Interventi |
SCHELLINO Sonia (Assessora) Buongiorno a tutti e grazie per l'interpellanza. Confermo che alla riunione svoltasi in Prefettura in data 30 novembre che viene citata nell'interpellanza, la Città era rappresentata sia dalla sottoscritta, sia tecnicamente dalla dottoressa Merana, che è la dirigente che si occupa di minori e anche di minori stranieri non accompagnati. La riunione era stata indetta dal Prefetto per scongiurare l'ipotesi fatta dal Ministero di dimezzare, a partire dal 13 dicembre scorso, il numero dei minori accolti dalle comunità di prima accoglienza per minori FAMI, che sono quelle comunità gestite in appalto dal Ministero stesso. In particolare nella nostra Regione ci sono quattro comunità di questo tipo, tre a Torino e una a San Mauro per un totale di 50 posti. In queste comunità il Ministero inserisce direttamente i minori che arrivano con gli sbarchi che dovrebbero permanere al massimo 30 giorni per poi essere smistati nelle comunità FAMI di seconda accoglienza. Di queste FAMI di seconda accoglienza in Piemonte ce n'è solo una a San Bertrand con 12 posti, oppure i minori vengono smistati sia in queste comunità FAMI oppure nei posti SPRAR dei Comuni. Questo in realtà non è mai accaduto nel tempo e i minori vi sono rimasti per lunghi periodi, anche oltre la maggiore età, questo non solo recentemente con questo decreto, ma da sempre purtroppo, da quando ci sono i FAMI. Il Comune di Torino non può inserire direttamente minori in queste strutture, né è coinvolto nella loro gestione che sono del tutto autonome nella presa in carico dei casi essendo dotate, oltre al personale educativo, di assistente sociale, psicologo e legale, ma per volontà dell'Autorità Giudiziaria Locale è stato, prima dell'avvento dei tutori volontari, chiamato a svolgere il ruolo di tutore dei minori. Tengo a precisare che nel resto d'Italia il tutore è spesso il responsabile della struttura stessa, mentre in base alle scelte dell'Autorità Giudiziaria Locale a Torino, in Piemonte il tutore è l'Assessore ai Servizi Sociali. Nell'incontro in Prefettura pertanto si è anche affrontato il tema dell'opposizione fatta da alcuni tutori volontari e anche dal Comune di Torino, peraltro ancora recentemente, anche dopo la riunione, allo spostamento in altre sedi di minori che avevano ormai avviato un percorso di inserimento nel nostro territorio. Opposizione ratificata dal Giudice tutelare che quindi ha impedito al Ministero di effettuare lo spostamento senza però costi a carico del Comune. Non ci sembrava infatti giusto per dei ragazzi che avevano già attraversato delle importanti difficoltà, essere sballottati di qua e di là e quindi abbiamo noi stessi fatto quest'opposizione nei mesi scorsi. Sui due punti durante la riunione, sia i rappresentanti del Comune che delle altre istituzioni, erano presenti anche la Regione, il Consorzio di Susa, la Procura minori, il Garante Regionale dell'Infanzia e il Prefetto stesso, tutti i presenti hanno contrastato le posizioni del Ministero e ottenuto che i posti FAMI in Piemonte non venissero dimezzati in considerazione della pressione che la Regione conosce per i tentativi di espatrio in Francia. Con una determina è stata accolta questa richiesta, peraltro accordata anche ai posti FAMI della Regione Liguria. Risulta inoltre che, per il tramite della Prefettura, nelle strutture FAMI siano stati fatti inserimento di minori reperiti alla frontiera con la Francia che il Consorzio di Susa non aveva la possibilità di collocare. La circolare del 3 gennaio 2019, in considerazione della diminuzione degli sbarchi e potendo contare su altri otto centri FAMI appaltati fino al 9 giugno 2020, ha poi disposto la chiusura delle strutture FAMI il cui appalto scade il 27 marzo, tra cui quelle del torinese con i cui gestori, congiuntamente alla Regione Piemonte, si sta valutando sia la ricollocazione dei minori ancora in accoglienza alla scadenza dell'appalto, sia alla riconversione delle comunità in strutture accreditate del sistema regionale che prevede altri standard e in cui i Consorzi e il Comune stesso possono inserire i casi, perché come dicevo prima, nei FAMI inserisce direttamente il Ministero. In particolare, in vista della scadenza del 27 marzo, è già stato previsto l'inserimento nel progetto SPRAR del Comune di Torino e quindi non a carico dello stesso su disposizione del Servizio Centrale, di quattro minori, due provenienti dalla Guinea Bissau, uno dalla Costa D'Avorio e uno dal Pakistan. In questi giorni si sta inoltre provvedendo ad inserire, sempre su disposizione del Servizio Centrale, un ragazzino dal Senegal ed infine sarà necessario procedere all'inserimento ancora di altri due minori, ma al momento non è ancora giunto il dispositivo dal Servizio Centrale; si tratta di un ragazzino della Costa d'Avorio ed uno nigeriano. C'è poi una minore per la quale non è certa la possibilità di inserimento in un posto SPRAR poiché i posti femminili nel progetto Torino Minori sono attualmente solo quattro, ma qualora non fosse possibile utilizzare un posto SPRAR sarà garantito l'inserimento in uno dei posti finanziati dal Progetto "Piemonte in rete contro la tratta", il cosiddetto "Anello Forte", del quale abbiamo già parlato in qualche occasione. Il sistema di accoglienza del Comune di Torino che si rivolge ai minori cosiddetti di secondo sbarco perché raggiungono autonomamente Torino e/o sono reperiti dalle Forze dell'Ordine sul territorio della città, vede invece una rete di strutture dedicate per un totale di 124 posti letto, di cui 64 finanziati integralmente dal Ministero nell'ambito del progetto SPRAR, quello che ad ora si chiama Siproimi Torino Minori ed altri 60 posti per cui viene riconosciuto dalla Prefettura un rimborso di 45 ore giornaliere non sempre sufficienti a coprire i costi. Il programma SPRAR Minori prevede la possibilità di prosieguo per soli sei mesi. La Prefettura invece non rimborsa i costi dei prosiegui amministrativi e neanche le giornate di permanenza che intercorrono tra il provvedimento del Tribunale di attribuzione dell'età di maggiorenne e la definizione dell'eventuale ricorso, periodo in cui la legge Zampa prevede che il ricorrente debba continuare ad essere considerato minore. Voi sapete che a volte i ragazzi hanno il vantaggio di dichiararsi minori per essere accolti con più facilità, poi però la Magistratura prevede che venga fatto un controllo; sono quei controlli che vengono fatti anche in ospedale sulla struttura ossea, eccetera, quindi è questo il periodo intercorrente di cui parlavo. Tale situazione, che crea oneri aggiuntivi a carico della Città, è stata oggetto di una segnalazione della Città ad ANCI Piemonte sia dal luglio, che l'ha fatta propria e l'ha trasferita ad ANCI Nazionale che aveva convocato un incontro con i responsabili dello SPRAR svoltosi il 19 settembre 2018, a cui abbiamo partecipato sempre io e la dottoressa Merana. Per questa ragione nella precedente risposta all'interpellanza si era sottolineata la positività del passaggio della circolare del Ministero che di fatto ha risposto positivamente ad un'istanza che ha posto proprio questa Città. Si comunica inoltre che tramite l'ANCI stiamo seguendo anche la redazione del nuovo bando Siproimi auspicando che lo stesso, in termini di capienza e di regole, possa riconoscere l'intero sistema torinese di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati. Grazie. |