Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Marzo 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 29
ORDINE DEL GIORNO 2019-00627
(ODG N. 6/2019) "DIFESA DELL'IDENTIT? E DELL'UNITARIET? CULTURALE ED ECONOMICA DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE NAZIONALE AVVERSO LE RICHIESTE DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA DELLE REGIONI" PRESENTATA IN DATA 20 FEBBRAIO 2019 - PRIMA FIRMATARIA POLLICINO.
Interventi
AZZARÀ Barbara
Grazie, Presidente. Beh, intanto davvero ringrazio il Consigliere Lo Russo per questo
suo intervento, ricordo che anche Chiamparino, che adesso è ancora il Governatore della
Regione Piemonte, ha fatto questa richiesta allo Stato, ricordo che in Costituzione l'art.
116, per il quale si può fare questa richiesta è in Costituzione dal 2001 grazie a un
Governo di Centro Sinistra, quindi, voglio dire, diciamo che questa nuova visione del
Consigliere Lo Russo, questa possibilità di avere poi un..., come dire, un flusso di
coscienza che arriva fino al Partito Democratico per poter combattere insieme tutti uniti
per una scuola che rimanga statale, è per me davvero di grande conforto oggi. Le dico
anche che i nostri Parlamentari e Senatori della Commissione Cultura, hanno scritto e
condiviso con noi del Consiglio Comunale di Torino proprio alcune critiche che adesso
mi appresto a leggere in riferimento proprio a quella che dovrebbe essere la
regionalizzazione della scuola e quindi è un documento condiviso: "Molte sono le
criticità, come sappiamo, ci troviamo intanto in una fase di transizione significativa per
il prossimo triennio, è previsto un turnover di notevoli proporzioni anche in relazione
alla quota 100, ai pensionamenti, che rischia di avere un impatto deflagrante se
associato alla duplicazione dei ruoli, il reclutamento e mobilità del personale scolastico,
perché questa è la richiesta. In particolare destano ragione di riflessione la giusta
posizione tra le funzioni e competenze statali e regionali che si verrebbe a creare circa la
definizione dei ruoli, in sintesi si andrebbe contro il principio di semplificazione e
deburocratizzazione dal momento che la creazione di identici ruoli e funzioni sarebbe
disciplinata indifferentemente dallo Stato e dalla Regione, due scuole in uno stesso
Comune potrebbero avere in organico un Dirigente scolastico statale o regionale, il
personale docente in parte statale e in parte regionale, per non parlare proprio delle
regioni del nord, che forse è una cosa che pochi sanno, ma ci sono già molte graduatorie
esaurite, si pensi per esempio a quelle della scuola dell'infanzia e della primaria. Con
l'entrata in vigore dell'autonomia differenziata certo vedrebbero mancare le risorse di
personale, definite attraverso la mobilità nazionale e l'assegnazione provvisoria e tanto
più le scuole di Torino, dei Comuni che avrebbero difficoltà nel trovare appunto il
personale. Un'altra criticità riguarda la disciplina dei criteri di riconoscimento della
parità scolastica e conseguentemente dell'assegnazione dei contributi ad esse relativi,
nonché le funzioni di vigilanza che non può essere demandata alle regioni in alternativa
allo Stato senza creare una evidente differenziazione nel trattamento, fondata su base
localistica e territoriale. Inoltre, viste le richieste fatte dalle quattro regioni,
diventerebbero regionali anche i programmi scolastici e i metodi di valutazione degli
studenti, si potrebbe quindi assistere nei prossimi anni ad una progressiva introduzione
di percorsi disciplinati di materie e temi legati ai particolarismi territoriali ai quali
verrebbe sacrificata la visione complessiva e di ispirazione nazionale. Per intendersi, un
liceo scientifico in Veneto potrebbe avere programmi e discipline ben differenti da
quelli di un liceo scientifico in Piemonte o in Campania, titoli di studio nazionali
avrebbero di fatto in realtà permesso a studenti di acquisire competenze molto differenti
tra loro e anche con sistemi di valutazione differenziata, ma anche rispetto
all'assegnazione dei fondi per il diritto allo studio si evidenziano criticità, si pensi che
siamo in attesa da anni di approvare a livello nazionale la legge sui Livelli Essenziali
delle Prestazioni, i LEP, concernenti i diritti civili e sociali e che devono essere garantiti
su tutto il territorio nazionale, senza la definizione di tali diritti su tutto il territorio la
maggiore autonomia comporterebbe il rischio di non riuscire a garantire un uguale
diritto di studio alle studentesse e agli studenti di tutto il territorio. La mancata
definizione dei LEP infatti renderebbe impossibile per lo Stato esercitare come prevede
l'art. 120 della Costituzione, quei poteri sostitutivi nei confronti degli enti locali
inadempienti, in particolare nel caso di mancato rispetto dei livelli essenziali indicati per
l'istruzione, ma anche l'ambiente e la sicurezza al lavoro. Alcune regioni potrebbero
offrire servizi e sussidi allo studio e altre no, ampliando drasticamente il divario tra le
istituzioni scolastiche. Secondo quanto previsto dalle bozze di intesa, l'attribuzione
delle risorse faranno riferimento inizialmente alla spesa storica, quindi a quella
attualmente sostenuta dallo Stato e dalle regioni specifiche, successivamente dovranno
essere stabiliti dei fabbisogni standard. In sintesi, la stima delle risorse che lo Stato
dovrebbe trasferire alle regioni per le nuove competenze si propone di calcolare i
fabbisogni standard sulla base del gettito fiscale e cioè della ricchezza dei cittadini, oltre
che della popolazione residente, questo porterebbe a certificare che il fabbisogno delle
scuole dipende non dal numero degli alunni ma dalla capacità fiscale di un territorio".
Per questi motivi...

AZZARÀ Barbara
Certo, Presidente. Per questi motivi credo che sia proprio importante quel che dicevo
alla Consigliera Pollicino, che il dibattito si apre in Parlamento nella società civile e
anche in questo Consiglio Comunale, grazie.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)