Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Ho conservato questa proposta di deliberazione per lasciare, comunque, alla discussione dell’Aula, e alle prospettive, alle proiezioni che potranno essere eventualmente espresse dalla Giunta, un’indicazione di tendenza. La deliberazione, che ho riproposto quest’anno e che nello scorso anno era stata respinta, riguarda la necessità di intervenire sul costo della ristorazione scolastica sulla base di due ordini di ragioni: il primo è un valore di carattere generale, che riguarda la convinzione della piena appartenenza del tempo della mensa al tempo dell’offerta formativa, e quindi alla necessità di consentire e favorire la più ampia partecipazione degli allievi al momento della ristorazione scolastica, così come viene perseguito dalle diverse Amministrazioni costruendo l’appetibilità dei menù nel rispetto delle condizioni di salute e degli orientamenti delle famiglie, ma anche attraverso un impianto tariffario che sia in grado di evitare e prevenire le diseguaglianze dei minori sulla base di un parametro economico e quindi di capacità e sufficienza dei propri familiari a far fronte alle spese. Per fare questo, che è il primo ordine delle motivazioni, la proposta in allora e ora è quella di intervenire su una componente del costo della refezione scolastica, che non è quella legata al consumo ma è quella legata alla cosiddetta “quota di iscrizione”, che ancorché articolata per fasce di reddito, quindi anche con previsione di fasce di esenzione, grava significativamente sulla composizione finale del costo della mensa, e lo fa caricando sugli utenti i costi cosiddetti “indiretti”, cioè quelli non riferibili alla preparazione del pasto e alla sua distribuzione, quanto piuttosto ai costi organizzativi di funzionamento di questo impianto potente della ristorazione. La seconda ragione per la quale avevo e ho proposto questo tipo di deliberazione riguarda la specificità torinese che vede registrare da più anni un progressivo abbandono del servizio di ristorazione collettiva a favore del cosiddetto “pasto domestico”, ancorché si siano nel tempo costruite con la cooperazione delle autonomie scolastiche e dell’ufficio scolastico regionale i modi e le forme perché possano essere consumati i pasti, nel momento della refezione, in una modalità il più possibile condivisa. L’aspettativa è che intervenendo su una componente del costo si possa anche consentire nelle famiglie che ad oggi hanno scelto il pasto domestico un’ulteriore riflessione e un riavvicinamento al servizio della ristorazione. Dalla presentazione di questa deliberazione è stata pubblicata, e ne discuteremo a breve, la generale delibera d’indirizzi dell’impianto tariffario che la Giunta ha ritenuto di adottare; in questa delibera è previsto un intervento in riduzione dei valori della quota d’iscrizione, quindi prendo atto del fatto che in termini di principio è stato accolto un indirizzo e un orientamento non ancora, dal mio punto di vista, completamente soddisfacente ed esaustivo dell’aspettativa della delibera che sto presentando, tuttavia certamente un primo passo in una direzione auspicata. Quindi, da parte mia, confermo la delibera per tenere a mente della Giunta quello che giudico essere un obiettivo da perseguire, cioè arrivare all’esclusione della quota d’iscrizione. |