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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 1 Aprile 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 2
INTERPELLANZA 2019-00797
"FOOD COMMISSION: CHI L'HA VISTA?" PRESENTATA IN DATA 6 MARZO 2019 - PRIMO FIRMATARIO MAGLIANO.
Interventi
MAGLIANO Silvio
Perfetto, grazie, Presidente e grazie, Assessore, com’è di norma le chiedo la possibilità
di avere quanto da lei letto in Aula. Beh, alcuni punti: innanzitutto la ringrazio e non
capisco, però, perché sia lei a rispondere e non il suo collega Sacco, anche perché sui
giornali fu Sacco a raccontarci della Food Commission, di come avrebbe voluto
dividere la Città in aree più o meno propense ad una certa tipologia di cibo, ad una certa
tipologia di attività ristorative; però capisco che lei inizia un po’ ad occuparsi di quello
che forse i suoi colleghi non riescono a gestire, su questo la ringrazio, c’è sempre
l’Assessore che para i colpi. Detto questo, però, rispetto al suo intervento io ho una serie
di questioni da porle, la prima: quando noi diciamo che faremmo una Food Commission
è evidente che proviamo ad intestare, ad una regia pubblica, lo svolgimento di quello
che accade sul territorio. L’ultimo caso che lei mi citava, quello di EATnico, è evidente
che noi stiamo raccontando la storia, però, di uno che ha voluto per sua sponte, sua
capacità, mettere a disposizione una professionalità e una competenza e noi oggi ci
intestiamo quel tipo di attività; ma non è questo quello che un’Amministrazione
dovrebbe fare, evidentemente. Glielo dico perché, nell’interpellanza, come avrà letto,
voi, di fatto riprendete una parte di Torino Metropoli 2025, che era questo documento
da 226 pagine che era il piano strategico, uno dei piani strategici ancora della Giunta
Fassino e su questo, da quel che avevo capito, c’era una continuità, perché se non vi
fosse stata continuità - e vedo che annuisce anche un Consigliere in Sala - sarebbe stato
assurdo che nel 2017 l’Assessora Giannuzzi e la Sindaca Appendino avessero
partecipato alla stesura del Turin food policy, un secondo importante documento
istituzionale sulle politiche alimentari. Cosa che è avvenuta e va a collegarsi al Torino
Metropoli 2025 che è ancora, a detta della Sindaca e a detta allora dell’Assessora
Giannuzzi, un punto di riferimento; tra l’altro, anamnesi storica, in Torino Metropoli
2025, oltre ai vari contributi troviamo anche il contributo dell’attuale Assessora Pisano
che faceva parte, penso, attraverso la stesura di un documento, di questo documento
strategico, e al di là di questa nota di colore, la cosa che a me non convince della
risposta è questa: in Città accadono tante cose e il più delle cose accadono perché c’è
un’imprenditorialità, una vivacità dei nostri professionisti della ristorazione che provano
a portare Torino all’avanguardia e la rendono Capitale del Cibo, come dice lei. A me
piacerebbe però, Assessore, che ci fosse una regia, da questo punto di vista, perché la
regia l’avete annunciata, cioè avete annunciato la possibilità di coordinare gli
investimenti: non sto parlando solo di Porta Palazzo, perché Porta Palazzo avrà un
investimento importante sul food; ma cosa ne facciamo del tema delle periferie? Come
in quei luoghi si potrà pensare a una strategia da questo punto di vista? Come
proveremo a mettere insieme, anche perché nella sua risposta - che poi leggerò con più
attenzione, perché l’ha letta oggettivamente alla velocità della luce - ci sono tanti
faremo, diremo. Io non ne faccio una sua responsabilità, anche perché io sono convinto
che di questo dovrebbe parlarne l’Assessore Sacco, ma sono passati 3 anni. Questa forse
era l’unica cosa buona che non avete disconosciuto della Giunta Fassino e l’avete
portata in continuità ma, a oggi, io dalla sua risposta ho sentito: un progetto che esiste
(EATnico), un progetto AxTO, ma nessun tipo di governo di quel tipo di attività, nessun
tipo di governo di strategia su come rendere, anche per parte comunale, un po’ perché
siamo stufi di vedere l’Amministrazione che si intesta attività, fatte dal mondo del no
profit, dal mondo del profit, da cittadini, per dire sono attività che la Città ha aiutato a
sviluppare e riconosce. No, sono attività di cittadini che hanno deciso di non rimanere
con le mani in mano e provare a dare una risposta, provare a intraprendere nella sfida di
un’impresa artigianale, di un’impresa di ristorazione, piuttosto che di altre attività
commerciali. Io questo le chiederei, se a oggi so che il titolare di questa materia è
l’Assessore Unia, ne prendo atto e sono abbastanza convinto che magari qualcosa di ciò
che lei ha detto, tutto declinato con il verbo al futuro, potrebbe prendere vita, ma in
questo momento con onestà intellettuale e politica non c’è niente di quello che c’era
dentro a Torino Metropoli 2025 e all’interno del documento Turin food policy e
all’interno del tema Food Commission che è stato realizzato. Sono state realizzate una
serie di cose che lei oggi dice in Aula come assolutamente meritorie, ma c’è una totale
assenza della politica che non riesce a coordinare, organizzare e veicolare messaggi
forti, se non riconoscere, e ci mancherebbe - concludo, Presidente - il valore di quello
che viene fatto da attori privati. Per cui, detto questo, io ringrazio l’Assessore che si è
preso la responsabilità di rispondere in Aula. Chiedo la possibilità di avere quanto da lui
detto per capire quali sono i passaggi, però chiederei, Presidente, un approfondimento in
Commissione, non tanto per capire che cosa non è stato fatto, perché cosa non è stato
fatto è evidente: la risposta dell’Assessore è tutta sul futuro, ma che cosa intende fare
l’Assessore, oggi, per far sì che: il Piano del Cibo, la riunione strategica con gli attori,
possano trovare, al di là delle operazioni giuste, utili ed importanti di Porta Palazzo,
trovino una loro organicità, perché Torino Capitale del cibo lo è diventata grazie a
centinaia di imprenditori, centinaia di commercianti che in quel settore hanno voluto
investire con risorse proprie cercando di stare all’avanguardia; che cosa fa oggi
l’Amministrazione? Se potessimo, da questo punto di vista, approfondirlo in
Commissione, a questo punto con l’Assessore Unia, e non con Sacco che di fatto ha..., o
con Sacco, non so, con chi vorrà, o insieme, dirci come pensano che quegli articoli
roboanti sui giornali possano trovare una policy strategica che ci permetta, veramente,
non solo per gli investimenti di natura privatistica, anche dal punto di vista della
sensibilità istituzionale, farci diventare veramente Capitale del Cibo. Grazie.

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