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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 8 Aprile 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 19
MOZIONE 2019-01155
(MOZIONE N. 18/2019) "TORINO SHELTER CITY. CITT? RIFUGIO PER I DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI (HUMAN RIGHTS DEFENDERS)" PRESENTATA IN DATA 29 MARZO 2019 - PRIMA FIRMATARIA POLLICINO. [Testo coordinato]
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Punto 13, siamo alle proposte di mozione; punto 13, mozione mecc. 201901155
presentata da Pollicino ed altri:

“Torino Shelter City. Città rifugio per i Difensori dei Diritti Umani
(Human Right Defenders)”

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliera Pollicino.

POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Per spiegare il senso della mozione “Torino Shelter City, Città
rifugio”, mi affiderò a quanto dichiarava in un'intervista del febbraio 2018 il Relatore
speciale delle Nazioni Unite mister Michel Forst riguardo alla situazione dei difensori e
delle difensore dei diritti umani: “È un circolo vizioso, maggiori sono i risultati che si
ottengono, più sono vittime di repressione. Il numero di attacchi e di omicidi di cui sono
vittime i difensori dei diritti umani sta pericolosamente aumentando. Amnesty
International calcola che dal 1998 al 2018 sono 3500 gli attivisti assassinati e FrontLine
Defenser nel rapporto annuale denuncia che nel 2018 sono stati 321 i difensori uccisi, 9
in più rispetto all'anno precedente e solo nella prima settimana del 2019 ne sono stati
ammazzati 6. Tra le vittime anche l’attivista e Consigliera Comunale di Rio de Janeiro
Marielle Franco, che è stata giustiziata a marzo 2018 con 5 colpi di pistola alla testa per
aver denunciato la violenza della Polizia contro gli abitanti delle favelas e le
discriminazioni contro le comunità LGBT. Human Rights Defenders, dunque. Ma chi
sono i difensori e le difensore dei diritti umani? La dichiarazione delle Nazioni Unite
del 9 dicembre 1998 all'articolo 1 ne dà un’eccellente definizione: «Tutti hanno il diritto
individualmente e in associazione con altri di promuovere e lottare per la protezione alla
realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale ed
internazionale». Sono quindi quegli uomini e quelle donne che individualmente o
insieme ad altri agiscono per promuovere e lottare per i diritti umani in modo pacifico e
non violento. Sono ad esempio difensori coloro che si oppongono alle dittature, ai
regimi oppressivi, chi si batte per la libertà di espressione, chi lotta contro le
discriminazioni e le ingiustizie, chi documenta abusi dei diritti umani. I fondamenti etici
della risoluzione ONU sono radicati nei valori e nei principi universali contenuti nella
Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1948, che proprio l'anno scorso ha compiuto 70
anni. Infatti la carta non solo pone la dignità umana come valore non negoziabile e
fondativo a cui devono attenersi la produzione normativa e le politiche pubbliche a
livello mondiale, ma esorta anche gli uomini ad agire in spirito di fratellanza per
assicurare la garanzia della sua tutela. Lo stesso dicasi della Costituzione Italiana,
soprattutto negli articoli che prevedono il nostro conformarsi alle norme di diritto
internazionale e la promozione delle organizzazioni internazionali dei diritti umani.
Tuttavia, nonostante gli impegni presi dalla Comunità Internazionale i difensori dei
diritti umani nel mondo continuano a subire minacce, molestie giudiziarie e attacchi
fisici, che purtroppo spesso sfociano in orribili omicidi. Sempre secondo i dati di
FrontLine Defenser il 77% degli attivisti uccisi stavano difendendo i diritti della terra,
dell'ambiente o dei popoli indigeni, specie in America Latina e Asia. In un mondo in cui
si afferma sempre di più un modello di sviluppo economico predatorio che impoverisce
e sfrutta i Paesi già poveri, chi si oppone alle attività estrattive o alla costruzione di
grandi infrastrutture o mega progetti che arrecano enormi danni all'ambiente e
all'ecosistema circostante è il bersaglio principale di minacce e violenze da parte di
attori statali e non statali e aziendali. Oltre le minacce vissute dai colleghi maschi, le
difensore dei diritti umani affrontano attacchi sessuali e di genere. Le violazioni
includono la rimozione da posizioni pubbliche o di alto livello all'interno delle ONG,
dei Sindacati, delle società politiche, ma anche campagne diffamatorie, persino con
l'uso di falsi video pornografici che mettono in discussione il loro impegno nei confronti
delle loro famiglie, fino alla violenza sessuale e allo stupro, la violenza militarizzata, la
violenza e la presa di mira nei confronti dei figli. Negli anni dal 2012 al 2014 sono stati
1688 gli attacchi contro le donne in Guatemala, Salvador, Honduras e Messico. Nel
2018 le detenzioni e gli arresti di donne sono state il 35% del totale e le violenze
sessuali rispetto all'anno precedente sono aumentate del 6%. Di fronte a una situazione
così drammatica sono stati attivati meccanismi di protezione a livello europeo degli
Human Rights Defenders. L’Unione Europea ha predisposto una piattaforma di
coordinamento per l'asilo temporaneo dei difensori dei diritti umani, European
Relocation Platform, e ha fornito nel 2004 le linee guida per organizzare programmi di
protezione. Altre Linee Guida in accordo con l’OSCE sono state indirizzate al proprio
personale diplomatico che opera all'esterno. Alcuni Paesi europei hanno già aderito alla
piattaforma, promuovendo programmi di protezione e di asilo temporaneo per chi
dovesse decidere di lasciare, come extrema ratio, il proprio Paese di origine. È il caso
dei Paesi Bassi che hanno lanciato l'iniziativa “Città rifugio” per offrire ai defenders,
quando sono minacciati a causa del loro operato, un alloggio temporaneo in genere 3-6
mesi, massimo un anno, dove trascorrere un periodo di rest and respite, di riposo e
tregua, sia dal punto di vista dello stress mentale, sia per assicurarne la sicurezza fisica”.
Preciso che sono 11 le città rifugio olandesi e non 6 come io avevo scritto nell’atto, e
quindi qui ho fatto un emendamento. “In Italia il tema degli Human Rights Defenders si
è sviluppata grazie all’azione della rete in difesa per i diritti umani e chi li protegge, di
cui fanno parte oltre 30 organizzazioni, associazioni e reti, tra cui Amnesty
International, Greenpeace e Libera. Ora, tenuto conto che alcuni Comuni, come il
Comune di Trento, la Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Padova, hanno già
approvato delibere per l’attivazione di programmi di accoglienza temporanea e di
protezione locale, e tenuto conto anche del fatto che la Città di Torino è da sempre
sensibile alle tematiche dei diritti umani e civili e ambientali e per questo ha costruito
una fitta rete di relazioni con attivisti e attiviste, movimenti sociali, associazioni di
minoranza e comunità, con questa mozione intendiamo e impegnare la Sindaca e la
Giunta ad attivare sul proprio territorio un piano pilota di accoglienza temporanea in
supporto per i difensori e le difensore dei diritti umani minacciate, a promuovere
occasione di studio formazione e scambio di esperienze tra amministrazioni territoriali,
organizzazioni della società civile, Università, sul ruolo degli Enti Locali nella
protezione dei difensori dei diritti umani e le città rifugio; promuovere iniziative di
sensibilizzazione sui difensori dei diritti umani nelle scuole e campagne di visibilità;
sollecitare il Governo affinché aderisca al Temporary Relocation Platform dell'Unione
Europea, interessando le Prefetture, le Questure per quanto di loro competenza;
promuovere una collaborazione con il Comitato dei diritti umani della Regione
Piemonte, come proposto già in sede di Commissione dalla Capogruppo Artesio; inviare
la mozione all'ANCI e alla Conferenza Stato-Regioni per diffonderla presso gli altri
Enti Locali e sollecitarne l’impegno per la protezione dei difensori dei diritti umani”.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Lei ha anche presentato un emendamento che darei per discusso. Lascio la
parola adesso alla Consigliera Ferrero che ha presentato un emendamento. Solo un
attimo, gli emendamenti sono 3, uno a firma Pollicino, uno a firma Tisi, uno a firma
Ferrero. Dopodiché, dopo l'illustrazione degli emendamenti metteremo in votazione il
testo coordinato. Prego, Vicepresidente Ferrero.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Nel mio intervento, essendo seconda firmataria, illustrerò anche l'emendamento, quindi
faccio una cosa unica. Oggi andiamo a votare un pezzo di quello che stiamo costruendo
come bilancio sociale, perché non ci dobbiamo solo attendere i numeri, ai meri conti di
una città che non ci danno contezza della realtà sociale, della maglia sociale, delle
ramificazioni, dei legami e dei nodi che si possono annodare. Nel bilancio sociale ci
metto assolutamente questo atto che la Città di Torino, che ha sempre dimostrato una
grande sensibilità alle tematiche sia dei diritti che vanno declinati in tutte le loro forme,
dai diritti umani ai diritti civili, a quelli ambientali, perché nel mondo la difesa
dell'ambiente e di tutti quelli che sono considerati i propri beni comuni, come le foreste,
i fiumi, le montagne, ecco, la difesa dei diritti umani che si collega strettamente con
quella anche dei diritti ambientali. Ci si oppone ai grandi sistemi capitalistici e allo
sfruttamento e ci si impegna a salvare quella piccola parte del proprio territorio. Quindi
Torino, che tra l’altro è anche una Città, lo dobbiamo sempre ricordare, Medaglia d'Oro
della Resistenza, che possiamo anche in questo caso ricordare, difende i diritti umani,
civili e ambientali e applica sul campo la propria visione. Non siamo la prima città,
Trento è stata la prima Città Rifugio, pensando appunto a un piccolo lasso di tempo con
il duplice obiettivo sia di permettere al difensore dei diritti umani di avere un periodo di
tregua nel quale prendere fiato, nel quale poter ritrovare quella tranquillità che certe
situazioni impediscono. Stiamo parlando di donne e uomini che agiscono pacificamente
per la promozione e la protezione di questi diritti, stiamo sparlando di persone che
hanno tanto da esprimere, che la Città si fa carico, in quel periodo, di tenere, di
proteggere, ma anche di sviluppare le relazioni che queste persone, che sono portatrici
di motivazioni, possono svolgere sul nostro territorio. Io credo che sia una grande e
importante sfida quella di riuscire a portare sul nostro territorio queste persone che sono
spesso voce divergente. Il mio emendamento era un'attenzione particolare a quelle che
risultano essere le Woman Human Rights Defenders, che sono le donne che spesso,
spessissimo sono coinvolte soprattutto nelle questioni poi ambientali e attiviste,
minacciate insieme alle loro famiglie. Quindi nella mozione chiedevo, appunto, di
aggiungere, cosa che era peraltro già in premessa, ma ho preferito fosse aggiunta anche
nel dispositivo. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Tisi.

TISI Elide
Grazie, Presidente. Ma questo atto, questa mozione, è stato approfondito direi in modo
interessante nei lavori della Commissione, anche con la presenza preziosa di
rappresentanti di Amnesty International che hanno contribuito a illustrare quanto questa
tematica per una città come Torino possa essere non soltanto nelle corde della città,
come veniva ricordato, ma rappresentare un ulteriore lavoro, un ulteriore obiettivo nella
misura in cui Torino promuove e si promuove proprio anche come città in grado di
accogliere persone che subiscono violazioni di diritti umani e che si pongono come loro
difensori. Come veniva già ricordato negli interventi precedenti, Torino ha una lunga
storia in questa direzione. Io in questa storia inserisco anche il lavoro fatto per
l'accoglienza dei richiedenti asilo, che molto spesso sono loro stessi persone che devono
fuggire da Paesi perché vittime di persecuzioni o di mancanza di libertà. Ma Torino è
anche città che sicuramente dal punto di vista dei diritti, i diritti individuali, i diritti delle
donne all'autodeterminazione, la lotta contro la discriminazione di genere, è una città
che ha fatto un grande lavoro. Quindi, condividendo i contenuti di questa mozione, mi
sono limitata a inserire un emendamento che richiama un ruolo e una responsabilità
importante che il nostro Paese si è assunto nel momento in cui nel febbraio dell'anno
scorso ha richiesto all'Assemblea Generale dell'ONU di entrare a far parte del Consiglio
Generale di Tutela dei Diritti Umani. Questo è un Consiglio costituito da molti Paesi
membri, dai rappresentanti di molti Paesi membri, e in quell'occasione, nell'occasione
della sua candidatura, l'Italia si è assunta come Paese degli impegni e ha assicurato lo
sviluppo di azioni che vadano proprio in questa direzione. Io credo che sia importante,
volendo sottolineare come il rispetto dei diritti umani non sono mai una certezza
acquisita, ma è un lavoro nella direzione del quale occorre sempre mantenere molto alta
la guardia e lavorare la politica, e non solo la politica, la società civile nella direzione
della difesa e della tutela. Io credo che sia importante, oltre che l'impegno della nostra
città, richiamare anche l'impegno di tutti noi, del nostro Paese proprio per non abbassare
mai la guardia ed essere coerenti con l'impegno assunto e con il riconoscimento che
abbiamo ottenuto con questa nomina. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente. Io ringrazio anche le proponenti di questo atto, che mi vede
certamente favorevole e diciamo che rispecchia tutta una linea di principi e di politiche
che personalmente condivido. Vorrei solo approfittare, anche brevemente, di fare un
paio di considerazioni, anche perché purtroppo non ho potuto partecipare alla
Commissione in cui è stata discussa la mozione che oggi votiamo e che riguardano un
aspetto che vorrebbe sottolineare la necessità però di aderire a iniziative come queste,
mantenendo un certo tipo di coerenza. Mi spiego, giustamente si fa riferimento al
mantenere una serie di garanzie per i difensori dei diritti umani. Mi chiedo in questo
momento, anche a livello nazionale, senza guardare solo a quello che succede fuori, in
che misura noi siamo sufficientemente cautelati e garanti di quello che è il rispetto dei
diritti umani e io credo, come è stato fatto notare da chi mi ha preceduto, tutti gli
interventi, che Torino abbia una storia significativa nella garanzia dei diritti e nel
proseguire anche un cammino di ricerca di misure e di risposte efficaci nella garanzia
dei diritti. Credo che anche questo Consiglio abbia votato delle risoluzioni nella nostra
Consiliatura che vanno in quell'indirizzo. Io personalmente ne ho anche proposte alcune
e sono state votate con ampio consenso sia da parte della Maggioranza, che da parte
della Minoranza. Mi riferisco però in particolare a due aspetti, uno è quello che riguarda
l'applicazione della Legge 132, su cui ho presentato un ordine del giorno, che peraltro è
stato recentemente approvato, e che si riferisce proprio anche ad alcuni aspetti in
particolare che ho cercato di sottolineare che sono profondamente, a mio modo di
vedere, lesivi anche di quello che sono le facoltà di diritto e di diritto umano. Il passare
da un periodo di trattenimento dello straniero nei centri di permanenza per rimpatri da
90 a 180 giorni non va nella direzione di garantire diritti umani. Il voler riservare
l'accoglienza in sistema SPRAR ai soli titolari di protezioni e minori stranieri non
accompagnati, escludendo di fatto tutti i richiedenti asilo, che come giustamente diceva
la Consigliera Tisi spesso sono loro stessi i latori e persone che sono difensori dei diritti
umani, perché anche andare a cercare lavoro in situazioni economicamente più stabili
per poter dare sostentamento alla propria famiglia, è una forma di garanzia dei diritti
umani. Ora non solo, ma ancora come abbiamo già discusso, l'articolo 13 della Legge
132, che ribadisce che i permessi soggiorno per richieste di asilo non consente
l’iscrizione all’anagrafe quindi vengono meno tutta una serie di elementi che sono alla
base del diritti umani, quale il diritto alla salute, non è garantire diritti umani. Su altro
versante abbiamo votato anche in quest’Aula una mozione che avevo presentato anch'io
per le misure lavorative a favore degli ex detenuti. Bene, noi sappiamo che l'Italia
all'inizio del 2013 è stata condannata da parte della Corte di Strasburgo per trattamento
inumano e degradante, sono parole pesanti che vanno contro i diritti umani e a me
sembra che in questo momento il Governo Lega - 5 Stelle ha cancellato la riforma
penitenziaria approvata, diciamolo pure, in maniera tardiva e sicuramente incompleta
dal Governo Gentiloni, ma sicuramente il carcere è completamente sparito dall'agenda
politica in questo momento. Allora anche questo è occuparsi di diritti umani, perché non
vorrei sempre che ci nascondessimo dietro il dito puntandolo verso argomenti che sono
sicuramente meritevoli di attenzione, ma che poi non vengono ad avere ricadute su
quelle che sono le cose a noi più vicine. Noi sappiamo, appunto, che siamo un Paese in
cui la situazione carceraria è profondamente disumana, la situazione di inagibilità delle
carceri e l'effettiva occupazione dei posti è intorno al 130% di quello che sono i posti
disponibili e anche nella nostra situazione cittadina, a Torino, noi sappiamo che
abbiamo quasi 1400 detenuti a fronte di una capienza regolare che sfiora i 1100, quindi
siamo fortemente al di fuori di quelle che sono le condizioni che possono garantire un
minimo di decenza proprio nell'ottica dei diritti umani. D’altronde siamo, e anche
questo è un primato che certo non ci fa onore, e certo non è virtuoso, il primo Paese
europeo che ha accumulato sentenze da parte della Corte Europea per i diritti umani.
Allora tutto questo è per dire che io voterò con piacere la mozione che è stata
presentata, vorrei però che davvero provvedessimo poi a fare delle verifiche su quali
misure questa città ha adottato per farsi carico di trasmettere, come chiede il punto 4, mi
sembra, dell’impegna, di sollecitare il Governo Nazionale perché avvii dei programmi
di protezione per i difensori, ma, come dire, declinando anche su una difesa all'interno
delle nostre istituzioni e con una verifica di quello che è il rispetto della garanzia di
quello che si chiede come diritti umani anche nel nostro ambito nazionale.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Capogruppo Tresso. Prego, Consigliere Iaria, ne ha ne ha facoltà per tre minuti.

IARIA Antonino
Grazie. Non entrerei nel merito della mozione perché chiaramente sono d'accordissimo
e tra l'altro è una di quelle mozioni, di quelle azioni politiche che portano anche a far
comprendere alcune criticità del famoso Decreto Salvini, anche se questo non è proprio
direttamente legato al Decreto. Volevo solo prendere spunto da una considerazione che
ha fatto il Consigliere Tresso, molto interessante, sul discorso della residenza
anagrafica, di come i Comuni si approcciano a questo tema. Volevo solo dire che sarà
oggetto di una Commissione, che ancora non è stata convocata, ma il tema è
chiaramente cogente per tutte le Amministrazioni Pubbliche, anche perché alcune
Amministrazioni, tipo Bologna, hanno fatto un ricorso che poi è stato anche accettato
per andare in un certo senso, interpretare in maniera corretta il Decreto Salvini
nell’ottica di dare un certificato anagrafico anche ai richiedenti asilo. Ma ci sono anche
altre opzioni che altri Comuni hanno preso in considerazione senza nemmeno fare
ricorso, quindi soltanto per collegarmi a questo tema molto importante, che è anche
collegato in parte all’oggetto della mozione, che si farà una Commissione proprio sul
tema specifico della richiesta di un certificato anagrafico di residenza per richiedenti
asilo.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliere Iaria. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi, metto
in votazione il testo coordinato, prego, Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri hanno
votato? Chiudo la votazione.
Favorevoli 28, contrari nessuno, astenuti nessuno, il Consiglio approva.
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