Interventi |
SCHELLINO Sonia (Assessora) Rispetto all'oggetto dell'interpellanza, va premesso che, a seguito di specifici emendamenti presentati da ANCI, la definizione delle modalità, delle procedure e dei tempi di attuazione dei progetti a titolarità dei Comuni utili alla collettività previsti dall'articolo 4, comma 15 del Decreto Legge 4 del 28 gennaio '19 che istituisce il Reddito di Cittadinanza, viene demandata ad uno specifico decreto ministeriale di intesa con la Conferenza Unificata da adottarsi entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto. Tale atto permetterà di affrontare e precisare le principali difficoltà connesse all'attivazione dei progetti evidenziati dai Comuni anche attraverso ANCI ed inerenti in particolari agli aspetti organizzativi e i relativi costi. Rispetto ai costi connessi all'attivazione dei progetti, oneri derivanti da coperture assicurative, formazione alla sicurezza, materiale per dispositivi di sicurezza, organizzazione e gestione diretta o tramite convenzione con altri soggetti, verrà estesa la possibilità per i Comuni di ricorrere, con percentuali e modalità ancora da definire, al fondo per la lotta alla povertà. Ciò premesso la Città, pur consapevole delle difficoltà sopra delineate, intende considerare la novità di impegno del beneficiario della misura del Reddito di Cittadinanza quale importante opportunità per sviluppare ed incrementare ulteriormente esperienze ed occasioni di cittadinanza attiva e di coinvolgimento nella comunità. La doppia valenza di azione di riconoscimento delle capacità personali del cittadino in difficoltà e di restituzione di tempo e di impegno a favore della collettività, rappresenta sicuramente un elemento di grosso interesse che dovrà essere al centro dell'azione e della progettualità del sistema generale dei servizi cittadini. Rispetto al primo quesito dell'interpellanza, risulta non semplice stimare effettivamente il numero dei beneficiari della nuova misura Reddito di Cittadinanza e di conseguenza al numero di cittadini che saranno coinvolti in progetti di pubblica utilità. La diversa definizione dei criteri di accesso al Reddito di Cittadinanza rispetto al REI, non permette di individuare, anche solo in modo approssimativo, la numerosità dei beneficiari della nuova misura. Ulteriore difficoltà è legata alla scelta che i cittadini attualmente beneficiari del REI vorranno o potranno, sulla base dei diversi criteri di accesso, fare rispetto al mantenimento fino alla scadenza dei 18 mesi del REI o al passaggio alla nuova misura Reddito di Cittadinanza, come è indicato dall'articolo 13 della Legge. Nella relazione tecnica che accompagna il Decreto Legge 4 del 28 gennaio '19 viene indicato in 1.248.000 il numero complessivo stimato delle famiglie che a livello nazionale potrebbero essere beneficiarie del Reddito di Cittadinanza, al netto dei nuclei di soli stranieri non lungo soggiornanti e non residenti da almeno 10 anni nel territorio italiano. Tale stima indica un importante ampliamento del numero dei beneficiari del sostegno nazionale Reddito di Cittadinanza rispetto a quello riferito agli attuali beneficiari a livello nazionale del REI, circa un milione di domande presentate delle quali la metà circa positive e pertanto è presumibile che vi sarà anche nella nostra Città una considerevole crescita del numero dei nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza rispetto agli attuali 7.237 nuclei beneficiari di REI a fronte di 15.155 domande presentate. Per quanto concerne gli ambiti possibili di impegno l'esperienza di gestione del REI, sebbene confermi la presenza di una considerevole platea di beneficiari caratterizzati da consistente fragilità, bassa scolarità, esperienze lavorative occasionali e non regolari o altre forme di fragilità, evidenzia comunque una buona presenza di cittadini con capacità, esperienze professionali pregresse, importanti sia di lavoro dipendente, sia autonomo soprattutto nell'ambito tecnico ed edilizio e nella ristorazione, ugualmente importanti sono i profili di donne con esperienze di lavoro di cura. Un'ulteriore componente è costituita da giovani con livello di scolarità superiore non impegnati in attività di studio o lavorative. Rispetto al secondo quesito relativo alle intenzioni in merito alla programmazione di tali progetti, dalla relazione di questi, con il volontariato civico e con le altre forme attive di partecipazione dei cittadini, si evidenzia che la Città ha maturato negli anni un'importante esperienza grazie a diverse progettualità che possono essere assunte quali buone prassi per impostare e programmare l'attivazione dei lavori di pubblica utilità, come richiesto dal Decreto. La volontà dell'Amministrazione è sicuramente quella di operare con un approccio intersettoriale che coinvolga nella realizzazione delle opportunità di progetto non solo le divisioni prevalentemente interessate, cioè la Divisione Servizi Sociali e la Divisione Lavoro, ma anche tutte le altre diverse Divisioni con particolare riferimento ai Servizi Culturali e Museali, Ambiente, Servizi Educativi, Sport e Tempo Libero, Volontariato Civico nonché coinvolgere in tutte le fasi di programmazione e di gestione di tali progetti l'intera rete di realtà del Terzo Settore e del privato e di altri Enti che caratterizzano la realtà del welfare torinese. La Città sarà coinvolta e, direttamente o attraverso ANCI, nel processo di definizione delle modalità, delle procedure o dei tempi di attuazione dei progetti di pubblica utilità che saranno oggetto del citato Decreto Ministeriale di intesa con la Conferenza. La Divisione Servizi Sociali ha già in programma un primo incontro con la Divisione Lavoro previsto in settimana per iniziare il confronto, predisporre un comune programma di coinvolgimento di altri servizi dell'Amministrazione o del Terzo Settore. Rispetto al coinvolgimento del Terzo Settore uno strumento di sicura efficacia per l'implementazione dei progetti di pubblica utilità, è costituito dal percorso di coprogettazione avviato recentemente dalla Città, quello è il cosiddetto Piano di Inclusione Sociale della Città di Torino, che prevede azioni volte a sviluppare opportunità di inclusione dei beneficiari delle misure di sostegno al reddito in attività o percorsi assicurati e promossi a livello locale dai soggetti del Terzo Settore. Infine si segnala che l'ANCI prevede di avviare a breve modalità strutturata di confronto e di scambio di buone prassi tra i diversi Comuni italiani, scambi che potranno sicuramente costituire utili contributi per la programmazione cittadina rispetto a tali progetti. La settimana scorsa tra l'altro ha avuto luogo, proprio in sede ANCI, presenti anche i dirigenti del Ministero, una riunione politica tecnica - per noi è andato il Dirigente Tecnico, perché io ero impegnata nelle Commissioni Consiliari - che ha già dato avvio a questo scambio così di confronto tra le varie Città. Torino, come sapete, ha una tradizione importante anche in ambito di lavori socialmente utili in passato, quindi cercheremo di fare tesoro di tutto quello che è già stato fatto e di potenziare al massimo quest'opportunità perché effettivamente otto ore a settimana di lavoro, se bene utilizzate sono utili sia per le persone e dignitose per le persone e sia anche utili per la nostra comunità. Grazie. |