Interventi |
ARTESIO Eleonora Intervengo, Presidente, esclusivamente per far registrare a verbale che la posizione del Gruppo Consiliare Torino in Comune è quella confermata con il voto dato il 29 ottobre sulla proposta di ordine del giorno, avente prima firmataria la Consigliera Ferrero che dichiarava la posizione del Comune di Torino contraria alla realizzazione del TAV e per motivare, rispettivamente e simmetricamente, il voto contrario ai due documenti che sono in discussione in questo Consiglio. Non spenderò diversamente dai colleghi del Movimento 5 Stelle altre parole per motivare le ragioni della mia contrarietà alla realizzazione del Treno ad Alta Velocità, perché la storia ricostruita dalla collega Albano rispetto all’iniziativa del movimento No TAV mi ha fatto ricordare quanti chilometri ho percorso nella mia vita e perché il riferimento del collega Giovara a quegli amministratori che, pur operando all’interno di coalizioni di Centro Sinistra, si sono mantenuti No TAV, mi ha fatto ricordare le mie esperienze nella Giunta Bresso e nella precedente Giunta Saitta. Quindi, dal punto di vista della continuità della posizione politica non ho particolari ragioni per continuare ad argomentare la coerenza della mia posizione. Devo dire, purtroppo, che quello che mi deprime in questo particolare momento è l’assoluta debolezza della politica. Una debolezza della politica che non seppe motivare le ragioni per le quali si sarebbe dovuto intervenire, per coloro che sostenevano la necessità dell’opera, nella realizzazione dell’Alta Velocità, perché a qualunque studente del primo anno di una facoltà di Politecnico, si spiega che per valutare l’opportunità di un’opera non si valuta un singolo progetto, ma si valutano le diverse alternative, compresa l’opzione zero, e chi è onesto intellettualmente ricorderà e avrebbe dovuto ricordare in quest’Aula, non soltanto ora, che l’uscita dall’Osservatorio, da parte di numerose Amministrazioni Comunali, derivò esattamente dal fatto che l’Osservatorio rifiutò di tenere in considerazione l’opzione zero. Ma per valutare, con quella che si chiama tecnicamente un’analisi multicriteria, l’opportunità di un’opera o di alternative a quell’opera, si sarebbe dovuto conoscere con esattezza quali fossero gli obiettivi politici di realizzazione di quell’opera, ed è mancata esattamente la politica, perché la politica ha continuato ad alternare su un’idea di Alta Velocità passeggeri e merci, poi ha capito che non poteva essere passeggeri e merci, Alta Velocità delle merci, chiamando in causa il modello svizzero, ma chiamando in causa il modello svizzero, si sarebbe dovuto prendere atto del fatto che, accanto ad un’operazione di scelta di assi di carattere viabilistica, venivano anche adottati dei provvedimenti, come ci ricordava precedentemente il Consigliere Tresso, che andavano a disincentivare il trasporto su gomma, anche con politiche e operazioni di carattere fiscale. Ma come si fa, in uno Stato come il nostro, nel quale ci si sgomenta se si introducono delle eco tasse sulla produzione di veicoli inquinanti, poi andare a sostenere che per disincentivare il transito su gomma, si sarebbe dovuto seguire il modello svizzero? Allora non potevano più andare bene solo le ragioni di carattere trasportistico e si tirano in ballo le questioni dello sviluppo, dello sviluppo nel Nord Ovest e quindi l’unica prerogativa per sviluppare le regioni del Nord Ovest è quella della realizzazione dell’Alta velocità. Ma davvero? Ma davvero? Ma davvero la politica sa dire soltanto questo? E quindi, quando la politica non sa dire, allora si rifugia nelle valutazioni di carattere tecnico, le quali valutazioni di carattere tecnico, fanno quello che possono nell’ambito del loro mandato, cioè valutano l’unica opzione e anche quella valutazione è stata una valutazione di carattere negativo, ma mi spiace dire che anche la soluzione di ieri, dell’altro ieri e di oggi di cui stiamo parlando, cioè la clausola di dissolvenza è a sua volta una soluzione tecnica, perché la politica non ha il coraggio di parlare, è una politica che non ha il coraggio di esprimersi al punto tale che noi siamo qui oggi a votare due documenti di senso opposto rispetto al pronunciamento del 29 ottobre di cui, uno, il primo presentatore è così convinto della necessità che non c’è più, l’altro, il secondo, dichiara, udite udite, quale forza muscolare della politica, di impegnare la Sindaca e la Giunta Comunale a rappresentare al Governo le intenzioni e le posizioni delle associazioni imprenditoriali, delle Organizzazioni Sindacali e dei rappresentanti del mondo produttivo, non le proprie, quelle di quelle organizzazioni. D’Altronde, quando una politica è contenta di essere invitata ad una manifestazione, purché il politico si renda irriconoscibile nella partecipazione ad una manifestazione di piazza, abbiamo detto tutto riguardo alla politica. Quindi Presidente, con questo sconforto io annuncio il voto contrario ai due documenti portati a prima firma dal collega Napoli, dal collega Lo Russo, quello del collega Rosso non si discute perché manco si è presentato, e confermo quindi la continuità con la mia posizione del 29 ottobre. |