Interventi |
MAGLIANO Silvio Perfetto, grazie, Presidente e grazie, Assessore, com’è di norma le chiedo la possibilità di avere quanto da lei letto in Aula. Beh, alcuni punti: innanzitutto la ringrazio e non capisco, però, perché sia lei a rispondere e non il suo collega Sacco, anche perché sui giornali fu Sacco a raccontarci della Food Commission, di come avrebbe voluto dividere la Città in aree più o meno propense ad una certa tipologia di cibo, ad una certa tipologia di attività ristorative; però capisco che lei inizia un po’ ad occuparsi di quello che forse i suoi colleghi non riescono a gestire, su questo la ringrazio, c’è sempre l’Assessore che para i colpi. Detto questo, però, rispetto al suo intervento io ho una serie di questioni da porle, la prima: quando noi diciamo che faremmo una Food Commission è evidente che proviamo ad intestare, ad una regia pubblica, lo svolgimento di quello che accade sul territorio. L’ultimo caso che lei mi citava, quello di EATnico, è evidente che noi stiamo raccontando la storia, però, di uno che ha voluto per sua sponte, sua capacità, mettere a disposizione una professionalità e una competenza e noi oggi ci intestiamo quel tipo di attività; ma non è questo quello che un’Amministrazione dovrebbe fare, evidentemente. Glielo dico perché, nell’interpellanza, come avrà letto, voi, di fatto riprendete una parte di Torino Metropoli 2025, che era questo documento da 226 pagine che era il piano strategico, uno dei piani strategici ancora della Giunta Fassino e su questo, da quel che avevo capito, c’era una continuità, perché se non vi fosse stata continuità - e vedo che annuisce anche un Consigliere in Sala - sarebbe stato assurdo che nel 2017 l’Assessora Giannuzzi e la Sindaca Appendino avessero partecipato alla stesura del Turin food policy, un secondo importante documento istituzionale sulle politiche alimentari. Cosa che è avvenuta e va a collegarsi al Torino Metropoli 2025 che è ancora, a detta della Sindaca e a detta allora dell’Assessora Giannuzzi, un punto di riferimento; tra l’altro, anamnesi storica, in Torino Metropoli 2025, oltre ai vari contributi troviamo anche il contributo dell’attuale Assessora Pisano che faceva parte, penso, attraverso la stesura di un documento, di questo documento strategico, e al di là di questa nota di colore, la cosa che a me non convince della risposta è questa: in Città accadono tante cose e il più delle cose accadono perché c’è un’imprenditorialità, una vivacità dei nostri professionisti della ristorazione che provano a portare Torino all’avanguardia e la rendono Capitale del Cibo, come dice lei. A me piacerebbe però, Assessore, che ci fosse una regia, da questo punto di vista, perché la regia l’avete annunciata, cioè avete annunciato la possibilità di coordinare gli investimenti: non sto parlando solo di Porta Palazzo, perché Porta Palazzo avrà un investimento importante sul food; ma cosa ne facciamo del tema delle periferie? Come in quei luoghi si potrà pensare a una strategia da questo punto di vista? Come proveremo a mettere insieme, anche perché nella sua risposta - che poi leggerò con più attenzione, perché l’ha letta oggettivamente alla velocità della luce - ci sono tanti faremo, diremo. Io non ne faccio una sua responsabilità, anche perché io sono convinto che di questo dovrebbe parlarne l’Assessore Sacco, ma sono passati 3 anni. Questa forse era l’unica cosa buona che non avete disconosciuto della Giunta Fassino e l’avete portata in continuità ma, a oggi, io dalla sua risposta ho sentito: un progetto che esiste (EATnico), un progetto AxTO, ma nessun tipo di governo di quel tipo di attività, nessun tipo di governo di strategia su come rendere, anche per parte comunale, un po’ perché siamo stufi di vedere l’Amministrazione che si intesta attività, fatte dal mondo del no profit, dal mondo del profit, da cittadini, per dire sono attività che la Città ha aiutato a sviluppare e riconosce. No, sono attività di cittadini che hanno deciso di non rimanere con le mani in mano e provare a dare una risposta, provare a intraprendere nella sfida di un’impresa artigianale, di un’impresa di ristorazione, piuttosto che di altre attività commerciali. Io questo le chiederei, se a oggi so che il titolare di questa materia è l’Assessore Unia, ne prendo atto e sono abbastanza convinto che magari qualcosa di ciò che lei ha detto, tutto declinato con il verbo al futuro, potrebbe prendere vita, ma in questo momento con onestà intellettuale e politica non c’è niente di quello che c’era dentro a Torino Metropoli 2025 e all’interno del documento Turin food policy e all’interno del tema Food Commission che è stato realizzato. Sono state realizzate una serie di cose che lei oggi dice in Aula come assolutamente meritorie, ma c’è una totale assenza della politica che non riesce a coordinare, organizzare e veicolare messaggi forti, se non riconoscere, e ci mancherebbe - concludo, Presidente - il valore di quello che viene fatto da attori privati. Per cui, detto questo, io ringrazio l’Assessore che si è preso la responsabilità di rispondere in Aula. Chiedo la possibilità di avere quanto da lui detto per capire quali sono i passaggi, però chiederei, Presidente, un approfondimento in Commissione, non tanto per capire che cosa non è stato fatto, perché cosa non è stato fatto è evidente: la risposta dell’Assessore è tutta sul futuro, ma che cosa intende fare l’Assessore, oggi, per far sì che: il Piano del Cibo, la riunione strategica con gli attori, possano trovare, al di là delle operazioni giuste, utili ed importanti di Porta Palazzo, trovino una loro organicità, perché Torino Capitale del cibo lo è diventata grazie a centinaia di imprenditori, centinaia di commercianti che in quel settore hanno voluto investire con risorse proprie cercando di stare all’avanguardia; che cosa fa oggi l’Amministrazione? Se potessimo, da questo punto di vista, approfondirlo in Commissione, a questo punto con l’Assessore Unia, e non con Sacco che di fatto ha..., o con Sacco, non so, con chi vorrà, o insieme, dirci come pensano che quegli articoli roboanti sui giornali possano trovare una policy strategica che ci permetta, veramente, non solo per gli investimenti di natura privatistica, anche dal punto di vista della sensibilità istituzionale, farci diventare veramente Capitale del Cibo. Grazie. |