Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Punto 13, siamo alle proposte di mozione; punto 13, mozione mecc. 201901155 presentata da Pollicino ed altri: “Torino Shelter City. Città rifugio per i Difensori dei Diritti Umani (Human Right Defenders)” SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Pollicino. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Per spiegare il senso della mozione “Torino Shelter City, Città rifugio”, mi affiderò a quanto dichiarava in un'intervista del febbraio 2018 il Relatore speciale delle Nazioni Unite mister Michel Forst riguardo alla situazione dei difensori e delle difensore dei diritti umani: “È un circolo vizioso, maggiori sono i risultati che si ottengono, più sono vittime di repressione. Il numero di attacchi e di omicidi di cui sono vittime i difensori dei diritti umani sta pericolosamente aumentando. Amnesty International calcola che dal 1998 al 2018 sono 3500 gli attivisti assassinati e FrontLine Defenser nel rapporto annuale denuncia che nel 2018 sono stati 321 i difensori uccisi, 9 in più rispetto all'anno precedente e solo nella prima settimana del 2019 ne sono stati ammazzati 6. Tra le vittime anche l’attivista e Consigliera Comunale di Rio de Janeiro Marielle Franco, che è stata giustiziata a marzo 2018 con 5 colpi di pistola alla testa per aver denunciato la violenza della Polizia contro gli abitanti delle favelas e le discriminazioni contro le comunità LGBT. Human Rights Defenders, dunque. Ma chi sono i difensori e le difensore dei diritti umani? La dichiarazione delle Nazioni Unite del 9 dicembre 1998 all'articolo 1 ne dà un’eccellente definizione: «Tutti hanno il diritto individualmente e in associazione con altri di promuovere e lottare per la protezione alla realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale ed internazionale». Sono quindi quegli uomini e quelle donne che individualmente o insieme ad altri agiscono per promuovere e lottare per i diritti umani in modo pacifico e non violento. Sono ad esempio difensori coloro che si oppongono alle dittature, ai regimi oppressivi, chi si batte per la libertà di espressione, chi lotta contro le discriminazioni e le ingiustizie, chi documenta abusi dei diritti umani. I fondamenti etici della risoluzione ONU sono radicati nei valori e nei principi universali contenuti nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1948, che proprio l'anno scorso ha compiuto 70 anni. Infatti la carta non solo pone la dignità umana come valore non negoziabile e fondativo a cui devono attenersi la produzione normativa e le politiche pubbliche a livello mondiale, ma esorta anche gli uomini ad agire in spirito di fratellanza per assicurare la garanzia della sua tutela. Lo stesso dicasi della Costituzione Italiana, soprattutto negli articoli che prevedono il nostro conformarsi alle norme di diritto internazionale e la promozione delle organizzazioni internazionali dei diritti umani. Tuttavia, nonostante gli impegni presi dalla Comunità Internazionale i difensori dei diritti umani nel mondo continuano a subire minacce, molestie giudiziarie e attacchi fisici, che purtroppo spesso sfociano in orribili omicidi. Sempre secondo i dati di FrontLine Defenser il 77% degli attivisti uccisi stavano difendendo i diritti della terra, dell'ambiente o dei popoli indigeni, specie in America Latina e Asia. In un mondo in cui si afferma sempre di più un modello di sviluppo economico predatorio che impoverisce e sfrutta i Paesi già poveri, chi si oppone alle attività estrattive o alla costruzione di grandi infrastrutture o mega progetti che arrecano enormi danni all'ambiente e all'ecosistema circostante è il bersaglio principale di minacce e violenze da parte di attori statali e non statali e aziendali. Oltre le minacce vissute dai colleghi maschi, le difensore dei diritti umani affrontano attacchi sessuali e di genere. Le violazioni includono la rimozione da posizioni pubbliche o di alto livello all'interno delle ONG, dei Sindacati, delle società politiche, ma anche campagne diffamatorie, persino con l'uso di falsi video pornografici che mettono in discussione il loro impegno nei confronti delle loro famiglie, fino alla violenza sessuale e allo stupro, la violenza militarizzata, la violenza e la presa di mira nei confronti dei figli. Negli anni dal 2012 al 2014 sono stati 1688 gli attacchi contro le donne in Guatemala, Salvador, Honduras e Messico. Nel 2018 le detenzioni e gli arresti di donne sono state il 35% del totale e le violenze sessuali rispetto all'anno precedente sono aumentate del 6%. Di fronte a una situazione così drammatica sono stati attivati meccanismi di protezione a livello europeo degli Human Rights Defenders. L’Unione Europea ha predisposto una piattaforma di coordinamento per l'asilo temporaneo dei difensori dei diritti umani, European Relocation Platform, e ha fornito nel 2004 le linee guida per organizzare programmi di protezione. Altre Linee Guida in accordo con l’OSCE sono state indirizzate al proprio personale diplomatico che opera all'esterno. Alcuni Paesi europei hanno già aderito alla piattaforma, promuovendo programmi di protezione e di asilo temporaneo per chi dovesse decidere di lasciare, come extrema ratio, il proprio Paese di origine. È il caso dei Paesi Bassi che hanno lanciato l'iniziativa “Città rifugio” per offrire ai defenders, quando sono minacciati a causa del loro operato, un alloggio temporaneo in genere 3-6 mesi, massimo un anno, dove trascorrere un periodo di rest and respite, di riposo e tregua, sia dal punto di vista dello stress mentale, sia per assicurarne la sicurezza fisica”. Preciso che sono 11 le città rifugio olandesi e non 6 come io avevo scritto nell’atto, e quindi qui ho fatto un emendamento. “In Italia il tema degli Human Rights Defenders si è sviluppata grazie all’azione della rete in difesa per i diritti umani e chi li protegge, di cui fanno parte oltre 30 organizzazioni, associazioni e reti, tra cui Amnesty International, Greenpeace e Libera. Ora, tenuto conto che alcuni Comuni, come il Comune di Trento, la Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Padova, hanno già approvato delibere per l’attivazione di programmi di accoglienza temporanea e di protezione locale, e tenuto conto anche del fatto che la Città di Torino è da sempre sensibile alle tematiche dei diritti umani e civili e ambientali e per questo ha costruito una fitta rete di relazioni con attivisti e attiviste, movimenti sociali, associazioni di minoranza e comunità, con questa mozione intendiamo e impegnare la Sindaca e la Giunta ad attivare sul proprio territorio un piano pilota di accoglienza temporanea in supporto per i difensori e le difensore dei diritti umani minacciate, a promuovere occasione di studio formazione e scambio di esperienze tra amministrazioni territoriali, organizzazioni della società civile, Università, sul ruolo degli Enti Locali nella protezione dei difensori dei diritti umani e le città rifugio; promuovere iniziative di sensibilizzazione sui difensori dei diritti umani nelle scuole e campagne di visibilità; sollecitare il Governo affinché aderisca al Temporary Relocation Platform dell'Unione Europea, interessando le Prefetture, le Questure per quanto di loro competenza; promuovere una collaborazione con il Comitato dei diritti umani della Regione Piemonte, come proposto già in sede di Commissione dalla Capogruppo Artesio; inviare la mozione all'ANCI e alla Conferenza Stato-Regioni per diffonderla presso gli altri Enti Locali e sollecitarne l’impegno per la protezione dei difensori dei diritti umani”. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Lei ha anche presentato un emendamento che darei per discusso. Lascio la parola adesso alla Consigliera Ferrero che ha presentato un emendamento. Solo un attimo, gli emendamenti sono 3, uno a firma Pollicino, uno a firma Tisi, uno a firma Ferrero. Dopodiché, dopo l'illustrazione degli emendamenti metteremo in votazione il testo coordinato. Prego, Vicepresidente Ferrero. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Nel mio intervento, essendo seconda firmataria, illustrerò anche l'emendamento, quindi faccio una cosa unica. Oggi andiamo a votare un pezzo di quello che stiamo costruendo come bilancio sociale, perché non ci dobbiamo solo attendere i numeri, ai meri conti di una città che non ci danno contezza della realtà sociale, della maglia sociale, delle ramificazioni, dei legami e dei nodi che si possono annodare. Nel bilancio sociale ci metto assolutamente questo atto che la Città di Torino, che ha sempre dimostrato una grande sensibilità alle tematiche sia dei diritti che vanno declinati in tutte le loro forme, dai diritti umani ai diritti civili, a quelli ambientali, perché nel mondo la difesa dell'ambiente e di tutti quelli che sono considerati i propri beni comuni, come le foreste, i fiumi, le montagne, ecco, la difesa dei diritti umani che si collega strettamente con quella anche dei diritti ambientali. Ci si oppone ai grandi sistemi capitalistici e allo sfruttamento e ci si impegna a salvare quella piccola parte del proprio territorio. Quindi Torino, che tra l’altro è anche una Città, lo dobbiamo sempre ricordare, Medaglia d'Oro della Resistenza, che possiamo anche in questo caso ricordare, difende i diritti umani, civili e ambientali e applica sul campo la propria visione. Non siamo la prima città, Trento è stata la prima Città Rifugio, pensando appunto a un piccolo lasso di tempo con il duplice obiettivo sia di permettere al difensore dei diritti umani di avere un periodo di tregua nel quale prendere fiato, nel quale poter ritrovare quella tranquillità che certe situazioni impediscono. Stiamo parlando di donne e uomini che agiscono pacificamente per la promozione e la protezione di questi diritti, stiamo sparlando di persone che hanno tanto da esprimere, che la Città si fa carico, in quel periodo, di tenere, di proteggere, ma anche di sviluppare le relazioni che queste persone, che sono portatrici di motivazioni, possono svolgere sul nostro territorio. Io credo che sia una grande e importante sfida quella di riuscire a portare sul nostro territorio queste persone che sono spesso voce divergente. Il mio emendamento era un'attenzione particolare a quelle che risultano essere le Woman Human Rights Defenders, che sono le donne che spesso, spessissimo sono coinvolte soprattutto nelle questioni poi ambientali e attiviste, minacciate insieme alle loro famiglie. Quindi nella mozione chiedevo, appunto, di aggiungere, cosa che era peraltro già in premessa, ma ho preferito fosse aggiunta anche nel dispositivo. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Tisi. TISI Elide Grazie, Presidente. Ma questo atto, questa mozione, è stato approfondito direi in modo interessante nei lavori della Commissione, anche con la presenza preziosa di rappresentanti di Amnesty International che hanno contribuito a illustrare quanto questa tematica per una città come Torino possa essere non soltanto nelle corde della città, come veniva ricordato, ma rappresentare un ulteriore lavoro, un ulteriore obiettivo nella misura in cui Torino promuove e si promuove proprio anche come città in grado di accogliere persone che subiscono violazioni di diritti umani e che si pongono come loro difensori. Come veniva già ricordato negli interventi precedenti, Torino ha una lunga storia in questa direzione. Io in questa storia inserisco anche il lavoro fatto per l'accoglienza dei richiedenti asilo, che molto spesso sono loro stessi persone che devono fuggire da Paesi perché vittime di persecuzioni o di mancanza di libertà. Ma Torino è anche città che sicuramente dal punto di vista dei diritti, i diritti individuali, i diritti delle donne all'autodeterminazione, la lotta contro la discriminazione di genere, è una città che ha fatto un grande lavoro. Quindi, condividendo i contenuti di questa mozione, mi sono limitata a inserire un emendamento che richiama un ruolo e una responsabilità importante che il nostro Paese si è assunto nel momento in cui nel febbraio dell'anno scorso ha richiesto all'Assemblea Generale dell'ONU di entrare a far parte del Consiglio Generale di Tutela dei Diritti Umani. Questo è un Consiglio costituito da molti Paesi membri, dai rappresentanti di molti Paesi membri, e in quell'occasione, nell'occasione della sua candidatura, l'Italia si è assunta come Paese degli impegni e ha assicurato lo sviluppo di azioni che vadano proprio in questa direzione. Io credo che sia importante, volendo sottolineare come il rispetto dei diritti umani non sono mai una certezza acquisita, ma è un lavoro nella direzione del quale occorre sempre mantenere molto alta la guardia e lavorare la politica, e non solo la politica, la società civile nella direzione della difesa e della tutela. Io credo che sia importante, oltre che l'impegno della nostra città, richiamare anche l'impegno di tutti noi, del nostro Paese proprio per non abbassare mai la guardia ed essere coerenti con l'impegno assunto e con il riconoscimento che abbiamo ottenuto con questa nomina. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Io ringrazio anche le proponenti di questo atto, che mi vede certamente favorevole e diciamo che rispecchia tutta una linea di principi e di politiche che personalmente condivido. Vorrei solo approfittare, anche brevemente, di fare un paio di considerazioni, anche perché purtroppo non ho potuto partecipare alla Commissione in cui è stata discussa la mozione che oggi votiamo e che riguardano un aspetto che vorrebbe sottolineare la necessità però di aderire a iniziative come queste, mantenendo un certo tipo di coerenza. Mi spiego, giustamente si fa riferimento al mantenere una serie di garanzie per i difensori dei diritti umani. Mi chiedo in questo momento, anche a livello nazionale, senza guardare solo a quello che succede fuori, in che misura noi siamo sufficientemente cautelati e garanti di quello che è il rispetto dei diritti umani e io credo, come è stato fatto notare da chi mi ha preceduto, tutti gli interventi, che Torino abbia una storia significativa nella garanzia dei diritti e nel proseguire anche un cammino di ricerca di misure e di risposte efficaci nella garanzia dei diritti. Credo che anche questo Consiglio abbia votato delle risoluzioni nella nostra Consiliatura che vanno in quell'indirizzo. Io personalmente ne ho anche proposte alcune e sono state votate con ampio consenso sia da parte della Maggioranza, che da parte della Minoranza. Mi riferisco però in particolare a due aspetti, uno è quello che riguarda l'applicazione della Legge 132, su cui ho presentato un ordine del giorno, che peraltro è stato recentemente approvato, e che si riferisce proprio anche ad alcuni aspetti in particolare che ho cercato di sottolineare che sono profondamente, a mio modo di vedere, lesivi anche di quello che sono le facoltà di diritto e di diritto umano. Il passare da un periodo di trattenimento dello straniero nei centri di permanenza per rimpatri da 90 a 180 giorni non va nella direzione di garantire diritti umani. Il voler riservare l'accoglienza in sistema SPRAR ai soli titolari di protezioni e minori stranieri non accompagnati, escludendo di fatto tutti i richiedenti asilo, che come giustamente diceva la Consigliera Tisi spesso sono loro stessi i latori e persone che sono difensori dei diritti umani, perché anche andare a cercare lavoro in situazioni economicamente più stabili per poter dare sostentamento alla propria famiglia, è una forma di garanzia dei diritti umani. Ora non solo, ma ancora come abbiamo già discusso, l'articolo 13 della Legge 132, che ribadisce che i permessi soggiorno per richieste di asilo non consente l’iscrizione all’anagrafe quindi vengono meno tutta una serie di elementi che sono alla base del diritti umani, quale il diritto alla salute, non è garantire diritti umani. Su altro versante abbiamo votato anche in quest’Aula una mozione che avevo presentato anch'io per le misure lavorative a favore degli ex detenuti. Bene, noi sappiamo che l'Italia all'inizio del 2013 è stata condannata da parte della Corte di Strasburgo per trattamento inumano e degradante, sono parole pesanti che vanno contro i diritti umani e a me sembra che in questo momento il Governo Lega - 5 Stelle ha cancellato la riforma penitenziaria approvata, diciamolo pure, in maniera tardiva e sicuramente incompleta dal Governo Gentiloni, ma sicuramente il carcere è completamente sparito dall'agenda politica in questo momento. Allora anche questo è occuparsi di diritti umani, perché non vorrei sempre che ci nascondessimo dietro il dito puntandolo verso argomenti che sono sicuramente meritevoli di attenzione, ma che poi non vengono ad avere ricadute su quelle che sono le cose a noi più vicine. Noi sappiamo, appunto, che siamo un Paese in cui la situazione carceraria è profondamente disumana, la situazione di inagibilità delle carceri e l'effettiva occupazione dei posti è intorno al 130% di quello che sono i posti disponibili e anche nella nostra situazione cittadina, a Torino, noi sappiamo che abbiamo quasi 1400 detenuti a fronte di una capienza regolare che sfiora i 1100, quindi siamo fortemente al di fuori di quelle che sono le condizioni che possono garantire un minimo di decenza proprio nell'ottica dei diritti umani. D’altronde siamo, e anche questo è un primato che certo non ci fa onore, e certo non è virtuoso, il primo Paese europeo che ha accumulato sentenze da parte della Corte Europea per i diritti umani. Allora tutto questo è per dire che io voterò con piacere la mozione che è stata presentata, vorrei però che davvero provvedessimo poi a fare delle verifiche su quali misure questa città ha adottato per farsi carico di trasmettere, come chiede il punto 4, mi sembra, dell’impegna, di sollecitare il Governo Nazionale perché avvii dei programmi di protezione per i difensori, ma, come dire, declinando anche su una difesa all'interno delle nostre istituzioni e con una verifica di quello che è il rispetto della garanzia di quello che si chiede come diritti umani anche nel nostro ambito nazionale. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Tresso. Prego, Consigliere Iaria, ne ha ne ha facoltà per tre minuti. IARIA Antonino Grazie. Non entrerei nel merito della mozione perché chiaramente sono d'accordissimo e tra l'altro è una di quelle mozioni, di quelle azioni politiche che portano anche a far comprendere alcune criticità del famoso Decreto Salvini, anche se questo non è proprio direttamente legato al Decreto. Volevo solo prendere spunto da una considerazione che ha fatto il Consigliere Tresso, molto interessante, sul discorso della residenza anagrafica, di come i Comuni si approcciano a questo tema. Volevo solo dire che sarà oggetto di una Commissione, che ancora non è stata convocata, ma il tema è chiaramente cogente per tutte le Amministrazioni Pubbliche, anche perché alcune Amministrazioni, tipo Bologna, hanno fatto un ricorso che poi è stato anche accettato per andare in un certo senso, interpretare in maniera corretta il Decreto Salvini nell’ottica di dare un certificato anagrafico anche ai richiedenti asilo. Ma ci sono anche altre opzioni che altri Comuni hanno preso in considerazione senza nemmeno fare ricorso, quindi soltanto per collegarmi a questo tema molto importante, che è anche collegato in parte all’oggetto della mozione, che si farà una Commissione proprio sul tema specifico della richiesta di un certificato anagrafico di residenza per richiedenti asilo. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliere Iaria. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi, metto in votazione il testo coordinato, prego, Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione. Favorevoli 28, contrari nessuno, astenuti nessuno, il Consiglio approva. |