Interventi |
GOSETTO Fabio Grazie, Presidente. Buonasera a tutti i Consiglieri. Io riprendo le parole espresse dalla collega e Capogruppo Sganga, quest’opera è ormai anni che deve essere costruita, bisogna partire con uno scavo del tunnel, però dicevo che è dal 1991 che si parla di quest’opera e già allora era tardi e bisognava fare in fretta e partire con le operazioni e sono passati ben 16 governi. Io prendo questi minuti per ribadire senza mezzi termini, Presidente, senza troppe retoriche, le ragioni del mio no ad un’opera, e quindi di conseguenza anche il diniego a questo atto, questi atti presentati, questi ordini del giorno che è già stato motivato in tutte le forme possibili con comunicati, tavoli tecnici allargati alla cittadinanza dalla valle, fino ai piedi della collina torinese, e certificato dall’esame dei costi e benefici, che testimonia ufficialmente l’inutilità di quest’opera costosa, basata su dati di traffico pilotati artificialmente, precari e poco funzionali all’intermodalità della tratta di 70 chilometri con il resto delle reti ferroviarie italiane ed europee con effetti devastanti sull’ambiente e sulla vita di chi la valle la abita. Un’opera che erode risorse nell’immediato, quelle per finanziare i cantieri e le infrastrutture e per i costi futuri, destinati al mantenimento nel tempo, banalmente mi riferisco ai costi dell’energia per il raffreddamento del tunnel di base. Quindi un’opera che erode solo risorse, risorse utili, invece, per infrastrutturare il resto del Paese, per renderlo snello, accogliente ed efficiente e tecnologicamente più avanzato, almeno al pari degli Stati modelli nell’euro zona. Il TAV è un’infrastruttura che parte già vecchia nei fatti, è la visione di un Paese che arranca e che guarda indietro anziché avanti, un’opera sempre più in antitesi al sentimento e alla percezione dei cittadini avvertita come inutile e dannosa e che trova conferme e ragione anche nelle ricerche nelle conferenze mondiali sul clima. A tal proposito, Presidente, cito due casi in breve, due eventi che sono il fondamento del mio discorso: il primo è particolarmente interessante, perché è un evento che si è svolto al Politecnico di Torino e mi riferisco alla rassegna “Science and the future”, con un ciclo di conferenze tenutesi nel mese di novembre 2018, giornate in cui esperti professori universitari, accademici, hanno illustrato le problematiche derivanti da un’economia con obiettivi che mirano alla crescita infinita, senza tenere conto degli impatti ambientali e socio economici derivanti dalle attività ad esse connesse, crescita economica per pochi, che generano profonde disuguaglianze nel resto del mondo; il secondo evento è invece la manifestazione partita dal nord Europa, e più precisamente dalla Svezia che ha assunto ormai risonanza mondiale e richiami, ricadute nazionali, appunto, anche nella nostra Città, e mi riferisco al Free Days for Future, il movimento che nasce in riconoscimento e a sostegno dell’azione emblematica di Greta Thunberg e alle sue parole toccanti e disarmanti espresse nel Parlamento Europeo, una sessione aperta del Comitato economico e sociale alla presenza del Presidente della Commissione Europea Juncker. E quindi proprio sulla base, a mio parere di queste due esperienze, una molto tecnica e dedicata ai temi riguardanti la sostenibilità dell’economia odierna, connessa alla moltitudine delle attività antropiche e spesso inconsapevoli del consumo delle risorse finite e non rinnovabili del pianeta; l’altra invece si innesta e apre poi una breccia sulla coscienza delle persone con l’azione sostenuta di un movimento di giovani che sentono ormai necessaria una scelta per il futuro di tutti, una scelta non più rimandabile nel tempo. E, proprio questi due punti che fanno da perno al mio discorso, Presidente, e che dovrebbero indurre ad una seria riflessione in quest’Aula, e mi permetto di poter fugare ogni dubbio e smontare gli impegna inseriti in quest’ordine del giorno. Il punto 1 non è accoglibile e sopra va affermato, lo dico anche alla Sindaca, non presente oggi in Aula, e ai colleghi, di non darcela per vinta, di non abbassare la guardia, nonostante siano stati sospesi e chiesti i rinvii dei bandi per l’assegnazione degli appalti. Al punto 2 replico dicendo che l’esito dell’analisi costi-benefici ormai ha già sancito l’inutilità del TAV e riconosciuto un documento che produrrebbe al Paese, alla valle, un sacrificio economico, ambientale, oneroso e sproporzionato rispetto ai ritorni che ne deriverebbero. Al punto 3 rispondo che, se cade tutto il palinsesto su cui è stata costruita quest’informazione attorno al TAV, a quest’opera, io direi anche disinformazione, è basata solo su numeri architettati e sconfessati dall’ultima prova provante chiamata costi-benefici, non ha più funzione di esistere l’osservatorio e tutto ciò che gli è stato costruito attorno, e quindi è una scatola vuota senza contenuto. Chiudo Presidente: una sana economia è basata su uno scambio a corto raggio, sulle comunità territoriali e sui prodotti a chilometro zero, la definisco economia reale, non globale, che tiene al centro il rispetto per le persone, sviluppa la coscienze, rende liberi gli uomini, ne rispetta i tempi, le tradizioni e la cultura, non scarica sui deboli i maggiori costi e costi economici invisibili, quelli di passaggio, a beneficio di pochi, e al contrario dei primi non tiene conto dei costi sociali e ambientali e ha una visione che porta diritto alla catastrofe e alla rovina. Un grazie ai colleghi del Movimento 5 Stelle che da sempre sono in trincea, e che si è prodigato e fatto promotore dei tagli territoriali sul tema svolti negli ultimi mesi, e che in primis si sono sempre esposti per bloccare quest’opera inutile e costosa, fortemente impattante per l’ambiente ed il territorio. Grazie. |