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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Marzo 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 36
ORDINE DEL GIORNO 2019-00115
(ODG N. 9/2019) "ADESIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO AL PATTO TRASVERSALE PER LA SCIENZA" PRESENTATA IN DATA 14 GENNAIO 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
MENSIO Federico
Grazie, Presidente. Ci viene chiesto di aderire al Patto Trasversale per la Scienza e, pur
condividendo personalmente tale patto nelle linee generali di principio, purtroppo non
posso non evidenziare che il testo, a mio avviso, risulta limitato rispetto al mondo delle
scienze, in senso generale, ponendo l’accento su aspetti più direttamente collegati al
mondo medico. Ad esempio, nel punto 2 si recita: “mettono a repentaglio la salute
pubblica essendo esempio di forme di pseudoscienza e pseudomedicina riferite alla
sfera diretta della medicina”. Vorrei tuttavia ricordare che nell’ambito scientifico ci
sono continui dibattiti anche su altri temi, non strettamente legati all’ambito medico, ma
che in modo più o meno diretto mettono a rischio la salute umana. Tra questi vorrei
annoverare l’inquinamento atmosferico a causa delle emissioni di gas inquinanti, i
cambiamenti climatici e le emissioni elettromagnetiche. Tal discorso vale anche in parte
per il punto 3, dove si fa riferimento e cito “nei confronti di presidi terapeutici valicati
dall’evidenza scientifica e medica”. Anche in tal senso ci sarebbe da dibattere a lungo e
a fondo soprattutto per aspetti non solo legati all’ambito medico. Bisognerebbe, quindi,
soffermarsi su quelli che sono allarmismi al contrario ed elementi di negazione di
fenomeni che le scienze per contro indicano, invece, come veri elementi di
preoccupazione, ovvero elementi di falsa credenza dei fenomeni scientifici. Da citare su
tutti il dibattito sui cambiamenti climatici ma anche quello sull’uso della cannabis ad
uso medico che è elemento che ancora in parte divide, questo sì, la scienza medica sulla
sua efficacia pur essendo presenti numerosi studi in merito. Passando poi ai punti 4 e 5
sono ampiamente da me condivisibili ma, nuovamente, al punto 5 si chiede di
raddoppiare i finanziamenti per la ricerca biomedica di base, dimenticando che anche i
fondi per la ricerca in altre discipline andrebbe ampliata anche a supporto a quello in
ambito strettamente medico. In tutto ciò non posso poi esimermi dal constatare che il
Patto Trasversale per la Scienza dovrebbe tenere conto anche di quegli elementi etici e
deontologici insiti in alcuni aspetti della scienza. Tra questi vorrei, ad esempio,
ricordare il tema del fine vita o quello della sperimentazione animale che ormai viene
ampiamente sostituita, appoggiata e finanziata anche da istituzioni e quindi
implicitamente riconosciuta come alternativa. Esempi ufficiali sono i laboratori
dell’Unione Europea, presenti sul territorio italiano che coordinano e realizzano studi di
convalida di metodi alternativi alle procedure sugli animali. Per tali motivi, ribadendo
che le linee di principio rimangono per me valide, decido di astenermi dalla votazione
dell’atto del Consigliere Lo Russo proprio in assenza di una visione più ampia sui temi
della scienza. Tuttavia, ho ritenuto che sarebbe opportuno che tutte le forze politiche
possano confrontarsi con il mondo scientifico, economico e sociale al fine di redigere un
Patto per le Scienze e per questo io, come primo firmatario, ho presentato un atto che va
in questa direzione. Lungi da me definire che tale documento possa rappresentare un
vero Patto per le Scienze. Non credo di averne né le competenze specifiche su molti
temi ma allo stesso tempo ritengo che sia un atto che debba stimolare il dibattito su cosa
è scienza e quello che scienza non è. Ritengo, altresì, che tale documento non possa
essere definito e adottato solo dalla politica ma dev’essere redatto da chi nel campo
delle scienze ha le giuste competenze e non solo accademiche ma anche da parte del
mondo economico che spesso sostiene la ricerca scientifica ma anche quello sociale. Un
documento che non potrà non tenere conto solo del mondo scientifico. È riferibile al
campo della medicina ma anche a tutte le discipline scientifiche in modo trasversale e
dovrà essere assolutamente laico senza distinzioni di sorta, ivi comprese quelle sociali
ed economiche. Si deve pure anche tenere conto dei temi etici che possono essere insiti
nella ricerca. In modo particolare quello medico su cui non ci si può esimere, parlando
di temi come ad esempio il fine vita. Non voglio dimenticare che, su alcuni temi, c’è
grande dibattito all’interno della comunità scientifica, come: i cambiamenti climatici,
l’uso di terapie contro il dolore, la sperimentazione animale eccetera. Temi su cui, però,
sarà necessario trovare una linea condivisa nel solco del metodo scientifico. Ecco,
allora, che sarà importante che tutti si adoperino, a iniziare dalla politica, a non dare
spazio e sostenere quello che non si può scientificamente dimostrare, ancor di più se si
parla di salute, non solo di quella umana ma del pianeta stesso. Come pure sarà
necessario contrastare quelle affermazioni negazioniste e allarmiste non dimostrate o
dimostrabili spesso fatte per scopi personali, anche economici o politici. Stante ciò
l’auspicio che tale patto tra le forze economiche, sociali, accademiche e politiche porti a
una serie di riflessioni sull’importanza delle scienze nella vita del Paese e più in
generale del mondo intero e che le scienze rientrino a pieno titolo e pienamente nella
vita culturale dei cittadini a partire dalla scuola e dalle giovani generazioni fin dalla
tenera età. Infine ritengo che si debba tornare a investire nuovamente e con molti più
fondi da parte degli Enti Pubblici nei vari campi delle scienze, in particolare per dare
respiro a quelle ricerche che non rivestono particolare interesse perché non hanno un
ritorno soprattutto dal punto di vista economico.

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