Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Forse non è chiaro ai Consiglieri che non hanno potuto seguire la vicenda personale di chi stiamo parlano, stiamo parlando di una persona che è in Italia da 20 anni, che ha ottenuto la cittadinanza da 10, che ha un permesso di soggiorno dall’ingresso per lavoro, che ha sposato un cittadino italiano e ha avuto due figli in Italia e a questa persona (io ho la copia del foglio delle richieste) è stato richiesto, al momento del rinnovo della carta d’identità, di produrre l’atto di nascita (originale), timbro del Ministero Esteri, legalizzazione della firma del funzionario del Ministero Estero, della firma del traduttore pubblico da parte del Consolato dell’Ambasciata di Italiana in Bolivia, legalizzazione atto di nascita. Questo è quanto è stato rilasciato alla signora, questo è quanto sarebbe stato detto perché con il Console di Bolivia personalmente non ho parlato, ho solo acquisito le notizie rivolte alle delegazioni anagrafiche. Ora io sono contenta che la situazione si sia risolta, ho saputo che la situazione si era risolta e che sia probabilmente più semplice di questa indicazione che ho letto e che invece, forse, è sufficiente recarsi all’ufficio di Stato Civile nascite estere per avere l’allineamento della cittadinanza, probabilmente nonostante una perfetta comprensione della lingua e del nostro contesto derivante da 20 anni di permanenza in Italia con trascorsi anche in ambito professionali, da 10 di costituzione di una famiglia con italiano e con figli italiani forse non era stata chiara quell’indicazione, devo dire però che mi sembra che l’elemento di sintesi che è stato fornito in questo momento in quest’Aula sia poco generoso invece dell’ansia e delle complicazioni nelle quali è in corsa la signora, la protagonista di questa vicenda, probabilmente per non aver compreso, per non essersi recata in tempo utile all’ufficio di Stato Civile per l’allineamento e così via e così via. Allora, io ho voluto sollevare questa questione perché intanto mi auguro che sia stato un caso limite e che dal caso limite si prenda l’insegnamento, come diceva l’Assessore, di produrre percorsi di semplificazione, vorrei però sottolineare che qui siamo davvero di fronte a quelle paradossali situazioni che accadono nella pubblica amministrazione per le quali ancorché ottenuto avendo depositato tutti i requisiti previsti un determinato riconoscimento poi sia propria responsabilità a verificare che quel riconoscimento sia allineato nelle pratiche dell’Amministrazione. È una cosa che succede, come dire, in ambiti più disparati per cui ad esempio si formulano agli uffici dell’Edilizia Privata delle richieste per vedere riconosciuta la possibilità di effettuare i lavori e si versano quando del caso somme coerenti con quel tipo di richiesta poi dopo 20 anni scopri che dovevi verificare che l’autorizzazione, che peraltro aveva avuto un procedimento, sia stata effettivamente registrata, cioè qui c’è un’attesa dell’attivismo del singolo a fronte di una situazione, come dire, ferma dell’Amministrazione. Allora, io voglio appunto prendere nota della buona soluzione del caso privato specifico, della buona volontà dell’Amministrazione in modo tale che altre persone vengano allertate di dover loro stesse in quanto persone accertare il fatto che una cittadinanza loro riconosciuta sia allineata negli uffici della pubblica amministrazione, che però questo sia perlomeno paradossale credo sia un sentimento condiviso solo sulla base del buon senso. |