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LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Vi propongo di cominciare con l’interpellanza 201900797: “Food Commission: chi l’ha vista?” LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) L’interpellanza è del collega Magliano a cui risponde l’Assessore Unia che è presente. Prego, Assessore. UNIA Alberto (Assessore) Grazie, Presidente. Il Consigliere Magliano ha presentato l’interpellanza “Food Commission” la cui imminente nascita fu annunciata dalla precedente Amministrazione il 10 aprile 2015 con l’obiettivo di creare un’Agenzia snella e veloce dedicata alla supervisione, alla programmazione di temi vicini al cibo e all’alimentazione al fine di far compiere alla Città quel salto di qualità che le consenta di essere localmente e globalmente riconosciuta come Città del Cibo in grado di gestire, organizzare e programmare le politiche territoriali legate ai temi dell’alimentazione. A seguire, con le elezioni e il cambio di Amministrazione, il modello viene preservato con la firma di un documento: Turin food policy, realizzato con il contributo dell’Unione Europea con una chiara prefazione: occorre permettere l’accesso del cibo di qualità a prezzi accessibili e compiere scelte sane per tutti i residenti e i visitatori. Dovuta la premessa, Torino è da tempo attiva e attenta al tema del cibo come testimoniato dalla ricchezza della cultura gastronomica del patrimonio agroalimentare e delle diverse esperienze di animazione e consultazione e partecipazioni che hanno interessato il territorio torinese negli ultimi anni a scala urbana e metropolitana. Oggi l’Amministrazione promuove un insieme di progetti, iniziative, partenariati volti a favorire da un lato l’accesso equo al cibo di qualità e dall’altro aumentare la visibilità di questa vocazione: dalla lotta allo spreco alimentare all’organizzazione di eventi internazionali di qualità, dalle azioni di marketing urbano alla sensibilizzazione della cittadinanza a stili di vita sani e sostenibili. L’insieme di queste azioni iniziano a comporre un quadro complessivo che valorizza le attività sviluppate sul territorio e le propone in modo organico con una visione sistemica sul cibo. L’Amministrazione s’impegna, infatti, a costruire progettualità su quattro filoni principali: la promozione della sostenibilità, dello sviluppo economico, dell’educazione e informazione e della partecipazione. Il primo passo importante per avviare il progetto “Torino Città del Cibo” sarà attivare una collaborazione diretta col gruppo interateneo dell’Atlante del Cibo, insieme a Camera di Commercio di Torino, Città Metropolitana di Torino, Urban Lab e IRES Piemonte per accrescere la conoscenza del sistema del cibo in tutte le sue sfaccettature, mettendo insieme conoscenze ed energie. Inoltre, per monitorare lo stato di avanzamento dei progetti e delle iniziative, misurare allo stesso tempo in parti concrete sul territorio, l’Amministrazione intende promuovere la redazione annuale di un Bilancio del Cibo che avrà, anche, lo scopo di mettere in evidenza le opportunità sulle quali poter concentrare future energie e progettualità. Come obiettivo a lungo respiro, l’Amministrazione mira a costituire un Consiglio del Cibo quale struttura specificatamente rivolta alla promozione del sistema del cibo di qualità in tutte le sue dimensioni. Altre esperienze al mondo insegnano che i Consigli del Cibo rappresentano uno strumento attraverso il quale i Governi a livello locale attivano modalità di dialogo strutturato con le diverse componenti della società su una pluralità di temi connessi al cibo; nel caso di Torino l’approccio continuerà ad essere partecipativo, chiamando a collaborare una pluralità di soggetti che antepongono l’interesse generale ai loro interessi particolari, in un’ottica inclusiva per valorizzare la ricchezza e la diversità delle esperienze territoriali per raggiungere collettivamente risultati ancora più importanti. Dopo aver consultato diversi attori locali sul progetto, si è deciso di muoverci in questa direzione; se questo porterà all’eventuale costituzione di una Food Commission sarà portato a termine il percorso iniziato tempo fa, altrimenti le attività, comunque, proseguiranno sul territorio. D’altronde gli appuntamenti sui grandi temi del cibo si susseguono ugualmente a prescindere dalla Food Commission, perché Torino è già comunque Capitale del Cibo. Mi preme segnalare, a tal proposito, un progetto di particolare interesse ideato da Stefano Di Polito intitolato “EATnico Mediatori Gastronomici” con cui si mira a creare dei servizi legati alla cucina etnica e alla mediazione culturale che abbiano come protagonisti i giovani di diverse nazionalità; si sviluppa seguendo diversi ambiti d’azione: lo storytelling, la rigenerazione urbana, l’inclusione sociale, il protagonismo giovanile, l’e-commerce e l’innovazione tecnologica. La redazione è composta interamente da giovani italiani di origine straniera che curano approfondimenti sulla cucina del loro Paese d’origine facendo riferimento a ciò che conoscono gli italiani e promuovendo il cibo etnico come elemento d’incontro e conoscenza tra culture diverse. Il progetto prevede una sperimentazione nel quartiere Aurora di Torino, un’area dove sono presenti moltissime attività etniche commerciali. Grazie all’utilizzo dei beacons forniti da Espereal Technologies, nell’ambito del bando Torino Living Lab della Città di Torino, alcuni contenuti del sito saranno geolocalizzati tra i negozi di quartiere creando così una narrazione digitale: EATlante, che contribuirà a migliorare la percezione del territorio. Inoltre, in una prima fase sperimentale, saranno ideati dei servizi a pagamento per favorire la sostenibilità economica del progetto e offrire un’opportunità di lavoro ai giovani coinvolti. Il progetto EATnico - Mediatori Gastronomici è risultato vincitore del bando AxTO della Città di Torino nell’ambito dell’innovazione sociale. Il progetto ha avuto la sua prima sperimentazione con il supporto del Tavolo di progettazione civica, sabato 30 marzo, con i primi tour gastronomici iniziati in nove locali del quartiere Borgo Aurora: in zona corso Emilia e corso Giulio Cesare. Mi sembrava importante parlare di questa specifica iniziativa perché a Torino, come sappiamo, in conseguenza dell’immigrazione e insediamento di comunità provenienti da numerosi Paesi sia europei che extraeuropei, alla grande tradizione enogastronomica piemontese si sono via via affiancate altre culture del cibo ed altre sensibilità culinarie a cui è inevitabile dedicare attenzione valorizzandone anche la presenza nella nostra Città. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie. Collega Magliano, prego. MAGLIANO Silvio Perfetto, grazie, Presidente e grazie, Assessore, com’è di norma le chiedo la possibilità di avere quanto da lei letto in Aula. Beh, alcuni punti: innanzitutto la ringrazio e non capisco, però, perché sia lei a rispondere e non il suo collega Sacco, anche perché sui giornali fu Sacco a raccontarci della Food Commission, di come avrebbe voluto dividere la Città in aree più o meno propense ad una certa tipologia di cibo, ad una certa tipologia di attività ristorative; però capisco che lei inizia un po’ ad occuparsi di quello che forse i suoi colleghi non riescono a gestire, su questo la ringrazio, c’è sempre l’Assessore che para i colpi. Detto questo, però, rispetto al suo intervento io ho una serie di questioni da porle, la prima: quando noi diciamo che faremmo una Food Commission è evidente che proviamo ad intestare, ad una regia pubblica, lo svolgimento di quello che accade sul territorio. L’ultimo caso che lei mi citava, quello di EATnico, è evidente che noi stiamo raccontando la storia, però, di uno che ha voluto per sua sponte, sua capacità, mettere a disposizione una professionalità e una competenza e noi oggi ci intestiamo quel tipo di attività; ma non è questo quello che un’Amministrazione dovrebbe fare, evidentemente. Glielo dico perché, nell’interpellanza, come avrà letto, voi, di fatto riprendete una parte di Torino Metropoli 2025, che era questo documento da 226 pagine che era il piano strategico, uno dei piani strategici ancora della Giunta Fassino e su questo, da quel che avevo capito, c’era una continuità, perché se non vi fosse stata continuità - e vedo che annuisce anche un Consigliere in Sala - sarebbe stato assurdo che nel 2017 l’Assessora Giannuzzi e la Sindaca Appendino avessero partecipato alla stesura del Turin food policy, un secondo importante documento istituzionale sulle politiche alimentari. Cosa che è avvenuta e va a collegarsi al Torino Metropoli 2025 che è ancora, a detta della Sindaca e a detta allora dell’Assessora Giannuzzi, un punto di riferimento; tra l’altro, anamnesi storica, in Torino Metropoli 2025, oltre ai vari contributi troviamo anche il contributo dell’attuale Assessora Pisano che faceva parte, penso, attraverso la stesura di un documento, di questo documento strategico, e al di là di questa nota di colore, la cosa che a me non convince della risposta è questa: in Città accadono tante cose e il più delle cose accadono perché c’è un’imprenditorialità, una vivacità dei nostri professionisti della ristorazione che provano a portare Torino all’avanguardia e la rendono Capitale del Cibo, come dice lei. A me piacerebbe però, Assessore, che ci fosse una regia, da questo punto di vista, perché la regia l’avete annunciata, cioè avete annunciato la possibilità di coordinare gli investimenti: non sto parlando solo di Porta Palazzo, perché Porta Palazzo avrà un investimento importante sul food; ma cosa ne facciamo del tema delle periferie? Come in quei luoghi si potrà pensare a una strategia da questo punto di vista? Come proveremo a mettere insieme, anche perché nella sua risposta - che poi leggerò con più attenzione, perché l’ha letta oggettivamente alla velocità della luce - ci sono tanti faremo, diremo. Io non ne faccio una sua responsabilità, anche perché io sono convinto che di questo dovrebbe parlarne l’Assessore Sacco, ma sono passati 3 anni. Questa forse era l’unica cosa buona che non avete disconosciuto della Giunta Fassino e l’avete portata in continuità ma, a oggi, io dalla sua risposta ho sentito: un progetto che esiste (EATnico), un progetto AxTO, ma nessun tipo di governo di quel tipo di attività, nessun tipo di governo di strategia su come rendere, anche per parte comunale, un po’ perché siamo stufi di vedere l’Amministrazione che si intesta attività, fatte dal mondo del no profit, dal mondo del profit, da cittadini, per dire sono attività che la Città ha aiutato a sviluppare e riconosce. No, sono attività di cittadini che hanno deciso di non rimanere con le mani in mano e provare a dare una risposta, provare a intraprendere nella sfida di un’impresa artigianale, di un’impresa di ristorazione, piuttosto che di altre attività commerciali. Io questo le chiederei, se a oggi so che il titolare di questa materia è l’Assessore Unia, ne prendo atto e sono abbastanza convinto che magari qualcosa di ciò che lei ha detto, tutto declinato con il verbo al futuro, potrebbe prendere vita, ma in questo momento con onestà intellettuale e politica non c’è niente di quello che c’era dentro a Torino Metropoli 2025 e all’interno del documento Turin food policy e all’interno del tema Food Commission che è stato realizzato. Sono state realizzate una serie di cose che lei oggi dice in Aula come assolutamente meritorie, ma c’è una totale assenza della politica che non riesce a coordinare, organizzare e veicolare messaggi forti, se non riconoscere, e ci mancherebbe - concludo, Presidente - il valore di quello che viene fatto da attori privati. Per cui, detto questo, io ringrazio l’Assessore che si è preso la responsabilità di rispondere in Aula. Chiedo la possibilità di avere quanto da lui detto per capire quali sono i passaggi, però chiederei, Presidente, un approfondimento in Commissione, non tanto per capire che cosa non è stato fatto, perché cosa non è stato fatto è evidente: la risposta dell’Assessore è tutta sul futuro, ma che cosa intende fare l’Assessore, oggi, per far sì che: il Piano del Cibo, la riunione strategica con gli attori, possano trovare, al di là delle operazioni giuste, utili ed importanti di Porta Palazzo, trovino una loro organicità, perché Torino Capitale del cibo lo è diventata grazie a centinaia di imprenditori, centinaia di commercianti che in quel settore hanno voluto investire con risorse proprie cercando di stare all’avanguardia; che cosa fa oggi l’Amministrazione? Se potessimo, da questo punto di vista, approfondirlo in Commissione, a questo punto con l’Assessore Unia, e non con Sacco che di fatto ha..., o con Sacco, non so, con chi vorrà, o insieme, dirci come pensano che quegli articoli roboanti sui giornali possano trovare una policy strategica che ci permetta, veramente, non solo per gli investimenti di natura privatistica, anche dal punto di vista della sensibilità istituzionale, farci diventare veramente Capitale del Cibo. Grazie. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Allora, per il verbale, prima di dare la parola all’Assessore Unia, a cui lascerò un minuto, l’approfondimento dell’interpellanza 201900797 va in III più VI Commissione Consiliare. Prego, Assessore Unia. UNIA Alberto (Assessore) Sì, grazie, Presidente. Solo a integrazione di quanto letto nella risposta e per informazione del Capogruppo Magliano: noi abbiamo fatto diversi incontri con parecchi stakeholder del territorio, anche riuniti tutti insieme, proprio per ragionare sulla forma giuridica, anche, che poteva avere un Consiglio del Cibo e su tutte quelle attività che avrebbe dovuto andare a fare. Abbiamo un documento, molto dettagliato, che però non si è ancora, come dire, realizzato in termini concreti, proprio perché è complicato riuscire a trovare la forma corretta, e quindi stiamo ragionando, sostanzialmente, su quello. Però, siamo, devo dire, ma poi ci sarà modo, anche in Commissione, di approfondire facendo vedere quanto prodotto in questi mesi, giusto perché, giustamente, se uno non vede il risultato poi pensa magari che sia stato tutto fermo; no, così non è stato, però stiamo andando avanti anche se in maniera non velocissima. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Assessore. |