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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Marzo 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 6
INTERPELLANZA 2019-00764
"NUOVE NORME O ECCESSO DI ZELO?" PRESENTATA IN DATA 4 MARZO 2019 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Forse non è chiaro ai Consiglieri che non hanno potuto seguire la vicenda
personale di chi stiamo parlano, stiamo parlando di una persona che è in Italia da 20
anni, che ha ottenuto la cittadinanza da 10, che ha un permesso di soggiorno
dall’ingresso per lavoro, che ha sposato un cittadino italiano e ha avuto due figli in Italia
e a questa persona (io ho la copia del foglio delle richieste) è stato richiesto, al momento
del rinnovo della carta d’identità, di produrre l’atto di nascita (originale), timbro del
Ministero Esteri, legalizzazione della firma del funzionario del Ministero Estero, della
firma del traduttore pubblico da parte del Consolato dell’Ambasciata di Italiana in
Bolivia, legalizzazione atto di nascita. Questo è quanto è stato rilasciato alla signora,
questo è quanto sarebbe stato detto perché con il Console di Bolivia personalmente non
ho parlato, ho solo acquisito le notizie rivolte alle delegazioni anagrafiche. Ora io sono
contenta che la situazione si sia risolta, ho saputo che la situazione si era risolta e che sia
probabilmente più semplice di questa indicazione che ho letto e che invece, forse, è
sufficiente recarsi all’ufficio di Stato Civile nascite estere per avere l’allineamento della
cittadinanza, probabilmente nonostante una perfetta comprensione della lingua e del
nostro contesto derivante da 20 anni di permanenza in Italia con trascorsi anche in
ambito professionali, da 10 di costituzione di una famiglia con italiano e con figli
italiani forse non era stata chiara quell’indicazione, devo dire però che mi sembra che
l’elemento di sintesi che è stato fornito in questo momento in quest’Aula sia poco
generoso invece dell’ansia e delle complicazioni nelle quali è in corsa la signora, la
protagonista di questa vicenda, probabilmente per non aver compreso, per non essersi
recata in tempo utile all’ufficio di Stato Civile per l’allineamento e così via e così via.
Allora, io ho voluto sollevare questa questione perché intanto mi auguro che sia stato un
caso limite e che dal caso limite si prenda l’insegnamento, come diceva l’Assessore, di
produrre percorsi di semplificazione, vorrei però sottolineare che qui siamo davvero di
fronte a quelle paradossali situazioni che accadono nella pubblica amministrazione per
le quali ancorché ottenuto avendo depositato tutti i requisiti previsti un determinato
riconoscimento poi sia propria responsabilità a verificare che quel riconoscimento sia
allineato nelle pratiche dell’Amministrazione. È una cosa che succede, come dire, in
ambiti più disparati per cui ad esempio si formulano agli uffici dell’Edilizia Privata
delle richieste per vedere riconosciuta la possibilità di effettuare i lavori e si versano
quando del caso somme coerenti con quel tipo di richiesta poi dopo 20 anni scopri che
dovevi verificare che l’autorizzazione, che peraltro aveva avuto un procedimento, sia
stata effettivamente registrata, cioè qui c’è un’attesa dell’attivismo del singolo a fronte
di una situazione, come dire, ferma dell’Amministrazione. Allora, io voglio appunto
prendere nota della buona soluzione del caso privato specifico, della buona volontà
dell’Amministrazione in modo tale che altre persone vengano allertate di dover loro
stesse in quanto persone accertare il fatto che una cittadinanza loro riconosciuta sia
allineata negli uffici della pubblica amministrazione, che però questo sia perlomeno
paradossale credo sia un sentimento condiviso solo sulla base del buon senso.

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