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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Marzo 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 29
ORDINE DEL GIORNO 2019-00627
(ODG N. 6/2019) "DIFESA DELL'IDENTIT? E DELL'UNITARIET? CULTURALE ED ECONOMICA DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE NAZIONALE AVVERSO LE RICHIESTE DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA DELLE REGIONI" PRESENTATA IN DATA 20 FEBBRAIO 2019 - PRIMA FIRMATARIA POLLICINO.
Interventi
POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. "Si è fatto un bel parlare in questi ultimi tempi dell'importanza di
introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado un'ora autonoma di educazione civica -
per inciso materia o comunque già nei programmi delle scuole - con lo scopo di formare
cittadini italiani consapevoli tra i vari temi indicati soprattutto dei principi fondamentali
della Costituzione Italiana e delle principali regole delle istituzioni italiane ed europee.
Ci sono tre articoli della nostra Costituzione che interessano in modo particolare i nostri
giovani e i docenti e sono gli art. 3, 33 e 34 della Costituzione, sono articoli che
garantiscono il principio di uguaglianza, di libero accesso all'istruzione senza alcuna
discriminazione e la libertà di insegnamento, ma sappiamo che attraverso modalità
decettive per il rilievo che è stato dato dagli organi di informazione a livello nazionale,
tre regioni italiane hanno chiesto al Governo forme e condizioni specifiche di autonomia
in materia di istruzione e formazione sulla base degli art. 116 e 117 del Titolo V della
Costituzione, come da riforma del 2001. Tutto avveniva in seguito a un referendum
consultivo tenutosi il 22 ottobre 2017 in Veneto e Lombardia, referendum dal parere
giuridicamente non vincolante che poneva un quesito dal testo estremamente generico:
'Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni
particolari di autonomia?', un po' più articolato, ma altrettanto vago il testo del
referendum lombardo. Essendo stato raggiunto il quorum, si avviava l'iter che ha
portato il 13 febbraio 2019 alla sottoscrizione di un'intesa tra Regione Veneto e
Ministero dell'Economia e delle Finanze per il riconoscimento dell'autonomia
differenziata. Faccio altresì presente che è stato il Governo Gentiloni sullo scorcio della
legislatura precedente a siglare i tre preaccordi. Aggiungo, per inciso, che anche il
Piemonte ha presentato una sua richiesta di autonomia differenziata, richiesta approvata
dal Consiglio Regionale malgrado il Movimento 5 Stelle lamentasse la mancanza di
coinvolgimento dei cittadini e delle realtà sociali ed evidenziasse lo svolgimento di un
dibattito rimasto chiuso nelle stanze della Giunta. In sintesi, al momento attuale, se il
Consiglio dei Ministri dovesse approvare le intese con le regioni, il ruolo del
Parlamento a quel punto sarebbe soltanto di esprimersi in blocco sull'autonomia con un
sì o con un no, senza alcuna possibilità di discussione riguardo la presentazione di
emendamenti, in ciò limitando fortemente il potere delle Camere di formulare le proprie
valutazioni in merito ai testi, questo significherebbe che ancora una volta il mondo della
scuola si troverebbe a subire una riforma che non avrei alcuna remora a definire di
portata colossale in modo assolutamente imposto e calato dall'alto. Un incredibile déjà
vu, dalla buona scuola di renziana memoria alla regionalizzazione, la dimostrazione
plastica che la politica, che dovrebbe avere imparato che le riforme calate dall'alto sulla
testa di migliaia di famiglie di lavoratrici e lavoratori in un settore specifico come
l'istruzione non funzionano, continua a prendere provvedimenti e decisioni in completa
autonomia, perpetuando logiche autoreferenziali che negano il coinvolgimento di quegli
attori della società che costituiscono il tessuto vivo di esperienze e competenze acquisite
da anni di professionalità sul campo. Purtroppo le logiche che si intuiscono alla base dei
percorsi intrapresi in questi anni sono ormai sempre le medesime, l'assoggettamento di
ogni diritto fondamentale é un sistema economico sempre più invasivo e penetrante, la
scuola che rimane da baluardo ai principi fondanti della nostra Repubblica ne è
consapevole e a queste logiche si oppone. Dall'unità ad oggi è stata il vero collante delle
diverse realtà sociali del Paese, malgrado le criticità ben note a causa di risparmi e tagli
continui, essa è e resta un luogo di uguaglianza sostanziale, di pluralismo culturale, di
promozione di pari opportunità, di formazione civica. La riforma su cui un Parlamento
impossibilitato a dibattere sarà chiamato a pronunciarsi, prevede una vera
destrutturazione del modello configurato dalla Costituzione repubblicana, l'autonomia
differenziata mira a bloccare la mobilità professionale senza spiegare da che punto di
vista pedagogico, in che modo la regionalizzazione possa arrecare reali vantaggi,
laddove lo scambio culturale è sempre stato una risorsa per lo sviluppo dell'intero
Paese, il decentramento di poteri a vantaggio delle regioni accentuerà, anziché ridurli,
gli squilibri oggi riscontrabili tra aree territoriali, tra nord/sud, tra regioni ricche e
regioni povere, metterà in discussione un contratto collettivo nazionale di lavoro con
differenziazioni inaccettabili tra stipendi ed orari dei lavoratori della scuola, tra percorsi
di formazione e di reclutamento, tra sistemi di valutazione nei rapporti con le paritarie.
Non da ultimo, si passerebbe a subordinare l'organizzazione scolastica alle scelte
politiche ed economiche di ogni Consiglio Regionale in grado di condizionare
localmente gli organi collegiali a spese dell'autonomia scolastica in netto contrasto con
il dettato costituzionale. In conclusione, il diritto all'istruzione che è un diritto
costituzionale indisponibile con 20 sistemi diversi di istruzione regionali non sarà più
un diritto universale, ecco perché il dispositivo di questo ordine del giorno, chiede che il
Consiglio Comunale di Torino esprima la propria contrarietà alla regionalizzazione
della scuola, ma soprattutto si adoperi presso le sedi istituzionali competenti a
promuovere sulla materia di rilevanza costituzionale un serio dibattito in Parlamento e
un confronto nel Paese, un confronto reale, franco, anche animato se necessario, che
coinvolga tutti i soggetti istituzionali e della società civile". Grazie.

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