Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Mi sfugge l'aspetto politico che il Capogruppo Lo Russo ha volutamente sottolineato, di questo documento e quindi anche io lo voterò. Però sia da persona di scuola che da persona che ha vissuto alcune esperienze istituzionali, vorrei invitare i presentatori e coloro che lo riterranno opportuno ad organizzare lateralmente ai momenti dell'assemblea, delle sedi di approfondimento di questa tematica, perché il tema non è affatto banale e nemmeno è così semplificabile come stiamo facendo noi in questa discussione. Innanzitutto vorrei sottolineare che è curioso questo orientamento prevalente all'unità dello Stato nel momento in cui abbiamo vissuto anni in cui le Forze Politiche, comprese quelle che sono intervenute in quest'Aula, che già esistevano, erano molto affascinate da orientamenti di carattere sociologico che parlavano appunto delle tematiche delle differenziazioni territoriali e in modo particolare si spingevano fino a parlare del federalismo fiscale, chi può dimenticare il famoso libro: "Il sacco del Nord" e quanto ha affascinato il dibattito intorno a quella pubblicazione? Quindi io premetto, essendo tra coloro che a quell'epoca osteggiavano ogni idea di egoismo territoriale ed ogni idea che minasse la solidarietà interna di un Paese e quindi sostenevo la redistribuzione territoriale, pur essendo di quell'orientamento quando era scomodo allora, vorrei provare a dirvi alcune cose scomode adesso, che sono le seguenti: ci sono degli slogan che dovremmo evitare di ripetere per non rischiare di essere facilmente contraddetti, uno di questi è che le autonomie regionali darebbero vita a 20 forme diverse di organizzazione dei servizi primari. Ora, intanto io sfido chiunque a dirmi se, prima dell'applicazione del Titolo V, il Sistema Sanitario Nazionale fosse omogeneo e unitario o se non esistessero già allora le differenze che registriamo con preoccupazione tra il Nord e il Sud del Paese, ad esempio. Allora, i 20 modelli diversi non ci sarebbero dal punto di vista degli standard attesi e dei diritti da soddisfare, se ciascuno dei soggetti facesse coerentemente la propria parte, cioè se lo Stato garantisse l'unità del Paese attraverso l'applicazione di Livelli Essenziali, che significa non minimi ma obbligatori, che debbano obbligatoriamente essere garantiti su tutto il Paese, tocca poi alle autonomie locali organizzare su base territoriale quei livelli comuni e obbligatori, in realtà se abbiamo uno Stato che non applica i Livelli Essenziali, non punisce chi li disattende, non aiuta chi fa fatica a raggiungerli e quindi parlo al Governo Nazionale, allora è evidente che le regioni e i territori assumono strade autonome e qualche volta purtroppo anche indipendenti che acuiscono le diseguaglianze, ma le diseguaglianze non sussistono in conseguenza delle autonomie, le diseguaglianze sussistono in conseguenza delle differenze non regolate da uno Stato unitario, primo punto e abbiamo visto che quando non c'era il Titolo V le differenze c'erano, quindi questo è il primo tema. Secondo punto: essendo che l'autonomia che qui viene richiesta dalle diverse regioni, è un'autonomia che si eserciterebbe sulle materie concorrenti, non sulle materie esclusive, quindi su quelle materie su cui già ora le regioni hanno potere di intervento, la questione che io vorrei sottolineare è questa: siamo così sicuri che i territori attraverso i loro procedimenti di autonomia non abbiano anticipato, sperimentandole, soluzioni legislative più innovative rispetto allo Stato Centrale? Faccio un esempio: io sono una generazione che è arrivata nella propria formazione, poi nella pratica dell'insegnamento, in una fase in cui il tempo pieno scolastico era praticato esclusivamente in alcuni territori del Nord Italia, quella sperimentazione che era pensata come contrasto alle diseguaglianze è diventata poi Legge nazionale, perché dal territorio si è riusciti a sperimentare, in forma più avanzata e di utilità generale al punto che lo Stato l'ha dovuto recepire e oggi lo Stato non riesce a garantirlo in maniera uniforme nelle regioni. Quindi le contraddizioni sono tante, compreso il fatto... ARTESIO Eleonora Chiudo. …che ci preoccupiamo giustamente dei rischi delle autonomie regionali e non ci preoccupiamo delle autonomie "aziendali" delle singole istituzioni scolastiche. Quindi io voterò questo testo per le ragioni di carattere politico generale, ma se lo vogliamo approfondire, gli argomenti sarebbero decisamente interessanti. |