Interventi |
MORANO Alberto Signor Sindaco, lei continui a chiacchierare amabilmente. Arroganza, presunzione, superficialità, ignoranza, inteso nel senso di non conoscenza, sono tutti fattori che normalmente caratterizzano in modo negativo una persona o, nel caso di specie, una Giunta e in particolare quella che lei presiede. Vede, Signor Sindaco, io ho letto e riletto la delibera in discussione sul rinnovo dei Patti. Ho ascoltato attentamente quanto da lei affermato e la serie di bugie ininterrotte da lei affermate in Commissione Bilancio e se da un lato continuo a non capire qual è la visione di questa Giunta sottesa alla gestione della partita IREN, perché è stato ben sottolineato da altri che mi hanno preceduto: vendere pezzetto per pezzetto denota che non si ha alcuna visione, si corre dietro all'emergenza; dall'altro rilevo che nel corso della Commissione Bilancio di venerdì scorso sono state fatte da lei e da membri della Giunta affermazioni superficiali, sbagliate e fuorvianti. Più nello specifico: i nuovi Patti Parasociali prevedono, come ricordato in tema di governance, che il Sindaco del Comune che detenga il maggior numero di azioni al 31 dicembre dell'anno precedente all'assemblea, portante nomina delle cariche sociali, ha diritto di designare a scelta uno fra Presidente, Amministratore Delegato e Vicepresidente; gli altri componenti devono essere nominati all'unanimità dalle altre città. Qualora, però, non si addivenga alla nomina di una di queste cariche, decade il Patto Parasociale e questa non è una tutela per Torino. Nella sua comunicazione alla Commissione Bilancio lei, Signor Sindaco, si è premurata di dire che nulla è cambiato rispetto a prima e non so che cosa abbia capito di questi documenti; anzi, Torino avrebbe ottenuto un Consigliere in più e alcuni diritti di veto. Non è vero, Signor Sindaco, questa è una menzogna. I Patti Parasociali e lo Statuto rilevano nella misura in cui riflettono ed equilibrano rapporti di forza tra i soci sottoscrittori degli stessi. Ora, quando è stato firmato il vecchio Patto Parasociale Torino e Genova erano soci in IREN per il tramite di una partecipazione paritetica in FSU maggiore di quella detenuta o congiuntamente dai comuni emiliani. Oggi Torino, per il tramite di FCT detiene il 13,8, il Comune di Genova il 18,85 per il tramite di FSU, le parti emiliane rappresentate da Reggio Emilia il 15,28 e i comuni spezzini l'1,59. Se invece ragioniamo, come avete voluto fare, di voto maggiorato, Torino ha il 18,566; il Comune di Genova il 23,663; Reggio Emilia, Parma e le parti emiliane complessivamente il 18,671. Questi dati, perché non me li sono inventati, Signor Sindaco, diversamente da voi, sono riportati nel sito di IREN. Questi dati sono ben diversi da quanto affermato in Commissione Bilancio della sua Amministrazione, secondo la quale tutti e tre i gruppi principali pubblici in termini di voto maggiorato avevano il 22%; non è vero, non è assolutamente vero. Ed è di tutta evidenza che la situazione non è più quella di prima e in questa prospettiva la possibilità di far decadere il Patto in caso di mancato accordo fra Torino e Reggio Emilia sulla nomina delle principali cariche, si rivela per il Comune di Torino come un'arma completamente spuntata ed infatti in caso di decadenza del Patto, trova applicazione (e anche questo ve lo siete dimenticati o non l'avete letto correttamente) l'articolo 19.3 dello Statuto di IREN, che testualmente dice: "Qualora la lista che otterrà il maggior numero di voti sia stata presentata e votata da azionisti che siano titolari di una percentuale pari almeno al 22% dei diritti di voto delle delibere assembleari con voto maggiorato, da detta lista verranno tratti 8 Consiglieri, mentre dalla lista che avrà ottenuto il secondo maggior numero di voti verranno tratti 5 Consiglieri". E allora, chi è che detiene il 22%? Solo la Città di Genova. Qual è la lista che detiene il maggior numero di voti dopo la prima? Reggio Emilia. Cosa fa 8 più 5? 13. E quindi 13 su 15 Consiglieri sarebbero nominati da Genova e Reggio Emilia, non da Torino e quindi Torino non avrebbe alcun diritto di veto. Perché vede, Sindaco, per mentire bisogna almeno studiare e costruirle bene le menzogne. Veramente Torino si trova quindi in una posizione più forte di prima? O invece Torino si viene a trovare in una posizione così debole che sarà costretta ad accettare qualunque richiesta del Comune di Reggio Emilia pur di conservare 4 Consiglieri che attribuiscono 4 poltrone e che le attribuiscono presunti diritti di veto? In merito ancora e ancora precisare che le due cariche non nominate da Genova devono essere, come detto, designate all'unanimità, ma questo non significa che a Torino spetti una carica e a Reggio Emilia un'altra, potrebbero essere nominate tutti e due da Reggio Emilia e Torino, pur di conservare 4 poltrone, sarebbe costretta ad accettarle. E quindi Torino è più tutelata oggi o era più tutelata prima? Ciò, a maggior ragione ove si consideri che il Comune di Torino deve ad IREN ben 146 milioni di euro ed ha, di fatto, vincolato i dividendi dei prossimi anni a garanzia del pagamento del debito nei confronti di IREN, oltre ad averli costituiti in pegno a favore di Intesa Sanpaolo. La vicenda rinnovo relativa al rinnovo dei Patti di IREN è indissolubilmente collegata all'accordo sottoscritto fra IREN e la Città di Torino il 12 luglio, nell'ambito del quale viene disciplinato il piano di rientro del complessivo debito, nonostante ammontante oltre 146 milioni. Ed, infatti, nelle pieghe di detto contratto è previsto che il gruppo IREN possa compensare il debito nei confronti della Città di Torino per dividendi con il debito della Città nei suoi confronti, nascente dal piano di rientro. In particolare, la Città si è impegnata ad assumere le iniziative e a porre in essere gli atti idonei e necessari e quindi anche eventuali deleghe di pagamento rivolte al gestore del mercato per consentire tale compensazioni, acconsentendo sin d'ora alle stesse. Se non se lo ricorda, lo vada a leggere l'articolo 4.2 del contratto. Ciò significa che la Città non potrà far conto nei prossimi anni sui dividendi distribuiti da IREN, essendo gli stessi destinati a coprire il debito scaduto ed oggetto del piano di rientro. Poi vi sono osservazioni tecniche, che non sono così importanti in questa sede, ma la società di gestione del mercato sarà obbligata ad attenersi ad eventuali istruzioni che l'emittente dia sulla distribuzione effettiva e del pagamento di questi dividendi. In conclusione, a me sembra, Signor Sindaco, che al di là delle menzogne che ha raccontato a quest'Aula e racconta alla sua Maggioranza, Genova abbia tutelato al meglio gli interessi della città, prima azionista di IREN, in grado di far valere e pesare le sue azioni. Reggio Emilia? Per l'insipienza della nostra Città si trova ad avere un potere estremamente forte e potrebbe nominare Presidente e Vicepresidente. Torino raccoglierà le briciole, conservando la possibilità di vendere 25.650.000 azioni (l'uno e mezzo) ma vincolando l'altro 11,80% fino alla fine del 2021. Non so veramente, Signor Sindaco, chi le abbia insegnato tecniche di negoziazione, a lei e ai rappresentanti della sua Giunta, ma mi permetto di suggerirle, sommessamente, di dedicare una settimana delle sue vacanze estive ad un corso che si tiene regolarmente a Londra, chiamato negotation skills. |