Interventi |
FERRERO Viviana (Vicepresidente) Passiamo alla trattazione dell’interpellanza successiva - richiamo, scusate, solo un po’ di ordine in Sala - n. mecc. 201901085/002, la presentatrice è la Consigliera Artesio, risponde l’Assessora Schellino. Il titolo di questa interpellanza è: “Giudizio del Comune di Torino sulla presunta costituzione di Fondazione per la Casa” FERRERO Viviana (Vicepresidente) Do subito la parola all’Assessora Schellino, se si segna. Grazie. SCHELLINO Sonia (Assessora) Grazie, buongiorno. Ho chiesto informazioni alla Presidenza dell’ATC di Torino che mi comunica quanto segue: “La progressiva diminuzione dei finanziamenti pubblici all’Edilizia Sovvenzionata, unita ad un sempre maggiore impoverimento degli assegnatari di casa pubblica ha, negli ultimi anni, imposto una ridefinizione organizzativa e strategica degli enti gestori del Patrimonio Residenziale Pubblico. Sulla scorta di questo scenario ATC Piemonte Centrale ha avviato, a partire dal 2015, una profonda trasformazione del proprio assetto organizzativo e delle proprie società in house con un preciso mandato di spending review da parte della Regione Piemonte, a fronte della necessità di garantire un servizio fondamentale e con elevatissimo impatto sociale. Si è impostato un percorso di ampliamento di ruolo che vede crescere i servizi legati alla gestione del patrimonio esistente, le relazioni con l’utenza e soprattutto l’impatto sociale dell’attività. Come esplicitato della delibera di indirizzo 14, approvata dal CdA ATC il 24 febbraio 2017, a questo proposito si è pensato di studiare modelli che affiancherebbero l’Ente, anche rivolgendosi direttamente a mondi come quelli della filantropia, adottando alleanze con altri soggetti simili in grado di attivare risorse private. Un modello organizzativo più vicino al non profit, faciliterebbe nella costruzione di nuove partnership, aumenterebbe la possibilità di raccogliere risorse derivanti anche dal mondo delle liberalità private e (parola incomprensibile) filantropi, consentirebbe modelli di finanziamento innovativo, ad esempio i social impact bond per l’housing sociale; promuoverebbe modelli di progettualità innovativa nel social housing, per esempio coabitazioni solidali e portierato sociale; coinvolgerebbe il mondo dell’imprenditoria privata in progetti di corporate social responsability, finalizzati alla rigenerazione urbana e sociale anche attraverso nuove startup; potrebbe generare nuovi servizi per gli utenti, ad esempio inserimenti lavorativi al microcredito; l’adesione di un ente pubblico a una fondazione di partecipazione, così come ad ogni altro organismo non commerciale fosse ritenuto più confacente per l’esercizio di funzioni fondamentali o amministrative di pertinenza, attuato mediante apporto di propri beni mobili rappresenta una scelta discrezionale dello stesso ente che pretende una necessaria fase di studio preliminare. Nell’intento dunque di approfondire la fattibilità con determina dirigenziale 133 del 5 febbraio, l’agenzia ha affidato a uno studio professionale l’incarico avente ad oggetto l’assistenza alla fase preparatoria e di studio comprendente progetto e messa a punto del business plan relativa alla costituzione di un possibile Ente del Terzo Settore di partnership pubblico-privata che veda il coinvolgimento di ATC. L’ATC rimane in attesa del risultato dello studio di fattibilità”. Questo è quanto mi hanno comunicato per iscritto dalla Presidenza di ATC. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Allora grazie, Assessora Schellino. Do la parola alla Consigliera Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie. Dalla risposta si evince che l’ATC ci informa della sua discrezionalità, che è un modo garbato per dire: “Fate gli affari vostri” e mi permetto di sottolineare che le politiche pubbliche per la casa, in modo particolare per quelle fasce sociali che non possono garantire autonomamente una casa in proprietà o in locazione, è un affare nostro e quindi mi pregio di interrogare l’ATC anche sulle scelte che compie, essendo il soggetto che gestisce il Patrimonio Residenziale Pubblico. Nel fare questo ci comunica che sta ipotizzando questa soluzione di un’organizzazione pubblico-privata fin dal 2017 e che soltanto poche settimane fa ha immaginato di dover chiedere un parere giuridico per il quale la determina di incarico di consulenza. Credo lo abbia fatto in Aula di isolamento perché se nessun Ente Pubblico, la Regione, il Comune, le Organizzazioni di rappresentanza degli inquilini, hanno avuto finora modo di parlare di questa prospettiva, ancora di più ci si preoccupa del fatto che un Ente che pretende di agire discrezionalmente pretenda anche, pur essendo Ente Pubblico, di farlo nel riserbo più assoluto fino a conclusione da consegnare. Questi gli elementi di metodo. Abbiamo poi una questione di merito. La questione di merito è la seguente: ciascuna delle motivazioni che avrebbero indotto il Consiglio di Amministrazione a procedere attraverso l’approfondimento di questa soluzione, è motivato con la necessità di ampliare le offerte sul mercato abitativo in direzione delle fasce sociali di cui le politiche di Edilizia Residenziale Pubblica si occupano, di accogliere erogazioni liberali da parte di privati o da parte di altri Enti benefici, di costruire modelli condivisi anche per accedere a finanziamenti straordinari con altri soggetti anche di tipo privato. Io immodestamente credo che alcuna di queste spiegazioni sia sufficiente per motivare la costituzione di un nuovo organismo, tanto meno di un organismo pubblico o privato. Quando mai ATC è stata impedita nel partecipare a concorsi di carattere europeo, piuttosto che nazionale in cordata, ad esempio, con le autonomie locali? Solo per la mia esperienza cito i Programmi di Recupero Urbano, cito il Programma Urban, cito la partecipazione ad AperTo, quindi non vedo quale sia l’impedimento giuridico che debba obbligare ATC a percorrere una strada di compartecipazione per accedere a finanziamenti straordinari. Quando mai un privato cittadino o un’organizzazione benefica sono stati bloccati nella loro volontà e nella loro generosità nel rivolgere verso ATC parti del proprio patrimonio, piuttosto che finanziamenti? Non mi risulta. Mi risulta che la città di Torino, Ente Pubblico, riceva lasciti per borse di studio e riceva lasciti per proprietà abitative private. Che poi ci sia la possibilità in un mondo nel quale i bisogni abitativi sono differenziati, le capacità economiche per soddisfare questi bisogni abitativi anche, i soggetti che operano nel campo immobiliare sono plurimi e peraltro anche sempre più nuovi rispetto a precedenti segmenti di mercato, pensiamo a tutto l’intervento del mondo creditizio in campo immobiliare, questo è vero, che si possa ragionare su costruzioni di progetti volti a particolari fasce di popolazione, anche coinvolgendo la competenza tecnica di ATC, questo lo posso capire, ma mi domando perché oggi sia impedito. Francamente le ragioni mi sembrano deboli. La procedura è stata praticata fino ad ora senza che si sia avviato un dibattito pubblico. La questione va senz’altro approfondita. Quindi io chiedo che l’interpellanza venga presa in carico dalle Commissioni Consiliari competenti. Sono consapevole che l’Assessore non è in solitudine, quella che può rispondere a questa questione, e che quindi il tema debba essere strutturato secondo una serie di audizioni; certo, di ATC, ma anche di altri soggetti potenzialmente interessati. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Allora grazie, Consigliera Artesio. Quindi cosa devo dedurre? Che va in Commissione, in Commissione IV. A questo punto abbiamo completato la trattazione delle interpellanze e sospendo il Consiglio nell’attesa dell’appello nominale. (Sospensione del Consiglio Comunale) |