Interventi |
CARRETTO Damiano Grazie, buongiorno a tutti e tutte. Io non farò un intervento in cui ribadisco l’inutilità del progetto TAV Torino-Lione, perché basta leggera l’analisi costi-benefici e credo che solo un pazzo potrebbe sostenere che quell’opera sia da realizzare; così come non farò neanche considerazioni sull’urgenza di quest’opera, visto che stiamo parlando di un’opera di cui si parla dal 1991 e che si prevede potrà essere realizzata forse tra 15, 20 anni, quindi 50 anni. Io capisco anche come si fa a mettere d’accordo tutte le organizzazioni, perché effettivamente un bancomat della durata di 50 anni, forse la Salerno - Reggio Calabria più o meno, quindi io credo che, concepisco, capisco anche certe posizioni del mondo, diciamo economico. Non voglio parlare del progetto, lo ripeto, è un progetto inutile, non credo ci sia molto da aggiungere, però voglio parlare di quello che sta succedendo e su quello che sta succedendo, su quello che è successo la scorsa settimana non riesco ad essere ottimista, o meglio, posso anche essere ottimista, ma in questo momento mi sento un più perplesso, perplesso e un po’ preoccupato, perché, se da un lato sembrerebbe che si sia deciso fondamentalmente un po’ di buttare la palla in tribuna con questa procedura non chiarissima, in cui esistono clausole di dissolvenza, in cui non ci sia nessun obbligo delle parti di proseguire poi con l’emanazione effettiva dei bandi in cui l’Italia possa porre dei veti all’emanazione dei bandi, quindi diciamo, si è un po’ buttata la palla in tribuna, la partita è stata, diciamo, per sei mesi sospesa, ma non è stata effettivamente interrotta, la partita va avanti; dall’altra parte bisogna dare atto che per la prima volta un Premier prende una posizione chiara, chiara dell’analisi costi-benefici, e dichiara pubblicamente che il TAV Torino- Lione è un’opera dannosa e che ritiene che non si debba realizzare in quei termini, e credo sia la prima volta che un Premier, sarà perché è del Movimento 5 Stelle, dichiara pubblicamente prendendo una posizione molto chiara rispetto a questo tema, e lascerei perdere onestamente le dichiarazioni dei due Vicepremier, che probabilmente sono troppo occupati in una campagna elettorale permanente per, diciamo, analizzare la questione in maniera ferma e ragionata, ognuno ha i suoi, effettivamente, diciamo, elettori a cui fare riferimento, certo, un punto di vista anche comprensibile. Detto questo, io posso dire che, per quel che mi riguarda nell’esperienza di questo Governo, posso dire che il Premier Conte ha dimostrato più volte la propria serietà e mi sento di concedere quantomeno al beneficio del dubbio, sulla reale volontà di trovare con la Francia e l’Unione Europea, una soluzione progettuale che non preveda il tunnel di base, perché è questo di cui stiamo parlando, il tunnel di base, e che vada nella direzione di un ammodernamento della linea esistente e di un ripristino dei luoghi e, posso anche aggiungere, se la spesa è la stessa, possiamo dire che finalmente sarebbe una spesa utile per il territorio e creerebbe, di fatto, lo stesso lavoro della Torino-Lione, se il costo, come dice qualcuno è lo stesso, i posti di lavoro sono gli stessi. Detto questo, io sono un ingegnere, sono un amministratore pubblico e, nella mia breve esperienza, se vogliamo, la politica può parlare e parla, e parla tanto. Parla tanto e può parlare quanto vuole, ma quello che conta sono poi gli atti concreti e al momento, purtroppo, l’unico atto concreto è il fatto che oggi TELT ha dato il via agli avis de marché, con tutti i distinguo, con tutte le clausole, con tutto quello che vogliamo, ma questo è quello che è successo. Quindi, io ritengo che il tempo delle parole sia finito e io credo si possa dar credito al Presidente Conte e però ritengo che nei prossimi mesi, io direi quasi nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, debbano vedersi degli atti concreti che dimostrino senza dubbi la volontà di fermare il progetto o quantomeno di modificarlo. Io credo che questi atti siano: la rimozione dei vertici TELT, assolutamente non allineati con il pensiero dell’attuale Governo; la rimozione dell’architetto Foglietta dalla Commissione Intergovernativa, perché se è pur vero che è decaduto l’osservatorio, la Commissione Intergovernativa è viva e vegeta; l’elaborazione di un’alternativa progettuale che non contempli il tunnel di base, e questo è un tema su cui poi bisogna lavorare per poi avere un’alternativa credibile; e terzo, aggiungerei, la smilitarizzazione della Val di Susa, un territorio che è militarizzato da decenni e in cui non è più possibile tollerare una gestione della sicurezza e del territorio impostata su posti di blocco, coprifuoco e controllo totale della vita delle persone. Concludo dicendo che è indubbio che la lotta No TAV sia fondante per il Movimento 5 Stelle, è inutile nascondercelo, io continuo a sostenere che il Movimento 5 Stelle è nato anche nella lotta No TAV, e sarebbe imperdonabile, sarebbe imperdonabile tradire le speranze di una valle e di un popolo intero che da 30 anni si oppone con numeri e dati all’inutilità di un’opera, quindi non in maniera ideologica, con numeri e dati, perché in quel caso l’unica clausola di dissolvenza, o meglio, l’unica dissolvenza sarebbe quella del Movimento 5 stelle e credo che si debba riflettere su questo tema, e quindi sulle posizioni da prendere. Detto questo, io mi sento di poter dire che non è nelle nostre corde rinunciare, non è nelle nostre corde abbandonare. E quindi vorrei chiudere con una citazione famosa di Gianroberto Casaleggio che era: “Non riusciranno a liberarsi di noi, perché è difficile vincere con chi non si arrende mai”. |