Interventi |
FERRERO Viviana Grazie, Presidente, io le vorrei raccontare una storia. La TAV Torino-Lione non è una linea così definita come si è cercato in questi 29 anni di farla passare. La Lisbona-Kiev era una fantasia tanto quanto la Transmediterranea, il Corridoio 5. Ci sono stati 7 tracciati e 9 governi, invece la battaglia di un piccolo territorio che si opponeva ad una grande opera, un’opera sfuggita al controllo ed alla condivisione col territorio che attraversava, è diventata una battaglia nazionale, la più grande battaglia ambientalista del 2000. E noi qui, in questa Sala, ne facciamo parte. E una grande opera come la Torino-Lione non si ferma o si modifica, come non si spegne una centrale nucleare girando semplicemente una manopola, ci vuole tempo per ripensare il progetto, così come è stato scritto nel nostro accordo di Governo. E l’alternativa sappiamo esserci ed è la linea esistente. I traffici sono in calo dal 1997 sino ad ora e le merci devono viaggiare puntuali e non sicuramente veloci e le merci che necessitano di velocità speciali sono proprio quelle che necessitano di ripensamento in filiere locali, in nuovi modelli di sostenibilità, di produzione e di consumo, le economie circolari, il chilometro utile, le città che si producono il cibo e la tutela dei beni comuni. La contrarietà all’attuale tracciato e ai precedenti tracciati è la volontà di favorire le economie locali, di favorire la mobilità locale e di non dissipare risorse in un momento in cui le risorse sono poche e non possiamo permetterci di sprecarle. L’analisi costi-benefici, lo dobbiamo ricordare qui in questa Sala, c’è stata, finalmente c’è stata, ed era assolutamente scontata. Riesamineremo le spese, le risorse, per non fare più errori, per non sprecare tempo. Non vi è necessità né urgenza di lanciare alcun bando. Dell’analisi costi e benefici, e io rivendico che nel momento proprio del nostro mandato qui a Torino, in una battaglia che dura 29 anni, nulla è perso e nulla è vinto, ma vincono i significati, i significativi cambiamenti di passo, la necessità di cambiare i soggetti che hanno guidato un percorso tanto inaccettabili come l’osservatorio, quanto inconcludente, se pensiamo che in 29 anni è stato realizzato zero, zero e ancora zero della linea principale. L’accordo tra Italia e Francia, durante il Governo Berlusconi, era estremamente sbilanciato, non sarà facile ripensare il percorso e gli accordi, non c’è da sventola ipocriticamente, diciamo, il referendum. Lo sappiamo che i bandi internazionali non sono soggetti a referendum. Invece vanno ascoltati finalmente i tanti soggetti che hanno contrastato questa follia degli scavi a tutti i costi, i tecnici No TAV, il popolo No TAV, il Movimento No TAV. L’attesa sia utile a costruire momenti di progettazione condivisa con i territori che non possono e non devono subire più l’arroganza della politica. Non sarà facile fermare questo tracciato, nessuno ci ha mai detto che lo sarebbe stato, ma resta il percorso, la storia che ci appartiene e che rivendico in questo momento. E voglio ricordare qui una poesia di Kostantinos Kavafis, che si chiama Itaca, che dice: “Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga. Se la trovi povera, non per questo ti avrà deluso. Itaca ti avrà dato un bel viaggio e non per questo ti avrà deluso. Il No TAV è un viaggio di consapevolezza che non finisce in questo momento, mille e una battaglia No TAV della sostenibilità e della legalità”. |