Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Proseguiamo i lavori con l'ordine del giorno, meccanografico 201900627 presentato dalla Consigliera Pollicino e altri: "Difesa dell'identità e dell'unitarietà culturale ed economica del sistema di istruzione nazionale avverso le richieste di autonomia differenziata delle regioni". SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Pollicino. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. "Si è fatto un bel parlare in questi ultimi tempi dell'importanza di introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado un'ora autonoma di educazione civica - per inciso materia o comunque già nei programmi delle scuole - con lo scopo di formare cittadini italiani consapevoli tra i vari temi indicati soprattutto dei principi fondamentali della Costituzione Italiana e delle principali regole delle istituzioni italiane ed europee. Ci sono tre articoli della nostra Costituzione che interessano in modo particolare i nostri giovani e i docenti e sono gli art. 3, 33 e 34 della Costituzione, sono articoli che garantiscono il principio di uguaglianza, di libero accesso all'istruzione senza alcuna discriminazione e la libertà di insegnamento, ma sappiamo che attraverso modalità decettive per il rilievo che è stato dato dagli organi di informazione a livello nazionale, tre regioni italiane hanno chiesto al Governo forme e condizioni specifiche di autonomia in materia di istruzione e formazione sulla base degli art. 116 e 117 del Titolo V della Costituzione, come da riforma del 2001. Tutto avveniva in seguito a un referendum consultivo tenutosi il 22 ottobre 2017 in Veneto e Lombardia, referendum dal parere giuridicamente non vincolante che poneva un quesito dal testo estremamente generico: 'Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?', un po' più articolato, ma altrettanto vago il testo del referendum lombardo. Essendo stato raggiunto il quorum, si avviava l'iter che ha portato il 13 febbraio 2019 alla sottoscrizione di un'intesa tra Regione Veneto e Ministero dell'Economia e delle Finanze per il riconoscimento dell'autonomia differenziata. Faccio altresì presente che è stato il Governo Gentiloni sullo scorcio della legislatura precedente a siglare i tre preaccordi. Aggiungo, per inciso, che anche il Piemonte ha presentato una sua richiesta di autonomia differenziata, richiesta approvata dal Consiglio Regionale malgrado il Movimento 5 Stelle lamentasse la mancanza di coinvolgimento dei cittadini e delle realtà sociali ed evidenziasse lo svolgimento di un dibattito rimasto chiuso nelle stanze della Giunta. In sintesi, al momento attuale, se il Consiglio dei Ministri dovesse approvare le intese con le regioni, il ruolo del Parlamento a quel punto sarebbe soltanto di esprimersi in blocco sull'autonomia con un sì o con un no, senza alcuna possibilità di discussione riguardo la presentazione di emendamenti, in ciò limitando fortemente il potere delle Camere di formulare le proprie valutazioni in merito ai testi, questo significherebbe che ancora una volta il mondo della scuola si troverebbe a subire una riforma che non avrei alcuna remora a definire di portata colossale in modo assolutamente imposto e calato dall'alto. Un incredibile déjà vu, dalla buona scuola di renziana memoria alla regionalizzazione, la dimostrazione plastica che la politica, che dovrebbe avere imparato che le riforme calate dall'alto sulla testa di migliaia di famiglie di lavoratrici e lavoratori in un settore specifico come l'istruzione non funzionano, continua a prendere provvedimenti e decisioni in completa autonomia, perpetuando logiche autoreferenziali che negano il coinvolgimento di quegli attori della società che costituiscono il tessuto vivo di esperienze e competenze acquisite da anni di professionalità sul campo. Purtroppo le logiche che si intuiscono alla base dei percorsi intrapresi in questi anni sono ormai sempre le medesime, l'assoggettamento di ogni diritto fondamentale é un sistema economico sempre più invasivo e penetrante, la scuola che rimane da baluardo ai principi fondanti della nostra Repubblica ne è consapevole e a queste logiche si oppone. Dall'unità ad oggi è stata il vero collante delle diverse realtà sociali del Paese, malgrado le criticità ben note a causa di risparmi e tagli continui, essa è e resta un luogo di uguaglianza sostanziale, di pluralismo culturale, di promozione di pari opportunità, di formazione civica. La riforma su cui un Parlamento impossibilitato a dibattere sarà chiamato a pronunciarsi, prevede una vera destrutturazione del modello configurato dalla Costituzione repubblicana, l'autonomia differenziata mira a bloccare la mobilità professionale senza spiegare da che punto di vista pedagogico, in che modo la regionalizzazione possa arrecare reali vantaggi, laddove lo scambio culturale è sempre stato una risorsa per lo sviluppo dell'intero Paese, il decentramento di poteri a vantaggio delle regioni accentuerà, anziché ridurli, gli squilibri oggi riscontrabili tra aree territoriali, tra nord/sud, tra regioni ricche e regioni povere, metterà in discussione un contratto collettivo nazionale di lavoro con differenziazioni inaccettabili tra stipendi ed orari dei lavoratori della scuola, tra percorsi di formazione e di reclutamento, tra sistemi di valutazione nei rapporti con le paritarie. Non da ultimo, si passerebbe a subordinare l'organizzazione scolastica alle scelte politiche ed economiche di ogni Consiglio Regionale in grado di condizionare localmente gli organi collegiali a spese dell'autonomia scolastica in netto contrasto con il dettato costituzionale. In conclusione, il diritto all'istruzione che è un diritto costituzionale indisponibile con 20 sistemi diversi di istruzione regionali non sarà più un diritto universale, ecco perché il dispositivo di questo ordine del giorno, chiede che il Consiglio Comunale di Torino esprima la propria contrarietà alla regionalizzazione della scuola, ma soprattutto si adoperi presso le sedi istituzionali competenti a promuovere sulla materia di rilevanza costituzionale un serio dibattito in Parlamento e un confronto nel Paese, un confronto reale, franco, anche animato se necessario, che coinvolga tutti i soggetti istituzionali e della società civile". Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Consigliera. Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Io, a nome del Gruppo del PD, ringrazio la Consigliera Pollicino di aver presentato questo ordine del giorno che centra pienamente uno dei punti cardine intorno a cui questo Governo che il Movimento 5 Stelle sta sostenendo politicamente, anzi, la coda alla Lega che voi state sostenendo politicamente rischia, di produrre in maniera, ahinoi, irreparabile. Questo progetto di regionalizzazione delle scuole, peraltro non inedito nella retorica nordista della Lega Nord, che è il vostro alleato al Governo e, come dice giustamente lei, collega, di fatto sta soffocando il dibattito parlamentare in questa, oggettivamente, stucchevole e fastidiosa, almeno da vedere, trattativa per cui: "Tu dai l'immunità a me e io do questa cosa a te, tu dai la regionalizzazione a me e io di quest'altra cosa a te", ha ragione la Consigliera Pollicino, è vergognoso ed è vergognoso esattamente per le ragioni che sono contenute nel suo atto, collega e cioè che la regionalizzazione della scuola è un atto puramente ideologico che tenderà a distruggere quel poco di unità nazionale che ormai resta grazie al fatto che voi continuate a governare con la Lega Nord e che oggettivamente produce un elemento di disgregazione ulteriore di questo Paese fondamentalmente perché negoziate a livello politico chissà che cosa, chissà cos'altro in nome di una supposta unitarietà di azione di questo Governo a trazione Salvini che voi …, di cui voi reggete i numeri in Parlamento. La questione posta è molto rilevante e fa bene il Movimento 5 Stelle di Torino, come dire, a fischiare il fallo, io spero che... non dico le altre Forze Politiche che su questa cosa si sono già purtroppo espresse e a differenza vostra io non ho nessuna remora nel dire che anche l'Emilia Romagna che è sottoscrittrice di questa proposta sbaglia e sbaglia il Governatore Bonaccini, iscritto del Partito Democratico, a sostenere questa teoria, perché questa è una teoria che inevitabilmente produce gli effetti che lei ha dichiarato e cioè un controllo dei Consigli Regionali e ho detto tutto, dell'azione della scuola. Quindi questo Paese è un Paese che ha fatto di alcuni vincoli costituzionali, la scuola, la difesa, il fisco, ci sono dei fattori unificanti di questo Paese, la scuola è certamente uno di questi e ha ragione la Consigliera Pollicino a porre la questione con questa forza, ed è la ragione per cui noi non solo sosteniamo la bontà dell'atto, ma ovviamente voteremo a favore. Mi permetta, però, di far rilevare questa impercettibilissima, chiedo scusa, contraddizione e io spero, collega Pollicino, che almeno i vostri di Parlamentari, non dico i Parlamentari della Lega o i Parlamentari del PD, no, quelli che avete eletto voi abbiano la schiena dritta una volta tanto, visto che avete negato l'autorizzazione a procedere a Salvini, il Movimento 5 Stelle ha negato l'autorizzazione a procedere a Salvini per farlo fuggire da un processo penale, almeno su questa cosa, sto stipendio pubblico che se lo guadagnino i vostri Parlamentari, che se lo guadagnino. Schiena dritta, schiena dritta almeno su una roba, perché è inutile; vedete, noi assistiamo a questa lacerazione, no, per cui a seconda del tema, se è la scuola c'è chi è lacerato un po' di più, se è la TAV c'è chi è lacerato un po'..., cioè proprio questo struggimento che però ha un unico comune denominatore che sono le ditina sulle votazioni, che quelle non mancano mai e il sedere al caldo sulla poltrona. Allora, quando, come dire, smetterete di pigiare il di... no qua, qua o a Roma smetterete di pigiare il dito per salvare Salvini dal processo, salvare Salvini dal processo o qui fare altre cose, diciamo così, con un minimo di coerenza, un minimo, non è che uno..., la politica la facciamo tutti, il compromesso deve esserci ovviamente dal punto di vista generale di tutti, su questa questione della scuola, Consigliera Pollicino, io spero davvero, lo auspico, e lo auspico al punto tale che voteremo a favore, che i vostri Parlamentari contro cui, come dire, è più rivolto a loro che a noi onestamente, perché siete una Maggioranza parlamentare bulgara, quindi fate che cosa volete e lo dimostrate tutte le volte che volete, dalle conversione in legge dei decreti della Lega, fate tutto, quindi sono certo che almeno i suoi la ascolteranno, Consigliera Pollicino. Quindi sotto questo profilo ha il pieno sostegno, per quello che può contare, del Gruppo Consiliare del PD del Comune di Torino. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Lo Russo. Prego, Consigliera Azzarà. AZZARÀ Barbara Grazie, Presidente. Beh, intanto davvero ringrazio il Consigliere Lo Russo per questo suo intervento, ricordo che anche Chiamparino, che adesso è ancora il Governatore della Regione Piemonte, ha fatto questa richiesta allo Stato, ricordo che in Costituzione l'art. 116, per il quale si può fare questa richiesta è in Costituzione dal 2001 grazie a un Governo di Centro Sinistra, quindi, voglio dire, diciamo che questa nuova visione del Consigliere Lo Russo, questa possibilità di avere poi un..., come dire, un flusso di coscienza che arriva fino al Partito Democratico per poter combattere insieme tutti uniti per una scuola che rimanga statale, è per me davvero di grande conforto oggi. Le dico anche che i nostri Parlamentari e Senatori della Commissione Cultura, hanno scritto e condiviso con noi del Consiglio Comunale di Torino proprio alcune critiche che adesso mi appresto a leggere in riferimento proprio a quella che dovrebbe essere la regionalizzazione della scuola e quindi è un documento condiviso: "Molte sono le criticità, come sappiamo, ci troviamo intanto in una fase di transizione significativa per il prossimo triennio, è previsto un turnover di notevoli proporzioni anche in relazione alla quota 100, ai pensionamenti, che rischia di avere un impatto deflagrante se associato alla duplicazione dei ruoli, il reclutamento e mobilità del personale scolastico, perché questa è la richiesta. In particolare destano ragione di riflessione la giusta posizione tra le funzioni e competenze statali e regionali che si verrebbe a creare circa la definizione dei ruoli, in sintesi si andrebbe contro il principio di semplificazione e deburocratizzazione dal momento che la creazione di identici ruoli e funzioni sarebbe disciplinata indifferentemente dallo Stato e dalla Regione, due scuole in uno stesso Comune potrebbero avere in organico un Dirigente scolastico statale o regionale, il personale docente in parte statale e in parte regionale, per non parlare proprio delle regioni del nord, che forse è una cosa che pochi sanno, ma ci sono già molte graduatorie esaurite, si pensi per esempio a quelle della scuola dell'infanzia e della primaria. Con l'entrata in vigore dell'autonomia differenziata certo vedrebbero mancare le risorse di personale, definite attraverso la mobilità nazionale e l'assegnazione provvisoria e tanto più le scuole di Torino, dei Comuni che avrebbero difficoltà nel trovare appunto il personale. Un'altra criticità riguarda la disciplina dei criteri di riconoscimento della parità scolastica e conseguentemente dell'assegnazione dei contributi ad esse relativi, nonché le funzioni di vigilanza che non può essere demandata alle regioni in alternativa allo Stato senza creare una evidente differenziazione nel trattamento, fondata su base localistica e territoriale. Inoltre, viste le richieste fatte dalle quattro regioni, diventerebbero regionali anche i programmi scolastici e i metodi di valutazione degli studenti, si potrebbe quindi assistere nei prossimi anni ad una progressiva introduzione di percorsi disciplinati di materie e temi legati ai particolarismi territoriali ai quali verrebbe sacrificata la visione complessiva e di ispirazione nazionale. Per intendersi, un liceo scientifico in Veneto potrebbe avere programmi e discipline ben differenti da quelli di un liceo scientifico in Piemonte o in Campania, titoli di studio nazionali avrebbero di fatto in realtà permesso a studenti di acquisire competenze molto differenti tra loro e anche con sistemi di valutazione differenziata, ma anche rispetto all'assegnazione dei fondi per il diritto allo studio si evidenziano criticità, si pensi che siamo in attesa da anni di approvare a livello nazionale la legge sui Livelli Essenziali delle Prestazioni, i LEP, concernenti i diritti civili e sociali e che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, senza la definizione di tali diritti su tutto il territorio la maggiore autonomia comporterebbe il rischio di non riuscire a garantire un uguale diritto di studio alle studentesse e agli studenti di tutto il territorio. La mancata definizione dei LEP infatti renderebbe impossibile per lo Stato esercitare come prevede l'art. 120 della Costituzione, quei poteri sostitutivi nei confronti degli enti locali inadempienti, in particolare nel caso di mancato rispetto dei livelli essenziali indicati per l'istruzione, ma anche l'ambiente e la sicurezza al lavoro. Alcune regioni potrebbero offrire servizi e sussidi allo studio e altre no, ampliando drasticamente il divario tra le istituzioni scolastiche. Secondo quanto previsto dalle bozze di intesa, l'attribuzione delle risorse faranno riferimento inizialmente alla spesa storica, quindi a quella attualmente sostenuta dallo Stato e dalle regioni specifiche, successivamente dovranno essere stabiliti dei fabbisogni standard. In sintesi, la stima delle risorse che lo Stato dovrebbe trasferire alle regioni per le nuove competenze si propone di calcolare i fabbisogni standard sulla base del gettito fiscale e cioè della ricchezza dei cittadini, oltre che della popolazione residente, questo porterebbe a certificare che il fabbisogno delle scuole dipende non dal numero degli alunni ma dalla capacità fiscale di un territorio". Per questi motivi... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. AZZARÀ Barbara Certo, Presidente. Per questi motivi credo che sia proprio importante quel che dicevo alla Consigliera Pollicino, che il dibattito si apre in Parlamento nella società civile e anche in questo Consiglio Comunale, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie. Mi sfugge l'aspetto politico che il Capogruppo Lo Russo ha volutamente sottolineato, di questo documento e quindi anche io lo voterò. Però sia da persona di scuola che da persona che ha vissuto alcune esperienze istituzionali, vorrei invitare i presentatori e coloro che lo riterranno opportuno ad organizzare lateralmente ai momenti dell'assemblea, delle sedi di approfondimento di questa tematica, perché il tema non è affatto banale e nemmeno è così semplificabile come stiamo facendo noi in questa discussione. Innanzitutto vorrei sottolineare che è curioso questo orientamento prevalente all'unità dello Stato nel momento in cui abbiamo vissuto anni in cui le Forze Politiche, comprese quelle che sono intervenute in quest'Aula, che già esistevano, erano molto affascinate da orientamenti di carattere sociologico che parlavano appunto delle tematiche delle differenziazioni territoriali e in modo particolare si spingevano fino a parlare del federalismo fiscale, chi può dimenticare il famoso libro: "Il sacco del Nord" e quanto ha affascinato il dibattito intorno a quella pubblicazione? Quindi io premetto, essendo tra coloro che a quell'epoca osteggiavano ogni idea di egoismo territoriale ed ogni idea che minasse la solidarietà interna di un Paese e quindi sostenevo la redistribuzione territoriale, pur essendo di quell'orientamento quando era scomodo allora, vorrei provare a dirvi alcune cose scomode adesso, che sono le seguenti: ci sono degli slogan che dovremmo evitare di ripetere per non rischiare di essere facilmente contraddetti, uno di questi è che le autonomie regionali darebbero vita a 20 forme diverse di organizzazione dei servizi primari. Ora, intanto io sfido chiunque a dirmi se, prima dell'applicazione del Titolo V, il Sistema Sanitario Nazionale fosse omogeneo e unitario o se non esistessero già allora le differenze che registriamo con preoccupazione tra il Nord e il Sud del Paese, ad esempio. Allora, i 20 modelli diversi non ci sarebbero dal punto di vista degli standard attesi e dei diritti da soddisfare, se ciascuno dei soggetti facesse coerentemente la propria parte, cioè se lo Stato garantisse l'unità del Paese attraverso l'applicazione di Livelli Essenziali, che significa non minimi ma obbligatori, che debbano obbligatoriamente essere garantiti su tutto il Paese, tocca poi alle autonomie locali organizzare su base territoriale quei livelli comuni e obbligatori, in realtà se abbiamo uno Stato che non applica i Livelli Essenziali, non punisce chi li disattende, non aiuta chi fa fatica a raggiungerli e quindi parlo al Governo Nazionale, allora è evidente che le regioni e i territori assumono strade autonome e qualche volta purtroppo anche indipendenti che acuiscono le diseguaglianze, ma le diseguaglianze non sussistono in conseguenza delle autonomie, le diseguaglianze sussistono in conseguenza delle differenze non regolate da uno Stato unitario, primo punto e abbiamo visto che quando non c'era il Titolo V le differenze c'erano, quindi questo è il primo tema. Secondo punto: essendo che l'autonomia che qui viene richiesta dalle diverse regioni, è un'autonomia che si eserciterebbe sulle materie concorrenti, non sulle materie esclusive, quindi su quelle materie su cui già ora le regioni hanno potere di intervento, la questione che io vorrei sottolineare è questa: siamo così sicuri che i territori attraverso i loro procedimenti di autonomia non abbiano anticipato, sperimentandole, soluzioni legislative più innovative rispetto allo Stato Centrale? Faccio un esempio: io sono una generazione che è arrivata nella propria formazione, poi nella pratica dell'insegnamento, in una fase in cui il tempo pieno scolastico era praticato esclusivamente in alcuni territori del Nord Italia, quella sperimentazione che era pensata come contrasto alle diseguaglianze è diventata poi Legge nazionale, perché dal territorio si è riusciti a sperimentare, in forma più avanzata e di utilità generale al punto che lo Stato l'ha dovuto recepire e oggi lo Stato non riesce a garantirlo in maniera uniforme nelle regioni. Quindi le contraddizioni sono tante, compreso il fatto... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. ARTESIO Eleonora Chiudo. …che ci preoccupiamo giustamente dei rischi delle autonomie regionali e non ci preoccupiamo delle autonomie "aziendali" delle singole istituzioni scolastiche. Quindi io voterò questo testo per le ragioni di carattere politico generale, ma se lo vogliamo approfondire, gli argomenti sarebbero decisamente interessanti. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Capogruppo Artesio. Se non ci sono altri interventi... Prego, Vicesindaco Montanari. MONTANARI Guido (Vicesindaca) Grazie, Presidente. Mi permetto di intervenire rapidamente, perché riporterò qua in Aula alcune cose che ho detto a nome anche della Sindaca nella recente riunione dell'ANCI proprio su questi temi, sollevate ancora una volta le preoccupazioni che qui nell'Aula sono state sollevate soprattutto dalla (parola incomprensibile) della mozione, certamente mi stupisce che il Capogruppo Lo Russo faccia l'intervento che ha fatto, visto che viene da una formazione politica che almeno a partire dalla modifica del Titolo V della Costituzione 2011… 2001, scusate, ha esattamente dato la stura a quelle aspettative di distruzione dei servizi e dei diritti dei cittadini a livello nazionale, poi certamente l'intervento della collega…, della Capogruppo Artesio ha posto delle attenzioni molto più sottili e certamente degne di tutte le attenzioni, però io credo che ci debba essere un po' di onestà intellettuale, ricordo che all'ANCI pochi giorni fa quando io ho fatto un intervento di semplice, come dire, attenzione, warning, ai problemi che i processi di approfondimento della regionalizzazione potrebbero portare, subito dopo di me è intervenuto Chiamparino, che se non sbaglio sarà il vostro candidato alle regionali, a sostenere esattamente i processi di regionalizzazione in corso. Quindi era solo per, come dire, sottolineare in quest'Aula che, va bene tutto e siamo tutti contenti di portare avanti, io credo che sia molto corretto sostenere l'ordine del giorno presentato, però insomma, forse mi piacerebbe, ecco, che alle posizioni di chi si è espresso a favore di quest'ordine poi conseguisse anche, visto che si fanno prediche agli altri, anche una analoga e corretta posizione politica, anche al di fuori di quest'Aula, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Vicesindaco, ci sono altri interventi? No. Quindi metto in votazione l'atto. Prego, Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione. Favorevoli 25, contrari nessuno, astenuti nessuno. Il Consiglio approva quindi l'atto. |