Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Esiste una realtà, incarnata nelle persone ed incarnata nei luoghi, che è più forte della realtà descritta in una delibera e voluta, pretesa come tale, da una Giunta che l'ha deliberata. 15 giorni fa vi avevamo detto se le persone non si recano il sabato in via Carcano, è perché hanno la capacità di valutare che quella soluzione non è la soluzione compatibile con le loro esigenze e con le loro aspettative e questa incompatibilità ve l'hanno comunicata, prima coloro che erano incaricati di organizzare le attività e poi, non a parole, ma coi comportamenti ve l'hanno dimostrata gli espositori continuando a recarsi in via Carcano e in via Carcano non si sono recati... Scusate, continuando a recarsi nel Canale Molassi e al Canale Molassi non si sono recati solo gli espositori disubbidienti, ha continuato a recarsi anche la platea degli acquirenti che di sabato in sabato man mano che aumentavano le presenze sono aumentati anche come clienti. Che cosa sta a dirvi tutto questo? Che non potete ingabbiare la realtà semplicemente perché lo volete con un atto amministrativo. Cosa sta a dire quello che vedere al Canale Molassi ogni sabato? Che le condizioni attuali sono quelle che preesistevano prima che un'Amministrazione con fatica non indifferenti cercasse di dare un vestito condiviso con norme accettabili a quelle esperienze, arrivando ad adottare il Regolamento del mercato del libero scambio, arrivando ad individuare un soggetto che organizzasse quelle attività che prima erano irregolari. State tornando ad una situazione che era quella che preesisteva al Regolamento in cui, per ottenere il posto si deve andare la notte prima accendendo i fuochi; sono d'accordo con tutti quelli che hanno detto che non sono cose da fare, ma non c'è più un momento organizzativo che assegni gli spazi e le persone vanno cercando di conquistare quello che è a loro possibile in un clima generale di non regolarizzazione, di anarchia, qualche volta anche di sopraffazione del più forte sul più debole; non si sa più, tanto eravate preoccupati delle merci che si vendevano, chi va a vendere e cosa a vendere, perché arrivano anche i camion che ribaltano direttamente il cassone con ogni genere di mercanzia; ma prima c'era una definizioni di quali merci si potessero vendere; prima c'era un soggetto che organizzava la vendita in base ai posti; prima, anche se qualche volta accadevano episodi che venivano censurati, c'era chi rendeva conto, adesso no. Allora, qual è il risultato? Che la realtà che avete voluto ingabbiare secondo pretese non compatibili con il vissuto degli espositori e con le aspettative degli espositori, vi ha travolti e ha riportato la situazione a quella condizione che preesisteva a tutto il faticoso lavoro di mediazione fatto dalle Giunte precedenti e fatto anche nel primo anno di questa Amministrazione. Quindi adesso che cosa vogliamo fare? A me l'unica, l'unica modalità ragionevole è prendere atto di un dato di realtà e dentro a quel dato di realtà cercare a ricostruire un rapporto con le persone che in carne e ossa tutti i sabati si recano lì e con i clienti che in carne e ossa tutti i sabati si recano lì, perché la cosa peggiore che avete prodotto non è l'aumento del degrado del Canale Molassi soltanto, la cosa peggiore che avete prodotto è che avete distrutto anni di fatica e di lavori per portare alla convinzione che per l'attività del libero scambio ci dovessero essere delle regole, per portare alla convinzione che al mercato di libero scambio si dovesse corrispondere, cittadini come tutti gli altri, una quota per esporre e una quota per le pulizie; avete smantellato una relazione con questa Città. Questa è la colpa grave che avete politicamente, gravissima e non so come si possa ricostruire da parte dell'associazione preesistente o da quelle che vorrete individuare perché vi inventate ogni volta un procedimento amministrativo, un rapporto di fiducia così complicato. Quindi l'unica soluzione è, invece di scandire tante parole, irrevocabile, è provare a scandirne una debole, ma forte nella sostanza; sospendiamo l'applicazione della delibera di dicembre, ritorniamo a ragionare con tutte le parti e a ricostruire una possibilità regolare di svolgimento perché, guardate, su San Pietro in Vincoli erano d'accordo tutti a non continuare ad utilizzarla. Sull'utilizzo, la disposizione delle plance da cancello a cancello, si può ragionare, ma il problema è ricollegare quei fili di fiducia che quelle delibere hanno purtroppo compromesso. |