Interventi |
TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Io ringrazio anche l’Assessora per le risposte che ci ha fornito, anzi le chiedo se gentilmente può rilasciarci copia scritta di quanto ci ha esposto a voce e ribadisco che la volontà di chiedere un approfondimento su questo tema nasceva, ovviamente, da tutta un’azione anche eclatante che alcune persone disabili sono state costrette a mettere in essere nei giorni scorsi e proprio, a seguito di questa situazione, io ho cercato di fare un approfondimento un pochino più dettagliato che ho riassunto nella parte di premessa della mia interpellanza in cui ho ricostruito un po’ quella che era stata la storia che a seguito di una delibera della precedente consiliatura del 2012 aveva introdotto un cambiamento sostanziale, tra questi anche l’inserimento dell’ISEE, cioè dell’indicatore della situazione economica personale per chiedere una compartecipazione del servizio per il trasporto disabili alle persone che erano gravemente impedite. Questo è già un concetto di per sé molto discutibile, che anzi trovo molto lesivo della libertà delle persone perché a nessuna delle persone normodotate, mi scuso per questo termine poco simpatico secondo me, viene chiesto contezza del suo stato patrimoniale nel momento in cui accede ad un servizio pubblico quale quello del trasporto pubblico appunto, a nessuno di noi viene chiesto il modello unico o una certificazione dei propri redditi nel momento in cui si fruisce del servizio (incomprensibile) su un pullman, quindi già questo crea un enorme distinguo verso le persone che invece hanno diritto al trasporto pubblico per tutta la loro vita relazionale, per il loro lavoro, per tutte le loro occasioni anche di svago e crea un distinguo importante, un solco che è difficile colmare. Io non disconosco che la GTT ha avuto e anche ringrazio qui il Disability Manager che sicuramente fa questo percorso anche con un certo tipo di attenzione anche personale ritengo, però evidentemente c’è proprio un paradigma che secondo me va un pochino più mutato anche nei confronti degli atteggiamenti che l’azienda si pone, anche il fatto che, a seguito diciamo delle circostanze che sono avvenute nei giorni scorsi e che hanno visto alcune persone disabili fare delle azioni così eclatanti, la comunicazione da parte dell’azienda è stata quella di richiamare la responsabilità all’utenza disabile della capacità appunto di poter affrontare con un certo tipo anche di conoscenza diciamo l’accesso sulle carrozze. Ecco, in realtà è proprio questo che va mutato, è proprio l’azienda che deve considerare di porsi in una condizione di disability friendly nei confronti di tutti, teniamo conto che, peraltro, gli ostacoli che si pongono per l’accesso al pubblico servizio non riguardano solo l’utenza disabile, ma tutta una larga fetta di persone che sono fisicamente impedite vuoi perché anziane, vuoi perché sono genitori con passeggini o altre situazioni. Ora sul fatto che la situazione rispetto a quella a cui si riferiva la sentenza del TAR che aveva fatto seguito a ricorso presentato dalle associazioni disabili nel 2012 è profondamente cambiata e sicuramente questo è vero, purtroppo però quello che continua a mancare e che io sottolineo è che manca un elemento fondamentale che è quello della programmazione, cioè della definizione di tempi certi a cui bisogna attendere, è vero che siamo a buon punto, è vero che i pullman anche col nuovo arrivo ormai sono pressoché al 100% dei pianali ribassabili in maniera automatica, non è ancora così per i tram, lei stessa ce l’ha evidenziato (incomprensibile) che ci ha detto, ha detto che progressivamente questa situazione andrà verso un progressivo miglioramento, però dobbiamo proprio fare un’azione, come sempre quando si fa un programma, in cui si definiscono i tempi almeno quelli attesi e che si spera di poter poi raggiungere proprio per dire che la Città si sta ponendo questo problema di dare una completa inclusione, una completa accessibilità a questo servizio. Ribadisco il termine Città perché qui non è solo un discorso di GTT, ma anche un discorso di completa accessibilità di tutte le pensiline, in questo senso mi sembra che andrebbe fatto un lavoro più articolato, più dettagliato, più puntuale per verificare ogni singola pensilina, ogni singola stazione e questo è possibile farlo con una mappatura, teniamo presente che stiamo anche affrontando la variante al Piano Regolatore, quindi se la variante al Piano Regolatore vuole porre l’inclusione come una delle sue linee di forza a cui sviluppare anche tutto quello che riguarda l’urbanistica della Città bisogna che proprio da ogni stazione si possa capire come si fa ad accedere ai servizi che contraddistinguono quell’area dai servizi anagrafici, ai cinema e ai teatri per vedere quale sia la possibilità di accesso anche proprio quindi non solo diciamo la pedana o lo scivolo della singola pensilina, ma anche quelle che sono le possibilità di accesso nei percorsi che una persona con disabilità si trova ad affrontare. Quindi io credo che quello che, sostanzialmente, ho cercato di ribadire anche io nell’interpella che ho posto era il richiamo alla Legge del ‘92, la 104 che richiama proprio il concetto di integrazione delle persone con disabilità nell’ottica di sviluppare una loro possibilità di piena integrazione sociale nel contesto cittadino. Chiederei, a questo punto, non chiedo di tentare un approfondimento anche perché è stata svolta in settimana una Commissione in cui già il dottor Rabino e il dottor Bordone ci hanno dato dei dati significativi, rammento che lo stesso dottor Rabino ha detto che avrebbe fornito a breve una sintesi sugli interventi realizzati, in parte lei ce li ha dati, ma aspettiamo questo documento, chiedo però che la Città, proprio perché oggi sensibilizzata su questo tema, provveda periodicamente a fare una verifica dello stato di attuazione del programma di completa abolizione delle barriere architettoniche per il trasporto pubblico locale, lei ha detto che è in essere un rapporto costante con le associazioni, speriamo sia tale e chiederemo ovviamente riscontro anche alle associazioni, ma quindi chiederò io stesso e penso anche i colleghi saranno concordi nel volerlo fare che magari in un periodo congruo per vedere cosa è variato rispetto alla situazione odierna potrebbe essere per esempio nell’autunno faremo un altro approfondimento in Commissione per capire come questa programmazione sia messa in essere e a che punto siamo della progressiva abolizione delle barriere architettoniche. TRESSO Francesco Ribadisco, io non chiedo un approfondimento perché l’abbiamo già fatto la settimana scorsa, ho detto che chiederemo un aggiornamento, potrebbe essere per esempio quest’autunno sulla situazione mi lasci solo, come fatto personale, dire una cosa, Assessora, mi guardi, per favore, mi senta soprattutto; io conosco il termine discriminatorio, abbia pazienza, ma qualche cosa l’ho studiata anche io, il fatto della discriminazione è proprio questo, lei mi ha fatto degli esempi di facilitazione, invece una persona che è impedita e deve usare un taxi, e su questo ci chiedono la compartecipazione, quella è discriminazione perché vuol dire ledere al diritto di muoversi in tutta libertà prendendo un mezzo che sia attrezzato quando non può prendere un pullman. Quindi è solo questo, ovviamente era solo lapalissiana, non è che sto dicendo..., esattamente le cose che..., intanto mi riferivo ad una delibera della passata Amministrazione, però non diciamo alle persone che sono ignoranti perché non sanno il significato di un termine; forse qualcosina l’ho studiata anche io e quindi so anche io cosa vuol dire discriminare. |