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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Marzo 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 29
ORDINE DEL GIORNO 2019-00627
(ODG N. 6/2019) "DIFESA DELL'IDENTIT? E DELL'UNITARIET? CULTURALE ED ECONOMICA DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE NAZIONALE AVVERSO LE RICHIESTE DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA DELLE REGIONI" PRESENTATA IN DATA 20 FEBBRAIO 2019 - PRIMA FIRMATARIA POLLICINO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Mi sfugge l'aspetto politico che il Capogruppo Lo Russo ha volutamente
sottolineato, di questo documento e quindi anche io lo voterò. Però sia da persona di
scuola che da persona che ha vissuto alcune esperienze istituzionali, vorrei invitare i
presentatori e coloro che lo riterranno opportuno ad organizzare lateralmente ai
momenti dell'assemblea, delle sedi di approfondimento di questa tematica, perché il
tema non è affatto banale e nemmeno è così semplificabile come stiamo facendo noi in
questa discussione. Innanzitutto vorrei sottolineare che è curioso questo orientamento
prevalente all'unità dello Stato nel momento in cui abbiamo vissuto anni in cui le Forze
Politiche, comprese quelle che sono intervenute in quest'Aula, che già esistevano, erano
molto affascinate da orientamenti di carattere sociologico che parlavano appunto delle
tematiche delle differenziazioni territoriali e in modo particolare si spingevano fino a
parlare del federalismo fiscale, chi può dimenticare il famoso libro: "Il sacco del Nord"
e quanto ha affascinato il dibattito intorno a quella pubblicazione? Quindi io premetto,
essendo tra coloro che a quell'epoca osteggiavano ogni idea di egoismo territoriale ed
ogni idea che minasse la solidarietà interna di un Paese e quindi sostenevo la
redistribuzione territoriale, pur essendo di quell'orientamento quando era scomodo
allora, vorrei provare a dirvi alcune cose scomode adesso, che sono le seguenti: ci sono
degli slogan che dovremmo evitare di ripetere per non rischiare di essere facilmente
contraddetti, uno di questi è che le autonomie regionali darebbero vita a 20 forme
diverse di organizzazione dei servizi primari. Ora, intanto io sfido chiunque a dirmi se,
prima dell'applicazione del Titolo V, il Sistema Sanitario Nazionale fosse omogeneo e
unitario o se non esistessero già allora le differenze che registriamo con preoccupazione
tra il Nord e il Sud del Paese, ad esempio. Allora, i 20 modelli diversi non ci sarebbero
dal punto di vista degli standard attesi e dei diritti da soddisfare, se ciascuno dei soggetti
facesse coerentemente la propria parte, cioè se lo Stato garantisse l'unità del Paese
attraverso l'applicazione di Livelli Essenziali, che significa non minimi ma obbligatori,
che debbano obbligatoriamente essere garantiti su tutto il Paese, tocca poi alle
autonomie locali organizzare su base territoriale quei livelli comuni e obbligatori, in
realtà se abbiamo uno Stato che non applica i Livelli Essenziali, non punisce chi li
disattende, non aiuta chi fa fatica a raggiungerli e quindi parlo al Governo Nazionale,
allora è evidente che le regioni e i territori assumono strade autonome e qualche volta
purtroppo anche indipendenti che acuiscono le diseguaglianze, ma le diseguaglianze
non sussistono in conseguenza delle autonomie, le diseguaglianze sussistono in
conseguenza delle differenze non regolate da uno Stato unitario, primo punto e abbiamo
visto che quando non c'era il Titolo V le differenze c'erano, quindi questo è il primo
tema. Secondo punto: essendo che l'autonomia che qui viene richiesta dalle diverse
regioni, è un'autonomia che si eserciterebbe sulle materie concorrenti, non sulle materie
esclusive, quindi su quelle materie su cui già ora le regioni hanno potere di intervento,
la questione che io vorrei sottolineare è questa: siamo così sicuri che i territori attraverso
i loro procedimenti di autonomia non abbiano anticipato, sperimentandole, soluzioni
legislative più innovative rispetto allo Stato Centrale? Faccio un esempio: io sono una
generazione che è arrivata nella propria formazione, poi nella pratica dell'insegnamento,
in una fase in cui il tempo pieno scolastico era praticato esclusivamente in alcuni
territori del Nord Italia, quella sperimentazione che era pensata come contrasto alle
diseguaglianze è diventata poi Legge nazionale, perché dal territorio si è riusciti a
sperimentare, in forma più avanzata e di utilità generale al punto che lo Stato l'ha
dovuto recepire e oggi lo Stato non riesce a garantirlo in maniera uniforme nelle regioni.
Quindi le contraddizioni sono tante, compreso il fatto...

ARTESIO Eleonora
Chiudo. …che ci preoccupiamo giustamente dei rischi delle autonomie regionali e non
ci preoccupiamo delle autonomie "aziendali" delle singole istituzioni scolastiche.
Quindi io voterò questo testo per le ragioni di carattere politico generale, ma se lo
vogliamo approfondire, gli argomenti sarebbero decisamente interessanti.

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