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MENSIO Federico Grazie, Presidente. Ci viene chiesto di aderire al Patto Trasversale per la Scienza e, pur condividendo personalmente tale patto nelle linee generali di principio, purtroppo non posso non evidenziare che il testo, a mio avviso, risulta limitato rispetto al mondo delle scienze, in senso generale, ponendo l’accento su aspetti più direttamente collegati al mondo medico. Ad esempio, nel punto 2 si recita: “mettono a repentaglio la salute pubblica essendo esempio di forme di pseudoscienza e pseudomedicina riferite alla sfera diretta della medicina”. Vorrei tuttavia ricordare che nell’ambito scientifico ci sono continui dibattiti anche su altri temi, non strettamente legati all’ambito medico, ma che in modo più o meno diretto mettono a rischio la salute umana. Tra questi vorrei annoverare l’inquinamento atmosferico a causa delle emissioni di gas inquinanti, i cambiamenti climatici e le emissioni elettromagnetiche. Tal discorso vale anche in parte per il punto 3, dove si fa riferimento e cito “nei confronti di presidi terapeutici valicati dall’evidenza scientifica e medica”. Anche in tal senso ci sarebbe da dibattere a lungo e a fondo soprattutto per aspetti non solo legati all’ambito medico. Bisognerebbe, quindi, soffermarsi su quelli che sono allarmismi al contrario ed elementi di negazione di fenomeni che le scienze per contro indicano, invece, come veri elementi di preoccupazione, ovvero elementi di falsa credenza dei fenomeni scientifici. Da citare su tutti il dibattito sui cambiamenti climatici ma anche quello sull’uso della cannabis ad uso medico che è elemento che ancora in parte divide, questo sì, la scienza medica sulla sua efficacia pur essendo presenti numerosi studi in merito. Passando poi ai punti 4 e 5 sono ampiamente da me condivisibili ma, nuovamente, al punto 5 si chiede di raddoppiare i finanziamenti per la ricerca biomedica di base, dimenticando che anche i fondi per la ricerca in altre discipline andrebbe ampliata anche a supporto a quello in ambito strettamente medico. In tutto ciò non posso poi esimermi dal constatare che il Patto Trasversale per la Scienza dovrebbe tenere conto anche di quegli elementi etici e deontologici insiti in alcuni aspetti della scienza. Tra questi vorrei, ad esempio, ricordare il tema del fine vita o quello della sperimentazione animale che ormai viene ampiamente sostituita, appoggiata e finanziata anche da istituzioni e quindi implicitamente riconosciuta come alternativa. Esempi ufficiali sono i laboratori dell’Unione Europea, presenti sul territorio italiano che coordinano e realizzano studi di convalida di metodi alternativi alle procedure sugli animali. Per tali motivi, ribadendo che le linee di principio rimangono per me valide, decido di astenermi dalla votazione dell’atto del Consigliere Lo Russo proprio in assenza di una visione più ampia sui temi della scienza. Tuttavia, ho ritenuto che sarebbe opportuno che tutte le forze politiche possano confrontarsi con il mondo scientifico, economico e sociale al fine di redigere un Patto per le Scienze e per questo io, come primo firmatario, ho presentato un atto che va in questa direzione. Lungi da me definire che tale documento possa rappresentare un vero Patto per le Scienze. Non credo di averne né le competenze specifiche su molti temi ma allo stesso tempo ritengo che sia un atto che debba stimolare il dibattito su cosa è scienza e quello che scienza non è. Ritengo, altresì, che tale documento non possa essere definito e adottato solo dalla politica ma dev’essere redatto da chi nel campo delle scienze ha le giuste competenze e non solo accademiche ma anche da parte del mondo economico che spesso sostiene la ricerca scientifica ma anche quello sociale. Un documento che non potrà non tenere conto solo del mondo scientifico. È riferibile al campo della medicina ma anche a tutte le discipline scientifiche in modo trasversale e dovrà essere assolutamente laico senza distinzioni di sorta, ivi comprese quelle sociali ed economiche. Si deve pure anche tenere conto dei temi etici che possono essere insiti nella ricerca. In modo particolare quello medico su cui non ci si può esimere, parlando di temi come ad esempio il fine vita. Non voglio dimenticare che, su alcuni temi, c’è grande dibattito all’interno della comunità scientifica, come: i cambiamenti climatici, l’uso di terapie contro il dolore, la sperimentazione animale eccetera. Temi su cui, però, sarà necessario trovare una linea condivisa nel solco del metodo scientifico. Ecco, allora, che sarà importante che tutti si adoperino, a iniziare dalla politica, a non dare spazio e sostenere quello che non si può scientificamente dimostrare, ancor di più se si parla di salute, non solo di quella umana ma del pianeta stesso. Come pure sarà necessario contrastare quelle affermazioni negazioniste e allarmiste non dimostrate o dimostrabili spesso fatte per scopi personali, anche economici o politici. Stante ciò l’auspicio che tale patto tra le forze economiche, sociali, accademiche e politiche porti a una serie di riflessioni sull’importanza delle scienze nella vita del Paese e più in generale del mondo intero e che le scienze rientrino a pieno titolo e pienamente nella vita culturale dei cittadini a partire dalla scuola e dalle giovani generazioni fin dalla tenera età. Infine ritengo che si debba tornare a investire nuovamente e con molti più fondi da parte degli Enti Pubblici nei vari campi delle scienze, in particolare per dare respiro a quelle ricerche che non rivestono particolare interesse perché non hanno un ritorno soprattutto dal punto di vista economico. |