuro di liberare risorse per garantire le attività dirette sul territorio e i servizi ai cittadini. Cittadini che legittimamente chiedono servizi sempre più efficienti e ai quali l’Amministrazione deve rispondere, ma con un Bilancio sempre più ridotto occorre trovare nuove strade. E seppur non ci venga sempre riconosciuto, lo sguardo è lontano e il cambiamento con coraggio, gradualità e concretezza si sta verificando, non da meno dalle amministrazioni che ci hanno preceduto ci stiamo impegnando su tutti i fronti affinché il futuro di Torino sia nella città universitaria, nella città della cultura e dello sport, nella città turistica, nella città smart, nella città del lavoro e dell’impresa, nella città dei diritti e della partecipazione, nella città aperta e inclusiva, nella città verde e compatta. Per misurarci con le rivoluzioni tecnologiche stiamo investendo su ricerca e innovazione, ma dobbiamo ancora valorizzare di più e attrarre talenti. Per fare tutto ciò l’impegno da parte di tutta la Giunta, del Consiglio Comunale è quotidiano, ma come si è detto e dimostrato in molti casi non da soli; con la collaborazione di tutti i dipendenti e sempre più risicati, ma sempre più responsabili e ai quali porgo i miei ringraziamenti, ma soprattutto con la forza della società. Non possiamo non sottolineare come le comunità intermedie, enti, associazioni si siano rivelati nel tempo promotori della crescita e del territorio e capaci di sostenere investimenti sociali orientati all’inclusione e dando vita a nuove forme di welfare. Ed è anche su queste risorse preziose, in modo sempre più inclusivo, ampio e trasparente, che l’Amministrazione indirizza aiuti concreti per progredire, svilupparsi e trovare soluzioni per migliorare la qualità della vita di tutti noi. Certo è che le difficoltà non le riscontriamo solo a livello locale. Il quadro tratteggiato dalla Commissione Europea è purtroppo un quadro pessimistico soggetto ad elevata incertezza, a giocare oltre al ciclo economico e alla guerra commerciale sino-americana sono le tensioni sociali in alcuni paesi e incertezze politiche e i perduranti dubbi che aleggiano sulla scelta britannica di lasciare l’Unione. Al di là di un calo drastico delle stime di crescita per il 2019 su tutta l’Europa, l’esecutivo comunitario ha espresso, nel suo rapporto trimestrale, pessimismo sul futuro economico dell’Italia e prevede un forte rallentamento dell’economia italiana da attribuirsi principalmente ad una diminuzione del commercio internazionale oltre che ad una debole domanda interna soprattutto sul fronte degli investimenti. Anche la Banca D’Italia e il Fondo Monetario Internazionale hanno espresso pessimismo sullo stato dell’economia italiana, seppur questo quadro contenga previsioni di crescita di inflazione, ma non di deficit né di debito. Le previsioni concordano su un orientamento della crescita mondiale dal 3,7% al 3,5% con alcune aree come l’Eurozona dove l’orientamento dovrebbe essere più marcato, dall’1,7 all’1,1%. Tuttavia il rialzo corale degli stili azionari contrasta con la macroeconomia. Si è chiuso un trimestre brillante per le Borse globali come non si vedeva dal 2012, in Europa la maglia rosa, come scrive il Sole 24 Ore, va a Piazza Affari che in tre mesi ha recuperato l’intero ribasso accumulato nel 2018, quest’ultimo punto non può non cogliersi con fiducioso ottimismo. Torniamo alla nostra manovra finanziaria, che avremmo voluto approvare nei tempi evitando l’annoso ricorso all’esercizio provvisorio e alla gestione provvisoria, ma come già sottolineato la manovra del Bilancio dello Stato ci ha posto qualche ostacolo in più. Il Preventivo tra elementi positivi e qualche criticità conferma le scelte strategiche sviluppate in questi anni perché è unito al welfare, ai servizi alle persone e alle imprese e la salvaguardia di un alto livello di investimento nelle opere pubbliche, soprattutto nelle manutenzione della Città, problema sempre più delicato in termini di sicurezza per i cittadini. Ovvero abbiamo proseguito l’azione finalizzata al risanamento dei conti, salvaguardando l’offerta generale dei servizi in settori chiave per la vita della Città, ponendo al contempo le basi per dare corpo - in linea con quanto previsto dal Piano di riequilibrio condiviso con la Corte dei Conti - a quegli interventi necessari per superare l’attuale situazione di squilibrio strutturale, tra entrate ordinarie e spese ordinarie. Questa in estrema sintesi le linee guida sulle quali è stato impostato il Bilancio di Previsione pluriennale per gli anni 2019, ’20 e ’21 approvato dalla Giunta Comunale con parere favorevole dell’Organo di Revisione, discusso in ogni suo aspetto nelle molteplici Commissioni Consiliari, esposto in tutte le sedi circoscrizionali e che oggi passerà al vaglio finale per il definitivo sì. Riflette nei contenuti la complessa situazione economica e finanziaria dell’Ente, le difficoltà e i limiti d’azione costituiti dall’incidenza sulla parte corrente della percentuale delle spese rigide (in particolare quelle dovute per il personale per il pagamento delle quote di debito e dei relativi interessi) ma che, al tempo stesso, consente di dimostrare i diversi elementi che stanno contribuendo a migliorare lo stato delle finanze comunali. Dato quest’ultimo evidenziato dalla progressiva riduzione dell’indebitamento che prosegue con un calo previsto di oltre 100 milioni l’anno nel prossimo triennio, dall’incremento dell’attività di riscossione e dal miglioramento del sistema di cassa che determinano una riduzione della spesa per le anticipazioni di tesoreria dai risultati raggiunti in termini di assetto societario e finanziario con riferimento specifico alle società di trasporti GTT e Infra.To. Ancora con la copertura mediante entrate correnti dal Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità e senza l’applicazione di avanzo di Amministrazione anticipando la manovra dello Stato con il finanziamento in parte corrente degli enti culturali, con la revisione delle previsioni per le sanzioni e la violazione del Codice della Strada distinguendo tra accertamenti di cassa e accertamenti dati ingiuntivi e con l’utilizzo di onere per le spese di manutenzione ordinaria nel limite della spesa storica annuale. Resta inteso che nonostante i progressi compiuti per colmare lo squilibrio strutturale (oggi quantificabile in circa 60 milioni di Euro) occorre attuare una politica di bilancio (e il pluriennale di previsione 2019-2021 va già in questa direzione) che consenta di ridurre le spese per il personale e per la gestione del patrimonio comunale nel suo complesso. Adottando, da questo e dal prossimo esercizio, una serie di misure sull’organizzazione amministrativa e gestionale nel suo insieme che possono prevedere anche la riduzione di alcuni servizi non istituzionali o comunque ritenuti non essenziali per la cittadinanza. Il Bilancio di Previsione pareggia per la parte corrente a 1.227.000.000 di Euro, per quanto riguarda le entrate 834 milioni sono le tributarie e solo 155 milioni quelle da trasferimenti correnti da Stato, Regione ed altri Enti Pubblici. Alla voce di spese in calo quella per il personale che nonostante l’aumento contrattuale risulta di 376 milioni di Euro (nel 2018 era 381,3 milioni), mentre sale la quota destinata al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità che passa dai 90 milioni di Euro del 2018 ai 94 milioni dell’anno in corso. Per la parte in conto capitale vengono destinati gli investimenti circa 292 milioni di Euro finanziati per 28 milioni con entrate proprie (alienazioni, riduzione di attività finanziarie), per 23 milioni con l’accensione di nuovi mutui, per 6 milioni con gli introiti da concessioni edilizie e, per la restante parte, attraverso contributi da Stato, Regioni ed altri soggetti e Fondo Pluriennale Vincolato. Giunto al termine, rammentando che chi amministra deve far fronte alle contingenze della quotidianità che, essendo spesso risposte dirette a bisogni dei cittadini, assumono carattere di urgenza e gli enti locali che vivono in questo periodo storico e politico, fase di grandi trasformazioni e, non di meno, di crescenti difficoltà, hanno bisogno di supporto per la gestione delle risorse pubbliche in maniera corretta ed efficace. Questo supporto può e deve avvenire dall’Amministrazione centrale, ma tutti noi dobbiamo contribuire. Concludo rinnovando l’invito a tutti a collaborare alla trasformazione e alla crescita della nostra Città. Infine rivolgo un grazie particolare alla Sindaca, al Vicesindaco e a tutti coloro che hanno contribuito alla stesura di questo Bilancio. Sono mancato proprio nel periodo che ha toccato i lavori delle Commissioni e delle Circoscrizioni, devo dire grazie a tutto il supporto che è stato dato e anche all’Aula che mi ha consentito di raccontare quanto segue. Proseguo con l’illustrazione delle delibere? Rapidamente, perché, allora, oggi il Consiglio è deputato a dire la sua sul DUP, Documento Unico di Programmazione, che come è noto a tutta l’Aula è un documento che è fatto di due sezioni, una sezione che riguarda la parte strategica avente come orizzonte temporaneo il mandato ed è articolata per missioni, la sezione operativa di portata triennale che sviluppa il contenuto delle missioni, tutti i documenti su cui si appoggia il DUP sono citati nella delibera, con questa delibera si chiede l’approvazione appunto di questo documento. Poi c’è il Bilancio di Previsione Finanziaria di cui ho già detto in modo sintetico nella mia relazione, che è stato corredato anche dalla relazione dei Revisori come è stato aggiunto, infine c’è la terza delibera che prevede dal Decreto TUEL l’applicazione dell’articolo 172, lettera C concernente i servizi pubblici e la domanda individuale dell’anno 2019, i servizi pubblici che vengono coperti anche quest’anno sono pari al 52,36%, le spese sono 40 milioni circa a fronte di 76..., le spese scoperte sono 40 milioni a fronte di 76 milioni l’elenco dei servizi pubblici domanda individuale ricalca esattamente quelle degli altri anni ed è computato nella delibera. Insieme alle delibere c’è..., mi permetto anche di introdurre, poi vedremo, c’è anche una delibera di accompagnamento che poi verrà illustrata separatamente, io ringrazio ancora l’Aula e ho finito. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Assessore. Soltanto per i lavori, la relazione sta pervenendo a tutti i Capigruppo? Sì. Quindi proseguirei ora con l’illustrazione della delibera di competenza dell’Assessora Di Martino. Prego, Assessora. DI MARTINO Antonietta (Assessora) Grazie, Presidente. Il Bilancio di ITER come si può vedere dalla proposta di deliberazione in esame pareggia le entrate e le spese per un totale di 701.105 Euro, a tale somma andrà poi applicato l’avanzo di Amministrazione dell’Esercizio 2018 che sarà oggetto dell’esame da parte di questo Consiglio Comunale nelle prossime settimane e in occasione della discussione sul rendiconto. Abbiamo già avuto modo in almeno due sedute delle Commissioni Consiliari competenti, l’ultima delle quali lo scorso venerdì, di esaminare approfonditamente le attività di ITER e di condividere la rilevanza e la bontà delle attività educative svolte da questa istituzione, infatti nonostante le difficoltà comuni a tutti gli edifici comunali dovute alla scarsità sempre più rilevante di personale, ITER offre i servizi importanti alle scuole e alle famiglie torinesi, ludoteche, laboratori, estate ragazzi, crescere in Città, cortili scolastici aperti, la scuola adotta il monumento, sono solo alcune delle attività promosse da ITER. In Commissione ci siamo anche soffermati sulle novità che caratterizzeranno le attività di ITER nel 2019, tra le quali l’avvio del progetto della scuola centro civico di via Bardonecchia con le nuove proposte di didattica innovativa e il rilancio del Centro Remida. Tornando alla proposta di Bilancio evidenzio che oltre a 102.000 Euro di entrate ed uscite, per entrate per conto terzo e partite di giro, ad esempio l’IVA, la maggior parte delle entrate di ITER sono entrate collegate alla spesa e cioè entrate che altri soggetti, la Città, Fondazioni bancarie e specie Compagnia San Paolo e ASL, trasferiscono a ITER per la realizzazione di progetti, attività precedentemente concordate, così i fondi della Compagnia San Paolo previsti per 357.000 Euro sono erogati per la gestione delle ludoteche, per il supporto all’attività di Cascina Falchera, per il laboratorio multimediale e per le attività di comunicazione legate a Estate Ragazzi, i fondi trasferiti dalla Città e da quest’ultima ricevuti ai sensi della Legge 285/97 pari a Euro 46.600 sono trasferiti per varie attività legate tra l’altro ai cortili scolastici aperti, alla convenzione col Teatro Ragazzi e altre attività del Laboratorio Città Sostenibile. A questi fondi si aggiungono 25.000 Euro per progetti definiti nell’ambito di AxTO declinazione torinese del progetto periferie finanziato dal Governo centrale e che per ITER significa il rafforzamento delle attività legate ai cortili scolastici aperti al pubblico e 23.000 Euro erogati dall’ASL cittadina quale contributo alle attività svolte al Regina Margherita e al Martini con i gruppi gioco ospedali. Sono invece destinate ad implementare i servizi finanziati con le risorse di cui sopra il trasferimento che il Comune di Torino eroga ad ITER sulla base del vigente contratto di servizio di 80.000 Euro le entrate proprie, tariffe per fruizione ludoteche da parte dell’utenza libera e da parte delle scuole per le attività proposte da ITER nel crescere in Città stimate sulla base dello storico in 45.000 Euro. L’entrata di 23.000 Euro, a seguito dello svolgimento in partnership con un’agenzia di formazione, è destinata al corso di formazione professionale finanziato dalla Regione Piemonte per ludotecari. Le uscite di ITER sono sostanzialmente legate alle attività svolte e alle spese strumentali a queste ultime, ad esempio spese di pulizie, telefono, acquisto di materiale e così via, e infine come potete notare l’emendamento è dovuto ad un semplice refuso previsto nel provvedimento, quindi a pagina 3, al punto 1 del dispositivo, nei punti elenco occorre sostituire la lettera D con la lettera C, che erroneamente era stata scritta. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Proseguiamo con l’illustrazione della mozione di accompagnamento e poi apriamo la discussione su tutti gli atti. Prego, Consigliera Pollicino. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Intervengo sulla mozione di accompagnamento che per amor di verità devo dire essere stata proposta in modo condiviso da Maggioranza e Minoranza dei presenti in sede di Commissione quando si è trattato il Bilancio di Previsione 2019/2021 relativo alla materia di competenza della Città in merito agli asili nido e alle scuole di infanzia. In effetti, sebbene i Bilanci siano confermati negli stanziamenti e garantiscano la continuità dei servizi educativi della Città, è pur vero che nel corso della Commissione è stato evidenziato un punto di criticità nella carenza del personale, criticità giustamente segnalata dall’Assessora in sede di Commissione. Le cause di tale carenza sono diverse e tutte di rilievo, in primo luogo l’elevato numero di uscite in quiescenza sia di quelle già avvenute sia di quelle programmate e ancora al netto degli effetti della riforma della quota 100 per cui oggi non si conosce la portata dei pensionamenti anticipati inducono a prevedere una carenza di organico di ruolo di più di 100 unità nei profili di educatore e insegnante, contrazione che finora è stata sopperita con le normali supplenze, cioè con incarichi precari su posti vacanti, se ai pensionamenti aggiungiamo gli incarichi per assenze temporanee attribuibili a malattie, distacchi e aspettative che solitamente si verificano nei nidi e nelle scuole dell’infanzia si arriva al totale di circa 200 precari su circa 1.100 unità di personale. Un altro punto critico evidenziato è la diretta conseguenza di quanto sopra espresso, le supplenze sono caratterizzate da un turnover molto elevato a causa della direttiva europea sull’abuso dei contratti a termine che non consente la prosecuzione dei contratti oltre i 36 mesi, tutto ciò influisce sulla continuità pedagogico-didattica e sullo sviluppo e la partecipazione del personale ai progetti che richiedono un impegno prolungato in più anni. Infine la presenza di un personale educativo che ha un’età superiore ai 60 anni, se da una parte costituisce una risorsa in termini di competenze e alta professionalità e quindi un indiscusso valore aggiunto per i servizi della Città, dall’altra è inevitabilmente caratterizzata da assenze per motivi di salute e personali, spesso per l’assistenza ai parenti anziani, anche prolungate. Ora tenuto conto che il Bilancio di Previsione ha stanziato per il 2019/2021 opportune risorse per l’assunzione a tempo determinato, con questa mozione di accompagnamento chiediamo sostanzialmente due provvedimenti, il primo che approvato il Bilancio di Previsione si faccia una valutazione più possibile esatta della quantità di personale necessario nei servizi delle scuole dell’infanzia e nei nidi della Città, tenuto conto anche del calo della natalità e conseguentemente provvedere a stornare le risorse destinate all’assunzione di precari a tempo determinato per indirizzarle ai capitolo di spesa per l’assunzione di personale di ruolo, successivamente approvare un nuovo piano del fabbisogno del personale per le assunzioni a tempo indeterminato per i posti considerati necessari a seguito della valutazione effettuata e per lasciare le assunzioni precarie solo nei casi di assenze temporanee o per distacchi oppure per posti vacanti di cui si prevede una diminuzione a breve dell’offerta formativa. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Soltanto un attimo che cambio il meccanografico. Prego, Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Ricorda solo i tempi, per favore? SICARI Francesco (Presidente) Come abbiamo detto prima, il suo Gruppo ha 45 minuti, possiamo anche prendere 5 minuti volendo, dato che abbiamo trovato questa formula di contingentare i tempi. Prego. LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Quest’oggi il Consiglio Comunale della Città di Torino si trova a discutere il principale documento politico programmatico dell’annata amministrativa 2019 e lo fa alla luce di alcuni elementi di contorno che proverò poi in chiusura di questo intervento, che chiedo scusa già in principio, potrà essere o apparire un po’ pedante in alcuni elementi strutturanti, in un quadro di riferimento piuttosto critico, lo ha già detto l’Assessore Rolando illustrando la sua delibera, ci tornerò anche io. Partirei dall’analisi nell’evidenziare la totale dicotomia che c’è tra un sostanziale ottimismo che viene in qualche modo denunciato da parte della Giunta guidata da Chiara Appendino relativamente alla narrazione che si fa delle politiche di questa Città e poi quella che è la realtà. Allora, un pericoloso esponente del Partito Democratico, pericoloso e rivoluzionario, scrive in uno degli allegati, non me ne voglia il dottor Lubbia, cito lui, era ironica la questione ovviamente, ci tengo subito a specificarlo, cita, riprenderò alcune cose di cui do lettura proprio perché mi appaiono emblematiche per inquadrare di che cosa stiamo parlando. “Tenuto conto di alcune rilevanti spese aventi carattere straordinario che sono state applicate nell’Esercizio 2018 gli sforzi di ulteriore riduzione delle spese correnti hanno trovato ostacolo nella volontà dell’Amministrazione di non incidere negativamente sull’erogazione di servizi oltre che negli aumenti di spesa derivanti dagli aumenti generali dei prezzi delle utenze - su questo avremo qualche opinione, lo abbiamo già detto quando abbiamo discusso di tariffe - in particolare per quanto riguarda l’energia elettrica necessaria per l’illuminazione pubblica e la sicurezza urbana. La medesima relazione - sto leggendo la relazione, la nota integrativa al Bilancio di Previsione, pagina 34 - denuncia che dall’esame dei dati di preventivo, (cioè quello che la Maggioranza Movimento 5 Stelle si appresta a votare), si rileva quindi la permanenza di uno squilibrio strutturale di circa 55-60 milioni di Euro che dovrà essere affrontato nei prossimi esercizi con una radicale riorganizzazione amministrativa e gestionale dell’Ente anche con riferimento alla dotazione organica”. Quindi il primo punto che viene messo in evidenzia è che questo squilibrio strutturale deriva fondamentalmente dalla spesa del personale e viene detto che, in qualche modo, nell’ambito della relazione la spesa del personale di fatto che è andata a ridursi in termini numerici, il personale, non è stata compensata in quanto è stato applicato il contratto collettivo e conseguentemente il medesimo ragioniere capo del Comune individua nell’esigenza di una riorganizzazione, rileggo, strutturale della macchina amministrativa l’esigenza per ridurre questo scompenso strutturale di 55-60 milioni. Non solo, l’altro elemento più critico che viene messo in evidenza riguarda ovviamente il tema dello squilibrio strutturale tra entrate ordinarie e spese ordinarie. Rileggo pagina 35 in questo caso, “alla luce di quanto sopra per colmare lo squilibrio strutturale esistente tra entrate ordinarie e spese ordinarie non resta che intervenire in modo deciso sulle spese per la gestione patrimoniale ed economale, sulle utenze e proseguire nella riduzione delle spese di personale con inevitabile riduzione di alcuni servizi non essenziali, né istituzionali e - attenzione bene, lo leggo con calma - e con la ridefinizione del perimetro dell’operatività dell’Ente”, più avanti si fa riferimento al tema specifico della assenza di recupero relativamente alla riduzione della spesa corrente nella parte di entrata e si fa riferimento al valore dell’indebitamento finanziario netto che sostanzialmente porta la Città di Torino ad avere un debito connesso agli oneri finanziari superiore al 20% della spesa corrente ponendola, ahinoi, in coda a tutti i Comuni sopra i 100.000 abitanti, i primi 30 Comuni viene citato. Ma c’è una frase emblematica “che in mancanza di tali interventi non sarà possibile raggiungere un equilibrio reale e duraturo della parte corrente del Bilancio dell’Ente”, cioè quello che il Movimento 5 Stelle si appresta a votare è un Bilancio che per ammissione stessa di chi lo ha redatto e soprattutto per quello che andremo ad analizzare più nel dettaglio successivamente ha di per sé una assenza di pareggio sostanziale e pareggio in maniera formale, tant’è vero che viene fatto rilevare, ma viene già messo non le mani avanti, 500 mani avanti dicendo che se non succedono delle cose, questo squilibrio strutturale dell’ordine di 50 milioni di Euro/anno produrrà uno squilibrio appunto del Bilancio medesimo. L’altra partita che viene messa in evidenza correttamente, ci torno più avanti, riguarda il tema dei cosiddetti contratti derivati che pesano sulle casse del Comune di Torino per oltre 560 milioni di Euro, questi 560 milioni di Euro hanno un valore di estensione anticipata pari a una penale di 132 milioni di Euro, puntualmente riportata nella pagina 26 della medesima nota integrativa. Alla luce di questi elementi giustamente, lo sfogliavo adesso, un esponente della Maggioranza Movimento 5 Stelle presenta un emendamento che chiede fondamentalmente di occuparsi della rinegoziazione/della rivisitazione di questi contratti, avremo modo di discuterne più avanti, effettivamente ci pare un po’ pleonastico l’emendamento in quanto l’Assessore Rolando con grande solerzia se ne è già occupato di questa questione al punto che ha già fatto una bella delibera di Giunta per affidare un incarico ad una società terza esterna del valore di 35.000 Euro più un piccolissimo bonus, che consisterebbe nella cosiddetta (incomprensibile) del 20% di quello che sostanzialmente la Città risparmierebbe da parte proprio su questa questione specifica che riguarda il compenso. Ora questo non è tanto oggetto del Bilancio, però visto che stiamo parlando di derivati e parleremo di derivati le anticipo, Assessore Rolando, che quando ne discuteremo in Aula sarò molto curioso di conoscere la sua risposta all’interpellanza che le ho presentato sulla conformità o meno di questa procedura di affidamento diretto per questa meritoria attività di ricognizione e di rinegoziazione, ce lo spiegherà perché avete scelto questa partita. Ora dal punto di vista più generale questo Bilancio, a nostro modo di vedere, non affronta se non con una velata, e neanche tanto velata modalità i nodi strutturali critici, quali sono i nodi strutturali critici in assenza dei quali questo Bilancio è privo di significato? Lo ha detto lei, anzi lo dice il Bilancio stesso, il tema della riorganizzazione della macchina comunale e il tema della rinegoziazione degli oneri finanziari dei mutui contratti. Noi non vediamo traccia di questo tipo di questione soprattutto per quanto riguarda la prima delle operazioni e cioè il tema dei pensionamenti, anzi mi correggo perché in realtà dico una cosa inesatta, non è che non ci sia traccia di questa questione, c’è traccia, qual è il problema? Se noi andiamo a vedere come la questione del personale, lo dite voi e concordiamo, che è la principale delle questioni su cui si poggia la politica di risanamento di questo Ente fa riferimento assolutamente in maniera chiara e specifica ad alcune delle questioni, nel DUP, stiamo a pagina 103 dell’allegato 1, in particolar modo per quello che riguarda il cosiddetto programma operativo unità organizzativa della Divisione Personale Amministrazione, uno degli obiettivi strategici enunciati in questo documento parla di realizzare il piano di assunzioni, poi mette un inciso emblematico compatibilmente con la disponibilità finanziaria, relativo in particolare ad agenti di Polizia Municipale, educatori degli asili nido, insegnanti di scuola materna e dirigenza. Dopodiché siamo a conoscenza che l’Assessore Rolando ha incaricato, ha dato un altro incarico, lo sta dando, sta pensando di dare un incarico sul ripensamento della macchina organizzativa per far fronte al tema della riorganizzazione della macchina comunale. Qualche settimana fa in Commissione Personale abbiamo chiesto di poter avere una certa contezza relativamente a quello che è lo stato della pianta organica del Comune, cito questo, mi concentro su questo perché questo è uno dei cuori della criticità di questo Bilancio, ebbene se andiamo a vedere che cosa succede nel triennio corrispondente al Bilancio di Previsione e cioè il 2019/2021, ci accorgiamo che c’è una sostanziale coerenza tra il personale dei Servizi Educativi che andrà in quiescenza sommando Fornero e quota 100 nelle annualità 2019, ’20 e ’21 per oltre 400 unità stimate ovviamente quelle della quota 100 sulla base delle attuali presentazioni di domande, ma attenzione bene il secondo classificato in questa perigliosa classifica di pensionamenti non solo altri tipi di settori se non quello del Decentramento giovani e servizi che per un totale di 246 unità nel triennio e cioè sostanzialmente gli uffici dell’Anagrafe. Scorriamo e scopriamo che ad esempio i Servizi Culturali perdono 113 persone, i servizi sociali 181 persone e via dicendo, ovviamente quelli che stanno meglio sono gli avvocati dell’Avvocatura Comunale di cui abbiamo un calo di sole 5 unità nel triennio per un totale di circa 1.572 unità di personale che nel prossimo triennio abbandoneranno questo ente. Sa qual è il problema però, Assessore Rolando, che ha anche la delega al Personale? Che noi facciamo fatica a capire dove state portando la barra di questa questione perché da un lato scrivete nel DUP, anzi nella nota integrativa che occorre mettere mano alla macchina organizzativa, poi nel DUP scrivete, con chiarezza, dove volete mettere mano alla macchina organizzativa della Città e cioè i Servizi Educativi, lo scrivete voi, Vigili ed insegnanti di asili, sono le due direttrici essenziali su cui si sta andando avanti, dopodiché non c’è più coerenza di nulla. Allora noi ovviamente, come dire, siamo assolutamente coscienti della difficoltà strutturale politica che hanno in termini di consenso e di promesse mancate che adesso finalmente, da un certo punto di vista, vedono la parola fine relativamente a tutte le, diciamo così, aleatorie previsioni che avete fatto per conquistare il Comune di Torino, per usare un eufemismo, adesso vedremo che cosa farete, molto semplicemente alla luce di questi numeri, numeri perché lo sappiamo prima di voi noi che, ahinoi, ci siamo trovati a dover riorganizzare la macchina comunale e abbiamo pagato politicamente delle scelte in maniera molto netta e molto chiara proprio su questi settori a partire dall’esternalizzazione di nuovi asili nido che fu fatta nel 2012 proprio in virtù del fatto che questo meccanismo di ripensamento delle erogazioni di servizi in un rapporto sinergico di partnership pubblico-privata noi l’abbiamo fatto, voi dite di volerlo fare, anzi in realtà non dite niente. Dite che bisogna riorganizzare, ma non si capisce perché poi arrivano le mozioni di accompagnamento che chiedono di assumere, vedremo che cosa succede, soprattutto vedremo che cosa succede in tutti quelli che sono gli altri comparti che verranno ad essere fortemente toccati da questa questione. Sempre scorrendo il Bilancio abbiamo alcuni elementi che vorremmo far rilevare un po’ più puntuali, ma che a nostro modo di vedere assumono dei connotati di chiarezza relativamente al quadro generale in cui ci muoviamo. Partiamo da quello che è stato uno dei cavalli di battaglia perlomeno fino a questo punto da parte di quest’Amministrazione e cioè il tema del ripensamento del modello di città non dal punto di vista infrastrutturale, uno dei principali interpreti di questa posizione politica dentro l’Amministrazione Comunale, dentro la Giunta è sicuramente il Vicesindaco, lo è anche l’Assessora alla Mobilità, l’Assessore Lapietra, sostanzialmente un modello che fondamentalmente ha criticato in maniera strutturale, critiche in maniera strutturale il modello di trasformazione che aveva in qualche modo governato la trasformazione di Torino. Il risultato di questa critica però non si traduce in una altrettanto forte ed evidente strategia alternativa ed è questo il limite principale che noi vediamo perché se fossimo, come dire, in presenza di una strategia realmente alternativa e/o una strategia, forse, potremmo anche in qualche modo stare zitti ed invece non stiamo zitti, se io scorro il Bilancio di Previsione 2019 verifico che le uniche operazioni di carattere infrastrutturale che siano un minimo significative, lasciamo perdere i 30.000 Euro di manutenzione dell’area parco, lo dirò, sono i 19 milioni, quasi 20, di fondo statale per la realizzazione parcheggio di piazza Bengasi, vivaddio, almeno quello di parcheggio perché siccome nel DUP c’è scritto che non volete più fare i parcheggi interrati, almeno quello di piazza Bengasi insomma questa salubrità mentale che ogni tanto alberga, non so se sono cose che scappano nei documenti e i Consiglieri non le vedono, non le leggono, questo non lo so onestamente, noi abbiamo l’attitudine a leggerle e a vederle. Quindi mentre il DUP fa riferimento al fatto che bisogna bloccare i parcheggi interrati l’unica operazione, vivaddio, non emendatela e andate avanti tanto per essere chiari, che viene messa in opera sono i 20 milioni di Euro per il parcheggio interrato di piazza Bengasi di interscambio a valere su fondi statali. I 6 milioni per il completamento della vituperata spina, saremmo curiosi di capire in che termini avete in mente di, come dire, gestire l’ultimo tratto tra via Breglio e corso Grosseto con questi 6 milioni anche qua non fondi del Comune, ma fondi terzi, e poi, fortunatamente per noi, abbiamo la riqualificazione di piazza Arbarello, ma quella ce la paga qualcun altro e quindi da questo punto di vista non entra nel nostro Bilancio. Se andiamo a vedere il piano infrastrutturale generale invece di come oggi viene approcciata la questione delle grandi opere del verde ci accorgiamo che con una mirabolante operazione di cui abbiamo già avuto modo di discutere quando abbiamo discusso nel merito della delibera dei 3.850.000 Euro destinati a questo macro capitolo, ah no, qua sono tutti debiti nuovi, questi 3.850.000 Euro dell’Assessore al Verde sono tutti nuovo debito, contemporaneamente a questo nuovo debito noi non è che facciamo nuovo debito per manutenere le altre aree verdi che vengono tagliate del 25% andiamo ad accendere un nuovo mutuo di 950.000 Euro perché abbiamo una bandiera, almeno una bandiera dopo 3 anni la vogliamo piantare in questo Movimento 5 Stelle a Torino? Ecco qua il progetto del Parco Michelotti. C’è da chiedersi che cosa ne penserà l’universo mondo degli altri cittadini di Torino che va nei parchi, cittadini riqualificati, risistemati. Io, Assessore Unia, mi permetto una piccola nota personale, di carattere esclusivamente personale, ieri, ahimè, sono andato in piazza d’Armi di fronte al Pala Alpitour gliel’ho già detto più volte se magari riusciamo a ripristinare ste fontane facciamo un servizio visto che arriva l’estate e magari l’acqua nelle fontane invece che l’erba, come dire, potrebbe essere utile, personalmente penso che se dessimo analoga attenzione a tutte le aree giochi bimbi che sono di fatto state vandalizzate in questi anni e in generale a tutte quelle che sono sostanzialmente le manutenzioni dei nostri parchi cittadini credo che forse faremmo un servizio non dico che il Michelotti non sia importante, per la carità, ma accendere un mutuo dedicato e stornare oltre il 25% delle risorse su quella roba lì forse capiamo la cambiale politica, ma non lo condividiamo. Sempre nell’ambito della questione del Bilancio sostanzialmente vediamo poi alcuni elementi piuttosto divertenti, ne citerò alcuni che sono ovviamente più simbolici che altro, partiamo da uno dei vostri cavalli di battaglia con cui vi siete contraddistinti quando eravate all’Opposizione e vi siete contraddistinti un secondo dopo che siete arrivati al Governo della Città che è l’impiego dei mitici oneri di urbanizzazione dei supermercati per pagare la spesa delle manutenzioni correnti. Eh già, perché mentre noi l’unica operazione che c’è qua dentro nel triennale, non nel 2019, di nuova progettualità è il parcheggio interrato di piazza Bengasi, che ovviamente immagino, come dire, sia una vostra creatura e sicuramente difenderete a spada tratta, non c’è traccia, io ho cercato, ma non l’ho trovata, di nuova progettualità infrastrutturale in questa Città, non c’è traccia, ma neanche di somme destinate o richieste destinate a chiedere fondi per la progettazione di queste opere. In compenso c’è una traccia grande come una casa per quanto riguarda i nuovi supermercati e gli oneri di urbanizzazione che coerentemente con quello che avete fatto nel ’16, nel ’17 e nel ’18 prevedete di utilizzare anche nel ’19, nel ’20 e nel ’21, per la precisione, scusate anche qua se sono pedante, sui 22 milioni di Euro che stimate di incassare nel ’19, ’20 e ’21 più o meno ne impegnate 16 in manutenzioni ordinarie peraltro una delle cose che non ho letto nella nota integrativa faceva esattamente all’utilizzo di somme in entrata non ripetibili per finanziare spesa corrente, attenzione bene, nel pieno rispetto della norma perché correttamente viene riportato che la legge consente agli enti locali di poter utilizzare gli oneri di urbanizzazione per finanziare le manutenzioni ordinarie, bene, di questi 22 ne utilizzate 16 nel ’19, 16 nel ’20 e 11 nel ’21 per finanziare questa spesa corrente. Sotto questo profilo quindi ci attendiamo di vedere una costanza in produzione di supermercati, nel senso che non avendo, per vostra stessa ammissione, un mercato immobiliare particolarmente florido, peraltro ho apprezzato il passaggio nella nota integrativa in cui si fa riferimento con grande lucidità, lo riconosco al ragioniere capo del Comune, relativamente al fatto che i valori immobiliari, dei cespiti immobiliari della Città di Torino non sono destinati ad aumentare anche in virtù delle operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare che non solo la Città di Torino, ma anche altri enti pubblici stanno mettendo in campo, penso ad esempio a tutte le operazioni fatte dagli enti di previdenza, penso ad esempio a tutte le operazioni fatte o in corso di sviluppo da parte della Regione. E conseguentemente la medesima relazione fa riferimento a valori immobiliari che sono necessariamente in forte calo, non sono altrettanto in calo gli oneri di urbanizzazione, quindi delle due l’una cioè non capisco dove li prendete sti soldi o meglio lo capisco piuttosto bene dove li prendete sti soldi, sulle opere di riqualificazione del patrimonio verde che sono i tetti con gli orti dei nuovi supermercati che è diventata una elegante modalità con cui in qualche modo riuscite, provate a vendere verso l’esterno la vostra scellerata politica urbanistica, che non esiste, non c’è nulla scritto qua dentro, io ho letto tutti i documenti, non ho trovato nulla. Ovviamente questo tema del commercio è un tema che non è che non venga affrontato, anzi viene affrontato nel DUP in ben due passaggi che tra loro coincidono essendo un obiettivo strategico a cavallo tra due missioni sostanzialmente viene ad essere, da questo punto di vista, assolutamente, coerentemente messo in campo. In particolar modo lo fa l’Assessore Vicesindaco Montanari, lo fa anche Sacco, quindi condividono il medesimo obiettivo strategico e quale sarà questo obiettivo strategico? No, perché uno si chiede, giustamente ci sarà un obiettivo strategico? Ve ne do lettura, “revisionare le destinazioni commerciali al fine di impedire la proliferazione delle strutture di vendita di media e grande superficie per evitare la chiusura degli esercizi di vicinato coerentemente con i futuri criteri commerciali e partendo dall’analisi dei fabbisogni dei cittadini”, cioè io non riesco bene a capire cosa avete in mente di fare, cioè o meglio purtroppo temo di averlo capito che cosa avete in mente di fare, cioè voi dite ho un obiettivo strategico che è quello di rifare i criteri commerciali che caso strano i vostri criteri commerciali sono come il Regolamento dei dehor di Sacco, cioè io non so, non ho mai partecipato ad un’attività elaborativa così complessa come quella che voi state affrontando sui dati dei vostri uffici ad occuparvi di questi criteri commerciali perché lo dicevate nel ’16, l’avete ripetuto nel ’17, lo ripetete nel ’18 e me lo trovo anche nel ’19, ma che saranno sti criteri commerciali? Io comincio davvero..., come dire, mi sono occupato per attività professionale di cose complicate, complesse, oggettivamente comincio a pensare che 3 anni, 2 anni e mezzo per produrre criteri commerciali diciamo che se la gioca col Regolamento dehor di Sacco che anche lui, come dire, ha avuto questi gradi di difficoltà, di complessità che effettivamente denotano il ritmo che ha questa Amministrazione, quindi voi cosa fate? Giustamente vi lavate la coscienza dicendo che state facendo i criteri commerciali, poi ficcate 22 milioni di Euro di oneri di urbanizzazione nel Bilancio, di questi 22 ne scegliete 16 per pagare le spese correnti e con un candore che onestamente vi riconosco, che non capisco a che cosa sia dovuto il candore intendo dire, arrivate qua e ci spiegate che sostanzialmente state lavorando per revisionare i criteri commerciali, però non basta perché, siccome giustamente avete un sacco di cose da fare, avete anche da mettere in campo quelli che sono i lavori che state facendo a tutela del piccolo commercio, in questo caso cito un caso anche qua di scuola, per citare come voi concepite la relazione della Città, la trasformazione urbana col commercio, che è il caso del centro commerciale delle Verbene, il centro commerciale delle Verbene che è praticamente morto dal punto di vista commerciale iscrivete in parte 2019, 2020, 2021 38.439 Euro di canone annuo che questi signori, che avete fatto chiudere, devono versare al Comune, non solo, ma gli prendete pure i soldi dei cosiddetti Piani di Qualificazione, cioè meglio scrivete nel DUP che i Piani di Qualificazione Urbana devono essere finanziati, ma poi partendo dalle Vallette banalmente quel Piano di Qualificazione Urbana ve lo bevete in un colpo solo, in particolar modo cito, sempre nell’ambito dell’attività a pagina 174, scrivete che bisogna valorizzare l’attività commerciale in sede fissa e dei mercati mediante approvazione Progetti di Qualificazione Urbana, però ve lo dico io, cari Assessori Montanari e Sacco, assente, visto che c’è la Sindaca glielo dica lei, invece che scrivere che bisogna valorizzare attività commerciali in sede fissa e approvare dei Piani di Qualificazione Urbana, cominciate a non prendere i soldi da quelli approvati, cominciate a non chiedere i canoni o a ridurre i canoni e di rinegoziare le convenzioni con questo tipo di politiche, cominciate a fare questo perché altrimenti anche qui sempre quei cattivoni del PD riescono a mettere in evidenza un certo qual grado di difficoltà nella vostra coerenza: Sempre a pagina 173 cito alcune cose, leggo, do lettura di cose che sono scritte, “contenimento nella realizzazione di nuovi centri commerciali”, anche qua revisionare i criteri commerciali, questa è bellissima, iniziative di “moral suasion”, tra virgolette, voi fate la moral suasion, atta ad indirizzare i flussi commerciali verso i negozi di vicinato. Non riusciamo a capire quali sono le azioni di moral suasion che fate per indirizzare verso gli esercizi di vicinato, davvero, e “sostegno alle campagne di sensibilizzazione atte ad incentivare gli acquisti nei giorni festivi”, scusate, facciamo un po’ di fatica nel comprendere o meglio non facciamo per nulla fatica. Relativamente alla politica di mobilità senza citare ovviamente, lo citerò dopo, la questione del trasporto urbano, alla luce di una delle cose che diceva l’Assessore Rolando, ne ha dette parecchie anche abbastanza rilevanti e cioè del fatto che questo Governo, il Governo del Movimento 5 Stelle, quello della mobilità sostenibile, quello che deve togliere le auto, questo Governo qui, non solo questo Governo, il Ministro dei Trasporti, delle Infrastrutture del Movimento 5 Stelle nella politica finanziaria, nella finanziaria ha tagliato il TPL, il fondo per gli enti locali di oltre 300 milioni, questi 300 milioni spalmati sulle città metropolitane a conti fatti, poi magari dico numeri sbagliati, equivalgono a circa 9 milioni di Euro per quanto riguarda il Contratto di Servizio della Città di Torino, 9 milioni. Io li ho cercati, poi se nella replica ci dice dove sono magari noi non abbiamo trovato il ristoro di questi 9 milioni o meglio non abbiamo capito dove, rispetto alle politiche di incentivazione della mobilità sostenibile che il Movimento 5 Stelle coerentemente sostiene a livello nazionale con una zappata di 300 milioni di Euro, dove sono le politiche compensative, noi non l’abbiamo trovato così peraltro non abbiamo trovato ad esempio il tema della manutenzione straordinaria e ordinaria e non abbiamo trovato un’altra cosa, questa invece è un pelino più importante, manutenzione straordinaria e ordinaria viene tagliata di circa un milione e mezzo di Euro, per la precisione la manutenzione ordinaria, cioè quella delle buche nelle strade, passa da 980 a 480.000 Euro, mentre la straordinaria da 4,8 a 3,8 milioni di Euro. Dopodiché c’è un problema, sempre sul piano della politica nazionale, che riguarda il Servizio di Vigilanza delle opere pubbliche, una delle opere più critiche, ma non per ragioni, come dire, particolari, sono quelle..., Torino è una Città d’acqua, è una Città che ha dei fiumi e dei ponti, non so se ve lo ricordate, ma quando ci fu la tragedia di Genova il Governo chiese attraverso l’ANCI di..., sensibilizzò i Comuni nel chiedere per favore se venivano segnalati quelli che erano gli interventi di monitoraggio della sicurezza delle infrastrutture attraversamento fluviale, cioè i cosiddetti ponti, a me pare che il Comune di Torino questo lavoro lo abbia fatto, non abbiamo trovato, ma anche qua, Assessore Rolando, se lei per tranquillizzare i torinesi invece mi spiega dove sono finiti i soldi del Governo per la sicurezza dei ponti, che immagino abbiano fatto parte di un capitolo dedicati, io non li ho trovati questi soldi del Governo, cioè ho trovato tante cose che venivano chieste ai Comuni, tante promesse di intervento, non ho trovato un Euro, non ho trovato il capitolo di Bilancio in cui il Governo giallo-verde, in questo caso molto più giallo di verde essendo il Ministro quello che tagli i fondi del TPL e quello che anche promette i soldi per la sicurezza dei ponti. Io non ho trovato né i primi, cioè i fondi del TPL stornati, non so da dove li prenderemo, né i secondi, cioè i fondi dedicati alla sicurezza dei ponti, non li ho trovati, è un problema probabilmente mio e sono certo che lei saprà, come dire, dirmi dove andare a cercarli. Sotto il profilo delle politiche di sviluppo, e mi avvio a concludere così cerco anche di non annoiarvi eccessivamente, sotto il profilo delle politiche di sviluppo, ah no, c’è un piccolo inciso che mi sento di dover fare perché anche questo è divertente. Ho letto il DUP, allora, c’è una cosa che riguarda la Sindaca, che ringrazio della sua presenza quest’oggi in Aula, che è sostanzialmente un programma di attività per il 2019, giuro che non è un’operazione di cabaret, cioè leggo davvero che cosa c’è scritto, okay? Lo leggo, confronto pubblico periodico con Sindaca e Assessori, noi siamo partiti dalle Giunte in streaming e adesso siamo a, come dire, una difficile interpretazione di quello che è il concetto della trasparenza nel processo decisionale e quindi da questo punto di vista il confronto pubblico bisogna capire che cosa si intende, garantire l’audizione della cittadinanza in Commissione su specifici argomenti garantendo la presenza dell’Assessore di riferimento, fermiamoci un pelino prima, sarebbe sufficiente avere l’Assessore di riferimento quando ci sono i Consiglieri senza arrivare fino ai cittadini. Poi c’è un tema che a noi ha inquietato anche perché l’avete posto voi come Consiglieri di Maggioranza che è la questione della riforma del Decentramento. Allora io vi leggo che cosa scrivete nel DUP, “prosecuzione nel processo di accorpamento delle Circoscrizioni, riduzione del numero di Circoscrizioni a cinque”, ora io non capisco per la Maggioranza Movimento 5 Stelle chiede da un po’ di tempo di costituire una Commissione Speciale per la revisione del Decentramento, però io come ho sempre detto quando abbiamo discusso di questa questione ho detto: “Diteci cosa volete fare”, non mi aspettavo che me lo scriveste nel DUP che cosa volete fare e conseguentemente non capisco, se poi qualcuno ce lo chiarisce, che cosa avete in mente di fare sulle Circoscrizioni, che cosa avete in mente di fare sul processo decisionale delle Circoscrizioni ce lo abbiamo chiaro con il famoso tavolo di progettazione civica di cui abbiamo già più volte discusso, cioè fondamentalmente le state espropriando del loro ruolo di elaborazione e di consultazione. Ma la cosa più bella è pagina 96, che è organizzare una giornata della trasparenza, guardi, Sindaca Appendino, mentre state organizzando una giornata della trasparenza si occupi di rendere più trasparenti le cose che fate in termini di correttezza procedurale, chiarezza delle cose che fate senza fare la giornata della trasparenza, noi ci accontenteremmo senza istituire la giornata della trasparenza che siate trasparenti, ci accontenteremmo di quello e penso che lo farebbero anche i cittadini. In conclusione le ragioni per cui il Partito Democratico è profondamente ostile rispetto a questo tipo di impostazione che avete dato alla politica finanziaria del ’19, ’20 e ’21 sono riassumibili in tre macro questioni, la prima, è finito il tempo degli alibi, cara Sindaca Appendino, è finito perché il Movimento 5 Stelle ormai da più di un anno governa questo Paese, lo fa su tutti i settori chiave, lo Sviluppo Economico, le Infrastrutture e i Trasporti, lo fa con autorevolissimi e competenti Viceministri dell’Economia, anche nel Dicastero Economico che ben conoscono la reale situazione torinese, e conseguentemente mi dispiace, ma non ci sono più alibi, di chi è la colpa di chi c’era prima perché non è proprio più colpa di chi c’era prima, la Finanziaria che ha distrutto e sta distruggendo gli Enti Locali ha dei nomi e dei cognomi e si chiamano Movimento 5 Stelle che è la forma di Maggioranza relativa e la Lega di Salvini. Questa Finanziaria ha deciso di indebitare questo Paese non per dare più soldi ai mezzi pubblici, per pagare le manutenzioni delle scuole, per pagare le cose di cui un Comune dovrebbe occuparsi, ivi comprese le questioni di sicurezza stradale, le questioni di manutenzione delle aree verdi, no, questo Governo ha fatto delle altre cose a debito e noi pagheremo, purtroppo dopo le elezioni, il conto molto salato e queste cose si chiamano Reddito di Cittadinanza, si chiamano Flat tax e si chiama Quota 100. Sono questi i tre principali parametri su cui questo Governo è andato ad incidere con la finanziaria e se ne è fregato altamente di tutte le promesse elettorali fatte relativamente ai servizi al cittadino, ben si è guardato dall’incrementare il fondo per il Trasporto Pubblico Locale, ben si è guardato di aiutare i Comuni più in difficoltà, ben si guarda dal prendersi ad esempio in carico ulteriori scuole relativamente al processo di esternalizzazione verso lo Stato di nidi e materne che notoriamente possono anche, perlomeno per le materne, non essere di competenza comunale, eccetera, eccetera, eccetera. E quindi fateci la cortesia almeno dal ’19 in avanti, almeno lì, poi probabilmente lo farete fino al 2021, anzi direte in campagna elettorale dopo 5 anni di lavoro che non siete stati in grado di fare le cose che avevate promesso di fare. Siete al Governo, fatelo, non l’avete fatto e non l’avete fatto perché degli enti locali e dei Comuni a questo Governo non frega assolutamente niente e lo dimostra quando adotta gli atti. Il secondo elemento che riguarda la criticità strutturale di questo Bilancio è che per le cose che dicevo questo Bilancio è sostanzialmente un Bilancio che approva un quadro in squilibrio strutturale, in assenza di azioni, queste azioni non sono puntualmente identificate, anzi sono identificate azioni opposte a quelle che sono le caratterizzazioni che vengono denunciate e non voglio fare il profeta di sventura, ma credo che al primo assestamento, visto che siamo già a maggio, diciamo così, settembre/ottobre se non sarà il primo sarà il secondo questi nodi, la relazione parla del 31 luglio che è il primo check point, verranno al pettine perché voi non potrete continuare a sfuggire alle vostre responsabilità politiche, che sono e guardi, Sindaca, glielo dico cogliendo quest’occasione ufficialmente con tutta la solennità del caso, la ringraziamo per l’impegno che ha messo nel portare a casa le ATP Finals a Torino, che è stato un impegno coerente rispetto ad una politica di attrazione di grandi eventi che ha caratterizzato e deve caratterizzare lo skill e la qualità dell’attrattività della Città. Quindi, Sindaca Appendino, ha il plauso e il pieno sostegno del Gruppo del Partito Democratico, ma se noi ci limitiamo, e qui c’è il ma purtroppo, a questo tipo di questioni in assenza di un disegno strategico temiamo purtroppo per noi che non basterà, non basteranno i lustrini e la paillettes a risolvere i problemi strutturali di questa Città, in questo Bilancio non c’è traccia di investimenti infrastrutturali, non c’è traccia assoluta di operazioni che possono essere, posso dire, anche rivoluzionarie. Noi ci saremmo aspettati di vedere, come dire, la vera alternativa ad un modello di sviluppo, il problema è che non c’è niente, questo è il problema di fondo, ma non è che non c’è niente perché non ci sono i soldi per coprire le infrastrutture, proprio non ci sono i progetti perché voi non avete le idee e non avendo le idee coerentemente da questo punto di vista non mettete neanche le risorse per farlo, menomale che ci sono i fondi dello Stato per piazza Bengasi e almeno quel parcheggio lì dopo un po’ di anni di pena riusciremo a farlo. Quest’Amministrazione, Sindaca Appendino, nonostante, come dire, la difficoltà che lei ha nel gestire una Maggioranza che contiene tutto il contrario di tutto sta viaggiando col freno a mano tirato e sta facendo, purtroppo per noi, viaggiare Torino col freno a mano tirato, questo è il limite principale che noi le imputiamo come responsabile apicale dell’Amministrazione Comunale. Lei ce la mette anche tutta in certi casi, le riconosco davvero che l’impegno personale è massimo e ci rendiamo altresì conto che deve fare il boia e l’impiccato con una Maggioranza che contiene, al suo interno, praticamente, tutto l’arco costituzionale delle posizioni, che oggettivamente non è semplice e teoricamente nella virtù anche logica di un gruppo eterogeneo e largo come quello del Movimento 5 Stelle che le permette di stare lì, lei ci sta che porti ad arrivare alla mediazione, il problema è che la mediazione purtroppo per questa Città, ahinoi, è sempre a ribasso, il problema è che questa mediazione politica che lei è costretta a fare tra le diverse anime della sua Maggioranza con una squadra, non me ne vogliano i presenti, diciamo così, che in alcuni casi ci mette il massimo dell’impegno, non sempre, come dire, è all’altezza della situazione, però riconosciamo in molti casi un impegno, lei ha fatto due aggiustamenti importanti che hanno portato due nuove risorse a Giunta, ha accolto i suggerimenti che le abbiamo dato, se ne vorrà accettare degli altri noi glieli diamo volentieri, stiano tranquilli gli Assessori per qualche mese li lasciamo ancora, come dire, liberi, abbiamo già provato a chiederle di cambiare l’Assessora Lapietra, per quanto riguarda non ha voluto farlo, la sua Maggioranza non l’ha voluto fare, vedremo se poi questa scelta la pagherà in termini di qualità della Città. Dal punto di vista strutturale lei, Sindaca Appendino, la sua Maggioranza è ostaggio delle contraddizioni politiche del Movimento 5 Stelle, il problema non si porrebbe nella misura in cui questo non danneggia la Città e invece purtroppo per noi questo danneggia la Città perché la scelta della Maggioranza 5 Stelle di dire no all’evento olimpico è stata una scelta a danno della Città, non a beneficio della Città. La scelta di impedire di lavorare contro il progetto dell’Alta Velocità Torino-Lione, guardi, Sindaca Appendino, per essere molto chiari per quanto ci riguarda, noi non dovremmo neanche più discutere di Torino-Lione, Torino dovrebbe discutere dell’Alta Velocità con Genova, dovrebbe discutere dell’Alta Velocità addirittura con Malpensa, di queste cose dovrebbe discutere, dovrebbe porsi il problema di come risolviamo il problema della tangenziale magari riprendendo in mano il discorso della tangenziale est e così via, e così via. Invece lei, purtroppo per noi, io sono convinto che poi lei non a tutte queste questioni è ostile a priori, lei personalmente, ci rendiamo conto che la sua Maggioranza, come dire, che è una Maggioranza che si scalda tantissimo per le questioni di principio, si scalda un pochino meno quando si tratta di pensare al bene della Città la tiene sotto scacco. Per tutte queste ragioni il Bilancio di Previsione 2019/2021 per la fattispecie è un Bilancio che lascia tutti i nodi aperti, i nodi principali finanziari non li affronta, vedremo se nei prossimi mesi li affronterete, come li affronterete, che tipo di gestione politica perché qui lo dice la relazione della nota integrativa la questione è politica, non è tecnica, non è amministrativa, è politica e il Bilancio mette chiaramente in evidenza le scelte che bisogna prendere, vedremo all’opera che tipo di scelte farete, per il momento le scelte che avete fatto, come dire, ad eccezione delle ATP Finals che fortunatamente sono arrivate per il suo personale impegno e sono pienamente coerenti con l’attrazione di grandi eventi in questa Città, noi siamo per i grandi eventi in questa Città e ne abbiamo troppo pochi, speriamo che sia il primo di una serie di ulteriori azioni che voi porterete avanti. Dicevo, per tutte queste ragioni che ho provato, ahimè, sommariamente ad elencare difficilmente potremmo sostenere quest’azione che oggi proponete all’Aula e conseguentemente non sosterremo le deliberazioni del Bilancio e le deliberazioni collegate al Bilancio. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Soltanto per riepilogo ha usato 40 minuti e restano per il suo Gruppo 5 minuti. Adesso lascio la parola alla Capogruppo Artesio che ne ha facoltà per 20 minuti, prego. ARTESIO Eleonora Arriviamo alla presentazione e alla discussione di questo Bilancio attraverso un percorso e attraverso un’organizzazione dei documenti che ha completamente sterilizzato la nostra discussione da ogni possibilità di confronto e di influenza politica. E questo non vale soltanto, e cercherò di spiegarlo con degli esempi concreti, per il ruolo delle Minoranze che vengono regolarmente imputate di saper soltanto criticare e non avanzare proposte o meglio quando proposte vengono accolte normalmente impegnano terzi, vuoi la Regione e sempre meno al Governo Nazionale, espellendo non soltanto il dibattito con l’organizzazione del Decentramento perché secondo la cultura e l’opinione prevalente di questa Maggioranza e di questa Giunta il Decentramento è per definizione ostile, essendo governato da una coalizione di colore diverso, ma anche espellendo il confronto e il ruolo della stessa Maggioranza, che non so se ne renda conto, se ne renda conto e subisca serenamente, ma qualora non ne fosse consapevole proverò a spiegare. Cominciamo da una questione, quando nel dicembre 2017 si tenne la Conferenza di fine anno della Giunta e venne annunciato l’avvio del Piano di rientro, ci è stato anticipato che il 2018 sarebbe stato un anno difficile, di sacrifici, di riduzioni, di impegni da poter realizzare soltanto costruendo per il futuro, ma che negli anni successivi si sarebbero potute intravedere le prime radici di questo futuro comune da costruire e questo stile era da iscriversi al merito di una politica, quella della Sindaca, che prima di cercare il consenso cercava il bene della Città a scapito anche di un consenso troppo facile e che avrebbe perseguito questo bene attraverso la scelta del Piano di rientro, ripetutamente da allora ad oggi ci siamo sentiti dire a cura di alcuni focosi esponenti della Maggioranza 5 Stelle che dovremmo tutti ringraziare il fatto di essere in Piano di rientro perché altrimenti saremmo stati in predissesto, in dissesto e a quel punto sì che avremmo avuto un commissario che avrebbe esclusivamente, in modo contabile, determinato l’andamento dell’Amministrazione, mentre invece con la scelta del piano di rientro ci troviamo di fronte all’evidenza di un esercizio della politica e quindi alla possibilità di effettuare scelte. La domanda è: quali? Quali? Perché le scelte che state compiendo non sono affatto evidenti se non come scelte di progressivo arretramento rispetto al quale affannosamente si cerca qualcuno che trovi una soluzione burocratica alle conseguenze e ai problemi. Quindi noi non siamo in una fase nella quale orgogliosamente la politica fosse anche solo la politica di Maggioranza sta compiendo delle scelte. Stiamo semplicemente cercando di procedere in ottemperanza a criteri determinati dal periodico confronto con la Corte dei Conti per l’attuazione del piano di rientro senza assumere la responsabilità della sensibilità politica di quelle conseguenze del Governo sociale di quelle conseguenze, della proiezione per un futuro perché quelle conseguenze non possano essere irreversibili e nefaste, quindi questo Bilancio non è un Bilancio della politica. La politica è stata espulsa da questo Bilancio. Ma se è stata espulsa la politica delle Minoranze o la politica dell’articolazione decentrata del Comune è stata espulsa anche la politica della stessa Maggioranza perché, progressivamente, lo stile che si introduce con questo Bilancio e quello che si annuncia con operazioni parallele che succederanno immediatamente è uno stile che non solo concentra il momento decisionale nella competenza della Giunta espellendo la stessa Maggioranza dall’esercizio del suo ruolo, ma qualche volta prevede anche che la Giunta abdichi al suo ruolo decisionale consegnandosi ad organismi terzi che dovrebbero illuminare la Giunta stessa sulla strada da intraprendere per poi lasciare tutti noi Maggioranza e Minoranza a doverci confrontare con un atto che verrà illustrato come squisitamente tecnico e inconfutabilmente tecnico rispetto al quale quindi non potremo dare altri orientamenti o ipotizzare soluzioni differenti. Questa è la strada nella quale ci stiamo indirizzando con buona pace della Maggioranza e cito, a supporto di questa dichiarazione, alcune questioni, una prima questione, quella che è stato il cavallo di battaglia dei primi 2 anni della motivazione del Piano di rientro e adesso credo, proprio per rispetto di sé dopo 3 anni di Governo, non si possa continuare a citare come un mantra, cioè la Città è tra le Città più indebitate di Italia, siamo di fronte ad una condizione strutturale di indebitamento che impegna parti significative del Bilancio e quindi occorre introdurre delle misure radicali. Sulla radicalità del Governo di questo debito io sto ancora aspettando, come credo moltissimi anche fuori di quest’Aula, quelli che si sono appassionati alla tematica del debito pubblico e alla possibilità che esista una politica differente di Governo del debito pubblico che non sia semplicemente quella di far sgocciolare la restituzione dei debiti su un numero di anni maggiori, come abbiamo visto con l’ultima rinegoziazione di un mutuo, stiamo ancora aspettando dicevo un guizzo politico sulla questione dei tassi di interesse applicati agli Enti Locali. Non ho sentito un guizzo politico quando a livello nazionale si è parlato della questione del Decreto Salva Roma e della possibilità di lavorare per i Comuni rispetto alla questione relativa all’applicazione anche ai Comuni della riorganizzazione dei debiti già incompiuta per le Regioni. Ho sentito dire dall’Assessore Rolando che è stato stabilito a livello nazionale un tavolo tecnico al quale tecnicamente anche la Città e i Comuni sono presenti, ma una espressione di tipo politico rispetto a quali potrebbero essere le alleanze virtuose tra indirizzo nazionale e governi locali, rispetto alla ricontrattazione dei tassi di interesse dei mutui e alla condizione dei derivati, fosse anche un’alleanza politica tra amministrazioni comunali che condividono questa preoccupazione e che aprono un fronte su un ruolo della finanza, all’interno della finanza pubblica, nella Città di Torino non l’abbiamo vista. Infatti non la vediamo, perché non la vediamo? Perché tutta l’operazione per procedere alla valutazione finanziaria della finanza derivata anziché essere consegnata ad un approfondimento di carattere tecnico che possa sfociare in un confronto in questo Consiglio in una presa di posizione di questo Consiglio, in una relazione condivisa con altri enti locali è affidata alla ricerca di un ente terzo, un advisor terzo che sarà compensato dopo una ricerca sottosoglia con i risparmi che consentirà di realizzare all’Ente che lo avrà incaricato e che sarà esattamente la presentazione all’organo di Governo prima della Giunta, poi del Consiglio di questa Città come l’esito sterilizzato tecnico di quello che è possibile fare per rinegoziare i tassi di interesse, senza che una città, alla quale è stato detto per anni che si sarebbero dovuti compiere dei sacrifici, ma che questi sacrifici avrebbero ridisegnato un futuro praticabile e riconoscibile e condivisibile, possa essere minimamente interpellata perché tutto accadrà al di fuori di qui, al di fuori di questo contesto e di questo dibattito pubblico. Questo per quello che riguarda la ristrutturazione del debito, ma la seconda questione è ancora più grave ed è tutta nostra, è tutta locale ed è quella per la quale la qualità dei servizi e delle prestazioni che l’Amministrazione eroga è come dire che non ci racconta come intende cambiare, valorizzare, migliorare, mutare perché ripeto non ci sono scelte politiche in questo Bilancio, tutta la questione e la tenuta di quei servizi e di quelle prestazioni si fonda sulle risorse professionali dell’Ente e abbiamo appreso, ma lo sapevamo ovviamente come cittadini e ancor più come amministratori di quale sia l’andamento di perdita di presenze e di competenze delle risorse professionali dell’Ente. Noi siamo passati da una situazione per la quale nel 2010 avevamo 11.312 dipendenti ad una situazione per la quale nel 2017 ne abbiamo 9.449 e ci indirizziamo ad averne poco più di 7.500. Come già detto in Commissione, i dipendenti del Comune di Torino sono diminuiti nei dati di questi 7 anni del 16%, la popolazione della Città di Torino è diminuita del 3%, per quante ipotesi di efficientamento, riorganizzazione, accorpamento, noi si possa pensare siano state realizzate dalla Giunta precedente che pure si era vantata di portare il numero dei dipendenti del Comune di Torino sotto i 10.000 e francamente non capivo il vanto e l’ho criticato, per quanto quindi possano essere già state fatte operazioni di riorganizzazione, si può pensare che il rapporto 16:3 sia un rapporto adeguato per cui la diminuzione così impegnativa non influenzerà anche la soddisfazione della domanda della popolazione che è calata solo del 3%? È ovvio che non si può pensare, in questo contesto un guizzo politico di quest’Amministrazione che provi a dire che forse la retorica costruita negli anni rispetto al fatto che il pubblico impiego è eccessivamente ridondante che va efficientato, che i congelamenti e i blocchi dell’assunzione sono un’opportunità più che essere un guaio, un guizzo politico che rimetta al centro il valore del lavoro pubblico in questa Città c’è stato? Io non l’ho sentito. Quindi nemmeno laddove non si può sul piano economico almeno si potrebbe sul piano culturale, ma anche questo non è avvenuto. Prima o poi chiederò a qualcuno della Giunta o della Maggioranza di venire a sottoscrivere la proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dal professor Ortona che raccontando qual è il (incomprensibile) dell’Italia e di alcuni Comuni, il nostro, tra dipendenti pubblici e popolazione ci racconta che tutto il resto di Europa ha dei valori molto più favorevoli e non è vero che la spesa pubblica sul lavoro pubblico era una spesa improduttiva sulla quale si possono operare tagli. Mancando il guizzo politico noi non sappiamo nemmeno che cosa l’Amministrazione intenderà fare rispetto alle scarse possibilità di assunzione che sono contemplate rispetto al Piano di rientro in rapporto alle dimissioni prevedibili. Intanto noi sappiamo una cosa, che su una diminuzione di 1.863 dipendenti, avvenuta negli anni, i ruoli professionali di base che non hanno funzioni di coordinamento sono stati il 93%, cioè pur calando complessivamente le unità dei dirigenti, le unità delle funzioni di coordinamento quelle che sono calate più di tutte fino al 93% del calo complessivo sono i ruoli operativi e oggi stiamo vivendo una prima chiusura del Servizio nei Servizi Educativi. Allora la domanda è: se questa è la questione come pensa l’Amministrazione e dove pensa l’Amministrazione di investire in assunzioni rispetto alle scarse e insufficienti possibilità che ha? Non ce lo dice l’Amministrazione perché l’Amministrazione è venuta a dirci i numeri delle uscite saranno questi, quelli delle assunzioni saranno quest’altri, a decidere dove assumere sarà la Giunta ed io ringrazio la collega Pollicino che ha scritto, condividendo l’intenzione di una Commissione Consiliare, quella mozione di raccomandazione sul Sistema Educativo, ma è poco più che una foglia di fico se il Consiglio Comunale non avrà modo di confrontarsi sulle priorità, sono quelle dei Servizi Educativi? Sono quelle dei Servizi Socio-assistenziali? Sono quelle dei ruoli amministrativi che devono servire nelle delegazioni anagrafiche dei centri e delle Circoscrizioni? E ancora i 24 dirigenti che sono ipotizzati da assumere come da fonte sindacale più che da comunicazione avvenuta nelle Commissioni Consiliari vanno a rafforzare il Decentramento dove c’è uno stesso dirigente a scavalco di più Circoscrizioni dove vanno? Tutto questo il Consiglio Comunale non lo sa e non lo saprà perché ci è stato detto è la Giunta che deciderà, ma nemmeno la Giunta da sola, eh no, perché la Giunta deciderà sulla base di una rivalutazione delle competenze obbligatorie, delle competenze discrezionali, delle competenze finalizzate all’attuazione dei programmi realizzata da un soggetto terzo a cui verrà assegnato un incarico. Io vorrei sapere, non a questo punto, neanche dalla Sindaca, ma dalla Maggioranza quando se e come pensa di dare un indirizzo alla propria Giunta esecutiva perché qui abbiamo il condizionamento del Piano di rientro e non mi pare che possiamo dire che la profezia di qualche Consigliere, vedrete che con questa modalità l’esercizio dell’indirizzo politico risulterà sempre evidente se si è avverata. Abbiamo un ente terzo che lavorerà sulla ristrutturazione del debito, abbiamo un ente terzo che lavorerà sulla valutazione del personale quello necessario e quello invece del quale si possono rinviare le assunzioni, io vorrei sapere quale identità politica abbia questo Bilancio, questo è un Bilancio che ha completamente rinunciato all’esercizio di un indirizzo politico, dopodiché ovviamente in quest’Aula ci si è retoricamente nel tempo abituati a dire che la colpa è di qualcuno che era venuto prima, io personalmente sono poco appassionata e anche poco direttamente coinvolta in questa discussione, credo che però tutta la Città attraverso l’umiliazione di questo Consiglio, perché non so chiamarla diversamente, l’impossibilità di condividere un dibattito politico sulle scelte e sulle priorità non risulterà certamente rinvigorita da un’assenza di indirizzo e da una chiarezza di priorità, in questo Bilancio non ci sono. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Artesio. Prego, Consigliere Chessa. CHESSA Marco Grazie Presidente. Il Bilancio che stiamo discutendo riflette alla perfezione la situazione economica, finanziaria e gestionale dell’Ente che amministriamo, una situazione sicuramente critica e complessa, un Ente sottoposto a un Piano di interventi che prevede scelte difficili, coraggiose ed impopolari, la riduzione delle spese correnti, le dismissioni immobiliari e patrimoniali, ad esempio. Sono scelte prese in un contesto di forte crisi economica e dove gli Enti Locali devono rispondere alle esigenze dei cittadini senza avere le leve e gli strumenti idonei e necessari per poterlo fare. La Città di Torino si trova ancora in uno squilibrio strutturale tra entrate ordinarie e spese ordinarie che non permette di attuare pienamente le linee di indirizzo politico del Consiglio di una città alle prese con un debito elevato e diversi parametri di rigidità di spesa. Tengo a sottolineare che lo squilibrio è sceso da 80 milioni a meno 60 milioni e credo che sia già un ottimo risultato. Nonostante questo non abbiamo voluto e mai lo vorremo incidere negativamente sull’erogazione di servizi che ormai sono ridotti all’osso, probabilmente siamo addirittura oltre. Sono quindi concorde con la riduzione di quei servizi ritenuti non essenziali e non istituzionali. Gli anni che ci aspettano e che aspettano questo Ente purtroppo non saranno facili, l’aumento generalizzato delle spese nella riforma pensionistica di Quota 100, la limitazione sui nuovi mutui per garantire le tutele essenziali, però non abbiamo alternative, non cerchiamo alibi, non l’abbiamo mai fatto, non lo faremo neanche stavolta. Nonostante tutto però io trovo degli elementi positivi in questo Bilancio, la sistemazione delle partite GTT e Infra.To, il miglioramento della riscossione bonaria e coattiva che garantisce maggior respiro alle finanze della Città, la costante riduzione dell’indebitamento, la copertura in parte corrente del fondo crediti di dubbia esigibilità, gli enti culturali finanziati in parte corrente, l’armonizzazione delle previsioni sulle sanzioni da codice della strada e il minor ricorso agli oneri per le spese di manutenzione ordinaria. Sono conscio però che la strada che ci aspetta non sia pianeggiante, ma mi hanno insegnato che le salite o si aggrediscono o si subiscono, io preferisco aggredirle. Pertanto dobbiamo continuare questo percorso, costi quel che costi. Abbiamo il compito e il dovere soprattutto e l’onere di lasciare i conti della Città nel migliore stato possibile, anche sacrificando il consenso popolare, e occorrerà farlo con la massima determinazione e visione strategica. Spero che in questo percorso la Giunta possa prendere in considerazione l’apporto che ciascuno dei Consiglieri che siedono in quest’Aula possa dare. Quindi, Presidente, non mi dilungo oltre. Sono conscio del fatto che quello di quest’anno, così come quello degli altri anni, non sia il Bilancio ideale, ma sia il Bilancio migliore possibile, anzi, l’unico possibile. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliere Iaria. IARIA Antonino Grazie. Chiaramente condivido tutto quello che ha detto il mio collega Chessa perché ha già specificato l’ambiente in cui ci muoviamo dal punto di vista finanziario come Ente Locale, però mi preme sottolineare che noi, come indirizzo politico abbiamo sempre dato dall’inizio della nostra Amministrazione, abbiamo messo interventi sul sociale, sul welfare come priorità. Noi abbiamo ereditato dal punto di vista del welfare una struttura molto ben organizzata, con anche chiaramente tanti servizi, ma chiaramente anche tante spese. In tutti questi anni di piano di rientro non abbiamo mai tagliato questa spesa e quest’anno posso dire anche con orgoglio che questa spesa, il Bilancio sul sociale diviso per Divisione Servizi Sociali e Area Residenziale Pubblica noi siamo riusciti ad aumentare le previsioni per il 2019, aumentarle rispettivamente di 767.000 Euro per Divisione Servizi Sociali e di circa 886.000 Euro per l’Edilizia Pubblica. Perché siamo riusciti a fare questo tipo di intervento? Semplicemente perché sappiamo amministrare bene. Purtroppo dalle Minoranze è un dato di fatto che noi come amministratori siamo in grado di amministrare pure con tante difficoltà che molte Giunte non avevano, non sono alibi, sono dati di fatto. Ripeto tutti questi interventi che noi stiamo facendo sul sociale derivano anche chiaramente dall’aiuto delle politiche nazionali e qui rivendico un’altra grande vittoria politica del nostro Governo Nazionale che si ripercuote e si ripercuoterà anche sulle politiche del welfare e degli Enti Locali, cioè il reddito di cittadinanza. Come già il REI prima che non è mai stato criticato dalle Minoranze come una misura non sufficiente che dava soldi così a pioggia, il reddito di cittadinanza che ne aumenta i benefici perché va a colmare un divario e va a ridurre la povertà, il più grande strumento contro la povertà che l’Italia abbia mai avuto, e tra l’altro faccio un inciso, è molto bello leggere le lettere delle persone che ricevono il reddito cittadinanza e che hanno ricevuto il reddito di cittadinanza e che vedono una possibilità di riprendere in mano la propria vita, questo mi inorgoglisce come rappresentante del Movimento 5 Stelle. Scusate, forse mi sono improperato sull’orgoglio, ma sono orgoglioso di questa cosa qua e questa non potete togliercela, non abbiamo tagliato sul sociale, abbiamo fatto delle politiche molto impattanti, tra l’altro anche non solo dal punto di vita finanziario. Io ricordo le modifiche del Regolamento CEA sull’emergenza abitativa, questa modifica del Regolamento ha portato ad avere più possibilità a persone che sono in emergenza di avere una casa popolare e dal punto di vista di Ente Locale è molto impegnativo come impegno. In che cosa si declina dal punto di vista finanziario? Dal fatto che abbiamo potuto mettere a Bilancio un aumento di risorse su questo fronte. Questo fronte chiaramente noi gestiamo insieme all’ATC, la Regione, eccetera, con altri fondi, però noi abbiamo la possibilità attraverso anche i vantaggi che la politica nazionale del reddito di cittadinanza ci darà, di poter, nel corso dell’anno anche aumentare questi fondi. Il nostro discorso che non è retorico di nessuno deve rimanere indietro, verrà declinato in questi anni dai vantaggi economici che il reddito di cittadinanza darà agli Enti Locali, quindi vuol dire tutto ciò che risparmieremo con misure nazionali verrà utilizzato per aiutare le persone che magari rimangono fuori da questo tipo di misura, rimangono fuori per svariati motivi, ma riusciamo a cercare di dare una risposta a tutti i cittadini che hanno bisogno. Questo non è tanto un discorso finanziario, oppure di Bilancio, però è molto importante dal punto di vista politico. Tra l’altro poi possiamo perdere consenso, acquisirlo, non mi interessa, però è un dato di fatto che noi abbiamo dato un’impronta diversa alla lotta alla povertà a livello nazionale e nel nostro piccolo anche a livello locale. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei prego. Prego, Capogruppo Tresso, anche per lei 20 minuti. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Io, Assessore Rolando, mi permetto di dissentire da quella ventata di ottimismo che lei ci ha regalato con la sua relazione in cui ha parlato di sguardo lontano e di concretezza. Vede, io temo che invece la stesura del Bilancio preventivo per questo triennio confermi un po’ una prassi a cui questa Amministrazione ci ha abituato sin dall’inizio, ovvero ancora una volta si vede che anche nella declinazione di questo Bilancio la finalità ultima è quella di chiudere i conti e di galleggiare e sostanzialmente di non avere una prospettiva che guardi, con anche un po’ più di coraggio, a fare delle scelte politiche incisive. Mi sembra che ancora una volta sia prevalente il meccanismo della delega, deleghiamo qualcuno a dirci cosa dobbiamo fare in modo che poi noi francamente possiamo anche esimerci dall’assumerci quelle responsabilità. Questo si è già visto in altre circostanze, si è visto anche con il refrain di comunque dover far fronte al piano di rientro che ci impone la Corte dei Conti, quando in realtà il Piano di rientro lo avete scritto voi, poi la Corte dei Conti può fare delle osservazioni su come state cercando di attuare il Piano di rientro. Ma questo aspetto che già sottolineava anche la Capogruppo Artesio di una mancanza chiara di priorità, d visione e anche di coraggio nel proporre modelli nuovi io lo vedo abbastanza costante in tutta la scrittura dei documenti che compongono il Bilancio. Sicuramente è evidente nella lettura del Documento Unico di Programmazione. Adesso io non vado a dilungarmi e a soffermarmi su molti aspetti, però rispetto anche a quanto è già stato detto faccio un’osservazione che vale u tutte. Io sono andato a leggermi un poco quanto voi scrivete in merito alle diverse missioni, cito in particolare lo sviluppo economico e la competitività, ma lo stesso discorse potrebbe essere ugualmente riportato e con le medesime considerazioni valutate per tutto quello che riguarda lo sviluppo sostenibile e la tutela dl territorio e dell’ambiente, quindi anche tutta la parte urbanistica, anziché forse sulla cultura e altro, ma anche io non ho mai visto citato una volta il confronto, il rapporto della Città con quello che è il territorio circostante, ma non viene citato una volta quando si parla di sviluppo e competitività, ma com’è possibile non pensare che ormai tutto quello che riguarda la competitività di un territorio si gioca nel sistema di relazioni, di infrastrutture, di capacità produttive che si possono costruire non tra Torino, che necessariamente lo dite anche voi, l’avete ripetuto sistematicamente anche in questi anni, è una Città che deve abituarsi che ad essere più piccola, era stata dimensionata anche su una visione urbanistica di un livello superiore, dobbiamo vivere nel nostro piccolo di questa Città, che diventa una cittadina. Ma noi dobbiamo pensare a quello che è il rapporto della città con il territorio e, vivaddio, la Sindaca è anche Sindaca della Città Metropolitana. Non solo, ma bisogna guardare il rapporto ad est con Milano e con l’Europa; il rapporto a sud con Genova e con il Mediterraneo; creare un sistema davvero per un piano strategico del territorio, avere la capacità di costruire alleanze, percorsi che guidino il rapporto tra gli Enti Locali e la Città di Torino e il mondo dell’imprenditoria e costruire su questo. Ma io non ho visto uno dei punti di tutto il programma operativo che citi, come dico, declinato sulle varie emissioni di cui il DUP è composto, questo tipo di visione. Sotto il profilo meramente, diciamo così, più contabile, io riscontro che ancora ricordo le dichiarazioni anche abbastanza entusiastiche della Sindaca che, a fine anno, aveva annunciato che in qualche misura erano stati messi a posto i conti, ovvero il Piano di rientro era ormai su dei binari che andavano in una direzione di poter poi riportare una situazione sostanzialmente assestata e però mi sembra che questo cozzi in maniera abbastanza evidente con quanto è già stato citato e viene riportato non da un Consigliere di Opposizione, ma dal Direttore Finanziario nella nota integrativa e nella parte di conclusione in cui viene detto in maniera molto chiara, molto evidente che ancora una volta bisogna far ricorso ad entrate straordinarie e l’Ente continua a trovarsi in una situazione di squilibrio strutturale, peraltro anche lo stesso Assessore Rolando ci ha ricordato che esiste questo fattore che può essere traguardato su una sessantina di milioni. Ora a 3 anni dall’insediamento della Giunta e quindi come viene detto la terza proposizione di un Bilancio preventivo, ripetere il refrain del dissesto ereditato francamente lo trovo stucchevole, ma a parte che è lo stucchevole che possiamo avvertire qui in Aula, lo trovo anche poco serio, poco rispettoso nei confronti della cittadinanza, anche di coloro che vi hanno dato fiducia e che vi hanno votato. La verità è che io credo per forse un entusiasmo iniziale, una mancanza anche di serietà nel pianificare uno sviluppo davvero rigoroso sui 5 anni, nei primi due anni si è fatto ricorso ad un aumento delle entrate e non si è tenuta sotto controllo sufficientemente la spesa corrente, si è fatto ricorso ad entrare straordinarie, cosa che ancora oggi succede e devo dire che come Consigliere di Minoranza l’avevamo più volte sottolineato che non si poteva gonfiare ad oltranza le entrate da oneri di urbanizzazione, poi c’era stato spiegato anche dal Vicesindaco Montanari che tutto sommato erano gli stessi livelli di anni precedenti, però si parla di anni pre-crisi, erano state aumentate a dismisura le multe e questo ovviamente, oltre alla dismissione abbastanza disinvolta di quote azionarie delle partecipate. Oggi si arriva viceversa a proporre un taglio lineare del 10% per limitare l’incidenza delle spese rigide, per carità, un fattore che giustamente viene richiamato essere necessario quello della limitazione della spese rigide, nonostante poi si sia già provveduto anche a prelevare dalle tasche dei cittadini con gli aumenti e i rincari di cui abbiamo già parlato su IMU e TASI che hanno visto peraltro vanificare anche in parte lo sforzo che era stato fatto in anni di politiche il segno opposto, ovvero quelle di tendere a calmierare affitti e necessariamente invece queste nuove politiche porteranno a peggiorare la situazione della crisi abitativa. E oltre a questi tagli lineari io quello che ravviso è che la sopravvivenza dell’Ente è garantito unicamente dalla pesante riduzione del personale che nel comitato disposto della Quota 100 e della Fornero viene visto dalla giunta Appendino come unica soluzione a cui aggrapparsi per la tenuta dei conti. Ecco però peccato che di questi 1.600 pensionamenti che sono previsti nell’arco di questo previsionale ci è stato detto che solamente una su quattro di queste risorse verrà rimpiazzata e già come si è visto dal prossimo anno ci saranno dei settori della Città che saranno pesantemente in difficoltà e che costringono anche la Consigliera Pollicino a fare delle mozioni di accompagnamento che però di fatto, appunto, condivido, sono delle foglie di fico che cercano di provare a mettere all’attenzione sul fatto che ci saranno 100 posti vacanti tra asili nido e scuole dell’infanzia comunale, ma anche altri settori della Città saranno pesantemente toccati da questa riduzione del personale, pensiamo alle anagrafi con tutta quella che è già stata la crisi che abbiamo attraversato in questo periodo, i Vigili, il Verde Pubblico che ancora non si è capito bene quale sia l’intendimento, se di esternalizzarlo completamente, se di mantenerlo, se di valorizzarlo e molti altri uffici. In Commissione l’Assessore Rolando ci ha detto che in attesa di avere dei fondi necessari per poter reimpiegare in maniera più massiccia le risorse si cercherà di trattenere i dipendenti prossimi alla pensione. Dunque questa è veramente la strategia che riuscite a mettere in atto? Questa è la grande pensata? Cosa vuol dire che: “Si cercherà di trattenere dipendenti incentivandoli a rimanere”? Ma intanto si è pensato, si è valutato chi sarà effettivamente stimolato a non lasciare il servizio? C’è un programma? Ci sono delle indicazioni? C’è una valutazione ancora una volta politica anche su questo, oppure ci troveremo, vai a sapere, pieni di fattorini perché sono loro che sono più stimolati a rimanere in servizio e ci mancheranno completamente altre risorse. Mi sembra che ancora una volta manchi, da parte della Giunta, un’idea chiara di come si intenda organizzare il lavoro degli uffici per poter determinare risparmio, ma ovviamente come è stato risolto? Semplicemente con una delibera, con la quale la Giunta affida ad un soggetto esterno l’analisi per rielaborare un piano organizzativo. Peccato che nulla ci è stato detto dell’input politico che è stato dato a questo ente esterno che verrà individuato mediante procedura di gara. A me sembra una situazione paradossale, anche se, devo dire, la Giunta ci ha abituato a questo atteggiamento un po’ alla Ponzio Pilato, cioè quello di: “Facciamoci dire da altri quello che dobbiamo fare”, e così alla fine possiamo dire che non è colpa nostra, ma erano indicazioni che ci sono state date da parte di terzi. Guardate che questo tipo di atteggiamento lo abbiamo visto anche in altre situazioni, io recentemente anche solo la vicenda del Barattolo, se vogliamo, dove dopo due anni di tentennamenti e di scelte non fatte, di situazioni ventilate alla fine si dice: “Bene, è la Prefettura che ci detta la linea”. E non parliamo poi come ho già citato anche il Piano di rientro per esempio in cui viene data la responsabilità del dover fare certi tipi di scelte a quello che è un provvedimento che voi stessi avete scritto, ma dite: “No, è la Corte dei Conti che ci obbliga”. Quindi in questo caso si sceglie di affidarsi ad una società di revisione aziendale per definire soluzioni che ottimizzano processi e diminuiscono la spesa e di fatto mi sembra anche che ci sia una scelta precisa di esautorare anche la dirigenza, cioè persone che comunque dopo anni di servizio all’interno della struttura forse qualche idea su come ottimizzare delle funzioni, su come migliorare delle situazioni potevano anche averla. Ma, invece, si decide di affidare ad altri, ancora questo meccanismo della delega. Peraltro mi sembra che emerge dalla lettura anche del documenti del Bilancio che si è scelto di mantenere servizi essenziali, vorrei vedere, lo dice anche la Legge, però quali servizi potranno essere tagliati, quali potranno essere esternalizzati, se si è fatta una disamina accurata anche di quella che è la situazione in termini di inquadramento, in termini di professionalità delle figure che andranno ad essere rimpiazzate, se si è tenuto conto anche del fatto per esempio che comunque il reimpiego di nuove figure hanno dei costi minori di chi ha maturato delle anzianità. Tutto questo non ci è stato raccontato, almeno non è stato raccontato a noi Consiglieri e di nuovo è la Giunta che decide e che decide di affidarsi a un soggetto terzo. Di nuovo, anche in questo, cioè nella scelta di come riorganizzare i servizi, si possono fare scelte politiche e capire come si intenda migliorare la qualità delle vita cittadina, non rinunciando ad offerte sociali, ad offerte culturali, per esempio rinforzando il sistema delle anagrafi periferiche anziché delle biblioteche civiche, se davvero si vuole fare un discorso di apertura e di collante con le periferie. Insomma, mi sembra che sia un Bilancio che non ha delle prospettive, si naviga un po’ a vista e ancora una volta, voglio dire, al terzo anno, ci si basa su entrate di carattere straordinario e d’altronde, come è stato detto, lo dice lo stesso Direttore Finanziario nella nota integrativa: “L’equilibrio della parte corrente del Bilancio viene nuovamente raggiunto grazie alla previsione dell’utilizzo di entrate avente carattere di straordinarietà”. E meno male che il Sottosegretario Castelli vi ha dato anche una mano permettendo di utilizzare queste entrate di tipo straordinario per il rimborso delle quote di ammortamento dei mutui; però anche qui, intanto, vabbè, per carità, avete aggirato i rilievi che la Corte dei Conti vi aveva mosso l’anno scorso, ma è ovvio che però si tratta di una misura eccezionale, cioè non si può ripeterla, perché anche il pagamento delle quote di ammortamento dei mutui è ovviamente una posta ricorrente, quindi non si può pensare che si possa ricorrere ulteriormente, nel poter pagare la spesa corrente, con le entrate straordinarie. In pratica, lo avevamo già detto anche in altre occasioni, si svendono un po’ i gioielli di famiglia, ci paghiamo il mutuo della casa e questo, però, ci chiediamo fino a quando, perché prima o poi i gioielli di famiglia si esauriscono; li avete già abbondantemente, come dire, ridotti però le spese continuano ad essere da pagare. Anche la scellerata dismissione delle quote IREN con, peraltro, importante perdita di peso anche a livello politico di Torino in questo panorama geopolitico, diciamo, del Nord-Ovest, e qui rientriamo alla mancanza anche di una capacità di costruire strutture e legami, di creare relazioni anche a livello di territorio, fondamentale per un’idea di una città che oggi non può che fare sistema col territorio, e invece no, noi svendiamo le quote, perdiamo peso politico e temo necessariamente dovrà essere destinato a ripetersi anche quest’anno questa svendita, anche se si è capito che si è fatto riferimento a vendere prima quel che resta di TRM, ma i conti ci dicono che non sono sufficienti, perché non sarà sufficiente la svendita delle quote di TRM a coprire il fabbisogno dello squilibrio strutturale che è stato appunto valutato intorno ai 60 milioni. Ulteriormente l’alienazione di quote di FCT ci preoccupa anche, perché comunque sono perdite di valore della finanziaria della città; sono sicuramente utili che entreranno in meno e che ancora una volta ribalteranno, come già ci avete abituati a vedere, i problemi su chi verrà dopo, così come era stato per la ritrattazione dei mutui che sono stati saggiamente visti in modo da riuscire a spostare il problema in avanti: “Chiudiamo il nostro Bilancio e poi ci penserà dopo chi verrà”. Ora, in ultimo, a rendere anche ulteriormente preoccupante la situazione, ma sempre io mi baso sui documenti e sulla nota integrativa, è il fallimento del Piano Dismissioni Immobiliari su cui si regge il Bilancio e che quindi mette pesantemente in crisi la tenuta del Bilancio stesso e ancora una volta è il Direttore Finanziario che dice: “Laddove, a fronte di una previsione di entrata, è pari a circa 40 milioni, si sono realizzate entrate per 20 milioni”, quindi tra l’altro c’è una dicotomia anche tra, evidentemente, i settori e gli uffici che non sono ben coordinati, perché se il Patrimonio fa una stima e poi però il Direttore Finanziario la mette in crisi, o comunque ne dubita, vuole anche dire che forse un po’ di coordinamento viene a mancare, però è il coordinamento proprio, che è la parte politica che dovrebbe anche cercare di attuare e di fare, e viceversa mi sembra di rilevare che ci sono dei fronti diversi anche all’interno della macchina comunale. Sarà forse un segno che anche all’interno della macchina comunale, dell’Amministrazione, della dirigenza inizia a manifestarsi un certo qual dissenso, una certa quale preoccupazione anche proprio che, mancando un po’ una mano ferma sulla barra del timone, anche le singole risorse, le singole persone che hanno una grande competenza e una grande esperienza si trovano un po’ disorientate e questo disorientamento vi assicuro è abbastanza avvertito credo non solo dai cittadini, ma anche proprio all’interno del Comune. A ciò si aggiunga che anche la situazione di cassa mi sembra piuttosto pesante, come dimostra che aumentano costantemente i debiti commerciali e vengono dilatati i tempi di pagamento dei fornitori, ma non si può cercare di fare cassa ribaltandolo sui fornitori. Insomma, mi sembra ce ne sia abbastanza per rendere chiaro che dopo tre anni abbiamo avuto ripetute conferme che l’Amministrazione Appendino non ha le idee chiare, mira a sopravvivere e non sa davvero come avviare un piano serio di ristrutturazione della macchina comunale, risanando il debito senza ridurre il livello dei servizi. Lo affida a degli esterni, mancano delle idee forti su cui sottolineare quella che è una visione di una città che si ha in mente. Si parlava prima, lo citava la Capogruppo Artesio, una mancanza di identità. Io ravviso anche ugualmente questa mancanza identitaria di un’idea politica, coraggiosa, forte, che ci dica là dove state cercando di andare. Io credo che oltre a noi in questa Sala, noi che ci siamo in questa parte della Sala, lo abbiano capito anche i cittadini, anche molti di quelli che vi avevano accordato la fiducia. Il problema vero che io da cittadino, più che da Consigliere Comunale, mi pongo, è quello di capire come si potrà ricominciare per chi verrà dopo, perché il tema dell’eredità si sta manifestando sempre più in tutta al sua gravità, perché perpetrare, continuare in questa scelta di riuscire solo a pareggiare senza pensare ad una visione un pochino più di orizzonte temporale lungo, crea dei problemi nel recuperare tutto quello che si è perso; è un po’ come nel Gioco dell’Oca quando ti rimandano alla casella iniziale. Penso che si sia capito che anch’io non voterò positivamente all’approvazione del Bilancio e detto questo lascio la responsabilità del voto ai Consiglieri della Maggioranza. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Tresso. Prego, Capogruppo Napoli. NAPOLI Osvaldo Grazie, Presidente. Io sarò estremamente, molto veloce. A me quello che colpisce, e ripeterei le stesse parole che ha detto il collega Tresso, specialmente per quanto riguarda la parte sociale, cioè le scuole materne, i nidi, le famiglie in difficoltà, però prima di aggiungere qualcos’altro volevo rappresentare la mia, come dire, per un certo aspetto, felicità, nel vedere l’Assessore Rolando in mezzo a noi che ricomincia a discutere sui problemi che sono certamente pesanti e quindi mi fa molto, molto piacere questo, che la salute, al di là delle solite battute, e la sua presenza è estremamente positiva per questo Consiglio Comunale e la cosa mi fa enormemente piacere. E vedete, io credo che il problema è che la diminuzione del debito, per quanto riguarda il Comune, perché non bisogna negarlo, è iniziato da Fassino ed è proseguito adesso con la relazione dell’Assessore Rolando e dell’Appendino, esiste, c’è. È ovvio che il Comune di Torino si è trovato con il muro di debiti più alto, dopo Roma, a livello nazionale. E riprendo esattamente quello che dice Rolando: è indubbio che la Città Metropolitana rappresenta un fattore critico e quindi ulteriori sforzi, e che ci sia un impegno del Governo. Io credo che sia questo il problema, non è il problema del Comune di Torino, è il problema di tutti i Comuni. Guardate quanti Comuni sono oggi in difficoltà a livello nazionale e lo aggiungo anche qua. Guardate, il “salva Roma”, lo dico anche al Sindaco Appendino, non è una brutta normativa, non è negativa per i Comuni, c’è solo un fattore, che questa normativa che dice “salva Roma” dovrebbe servire anche a tutti gli altri Comuni nello stesso modo, è questa la differenza che dico io, cioè, attenzione, non è che dico che gli altri Comuni non sono…, non devono…, no, dico che quello applicato, la stessa normativa applicata per Roma dovrebbe, senza una virgola di differenza, essere applicata per gli altri Comuni. Sicuramente i Comuni sarebbero tutti contenti, perché la normativa non è negativa. Allora, vedete, io credo che, per esempio, il problema vero, lo ha detto qualche collega, guardate, il Reddito di Cittadinanza e la Quota 100 - c’è scritto proprio nel DEF, lo scrive il Governo, non lo scriviamo noi o chi per esso - il Reddito di Cittadinanza e Quota 100, scrive il Governo: “Vale 133 miliardi in più in tre anni” e significa aumentare il debito pubblico costantemente e la spesa corrente. Non ci lamentiamo noi, lo scrive lo stesso Governo, con un debito pubblico che aumenta costantemente e dove oggi, ripeto, sul problema del personale, è una situazione estremamente penalizzante. Poi, ritengo anche qua di livello nazionale, aver fatto saltare i tetti alle aliquote comunali sui redditi delle persone; beh, la verità è che in questo modo si penalizzano le persone che pagano sempre e invece si dà a chi è infedele sempre, un modo anche questo poco a livello nazionale. Io do anche qua un parere negativo su alcuni aspetti. A me è dispiaciuto tantissimo sulle Olimpiadi; sulle ATP abbiamo, avete raggiunto, abbiamo raggiunto, ognuno la sua parte, però sicuramente ha ragione, cioè quando qualsiasi di noi parla sulla finale abbiamo visto i numeri per quello che saranno le entrate di quegli anni: sono favolosi. Io dico che sulle Olimpiadi avremmo raggiunto lo stesso obiettivo; avendo già in casa delle infrastrutture notevoli, non bisognava partire in maniera ideologica a dire di no. Lo stesso discorso è sulla TAV, tanto, guardate, piaccia o non piaccia, alla fine io personalmente sono convinto che piaccia o non piaccia alla fine si farà e anche qua sopra è necessario un attimo rivedere, avere la forza di fare autocritica. Detto questo, io concludo. Io mi auguro, per il bene della città, la città sta vivendo certamente non un momento esaltante, ma non soltanto Torino, le città in tutto l’insieme. Andate a leggere un articolo, mi pare di quest’oggi, c’è scritto mi pare…, il Corriere della Sera, andate sul Corriere della Sera, c’è una pagina intera sulla situazione dei Comuni, è molto interessante andarlo a leggere. Quindi il problema riguarda certamente il Comune di Giaveno - l’abitudine di essere il Sindaco di Giaveno; abbiate pazienza, nella vita succede, alla mia età qualcosa, un po’ di revival ci vuole anche, perché è storia, e la mia storia, faccio sempre una battuta, se voi mi permettete, chiamarsi Napoli e aver fatto il Sindaco a nord di Torino non è stato facile, però ci siamo riusciti - ecco, detto questo, voglio dire, oggi la Città di Torino certamente alcune difficoltà le ha, però io credo che un maggior - e finisco - un maggior, come dire, incontro, una maggiore dialettica, l’ho già detto in altre occasioni, il parlarci di più, il chiedere consiglio, il vedere, vedere le soluzioni, penso che sia una cosa molto buona. Alcuni obiettivi raggiunti sono stati anche raggiunti perché è esistita una collaborazione. Questa collaborazione non facciamola diventare, come dire, un modo di parlare, ma togliamola veramente, mancano 2 anni alla fine della legislatura, cerchiamo, se fosse possibile, non sono parole inutili, di poter lavorare insieme. Chi non vuole lavorare insieme, al di là dei colori, sbaglia. Personalmente il sottoscritto, come Forza Italia, come Partito, ha la disponibilità, l’ha data e continua a darla; vediamo un attimo di uscire se negatività, e negatività ci sono, di poter uscire da questa negatività perché credo che la gente oggi abbia dei grandi problemi all’interno delle proprie famiglie e che gli investimenti e la spesa corrente deve essere estremamente guidata. Il mio voto, è ovvio, non potrà che essere negativo. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Morano. MORANO Alberto Assessore, prendo spunto dalla sua relazione. Lei dice: “Ci stiamo impegnando su tutti i fronti affinché il futuro di Torino sia nella città universitaria”. Mi piacerebbe avesse aggiunto: “In cui gli studenti, al termine del corso di studi, decidono di restare e non di scappare via, sia nella città della cultura, in cui si tengono grandi eventi e dello sport; nella città turistica in cui si creano strutture per attrarre turismo di eccellenza e non in una città turistica dove la gente fa una toccata e fuga giornaliera, dove il turismo è principalmente quello di Torino, delle cittadine vicine a Torino e del Piemonte, dove non si vedono cinesi, dove non si vedono russi, dove non si vedono i turisti che spendono, dove è difficile arrivare perché le strutture, le infrastrutture e i trasporti sono particolarmente complessi e dove, se andranno avanti le vostre scelte politiche, sarà difficile per chi viene da fuori accedere al centro”. Nella città turistica, nella città smart, di cui mi piacerebbe tanto capire il significato, nella città del lavoro e dell’impresa, senza nuove imprese però purtroppo, Assessore, e senza favorire le imprese che già ci sono a Torino, senza che vi siano create infrastrutture e collegamenti aeroportuali decenti e degni di una città che vuole competere nel mercato internazionale. “Nella città”, bellissima espressione; “verde e compatta” e di nuovo non capisco che cosa si intende per compatta, “vogliamo misurarci con le rivoluzioni tecnologiche, stiamo investendo sulla ricerca e l’innovazione, ma dobbiamo ancora di più valorizzare e attrarre talenti”. Assessore, vorremmo soprattutto evitare che i giovani vadano via da Torino, perché Torino è purtroppo una città che invecchia inesorabilmente ogni anno, una città che perde abitanti ogni anno ed è difficile creare un Bilancio di sviluppo senza tenere conto dei dati demografici della città. Ci sono tanti motivi per cui non posso votare questo Bilancio. Innanzitutto non è un Bilancio di risanamento del deficit strutturale, che resta purtroppo ad oggi di circa 60 milioni e vedremo che saremo presto chiamati a fare delle variazioni di Bilancio per restare in questa cifra di 60 milioni. Non vi è una significativa riduzione della spesa corrente, il piano di rientro non sta dando i risultati attesi; era peraltro illusorio sperare che la vendita di immobili potesse portare, nel contesto del mercato immobiliare torinese, ai risultati attesi e sperati dall’Amministrazione. Ma non è nemmeno, come abbiamo visto, un Bilancio di rilancio mancando qualsiasi idea di sviluppo e di visione del futuro della città. È un Bilancio che lascia intatti i problemi, non offre soluzioni e si tiene in piedi solo grazie al rialzo di tariffe e tasse locali, che assicurano, o meglio, promettono di assicurare maggiori entrate finanziarie che tra un anno vedremo si tradurranno in maggiori residui attivi. Vede, in questo senso concordo con Chessa, anche se da una prospettiva diversa. Sono contento che abbiate diminuito la stima delle entrate per sanzioni del Codice della Strada perché così evitiamo, un altr’anno, di avere sempre un altissimo residuo attivo per sanzioni del Codice della Strada, è realistico perché i numeri che erano messi nei bilanci precedenti non si traducevano nella realtà. Per tutti questi motivi non posso che votare contro questo Bilancio. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Capogruppo Montalbano. MONTALBANO Deborah Sì, grazie, Presidente. Ma, anche io mi rifaccio a uno dei passaggi dell’Assessore Rolando nella sua relazione, che tra l’altro è lo stesso appena citato dal Consigliere Morano, solo che io apporrò alcun riflessioni diverse. Allora, partiamo da qui: “Non da meno delle Amministrazioni che ci hanno preceduto, ci stiamo impegnando su tutti i fronti”, tutti i fronti, “affinché il futuro di Torino sia nella città universitaria”, e sì, devo dire che oggi le residenze universitarie o per gli studenti rispetto al passato e all’Amministrazione precedente sono più accessibili a tutte le famiglie, a prescindere dal reddito delle stesse famiglie, una delle grandi battaglie che poi si sono fermate subito dopo essere arrivati qui dentro. “Nella città della cultura e dello sport”, e sì, devo dire che praticamente quasi tutti i lunedì, in quasi tutti i Consigli c’è qualche esternalizzazione di qualche struttura sportiva della città di Torino perché non la si può più né sostenere e né mantenere. “E poi ci stiamo impegnando nella città turistica”, sì, devo dire che su questo c’è una certa sensibilità, si è passati da grandi video dove mostravamo la differenza che c’era tra le code fuori dei teatri alle code fuori dalla mensa dei poveri. Poi si è arrivati qui e si è entrati un po’ in una specie di sfida per gareggiare con la vecchia Amministrazione a chi riesce ad avere più code fuori dai teatri, ma ci siamo dimenticati quelle delle mense dei poveri. Allora: “La città del lavoro e dell’impresa”, eh, la città del lavoro e dell’impresa, uno dei punti cardine di questo Bilancio è appunto che affidiamo a una consulenza esterna, per 40.000 Euro, un importante taglio, che sarà quello del personale, perché ci dobbiamo far dire da qualcun altro quali sono anche i servizi essenziali e quali no, e però sfiliamo il primo maggio con queste belle fasce e noi siamo quelli del lavoro, e però intanto i nostri stessi dipendenti credo che da qualche giorno a questa parte vivranno mesi di grande preoccupazione e anche qui, e anche qui doveva esserci una grande riorganizzazione interna, abbiamo fatto lo spostamento dei direttori e ci siamo fermati lì, ma prima di fare un taglio del personale forse magari si potrebbe rivedere quelle che sono le posizioni organizzative, anche quella è una grande battaglia da portare nelle istituzioni perché, Assessore, lo sa meglio di me, ne abbiamo tantissime accumulate negli anni e alcune sono anche abbastanza indecifrabili, prima di pensare di tagliare il personale. Aspettate che poi mi perdo perché di cose ne abbiamo qui da dire e quindi: “Nella città dei diritti”. Città dei diritti. Io registro che ancora prima dell’aspetto politico questa Amministrazione, rispetto a quelli che sono i diritti o le emergenze o le realtà in difficoltà io, ancora prima che politicamente, umanamente registro sempre di più una certa mancanza anche di sensibilità e di interessamento. Faccio una parentesi, io finché ero fuori dalle istituzioni mi ricordo che quando insieme a quelli che oggi sono i miei ex colleghi ci si impegnava con i Comitati, insomma, con alcune realtà anche per denunciare alcune situazioni di alcuni nuclei familiari devo dire che nel giro di una settimana già uscendo sui giornali comunque l’Amministrazione precedente si faceva carico di quelle situazioni. Oggi di giornali, di articoli ne puoi fare uscire per un anno intero e non si muove niente. Allora: “Città aperta e inclusiva”, ci sono alcuni Comitati che sono due anni che attendono di essere ricevuti da un certo Assessorato, quello delle Politiche Sociali. Ci sono stati anche i tour di denuncia per queste mancanze di ascolto e di partecipazione. Oppure, non so, posso pensare al trasferimento della delibera sul Balon, dico Balon perché il Balon è uno e resta uno per quanto mi riguarda, caduta dall’alto con un Tavolo aperto in Prefettura, dove però a quel Tavolo non c’erano tutte le realtà, non c’erano neanche i residenti, però parliamo di città aperta e inclusiva. “Nella città verde”, e qui mi viene da ridere, perché voi dovete sapere che ormai in periferia se si riesce a tagliare l’erba in un prato allora lo si pubblicizza in tutti i social come un evento straordinario, quando dovrebbe essere l’abc di un servizio reso a quel territorio e a quei cittadini, ma in mancanza di altro si utilizza quello che si ha. E poi, vabbè, anche io su questa cosa della città smart, non so se l’esempio è, il funzionamento e la qualità del servizio che si riesce ad erogare nelle sedi anagrafiche per l’erogazione della carta d’identità elettronica, mi viene da mettermi le mani nei capelli, però io con la Pisano spesso mi confronto, lei parla di smart, di innovazione, io come il Consigliere Morano non riesco a capire di cosa parliamo. E: “le rivoluzioni tecnologiche”, beh, sì, certo, certo, probabilmente si investirà, anzi, si investirà sulla robotica. Cioè tagliamo il personale, ci stiamo dicendo che non riusciremo ad erogare i servizi al cittadino però investiamo sulla robotica, perché devo dire che le competenze a tutti i disoccupati presenti sulla città di Torino sono tutte state indirizzate come studi proprio in questo senso e quindi sicuramente avrà un grande successo. Entriamo nella questione della parte invece che un po’ più mi riguarda e quindi quella delle periferie, cara Sindaca perché dovevamo accorciare le distanze tra le periferie, tra le due città, la parte centrale della città e le periferie e siamo a tre anni e, no, le distanze non si sono per niente e per nulla accorciate. Gli unici investimenti che hanno vissuto le periferie sono quelle dei Fondi Nazionali AxTo che manco a farlo apposta, mi vergogno pure a dirlo, sono finanziamenti del Governo del Partito Democratico, signori miei, Partito Democratico, quello che poi è “brutti e cattivi”, eh... L’unico intervento che era partito dal Comune sulle periferie era il PQ di Vallette, è stato votato, è fermo in un cassetto e abbiamo il piccolo centro commerciale di quel quartiere che sta morendo e forse riuscirà ancora ad avere un po’ di fiato perché anche ATC aspettando questo PQ, che non è mai arrivato e chissà se mai arriverà, attendo, sono mesi che attendo un appuntamento in Assessorato per capire come procedere e probabilmente si sposteranno le Poste che sono su piazza Montale perché quella struttura ha dell’amianto sul tetto, ha delle infiltrazioni piovose, quindi anche ATC si è stancato di aspettarci sul PQ e magari si riuscirà ancora a dar fiato per qualche tempo. Poi un’altra cosa, un’altra cosa, io ancora sto facendo alcuni accertamenti però dalla delibera del Mercato, qui, Centrale di Porta Palazzo mi è saltato all’occhio come ci sono state delle condizioni contrattuali da parte dell’Amministrazione nei confronti di questi soggetti privati molto vantaggiosi, cioè dalla delibera, sto attendendo la convenzione per osservare meglio, ma dalla delibera praticamente si richiedono solo le manutenzioni straordinarie e la manutenzione di tutta la parte che circonda la struttura. Cavolo, venite in periferia a vedere i piccoli centri commerciali, l’affitto, le utenze, le manutenzioni, chi più ne ha più ne metta. E quindi anche qui un po’ forti con i deboli, ma deboli con i forti, direi che nulla cambiò e nulla è cambiato. Allora, quest’anno sul sociale ci stiamo già vantando di aver fatto degli investimenti in più e vediamo questi investimenti, visto che si parla di morosità erogata da ATC o che verrà erogata da ATC, ne abbiamo parlato credo due orette fa durante la discussione di una mia interpellanza e allora guardiamoli questi finanziamenti in più su questo settore. Allora: “La città di Torino si impegna a versare ad ATC le somme già liquidate relative alla morosità incolpevole per gli anni 2011, 2013, 2014”, morosità, c’era un’altra Amministrazione, arretrata e non versata completamente. Ma veniamo al cambiamento, 2016-2017 la città di Torino riconosce ad ATC la morosità incolpevole per gli anni 2016 e 2017, guardate un po’, sono debiti. Ma davvero? Allora per complessivi 3.972.222,10, ne avete da mettere ancora a Bilancio per pagare i debiti, i debiti passati, perché sono due anni che giochiamo un po’ e invece ATC sarebbe un Ente su cui investire, sarebbe un Ente su cui investire, perché quelli sono poi dei ritorni concreti sul territorio, ne parlavamo poco fa: si può tagliare più l’erba, si possono ristrutturare più alloggi, ma entriamo nel merito delle famiglie in difficoltà, che cosa è cambiato in questi tre anni? Oggi le famiglie senza casa hanno più aiuti? No, stessa cosa di prima, sia come risorsa economica, sia come attenzione. Scavalchiamo un attimo il problema delle risorse economiche, ma - rientriamo nell’aspetto politico, quello che proprio manca - ma, voglio dire, abbiamo nei tre anni fissato un principio, cambiato un regolamento che prevede che una famiglia in mezzo a una strada, laddove venga presa in carico dai Servizi Sociali la sistemazione da individuare per loro sia senza dividere il nucleo familiare? Mamme e bambini da una parte e il papà ai dormitori? Basta cambiare il Regolamento e fissare un principio che in quella condizione sociale di emergenza quel nucleo va gestito come un insieme, perché è una violenza ancora di più dividere un nucleo familiare in quelle condizioni di vita che si trovano a dover gestire. Oppure la residenza a livello comunale per le famiglie che non hanno una casa e quindi poter velocizzare la presa in carico; era partito un lavoro, è rimasta in sospeso. Cosa dire? Cosa dire? Cosa dire diventa difficile, diventa veramente abbastanza difficile, vendersi cose che non esistono. Prima di sparare colpi in aria, Presidente Iaria, poi le presento alla IV Commissione, bisognerebbe assicurarsi che prima c’è il colpo in canna, prima di tutto, e seconda cosa che non sia un boomerang che torna indietro. Dopodiché direi che ho detto abbastanza, non ho altro da aggiungere, ma naturalmente non potrete trovare favorevolmente il mio voto su questo Bilancio. Bene fare i curatori fallimentari, ma se manca la politica allora non serve chiamarsi PD, chiamarsi Movimento 5 Stelle, se queste sono le strade: dismissione, esternalizzazioni, abbandoni delle emergenze sociali, indifferenza, beh, poteva benissimo pensarci il PD, come poteva continuare a governare l’Amministrazione precedente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Montalbano. Prego, Consigliera Tisi, ha ancora 5 minuti il suo Gruppo. TISI Elide Sì, grazie. Io utilizzerò questi minuti dopo l’articolata e completa relazione fatta dal mio Capogruppo per fare alcuni focus e alcuni approfondimenti anche in relazione a altri interventi di colleghi che ho sentito. Intanto per tornare alle preoccupazioni che sono state espresse da molti nel merito delle scelte e della prospettiva che c’è stata illustrata anche in Commissione e che è figlia anche dei numeri che abbiamo letto appostati in questo Bilancio, del personale. Se, infatti, sono previste delle opportune attenzioni, derivanti peraltro anche da delle scelte nazionali ad esempio sul tema della sicurezza per alcuni comparti, quali ad esempio la Polizia Municipale, vorrei rappresentare la preoccupazione che invece riguarda altri settori di questa Amministrazione, perché ci sono delle attività che non sempre sono definite obbligatorie del Testo Unico, ma sono obbligatorie in funzione di altri provvedimenti, o perché discendono direttamente da diritti costituzionalmente sanciti, o perché sono frutto di esigibilità dei diritti che derivano da Regolamenti o da Leggi Regionali. Alcuni di questi settori sono già stati richiamati, io vorrei però sottolineare quello che invece è un comparto che spesso viene chiamato in causa proprio quando si parla delle persone più deboli, che è il Settore dell’Assistenza, perché a questo proposito io credo che quando si parla di misure di contrasto alle povertà se lo si vuole fare in modo serio non lo si può fare soltanto in termini di trasferimento di erogazioni monetarie, diversamente diventerebbe una misura meramente assistenzialistica e non credo che nessuna delle forze politiche in quest’Aula lo voglia. Ma perché non lo sia e non lo diventi è necessario che le politiche di sostegno al Reddito, qualunque esse siano, vengano accompagnate da dei veri processi di integrazione sociale e di accompagnamento delle persone e per far questo ci vuole il personale, ci vogliono le figure specialistiche in grado di accompagnare, accompagnare al punto che la stessa misura non sia più necessaria perché il percorso di emancipazione è reale e fattivo. Quindi io richiamo questo tipo di preoccupazione perché non è stato citato, ma credo che sia, soprattutto oggi, importante proprio per consentire alle persone di uscire da una dimensione di bisogno, certo anche con sostegni economici, ma anche con progetti di inclusione e di emancipazione. L’altro aspetto che vorrei richiamare, nel minuto e mezzo che mi rimane, è l’attenzione alla spesa storica nelle politiche sociali, perché l’altro anno questa spesa storica per parte comunale è stata ridotta e compensata da fondi nazionali. Quest’anno non ci sono state significative inversioni di tendenza, ma dobbiamo recuperarla perché i fondi nazionali hanno una variabilità di anno in anno che non garantisce una continuità tale da poter sostenere in modo continuativo dei servizi, quindi il poter recuperare la spesa storica, la quota pro capite delle politiche sociali diventa dirimente. In ultimo, e chiudo, il tema dei giovani e delle politiche giovanili. Abbiamo colto come oggi queste politiche siano fondamentalmente sostenute da delle azioni e da dei progetti e dunque da finanziamenti esterni. Questi progetti sono figli, molto spesso, delle persone che li scrivono, allora il combinato disposto del minor personale in quei settori che non sono considerati obbligatori, come le politiche giovanili, e la mancanza di risorse rischia di creare una grossa difficoltà e l’impossibilità di sviluppare ancora delle politiche centrali per i giovani che più volte sono stati richiamati, ma io lo vorrei fare non in teoria ma nel concreto. Questi punti fondamentali credo debbano essere richiamati e attenzionati. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliera Tisi. Prego, Consigliere Mensio. MENSIO Federico Grazie, Presidente. Ma io brevemente volevo illustrare tutti insieme gli emendamenti che ho presentato al Documento Unico di Programmazione, in particolare due o tre che erano i più, tra virgolette, impattanti dal punto di vista politico. Il primo è l’emendamento numero 8, banalmente abbiamo sostituito quelle che erano le fabbriche di materiali con un più ampio HUB per l’economia circolare, anche perché essendo cambiata la Direttiva Europea diciamo prendiamo atto di un intendimento un po’ più ampio di quello che è il ciclo rifiuti. Per quanto riguarda invece il 9, che era l’avvio e la predisposizione, diciamo che l’avvio e la predisposizione del Piano del Verde è già avvenuto e quindi si chiede di fare la redazione del Piano del Verde ovviamente come c’è scritto sul parere, un obiettivo triennale. Il resto più o meno, diciamo, sono specifiche un pochettino più di dettaglio su alcuni punti, anche figli di alcune mozioni presentate. Gli unici due, uno è l’11, sull’avvio revisione della gestione e della manutenzione e pulizia delle aree verdi che è già iniziata ed è in fase di studio. Invece sul 12, la precisazione che è stata fatta sul parere è più che consona, io non ho inteso specificare. È ovvio che quello che rimane di pertinenza di ARPA Piemonte, in relazione alla predisposizione di utilizzo di sistemi di misurazione, tale e rimane e l’ufficialità e l’intendimento era quello sostanzialmente di verificare in fase di innovazione e sperimentazione, verificare se ci sono dei metodi più a basso costo per estendere la misurazione della qualità dell’aria. È sempre facente parte di una mozione, quindi sono solo specifiche e niente di più. Io con questo ho concluso. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Imbesi. IMBESI Serena Sì, grazie. Anche io utilizzo poco tempo per parlare dell’emendamento, il 14 e il 15, se non erro, perché non ho la tabella emendamenti davanti. In poche parole si recepisce quella che è la mozione votata non più tardi di una settimana fa, mozione del Consiglio Comunale votata all’unanimità, aggiunge quindi due punti a pagina 151 chiedendo di: “Incentivare la mobilità sostenibile per la partecipazione agli eventi sportivi e agli eventi culturali, appunto, integrando il titolo giornaliero di GTT nel biglietto dell’evento” e anche “L’estensione del park and ride a tutti i parcheggi della città”. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliere Fornari. FORNARI Antonio Sì, grazie, Presidente. Anch’io volevo illustrare gli emendamenti, in particolare uno, visto che è stato citato anche precedentemente, che è quello sui derivati, quindi su un’analisi tecnico-finanziaria e legale delle operazioni strumenti di finanza derivata. Questo è un obiettivo a cui noi come Maggioranza ci teniamo particolarmente, perché fin dall’inizio gli strumenti di finanza derivata sono sempre stati comunque un qualcosa di poco chiaro per i cittadini e questo era uno degli impegni presi in campagna elettorale, che era proprio quello di fare un’operazione trasparenza su questi strumenti di cui gli Enti Locali, in particolar modo il Comune di Torino e la Regione Piemonte hanno abusato in passato. Questa analisi che verrà fatta, per cui qualcuno della Minoranza è un po’ preoccupato dei risvolti che potranno esserci, in realtà con il bando che poi è stato fatto dall’Amministrazione si va a chiedere principalmente a un tecnico, a un esperto, un’analisi per poi valutare successivamente che cosa effettuare. Quindi in base ovviamente a questa analisi che verrà effettuata, poi bisognerà fare una scelta e quindi andare in un certo senso poi eventualmente a ricontrattare con le banche questi strumenti. Fino a prova contraria la (INC.) che qualcuno citava, ovviamente è sui minori costi che dovrà sostenere la città. Quindi un esempio, se la Città riuscirà a risparmiare un milione di Euro dagli strumenti di finanza derivata, obiettivamente il tecnico che riuscirà in questo intento avrà diritto a un premio. Ma quindi non c’è un costo in più per l’Amministrazione e anzi se l’Amministrazione riesce in un certo senso a risparmiare, è giusto riconoscere a un professionista un premio per quello che fa e per quello che ha fatto. Invece non capisco da parte delle Minoranze una preoccupazione. Probabilmente da parte loro c’è sempre questa vecchia idea del mettere tutto sotto il tappeto, tutto a tacere; una questione che è stata portata da anni che era lì pronta sui tavoli di tanti e che non è mai stata affrontata e io sono ben contento che questa Amministrazione finalmente voglia affrontarla in maniera trasparente. Quindi poi la relazione che il tecnico farà sarà a disposizione di tutti e quindi si valuterà se effettivamente è il caso di continuare oppure abbandonare. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Se non ci sono altri interventi lascio replicare il Vicesindaco e la Sindaca. Mi aveva chiesto di intervenire, essendo stato citato. È l’unico che mi ha fatto una richiesta specifica. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Io le lascio la parola, prego. Prego, Vicesindaco. MONTANARI Guido (Vicesindaca) Posso parlare, Presidente? Grazie. No volevo…, mi ha un po’ colpito questo dibattito, perché sostituendo indegnamente l’Assessore Rolando nel suo periodo di malattia ho imparato un mucchio di cose, ma devo dire che raccontando in giro, sia nelle Commissioni del Consiglio, sia nelle 8 Circoscrizioni nelle quali sono stato, quando spieghi i dati, spieghi la situazione, spieghi i numeri, spieghi che cosa stiamo facendo, sinceramente io non ho mai trovato una vera contestazione, da nessuna parte. Certo ho trovato qualche presa di posizione come quella a cui abbiamo assistito oggi, una qualche posizione più o meno politica, più o meno elettoralistica con le solite idee: “Non avete idee. Avete le idee, non c’è la visione”. Queste cose qua. Ma poi, quando si torna a parlare di numeri, di cose che sono poi i paletti sui quali questo Bilancio è stato costruito, beh, credo che qualsiasi persona di buon senso sia veramente in difficoltà a dire che stiamo facendo grandi cose sbagliate. Poi forse si può spostare qualcosina di più di qua o qualcosina di più di là ma è veramente molto difficile ritrovare questo. Ricordo alcuni semplici dati di questo Bilancio, per esempio il fatto che ci portiamo 2.700.000 di debito sulle spalle e questa roba qua vale per circa 4.000 Euro a testa, quando il resto delle città italiane stanno sui 3.000, sui 2.700, 2.000 a scendere: 3.000 a Milano, 2.700 Napoli, 2.000 Roma e via così, che di questo debito 640 e passa milioni sono i famosi derivati che sono quelli che sono stati anche richiamati qua e che il tasso medio di questo debito va tra il 4 e 6,69% che non è proprio una cosina tanto banale. Poi, che queste cose qui ce le siamo ritrovate mi sembra un dato di fatto, che poi avranno 200 ottime giustificazioni per..., ma questo è un elemento. L’altro elemento, dal quale partiamo per ragionare su questo Bilancio, è un’altra cosa abbastanza importante, cioè che le spese per il personale cubano, in incidenza sulla spesa corrente, per il 38%, un altro di quei dati che è assolutamente fuori dalle medie italiane. Cioè in Italia mediamente questo dato cuba per il 29%, nelle città messe peggio, come Napoli, per il 32, Milano per il 23, Palermo il 24 e via così. Quindi, voglio dire, stiamo parlando di due aspetti estremamente duri del nostro Bilancio, che è un dato di fatto che ci siamo ritrovati, poi naturalmente si può discutere se è bene fare il debito, è stato fatto, le prospettive, tutto quello che vogliamo, ma questo è. Oltretutto ci muoviamo sull’orlo del burrone che ci impone costantemente la Corte dei Conti giustamente di stare nei vincoli del rientro e via così. Tuttavia, quando poi si spiega anche che a partire da questi paletti durissimi, noi siamo riusciti: uno, a non ridurre il welfare; due, a non fare aumenti selvaggi delle imposte, aggiustare qualcosina in termini piuttosto moderati e cercando di caricare un po’ di più chi ha di più e non chi ha di meno; due, che abbiamo migliorato le entrate; tre, che abbiamo fatto delle vendite che tutto sommato sono state utili, perché in molti casi noi ci siamo, come dire, liberati non dei gioielli di famiglia, ma dei fardelli che non riuscivamo a gestire, che non ci portavano a casa neanche quegli introiti che invece avremmo potuto avere. Abbiamo fatto investimenti importanti, che sono qualcosa come 23 milioni, più i mutui eccetera, arrivano fino a 57 milioni, che abbiamo mantenuto le manutenzioni degli edifici pubblici della città per circa 5 milioni, migliorando anche la manutenzione delle scuole che non è proprio l’ultimo dei nostri problemi; che siamo riusciti a mettere in ordine i conti di GTT e Infra.To con investimenti di 25 milioni; che siamo riusciti ad assolvere alle questioni di legge tra cui il Fondo dei Crediti di Dubbia Esigibilità come richiesto dalla Legge; che abbiamo migliorato la cassa; che abbiamo utilizzato al meglio, certo gli oneri di urbanizzazione, anche con tutti i limiti che questa cosa però ha, che ci ha permesso di mantenere in piedi questa città e di conservare i servizi per le persone meno fortunate. Ora tutto questo, per carità, ci si può dire: “Si poteva fare di più”, ma magari sì, però sinceramente io non ho trovato nessun Consigliere, che sia di Circoscrizione o che sia oggi in questa Sala che mi abbia dato delle soluzioni alternative migliori a quello che abbiamo fatto, mentre invece quello che abbiamo fatto, ripeto, con tutti i limiti e tutti i dubbi che ci sono, credo che veramente vada nel senso di un’Amministrazione che rispetta il suo programma di mandato e che soprattutto si muove al meglio nei paletti che ha trovato. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. |