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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Febbraio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 20
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-06662
IREN S.P.A. - APPROVAZIONE DELLE MODIFICHE ALLO STATUTO SOCIALE E AI PATTI PARASOCIALI.
Interventi
ROSSO Roberto
Io ringrazio Dio di avermi fatto liberale in un'Italia che pullula di statalisti, per via delle
cose che ho sentito qui dentro: sono da far accapponare la pelle ad uno che ragiona in
modo normale. Questo cespite patrimoniale, questa quota del 13 e qualcosa per cento di
IREN vale per il mercato più di 300 milioni. Con 300 milioni si possono fare un
mucchio di sane cose, di sante cose: mettere a posto le buche, dare macchinari
tecnologicamente avanzati agli ospedali, creare minor disagio ai disabili. Si possono
fare tantissime cose, invece si ritiene, questa sera, di bisticciare sul modo in cui
impiombarle dentro la quota di una società che, francamente, che fosse gestita dal
pubblico o fosse gestita dai privati, non so francamente che cosa possa cambiare,
essendo oltretutto una società quotata in borsa e che quindi nel vincolo degli azionisti
ben diverse da quelle che può avere con la Sindaca del Torino, con il Sindaco di Reggio
Emilia, con il Sindaco di Genova. Io mi auguro che il futuro di questa società sia quello
di essere totalmente privatizzata. Mi auguro che questi 300 milioni, frutto anche di un
lavoro capace dei manager che si sono succeduti negli anni, possano essere utilizzati in
qualcosa di meglio. Io mi auguro che questo possa accadere, mi auguro che la stessa
possa accadere per GTT, per tante altre società in questo comune impelagato. Perché, a
che cosa serve avere queste quote pubbliche? A mettere a posto i figli dei sindacalisti e
dei dirigenti di partito? A non pagare per anni, per decenni, i debiti che si ha verso
IREN e che adesso accumulano per 100, 200, 150 milioni nei confronti di questa
società, cioè servono a questo avere le quote pubbliche, a fare porcherie ai danni dei
cittadini? Io mi auguro che, invece, soldi che possono essere liquidi, visto che la società
è quotata in Borsa, rientrino nella disponibilità della Città e vengano utilizzati. Mi fa
impressione, però, che qui questa sera mi è sembrato di avere a che fare con la banda
dei gonzi, perché io ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi, di Lo Russo e
quant'altri, e in particolare quello del notaio Morano, che da bravo notaio ha fatto notare
alcune cose. Ha fatto notare che sì, rimane pubblica la quota che potrebbe essere
valorizzata, ma in realtà la capacità di intervento di questa quota pubblica è di molto
diminuita, questo credo che non possa essere messo in discussione da nessuno. Voglio
dire, perché oltre a tenerla pubblica si accede anche a una soluzione di cattiva gestione
del Patto Parasociale che si viene a realizzare. Io mi auguro che, quantomeno, primo: se
deve rimanere pubblica, non lo rimanga in queste condizioni, perché Fornari e altri
hanno accennato all'esigenza, all'evidenza che esponenti del Partito Democratico, sia a
Genova, che a Reggio Emilia, avevano concordato sull'utilità della gestione; certo, ma
dal punto di vista di un cittadino di Genova e di un cittadino di Reggio Emilia. Diverso
dovrebbe essere quello per il Comune di Torino che, come ricordava Morano, si trova
ad avere una gestione all'interno della società assolutamente squalificata rispetto a un
tempo. Nel momento in cui il Comune di Torino non potrà più avere un'influenza
diretta, se non marginale, sulla gestione del Patto Parasociale. Mi chiedo perché tenerla
questa quota? Quello che chiedo a voi è perché tenete la quota pubblica dentro questa
società, a che pro? Non avete i vertici della società, siete relegati ad avere qualche
posto, spero che non sia per il Movimento 5 Stelle, né nell'esigenza di altri partiti di
avere qualcuno che vada a beccare lo stipendietto da Consigliere di Amministrazione
della società IREN a Genova, a Torino o a Reggio Emilia. Io mi chiedo: è possibile
ipotizzare che un Movimento che dice di non avere interessi nella raccomandazione dei
figli dei capi, che dice di non avere interessi nel mantenimento dei debiti e si è vantato
adesso l'ex Presidente Versaci del fatto che per la prima volta la Città di Torino siete
per pagare i debiti, non per farne degli altri senza pagare. Ora, se tutto questo è vero, a
quale pro impiombate questa quota? Mi piacerebbe capirlo. Magari la Sindaca
Appendino che ha preso la parola, che prenderà la parola dopo di noi a chiusura di
questo dibattito, ci spiegherà la ragione, qual è la ragione per cui Torino vuol tenere
questa quota impiombata.

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