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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Febbraio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 9
INTERPELLANZA 2019-00336
"CONSEGUENZE DEL DECRETO SICUREZZA A TORINO PER I MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI" PRESENTATA IN DATA 28 GENNAIO 2019 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
SCHELLINO Sonia (Assessora)
Buongiorno a tutti e grazie per l'interpellanza. Confermo che alla riunione svoltasi in
Prefettura in data 30 novembre che viene citata nell'interpellanza, la Città era
rappresentata sia dalla sottoscritta, sia tecnicamente dalla dottoressa Merana, che è la
dirigente che si occupa di minori e anche di minori stranieri non accompagnati. La
riunione era stata indetta dal Prefetto per scongiurare l'ipotesi fatta dal Ministero di
dimezzare, a partire dal 13 dicembre scorso, il numero dei minori accolti dalle comunità
di prima accoglienza per minori FAMI, che sono quelle comunità gestite in appalto dal
Ministero stesso. In particolare nella nostra Regione ci sono quattro comunità di questo
tipo, tre a Torino e una a San Mauro per un totale di 50 posti. In queste comunità il
Ministero inserisce direttamente i minori che arrivano con gli sbarchi che dovrebbero
permanere al massimo 30 giorni per poi essere smistati nelle comunità FAMI di seconda
accoglienza. Di queste FAMI di seconda accoglienza in Piemonte ce n'è solo una a San
Bertrand con 12 posti, oppure i minori vengono smistati sia in queste comunità FAMI
oppure nei posti SPRAR dei Comuni. Questo in realtà non è mai accaduto nel tempo e i
minori vi sono rimasti per lunghi periodi, anche oltre la maggiore età, questo non solo
recentemente con questo decreto, ma da sempre purtroppo, da quando ci sono i FAMI.
Il Comune di Torino non può inserire direttamente minori in queste strutture, né è
coinvolto nella loro gestione che sono del tutto autonome nella presa in carico dei casi
essendo dotate, oltre al personale educativo, di assistente sociale, psicologo e legale, ma
per volontà dell'Autorità Giudiziaria Locale è stato, prima dell'avvento dei tutori
volontari, chiamato a svolgere il ruolo di tutore dei minori. Tengo a precisare che nel
resto d'Italia il tutore è spesso il responsabile della struttura stessa, mentre in base alle
scelte dell'Autorità Giudiziaria Locale a Torino, in Piemonte il tutore è l'Assessore ai
Servizi Sociali. Nell'incontro in Prefettura pertanto si è anche affrontato il tema
dell'opposizione fatta da alcuni tutori volontari e anche dal Comune di Torino, peraltro
ancora recentemente, anche dopo la riunione, allo spostamento in altre sedi di minori
che avevano ormai avviato un percorso di inserimento nel nostro territorio. Opposizione
ratificata dal Giudice tutelare che quindi ha impedito al Ministero di effettuare lo
spostamento senza però costi a carico del Comune. Non ci sembrava infatti giusto per
dei ragazzi che avevano già attraversato delle importanti difficoltà, essere sballottati di
qua e di là e quindi abbiamo noi stessi fatto quest'opposizione nei mesi scorsi. Sui due
punti durante la riunione, sia i rappresentanti del Comune che delle altre istituzioni,
erano presenti anche la Regione, il Consorzio di Susa, la Procura minori, il Garante
Regionale dell'Infanzia e il Prefetto stesso, tutti i presenti hanno contrastato le posizioni
del Ministero e ottenuto che i posti FAMI in Piemonte non venissero dimezzati in
considerazione della pressione che la Regione conosce per i tentativi di espatrio in
Francia. Con una determina è stata accolta questa richiesta, peraltro accordata anche ai
posti FAMI della Regione Liguria. Risulta inoltre che, per il tramite della Prefettura,
nelle strutture FAMI siano stati fatti inserimento di minori reperiti alla frontiera con la
Francia che il Consorzio di Susa non aveva la possibilità di collocare. La circolare del 3
gennaio 2019, in considerazione della diminuzione degli sbarchi e potendo contare su
altri otto centri FAMI appaltati fino al 9 giugno 2020, ha poi disposto la chiusura delle
strutture FAMI il cui appalto scade il 27 marzo, tra cui quelle del torinese con i cui
gestori, congiuntamente alla Regione Piemonte, si sta valutando sia la ricollocazione dei
minori ancora in accoglienza alla scadenza dell'appalto, sia alla riconversione delle
comunità in strutture accreditate del sistema regionale che prevede altri standard e in cui
i Consorzi e il Comune stesso possono inserire i casi, perché come dicevo prima, nei
FAMI inserisce direttamente il Ministero. In particolare, in vista della scadenza del 27
marzo, è già stato previsto l'inserimento nel progetto SPRAR del Comune di Torino e
quindi non a carico dello stesso su disposizione del Servizio Centrale, di quattro minori,
due provenienti dalla Guinea Bissau, uno dalla Costa D'Avorio e uno dal Pakistan. In
questi giorni si sta inoltre provvedendo ad inserire, sempre su disposizione del Servizio
Centrale, un ragazzino dal Senegal ed infine sarà necessario procedere all'inserimento
ancora di altri due minori, ma al momento non è ancora giunto il dispositivo dal
Servizio Centrale; si tratta di un ragazzino della Costa d'Avorio ed uno nigeriano. C'è
poi una minore per la quale non è certa la possibilità di inserimento in un posto SPRAR
poiché i posti femminili nel progetto Torino Minori sono attualmente solo quattro, ma
qualora non fosse possibile utilizzare un posto SPRAR sarà garantito l'inserimento in
uno dei posti finanziati dal Progetto "Piemonte in rete contro la tratta", il cosiddetto
"Anello Forte", del quale abbiamo già parlato in qualche occasione. Il sistema di
accoglienza del Comune di Torino che si rivolge ai minori cosiddetti di secondo sbarco
perché raggiungono autonomamente Torino e/o sono reperiti dalle Forze dell'Ordine sul
territorio della città, vede invece una rete di strutture dedicate per un totale di 124 posti
letto, di cui 64 finanziati integralmente dal Ministero nell'ambito del progetto SPRAR,
quello che ad ora si chiama Siproimi Torino Minori ed altri 60 posti per cui viene
riconosciuto dalla Prefettura un rimborso di 45 ore giornaliere non sempre sufficienti a
coprire i costi. Il programma SPRAR Minori prevede la possibilità di prosieguo per soli
sei mesi. La Prefettura invece non rimborsa i costi dei prosiegui amministrativi e
neanche le giornate di permanenza che intercorrono tra il provvedimento del Tribunale
di attribuzione dell'età di maggiorenne e la definizione dell'eventuale ricorso, periodo
in cui la legge Zampa prevede che il ricorrente debba continuare ad essere considerato
minore. Voi sapete che a volte i ragazzi hanno il vantaggio di dichiararsi minori per
essere accolti con più facilità, poi però la Magistratura prevede che venga fatto un
controllo; sono quei controlli che vengono fatti anche in ospedale sulla struttura ossea,
eccetera, quindi è questo il periodo intercorrente di cui parlavo. Tale situazione, che
crea oneri aggiuntivi a carico della Città, è stata oggetto di una segnalazione della Città
ad ANCI Piemonte sia dal luglio, che l'ha fatta propria e l'ha trasferita ad ANCI
Nazionale che aveva convocato un incontro con i responsabili dello SPRAR svoltosi il
19 settembre 2018, a cui abbiamo partecipato sempre io e la dottoressa Merana. Per
questa ragione nella precedente risposta all'interpellanza si era sottolineata la positività
del passaggio della circolare del Ministero che di fatto ha risposto positivamente ad
un'istanza che ha posto proprio questa Città. Si comunica inoltre che tramite l'ANCI
stiamo seguendo anche la redazione del nuovo bando Siproimi auspicando che lo stesso,
in termini di capienza e di regole, possa riconoscere l'intero sistema torinese di
accoglienza per i minori stranieri non accompagnati. Grazie.

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