Interventi |
FORNARI Antonio Sì, grazie, Presidente. No, io volevo tranquillizzare il Consigliere Lo Russo, perché si chiamano canoni… contratti a canone concordato, perché il canone è concordato e quindi si calcola su una rendita catastale e quindi di conseguenza più di tanto il canone non si può aumentare, è già quello previsto per legge, quindi le parti si accordano, fissano quel canone tra il proprietario e l’inquilino e non lo possono aumentare, quindi già questa è una cosa che le sottolineo e non può, ovviamente, parlare di aumenti, possibili aumenti e inoltre deve essere previsto prima di tutto (parola incomprensibile) del contratto, del quale ne venga rispettato, quindi non può esserci nemmeno l’aumento ai fini ISTAT, che è previsto, invece, per gli altri contratti. Lei parlava di aliquote, io sono…, ovviamente prima di guardare…, di vedere le nostre aliquote, sono andato a vedere anche quelle delle altre città, può andare a vedere Milano, può andare a vedere Bologna, hanno tutte aliquote più alte di Torino, lei parlava prima dell’altra delibera sulla TASI degli immobili merce, eravamo rimasti solo noi di Torino, con quell’aliquota all’1%, tutti gli altri Comuni, Milano, Napoli anche, tutti avevano 2,5 e invece noi siamo rimasti all’1%, ovviamente, in questo momento, per una sorta di equità, anche perché, se la crisi c’è stata a Torino, è stata anche nelle altre città a livello nazionale, se non mondiale, quindi riportarla al 2,5 era una questione di equità. Stessa cosa, riguarda…, per l’aliquota del canone concordato, 4,31 quant’era quella di prima, era troppo bassa rapportata ad un 10,6% per chi ha un immobile a disposizione, quindi aumentarla di un punto percentuale, non è niente di scandaloso, tenuto conto, come le ricordavo, che ci sono altri comuni che ce l’hanno al 7,6, chi ce l’ha al 6,5, quindi sicuramente è più alta del 5,31 che è di Torino. Parlava dei contratti a canone..., dei comodati tra parenti, anche quella, io sono orgoglioso che sia stata tolta, anche perché, da una parte c’era chi, magari, non aveva la possibilità di dare un immobile in comodato ad un parente in linea retta e quindi era obbligato a pagare il 10,6, chi invece stipulava dei contratti che poi non si sa se erano fittizi o no, che dava questi immobili a parenti e pagava invece un’aliquota ridotta, per fortuna questa contraddizione è stata tolta, quindi rimane quella prevista per legge, perché quella è prevista per legge, quindi una riduzione dell’imponibile del 50% padre, figlio, ma tutte le altre, giustamente, sono state tolte. Quindi queste variazioni di aliquote, sono state variazioni di aliquote che hanno una sorta di logica e di equità che riguarda tutti, quindi riguarda chi, effettivamente, continua ad avere un’aliquota agevolata e sono i contratti a canone concordato, chi invece ha più immobili a disposizione, giustamente, pagherà l’aliquota massima che è il 10,6, come avviene a Torino e come avviene in tutta la stragrande maggioranza dei comuni d’Italia, perché come qualcuno ricordava, purtroppo i comuni, hanno avuto negli ultimi 10 anni un taglio discriminato delle risorse agli enti locali e di conseguenza l’unica leva che hanno potuto utilizzare in questi anni, è stata quella dei tributi delle aliquote IMU e TASI e che quindi hanno aumentato al massimo consentito che è il 10,6. |