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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Marzo 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 26
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-00841
IMU - IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA. APPROVAZIONE DELLE ALIQUOTE PER L'ANNO 2019.
Interventi
FORNARI Antonio
Sì, grazie, Presidente. No, io volevo tranquillizzare il Consigliere Lo Russo, perché si
chiamano canoni… contratti a canone concordato, perché il canone è concordato e
quindi si calcola su una rendita catastale e quindi di conseguenza più di tanto il canone
non si può aumentare, è già quello previsto per legge, quindi le parti si accordano,
fissano quel canone tra il proprietario e l’inquilino e non lo possono aumentare, quindi
già questa è una cosa che le sottolineo e non può, ovviamente, parlare di aumenti,
possibili aumenti e inoltre deve essere previsto prima di tutto (parola incomprensibile)
del contratto, del quale ne venga rispettato, quindi non può esserci nemmeno l’aumento
ai fini ISTAT, che è previsto, invece, per gli altri contratti. Lei parlava di aliquote, io
sono…, ovviamente prima di guardare…, di vedere le nostre aliquote, sono andato a
vedere anche quelle delle altre città, può andare a vedere Milano, può andare a vedere
Bologna, hanno tutte aliquote più alte di Torino, lei parlava prima dell’altra delibera
sulla TASI degli immobili merce, eravamo rimasti solo noi di Torino, con quell’aliquota
all’1%, tutti gli altri Comuni, Milano, Napoli anche, tutti avevano 2,5 e invece noi
siamo rimasti all’1%, ovviamente, in questo momento, per una sorta di equità, anche
perché, se la crisi c’è stata a Torino, è stata anche nelle altre città a livello nazionale, se
non mondiale, quindi riportarla al 2,5 era una questione di equità. Stessa cosa,
riguarda…, per l’aliquota del canone concordato, 4,31 quant’era quella di prima, era
troppo bassa rapportata ad un 10,6% per chi ha un immobile a disposizione, quindi
aumentarla di un punto percentuale, non è niente di scandaloso, tenuto conto, come le
ricordavo, che ci sono altri comuni che ce l’hanno al 7,6, chi ce l’ha al 6,5, quindi
sicuramente è più alta del 5,31 che è di Torino. Parlava dei contratti a canone..., dei
comodati tra parenti, anche quella, io sono orgoglioso che sia stata tolta, anche perché,
da una parte c’era chi, magari, non aveva la possibilità di dare un immobile in comodato
ad un parente in linea retta e quindi era obbligato a pagare il 10,6, chi invece stipulava
dei contratti che poi non si sa se erano fittizi o no, che dava questi immobili a parenti e
pagava invece un’aliquota ridotta, per fortuna questa contraddizione è stata tolta, quindi
rimane quella prevista per legge, perché quella è prevista per legge, quindi una
riduzione dell’imponibile del 50% padre, figlio, ma tutte le altre, giustamente, sono
state tolte. Quindi queste variazioni di aliquote, sono state variazioni di aliquote che
hanno una sorta di logica e di equità che riguarda tutti, quindi riguarda chi,
effettivamente, continua ad avere un’aliquota agevolata e sono i contratti a canone
concordato, chi invece ha più immobili a disposizione, giustamente, pagherà l’aliquota
massima che è il 10,6, come avviene a Torino e come avviene in tutta la stragrande
maggioranza dei comuni d’Italia, perché come qualcuno ricordava, purtroppo i comuni,
hanno avuto negli ultimi 10 anni un taglio discriminato delle risorse agli enti locali e di
conseguenza l’unica leva che hanno potuto utilizzare in questi anni, è stata quella dei
tributi delle aliquote IMU e TASI e che quindi hanno aumentato al massimo consentito
che è il 10,6.

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