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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Marzo 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 13
INTERPELLANZA 2019-00608
"OSSERVAZIONI DELLA CORTE DEI CONTI" PRESENTATA IN DATA 19 FEBBRAIO 2019 - PRIMO FIRMATARIO MORANO.
Interventi
APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. In relazione a quanto richiesto nell’interpellanza si precisa che
l’Assessore al Bilancio e gli uffici dell’ente, quindi la Direzione Risorse Finanziarie e
Direzione Partecipate, hanno già avviato un tavolo di confronto con la Corte dei Conti
per approfondire le problematiche evidenziate e a trovare una soluzione condivisa. A tal
proposito si evidenzia quanto segue: “Con l’introduzione del nuovo ordinamento
contabile degli Enti Locali, Decreto 118/2011, come modificato dal 126/2014,
l’imputazione delle entrate e delle spese a Bilancio, avviene sulla base di uno specifico
piano dei Conti approvato a livello nazionale dalla Commissione Arconet ed applicato
obbligatoriamente da parte di tutti gli enti locali. Tale piano dei Conti consente
attraverso la matrice di correlazione, la rilevazione integrata dei fatti contabili sia sotto
il profilo finanziario che sotto il profilo economico patrimoniale. In applicazione a tale
principio l’entrata derivante dalla distribuzione di utili e avanzi, trova la propria
collocazione al titolo terzo: “entrate extratributarie”, tipologia 304, altre entrate da
redditi da capitale, che costituiscono ricavi del conto economico e movimentano i valori
patrimoniali, in relazione ai crediti e dalla disponibilità di liquidità per la
movimentazione di cassa. Dall’analisi del suddetto piano dei Conti non appare pertanto
possibile iscrivere tale entrata al titolo quinto: “entrata da riduzione di attività
finanziarie”, ove è prevista l’iscrizione delle entrate da alienazione di partecipazioni, in
quanto tale scrittura presuppone la movimentazione in contropartita del valore azionario
iscritto al patrimonio. Considerato che le azioni (parola incomprensibile) risultano
iscritte nel patrimonio di FCT e non sono contabilizzate nel conto patrimoniale del
Comune, la scrittura contabile in tal senso non può essere effettuata per mancanza della
relativa contropartita. Parimenti in contabilità economica, dovrebbe essere rilevata la
plusvalenza ricavi, piuttosto che minusvalenza costi, che in assenza del corrispondente
valore iscritto al patrimonio non può essere rilevata. Peraltro tale rilevazione è coerente
con la natura degli importi oggetto di distribuzione a favore della Città, la società FCT
nel dicembre 2017 e poi di nuovo nel settembre 2018, ha infatti ritenuto di suffragare le
proprie valutazioni in merito, avvalendosi di un esperto indipendente al fine di
conseguire un parere contabile circa la qualificazione giuridica dell’avanzo derivante
dall’operazione di scissione non proporzionale della società FSU, già partecipata da
FCT al 50% ed estinta con efficacia dal luglio 2018, in seguito alle decisioni assunte
dalla Città, nel contesto del piano di ricognizione delle società partecipate dirette ed
indirette. L’entrata finanziaria di cui trattasi, infatti, si riferisce alla distribuzione da
parte di FCT a favore della Città di Torino di parte di tale avanzo, il parere reso dal
professor Devalle dell’Università di Torino, conferma che detto avanzo debba essere
iscritto nel Bilancio di FCT in apposita posta da denominarsi riserva avanzo diffusione,
e che detta riserva debba essere contabilmente trattata al pari di una riserva formata con
utili, distribuibile dal socio a seguito dell’incasso derivante dalla vendita della
partecipazione. Dal punto di vista formale, pertanto, le scritture effettuate sulla gestione
2018 da parte dell’ente appaiono corrette, considerato che per quanto sopra esposto le
somme non potevano che essere contabilizzate tra le entrate correnti di Bilancio. Dal
punto di vista sostanziale non si può che concordare con quanto evidenziato dalla Corte
dei Conti, sulla natura straordinaria dell’entrata e sulla necessità che la stessa venga
utilizzata, così come previsto dalla normativa vigente, al finanziamento di spese di
natura straordinaria, patrimoniale o per la riduzione del debito. Peraltro e ne avevamo
ampiamente discusso qui in Aula, quindi non si tratta certamente di una novità, nel
piano d’interventi approvato con la deliberazione del Consiglio Comunale del 30
ottobre 2017, nel punto 6, entrate straordinarie, si faceva proprio riferimento
all’attivazione di entrate straordinarie nel periodo ’18/’21, attraverso la vendita di
immobili, la vendita di attività finanziarie e mediante l’utilizzo degli oneri di
urbanizzazione, per un importo di circa 230 milioni di euro. Quindi, come dire, il fatto
che avremmo utilizzato entrate straordinarie per coprire il disavanzo strutturale di 80
milioni che abbiamo ereditato nell’ottica di andare a riduzione negli anni, era cosa
assolutamente nota, trasparente e scritta, peraltro, nell’ambito del piano di interventi. Il
medesimo testo, proprio, specificava: “In relazione alle entrate derivanti da attività
finanziarie, si precisa che tali entrate avranno in parte la natura di entrate straordinarie
in conto capitale ed in parte la natura di entrate straordinarie di parte corrente, in quanto
connesse all’incasso di dividendi erogati da Holding FCT”. Il piano prefigurava, poi,
l’impiego di tali entrate straordinarie per il finanziamento dei debiti nei confronti di
GTT e di Infra.To, anche perché anche questa è una situazione nota, non la ripercorro,
visto quello che comunque abbiamo dovuto, in qualche modo, risistemare e per il
funzionamento degli enti culturali. Sarà pertanto cura dell’ente evidenziare in sede di
rendiconto 2018, l’utilizzo di tali entrate a finanziamento di spese di natura
straordinaria, patrimoniale o per la riduzione del debito. Qualora dovessero risultare
delle eccedenze, entrate straordinarie superiori alle spese straordinarie nell’esercizio
2018, l’ente costituirà, per la differenza, un accantonamento destinato al pagamento di
contributi a favore di GTT e Infra.To, in scadenza nei prossimi esercizi, tale via
consentirà di assicurare che la destinazione delle somme di cui si discute, a prescindere
dalla loro natura di riserve e di utili e dalle considerazioni svolte in merito ai vincoli
relativi al loro trattamento contabile, siano riservate a finalità coerenti col piano di
interventi deliberato dalla Città e con i contenuti della pronuncia della sezione regionale
dei Conti, grazie.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i Consiglieri e le Consigliere intervenute. Mah, io
non voglio ripetere tutta la storia perché l’abbiamo detto tante volte, però è chiaro che se
si viene in Aula e si discute su quali politiche di Bilancio, su entrata e spesa, sta facendo
quest’Amministrazione rispetto a quella precedente, mi sembra corretto puntualizzare
due o tre cose. Inizio da un tema, che credo sia fondamentale, almeno per quanto
riguarda il verbale, primo: quest’Amministrazione, e credo tutte le Amministrazioni di
qualsiasi colore politico hanno massimo rispetto, e lo dico anche per quanto riguarda
l’Amministrazione precedente, io facevo parte dell’Opposizione, cioè delle note che
vengono fatte dalla Corte dei Conti che, giustamente, come diceva il Capogruppo
Osvaldo Napoli, o non mi ricordo chi tra i vari interventi, hanno il dovere di sollecitare
e avere un approccio molto rigoroso. Quello che io intendevo dire e intendo dire, e
ripeto nuovamente anche nella replica, è che l’Amministrazione ha sempre detto che la
vendita delle azioni IREN sarebbe entrata nel Piano di rientro per colmare gli 80 milioni
di disavanzo strutturale. Quest’Amministrazione non ha mai negato che quelle entrate
straordinarie servissero, parlo ovviamente del lato politico, per andare a colmare un
disavanzo strutturale. Quindi, quando si dice di trasparenza e di, come dire, mancanza
da parte di quest’Amministrazione di voler dire quali entrate andavamo ad utilizzare, io
credo che da questo punto di vista sia il dibattito in Aula, perché ne abbiamo parlato più
volte qui, sia quanto scritto, ovviamente, nel Piano di rientro sia quanto ribadito più
volte in questo anno e mezzo, sia sempre stato lineare da questo punto di vista, tant’è
che siamo stati anche fortemente criticati, proprio per questo motivo. Quindi da questo
punto di vista non c’è stata nessuna, come dire, volontà di eludere e nascondere una
forma di entrata a cui potevamo attingere. Dal punto di vista tecnico, ripeto, la nota che
ho letto era molto tecnica, stiamo semplicemente dicendo che alla luce delle
osservazioni che sono state fatte dalla Corte dei Conti, che rispettiamo, stiamo
dialogando e stiamo discutendo affinché... noi ovviamente abbiamo agito dal nostro
punto di vista, da parte anche degli uffici, da parte, credo, di tutti coloro che hanno
lavorato su quel Bilancio, riteniamo di aver lavorato correttamente, ma questo non
significa che un’Amministrazione non debba ascoltare e condividere e magari anche
modificare il suo iter rispetto a quanto viene rilevato dalla Corte dei Conti. Questo era il
senso dell’intervento per quanto riguarda il rapporto Amministrazione-Corte dei Conti,
mi pareva fosse chiaro ma se non lo è stato, ci tengo, soprattutto per il verbale, perché
alcuni dei Consiglieri che sono intervenuti, in particolare il Consigliere Morano, non è
presente, e quindi non posso che replicare per il verbale. Secondo tema, Revisori:
anch’io sottolineo quanto è stato detto dal Consigliere Versaci, non esistono Revisori
amici e nemici, e non esistono Revisori di parte per quanto ci riguarda. Esistono dei
Revisori, che ringrazio, che fanno il proprio mestiere, fanno il proprio lavoro, estratti
peraltro per norma, e quindi francamente questa divisione credo che non sia, come dire,
neanche rispettosa nei confronti dei Revisori che stanno facendo un lavoro per l’Ente
anche molto significativo, perché sappiamo benissimo qual è la mole di lavoro che ha
un Collegio dei Revisori rispetto a tutti gli atti che andiamo a deliberare e che vengono
evidentemente letti e valutati; lo stesso credo che valga per i nostri uffici che stanno
facendo un lavoro molto complesso con sempre meno risorse - anche dal punto di vista
umano - quindi impiegate, nonostante gli adempimenti continuino a crescere. Per
quanto riguarda, come dire, entrate e spese: guardate, qui è semplicemente... io riporterò
dei fatti che son stati riportati dal Consigliere Lavolta e al contrario: certo che è facile
avere dei milioni in più da spendere se per anni non si è mai accantonato un euro, un
euro, a fronte delle perdite su derivati potenziali; li abbiamo recuperati noi nel primo
Bilancio di previsione. Certo che è facile, anch’io preferirei spendere quei soldi e non
accantonarli, peccato che noi li abbiamo accantonati e prima non sono stati accantonati
questi fondi a copertura dei possibili... valori negativi derivati, cosa che tutti gli enti
hanno fatto: Città Metropolitana l’aveva fatto, gli altri comuni che hanno sottoscritto il
derivato lo avevano fatto; noi siamo l’unico ente che non aveva accantonato un euro
perché preferiva spenderli. È facile fare politiche di Bilancio così, sulle entrate, e
aggiungo: è facile fare politiche sulle entrate dicendo: “Beh, è bellissimo usare gli oneri
di urbanizzazione per fare investimenti” e poi utilizzare avanzo - che non è cassa - per
finanziare spesa corrente, ma questo non lo stiamo facendo; non lo stiamo facendo, e
certamente dal punto di vista del consenso ha ragione qualcuno: probabilmente costa di
più, perché è molto più facile, però non lo stiamo facendo perché stiamo attuando delle
politiche di Bilancio molto rigorose. Enti culturali: è molto più facile dare immobili
invendibili per chiudere i Bilanci rispetto a prendersi la briga di fare un Piano
industriale che comporterà certamente delle difficoltà e dei sacrifici, è molto più facile,
certo che così sulle entrate e sulle spese è facile giocare, queste sono le politiche di
Bilancio virtuose? Io non credo, poi ciascuno, ovviamente, legittimamente pensa e ci
crede, ma io non credo che sia virtuoso, come non è virtuoso lasciare un Bilancio
previsionale 2016 con 30 milioni in entrata che erano inesistenti: lettere - lo ricordo -
scritte in entrata che non avevano nessun presupposto e, sì, abbiamo dovuto tagliare a
novembre, abbiamo dovuto tagliare, ce ne assumiamo la responsabilità. Aggiungo, sul
debito: è vero, l’Amministrazione precedente ha fatto una buona politica di riduzione
del debito, io non lo nascondo, e noi stiamo andando in quella direzione. Abbiamo
ereditato, come diceva il Consigliere Lavolta, un Bilancio con 2.9 miliardi, siamo a 2.6
oggi, finiremo a 2.4. È un sacrificio che dobbiamo fare, questo significa che non
possiamo, come dire, fare ulteriore debito per fare investimenti, come è stato fatto in
passato. Questa è una cosa che noi stiamo facendo, io non lo nego, riprendendo il
percorso che è stato fatto e credo che sia una politica di Bilancio virtuosa ma, aggiungo,
è facile fare politiche di Bilancio potendo spendere entrata e spesa, non mettendo a
Bilancio circa 30 milioni per Infra.To e GTT. È certo che ce li carichiamo e adesso
abbiamo meno soldi da spendere, certo, però io francamente credo che sia più virtuoso
prendersi gli oneri di sistemare quello che in qualche modo è rimasto in sospeso rispetto
a far finta che il problema non ci fosse. Aggiungo che la Corte dei Conti sottolinea più
volte nella relazione certamente le criticità che sono state anche, come diceva
giustamente il Consigliere Carretto, sono state anche più volte ricordate anche nelle
sentenze precedenti: c’è la rigidità della spesa, il fatto che siamo in tensione di cassa, le
anticipazioni di Tesoreria, le ha ricordate più volte e forse le abbiamo anche dibattute
nei Consigli precedenti. Però, ci dice, anche, che stiamo migliorando sulla cassa, che
abbiamo una migliore gestione dell’avanzo, proprio perché non lo stiamo più
utilizzando per finanziare la spesa corrente, che stiamo riducendo l’indebitamento
proseguendo il trend che era stato fatto, che stiamo cercando di gestire la spesa con le
grandissime difficoltà, perché guardate, c’è un dato che credo che possa dire, in modo
chiaro, le difficoltà che ha quest’ente, e cioè la percentuale di rigidità della spesa: 53%.
Siamo il doppio di Roma e Milano e siamo peggio di Catania che è andata in dissesto.
Siamo la Città con maggior rigidità di spesa, e la rigidità di spesa com’è calcolata?
Ammontare di mutui, 250 milioni; spesa per personale, 650 milioni; con una rigidità di
spesa di questo tipo - che deriva dalle politiche di Bilancio, evidentemente, che in
qualche modo sono state attuate negli anni - è difficile lavorare sulla spesa e lavorare
sull’entrata. Allora, io credo, semplicemente, che quello che noi stiamo facendo è un
piano d’interventi che certamente, ripeto, implica decisioni molto complicate; io, non
fossi stata sollecitata dall’intervento del Consigliere Lavolta, non avrei ribadito, di
nuovo, ogni volta, quanto accaduto perché io condivido quello che diceva l’Assessore
Rolando, che è il momento - ormai io lo dico da un anno - di guardare alle soluzioni,
però, ripeto, che bisogna avere il coraggio di partire tutti da un’analisi - al di là delle
responsabilità politiche - che è oggettiva. Il debito è stato tutto fatto dal ’95 al 2011,
cioè questo lo dicono i dati: dal ’95 al 2011. Quelli sono gli anni in cui la Città è stata
sovraindebitata e quel debito va gestito, e purtroppo scarica sempre più sulle future
generazioni se non riusciamo a ridurlo. Aggiungo, con una considerazione conclusiva:
io credo che bene abbia fatto quest’Aula - e non c’entra nulla, perché non è direttamente
collegato all’interpellanza - a non discutere in questa sede di questioni come il Salone
del Libro, che hanno avuto valenza mediatica e che non avevano atti che riguardavano
direttamente l’attività dell’ente, e credo che abbia fatto bene, anche, a non portare in
quest’Aula, anche legata a vicende del Salone del Libro, mi sembra che siamo stati,
come dire, da esempio rispetto alla discussione politica, cose che non sono prettamente
correlate alle attività e quindi io invito, ovviamente ciascuno legittimamente può fare
ciò che vuole, l’ho fatto io stessa, sbagliando, e ho chiesto peraltro scusa, credo che non
sia quest’Aula in cui si debba discutere, ripeto, di tematiche come intercettazioni
telefoniche che nulla hanno a che vedere, se non correlate direttamente, all’attività
politica. Grazie.

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