Interventi |
APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. In relazione a quanto richiesto nell’interpellanza si precisa che l’Assessore al Bilancio e gli uffici dell’ente, quindi la Direzione Risorse Finanziarie e Direzione Partecipate, hanno già avviato un tavolo di confronto con la Corte dei Conti per approfondire le problematiche evidenziate e a trovare una soluzione condivisa. A tal proposito si evidenzia quanto segue: “Con l’introduzione del nuovo ordinamento contabile degli Enti Locali, Decreto 118/2011, come modificato dal 126/2014, l’imputazione delle entrate e delle spese a Bilancio, avviene sulla base di uno specifico piano dei Conti approvato a livello nazionale dalla Commissione Arconet ed applicato obbligatoriamente da parte di tutti gli enti locali. Tale piano dei Conti consente attraverso la matrice di correlazione, la rilevazione integrata dei fatti contabili sia sotto il profilo finanziario che sotto il profilo economico patrimoniale. In applicazione a tale principio l’entrata derivante dalla distribuzione di utili e avanzi, trova la propria collocazione al titolo terzo: “entrate extratributarie”, tipologia 304, altre entrate da redditi da capitale, che costituiscono ricavi del conto economico e movimentano i valori patrimoniali, in relazione ai crediti e dalla disponibilità di liquidità per la movimentazione di cassa. Dall’analisi del suddetto piano dei Conti non appare pertanto possibile iscrivere tale entrata al titolo quinto: “entrata da riduzione di attività finanziarie”, ove è prevista l’iscrizione delle entrate da alienazione di partecipazioni, in quanto tale scrittura presuppone la movimentazione in contropartita del valore azionario iscritto al patrimonio. Considerato che le azioni (parola incomprensibile) risultano iscritte nel patrimonio di FCT e non sono contabilizzate nel conto patrimoniale del Comune, la scrittura contabile in tal senso non può essere effettuata per mancanza della relativa contropartita. Parimenti in contabilità economica, dovrebbe essere rilevata la plusvalenza ricavi, piuttosto che minusvalenza costi, che in assenza del corrispondente valore iscritto al patrimonio non può essere rilevata. Peraltro tale rilevazione è coerente con la natura degli importi oggetto di distribuzione a favore della Città, la società FCT nel dicembre 2017 e poi di nuovo nel settembre 2018, ha infatti ritenuto di suffragare le proprie valutazioni in merito, avvalendosi di un esperto indipendente al fine di conseguire un parere contabile circa la qualificazione giuridica dell’avanzo derivante dall’operazione di scissione non proporzionale della società FSU, già partecipata da FCT al 50% ed estinta con efficacia dal luglio 2018, in seguito alle decisioni assunte dalla Città, nel contesto del piano di ricognizione delle società partecipate dirette ed indirette. L’entrata finanziaria di cui trattasi, infatti, si riferisce alla distribuzione da parte di FCT a favore della Città di Torino di parte di tale avanzo, il parere reso dal professor Devalle dell’Università di Torino, conferma che detto avanzo debba essere iscritto nel Bilancio di FCT in apposita posta da denominarsi riserva avanzo diffusione, e che detta riserva debba essere contabilmente trattata al pari di una riserva formata con utili, distribuibile dal socio a seguito dell’incasso derivante dalla vendita della partecipazione. Dal punto di vista formale, pertanto, le scritture effettuate sulla gestione 2018 da parte dell’ente appaiono corrette, considerato che per quanto sopra esposto le somme non potevano che essere contabilizzate tra le entrate correnti di Bilancio. Dal punto di vista sostanziale non si può che concordare con quanto evidenziato dalla Corte dei Conti, sulla natura straordinaria dell’entrata e sulla necessità che la stessa venga utilizzata, così come previsto dalla normativa vigente, al finanziamento di spese di natura straordinaria, patrimoniale o per la riduzione del debito. Peraltro e ne avevamo ampiamente discusso qui in Aula, quindi non si tratta certamente di una novità, nel piano d’interventi approvato con la deliberazione del Consiglio Comunale del 30 ottobre 2017, nel punto 6, entrate straordinarie, si faceva proprio riferimento all’attivazione di entrate straordinarie nel periodo ’18/’21, attraverso la vendita di immobili, la vendita di attività finanziarie e mediante l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione, per un importo di circa 230 milioni di euro. Quindi, come dire, il fatto che avremmo utilizzato entrate straordinarie per coprire il disavanzo strutturale di 80 milioni che abbiamo ereditato nell’ottica di andare a riduzione negli anni, era cosa assolutamente nota, trasparente e scritta, peraltro, nell’ambito del piano di interventi. Il medesimo testo, proprio, specificava: “In relazione alle entrate derivanti da attività finanziarie, si precisa che tali entrate avranno in parte la natura di entrate straordinarie in conto capitale ed in parte la natura di entrate straordinarie di parte corrente, in quanto connesse all’incasso di dividendi erogati da Holding FCT”. Il piano prefigurava, poi, l’impiego di tali entrate straordinarie per il finanziamento dei debiti nei confronti di GTT e di Infra.To, anche perché anche questa è una situazione nota, non la ripercorro, visto quello che comunque abbiamo dovuto, in qualche modo, risistemare e per il funzionamento degli enti culturali. Sarà pertanto cura dell’ente evidenziare in sede di rendiconto 2018, l’utilizzo di tali entrate a finanziamento di spese di natura straordinaria, patrimoniale o per la riduzione del debito. Qualora dovessero risultare delle eccedenze, entrate straordinarie superiori alle spese straordinarie nell’esercizio 2018, l’ente costituirà, per la differenza, un accantonamento destinato al pagamento di contributi a favore di GTT e Infra.To, in scadenza nei prossimi esercizi, tale via consentirà di assicurare che la destinazione delle somme di cui si discute, a prescindere dalla loro natura di riserve e di utili e dalle considerazioni svolte in merito ai vincoli relativi al loro trattamento contabile, siano riservate a finalità coerenti col piano di interventi deliberato dalla Città e con i contenuti della pronuncia della sezione regionale dei Conti, grazie. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i Consiglieri e le Consigliere intervenute. Mah, io non voglio ripetere tutta la storia perché l’abbiamo detto tante volte, però è chiaro che se si viene in Aula e si discute su quali politiche di Bilancio, su entrata e spesa, sta facendo quest’Amministrazione rispetto a quella precedente, mi sembra corretto puntualizzare due o tre cose. Inizio da un tema, che credo sia fondamentale, almeno per quanto riguarda il verbale, primo: quest’Amministrazione, e credo tutte le Amministrazioni di qualsiasi colore politico hanno massimo rispetto, e lo dico anche per quanto riguarda l’Amministrazione precedente, io facevo parte dell’Opposizione, cioè delle note che vengono fatte dalla Corte dei Conti che, giustamente, come diceva il Capogruppo Osvaldo Napoli, o non mi ricordo chi tra i vari interventi, hanno il dovere di sollecitare e avere un approccio molto rigoroso. Quello che io intendevo dire e intendo dire, e ripeto nuovamente anche nella replica, è che l’Amministrazione ha sempre detto che la vendita delle azioni IREN sarebbe entrata nel Piano di rientro per colmare gli 80 milioni di disavanzo strutturale. Quest’Amministrazione non ha mai negato che quelle entrate straordinarie servissero, parlo ovviamente del lato politico, per andare a colmare un disavanzo strutturale. Quindi, quando si dice di trasparenza e di, come dire, mancanza da parte di quest’Amministrazione di voler dire quali entrate andavamo ad utilizzare, io credo che da questo punto di vista sia il dibattito in Aula, perché ne abbiamo parlato più volte qui, sia quanto scritto, ovviamente, nel Piano di rientro sia quanto ribadito più volte in questo anno e mezzo, sia sempre stato lineare da questo punto di vista, tant’è che siamo stati anche fortemente criticati, proprio per questo motivo. Quindi da questo punto di vista non c’è stata nessuna, come dire, volontà di eludere e nascondere una forma di entrata a cui potevamo attingere. Dal punto di vista tecnico, ripeto, la nota che ho letto era molto tecnica, stiamo semplicemente dicendo che alla luce delle osservazioni che sono state fatte dalla Corte dei Conti, che rispettiamo, stiamo dialogando e stiamo discutendo affinché... noi ovviamente abbiamo agito dal nostro punto di vista, da parte anche degli uffici, da parte, credo, di tutti coloro che hanno lavorato su quel Bilancio, riteniamo di aver lavorato correttamente, ma questo non significa che un’Amministrazione non debba ascoltare e condividere e magari anche modificare il suo iter rispetto a quanto viene rilevato dalla Corte dei Conti. Questo era il senso dell’intervento per quanto riguarda il rapporto Amministrazione-Corte dei Conti, mi pareva fosse chiaro ma se non lo è stato, ci tengo, soprattutto per il verbale, perché alcuni dei Consiglieri che sono intervenuti, in particolare il Consigliere Morano, non è presente, e quindi non posso che replicare per il verbale. Secondo tema, Revisori: anch’io sottolineo quanto è stato detto dal Consigliere Versaci, non esistono Revisori amici e nemici, e non esistono Revisori di parte per quanto ci riguarda. Esistono dei Revisori, che ringrazio, che fanno il proprio mestiere, fanno il proprio lavoro, estratti peraltro per norma, e quindi francamente questa divisione credo che non sia, come dire, neanche rispettosa nei confronti dei Revisori che stanno facendo un lavoro per l’Ente anche molto significativo, perché sappiamo benissimo qual è la mole di lavoro che ha un Collegio dei Revisori rispetto a tutti gli atti che andiamo a deliberare e che vengono evidentemente letti e valutati; lo stesso credo che valga per i nostri uffici che stanno facendo un lavoro molto complesso con sempre meno risorse - anche dal punto di vista umano - quindi impiegate, nonostante gli adempimenti continuino a crescere. Per quanto riguarda, come dire, entrate e spese: guardate, qui è semplicemente... io riporterò dei fatti che son stati riportati dal Consigliere Lavolta e al contrario: certo che è facile avere dei milioni in più da spendere se per anni non si è mai accantonato un euro, un euro, a fronte delle perdite su derivati potenziali; li abbiamo recuperati noi nel primo Bilancio di previsione. Certo che è facile, anch’io preferirei spendere quei soldi e non accantonarli, peccato che noi li abbiamo accantonati e prima non sono stati accantonati questi fondi a copertura dei possibili... valori negativi derivati, cosa che tutti gli enti hanno fatto: Città Metropolitana l’aveva fatto, gli altri comuni che hanno sottoscritto il derivato lo avevano fatto; noi siamo l’unico ente che non aveva accantonato un euro perché preferiva spenderli. È facile fare politiche di Bilancio così, sulle entrate, e aggiungo: è facile fare politiche sulle entrate dicendo: “Beh, è bellissimo usare gli oneri di urbanizzazione per fare investimenti” e poi utilizzare avanzo - che non è cassa - per finanziare spesa corrente, ma questo non lo stiamo facendo; non lo stiamo facendo, e certamente dal punto di vista del consenso ha ragione qualcuno: probabilmente costa di più, perché è molto più facile, però non lo stiamo facendo perché stiamo attuando delle politiche di Bilancio molto rigorose. Enti culturali: è molto più facile dare immobili invendibili per chiudere i Bilanci rispetto a prendersi la briga di fare un Piano industriale che comporterà certamente delle difficoltà e dei sacrifici, è molto più facile, certo che così sulle entrate e sulle spese è facile giocare, queste sono le politiche di Bilancio virtuose? Io non credo, poi ciascuno, ovviamente, legittimamente pensa e ci crede, ma io non credo che sia virtuoso, come non è virtuoso lasciare un Bilancio previsionale 2016 con 30 milioni in entrata che erano inesistenti: lettere - lo ricordo - scritte in entrata che non avevano nessun presupposto e, sì, abbiamo dovuto tagliare a novembre, abbiamo dovuto tagliare, ce ne assumiamo la responsabilità. Aggiungo, sul debito: è vero, l’Amministrazione precedente ha fatto una buona politica di riduzione del debito, io non lo nascondo, e noi stiamo andando in quella direzione. Abbiamo ereditato, come diceva il Consigliere Lavolta, un Bilancio con 2.9 miliardi, siamo a 2.6 oggi, finiremo a 2.4. È un sacrificio che dobbiamo fare, questo significa che non possiamo, come dire, fare ulteriore debito per fare investimenti, come è stato fatto in passato. Questa è una cosa che noi stiamo facendo, io non lo nego, riprendendo il percorso che è stato fatto e credo che sia una politica di Bilancio virtuosa ma, aggiungo, è facile fare politiche di Bilancio potendo spendere entrata e spesa, non mettendo a Bilancio circa 30 milioni per Infra.To e GTT. È certo che ce li carichiamo e adesso abbiamo meno soldi da spendere, certo, però io francamente credo che sia più virtuoso prendersi gli oneri di sistemare quello che in qualche modo è rimasto in sospeso rispetto a far finta che il problema non ci fosse. Aggiungo che la Corte dei Conti sottolinea più volte nella relazione certamente le criticità che sono state anche, come diceva giustamente il Consigliere Carretto, sono state anche più volte ricordate anche nelle sentenze precedenti: c’è la rigidità della spesa, il fatto che siamo in tensione di cassa, le anticipazioni di Tesoreria, le ha ricordate più volte e forse le abbiamo anche dibattute nei Consigli precedenti. Però, ci dice, anche, che stiamo migliorando sulla cassa, che abbiamo una migliore gestione dell’avanzo, proprio perché non lo stiamo più utilizzando per finanziare la spesa corrente, che stiamo riducendo l’indebitamento proseguendo il trend che era stato fatto, che stiamo cercando di gestire la spesa con le grandissime difficoltà, perché guardate, c’è un dato che credo che possa dire, in modo chiaro, le difficoltà che ha quest’ente, e cioè la percentuale di rigidità della spesa: 53%. Siamo il doppio di Roma e Milano e siamo peggio di Catania che è andata in dissesto. Siamo la Città con maggior rigidità di spesa, e la rigidità di spesa com’è calcolata? Ammontare di mutui, 250 milioni; spesa per personale, 650 milioni; con una rigidità di spesa di questo tipo - che deriva dalle politiche di Bilancio, evidentemente, che in qualche modo sono state attuate negli anni - è difficile lavorare sulla spesa e lavorare sull’entrata. Allora, io credo, semplicemente, che quello che noi stiamo facendo è un piano d’interventi che certamente, ripeto, implica decisioni molto complicate; io, non fossi stata sollecitata dall’intervento del Consigliere Lavolta, non avrei ribadito, di nuovo, ogni volta, quanto accaduto perché io condivido quello che diceva l’Assessore Rolando, che è il momento - ormai io lo dico da un anno - di guardare alle soluzioni, però, ripeto, che bisogna avere il coraggio di partire tutti da un’analisi - al di là delle responsabilità politiche - che è oggettiva. Il debito è stato tutto fatto dal ’95 al 2011, cioè questo lo dicono i dati: dal ’95 al 2011. Quelli sono gli anni in cui la Città è stata sovraindebitata e quel debito va gestito, e purtroppo scarica sempre più sulle future generazioni se non riusciamo a ridurlo. Aggiungo, con una considerazione conclusiva: io credo che bene abbia fatto quest’Aula - e non c’entra nulla, perché non è direttamente collegato all’interpellanza - a non discutere in questa sede di questioni come il Salone del Libro, che hanno avuto valenza mediatica e che non avevano atti che riguardavano direttamente l’attività dell’ente, e credo che abbia fatto bene, anche, a non portare in quest’Aula, anche legata a vicende del Salone del Libro, mi sembra che siamo stati, come dire, da esempio rispetto alla discussione politica, cose che non sono prettamente correlate alle attività e quindi io invito, ovviamente ciascuno legittimamente può fare ciò che vuole, l’ho fatto io stessa, sbagliando, e ho chiesto peraltro scusa, credo che non sia quest’Aula in cui si debba discutere, ripeto, di tematiche come intercettazioni telefoniche che nulla hanno a che vedere, se non correlate direttamente, all’attività politica. Grazie. |