Interventi |
POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Riassumo brevemente: in data 12 gennaio 2019 apprendevo una notizia dalla testata giornalistica del Piemonte, peraltro ripresa da altri organi di informazione, che mi lasciava stupefatta. La notizia riguardava la cerimonia di deposizione di una corona di alloro davanti alla tomba del conte Camillo Benso di Cavour presso il complesso cavouriano di Santena che, come riportato dalla stampa, avveniva alla presenza delle autorità militari e civili. Fin qui nulla da eccepire: tutti rispettiamo e onoriamo la memoria del grande statista che ha fatto la storia di Italia e non può che farci piacere qualunque iniziativa volta a rinverdire e rinnovare la memoria del politico piemontese. Lo sbigottimento nasceva dal fatto che la corona, che veniva deposta sotto l’immagine di Cavour, era circondata da una fascia tricolore sulla quale risaltava e campeggiava in bella vista la scritta “Sì TAV”. Ora, non sfugge a nessuno che si è voluto utilizzare, a scopi politici e propagandistici, un solenne spazio pubblico, nonché addirittura un monumento nazionale, per un’iniziativa il cui forte impatto simbolico e divisivo è fuori discussione in quanto contrappone una parte della cittadinanza ad un’altra parte fortemente contraria alla realizzazione di una grande opera in quanto ritenuta anacronistica e insostenibile da un punto di vista economico ed ambientale, laddove sono altre le sedi che il dibattito di progetti che riguardano la vita attuale e contemporanea dovrebbe essere utilizzate, ad esempio nel Consiglio Comunale di Torino, luogo per eccellenza preposto alla discussione politica, dove com’è risaputo, il 29 ottobre del ‘18, si è svolto un regolare dibattito e l’Amministrazione comunale si è espressa chiaramente con un ordine del giorno. Quindi, la risposta del Presidente della Fondazione, Nerio Nesi, non ci soddisfa minimamente, anzi, in un certo qual senso ci contraria e ci turba ancora di più. Innanzitutto, non sembra credibile la circostanza da lui evidenziata di essersi accorto della scritta “Sì TAV” solo al momento della deposizione della corona. La dimostrazione più evidente del perché non potesse non sapere la fornisce il quotidiano La Stampa di Cuneo che già il 10 gennaio, quindi due giorni prima della manifestazione, titolava “Sulla tomba di Cavour prima di partecipare al Sì TAV di Torino, lui sarebbe stato a favore”, e ancora proseguiva “Sabato mattina - quindi il 12 - alle 10.00, prima di andare in piazza Castello a sostenere convintamente il Sì TAV, passerei al Castello di Santena, dove riposa Camillo Benso conte di Cavour, e lascerò sulla sua tomba (se mi sarà permesso di farlo) un messaggio”. Quindi, il dottor Dardanello dichiara di aver chiesto espressamente il permesso, che evidentemente ha ricevuto, per lasciare un messaggio ben preciso, e non contento di ciò prosegue serafico nelle sue inopportune affermazione: “Nello scritto gli chiederò se quando realizzò il Traforo fece anche lui l’analisi dei costi/benefici o si affidò alla sua intelligenza e alla lungimiranza politica che, purtroppo, non alberga più nella mente di chi governa oggi il Paese. Sono sicuro che se potesse rispondermi urlerebbe anche lui convintamente ‘Sì TAV’”. La sua iniziativa, spiega Dardanello, veniva comunicata anche al Governatore Chiamparino. Già solo il contenuto di questa affermazione avrebbe dovuto costituire un campanello di allarme per il Presidente Nesi, intanto perché costituiva un evidente posizionamento politico, anche in termini alquanto offensivi, che nulla avevano a che vedere con la sacralità e il rispetto che si deve alla memoria dello statista, né con le finalità della Fondazione. Inoltre, liquidare, come fa il Presidente, la scritta “Sì TAV” come - cito testualmente - “due parole qualsiasi della lingua italiana” offende l’intelligenza di chi sappia distinguere la testimonianza dalla propaganda, ma soprattutto colpisce l’assoluta mancanza di critica storica in quanto si assume arbitrariamente e anacronisticamente “che se Cavour potesse esprimersi oggi darebbe il suo sostengo alla TAV”. Ora, il dottor Nesi ha nomea di uomo di vasta cultura e sappiamo che ha dedicato gran parte della sua attività alla rinascita del complesso cavouriano; per questo motivo non riusciamo a farci una ragione di come si sia potuto convincere ad avvallare le risibili affermazioni del dottor Dardanello che, come nei talk show televisivi notturni, si è fatto delle domande e si è dato le risposte da solo. Sappiamo che Cavour non fosse un grande oratore, ma fosse certamente un uomo di precisione analitica, abituato ai calcoli e ai numeri e sulla loro concretezza basava le sue decisioni e la sua visione economico-politica; una visione lucida che, ad esempio, in riferimento alla costruzione delle infrastrutture ferroviarie di cui si sarebbe dotata l’Italia e sulla possibilità di maggiore afflusso di turisti nel nostro bel Paese lo portava ad asserire: “La presenza di una grande massa di stranieri in mezzo a noi rappresenta a colpo sicuro una fonte di profitto, ma non è esente da inconvenienti. I rapporti delle popolazioni con persone ricche ed oziose che in qualche maniera sfruttano per vivere sono poco favorevoli allo sviluppo di abitudini industriose e morali; generano uno spirito di astuzia e di servilismo funesto al carattere nazionale. Mettendo al primo posto per un popolo il sentimento della propria dignità, noi siamo poco sensibili ai guadagni che ci fanno scontare insolenza e tracotanza. POLLICINO Marina Ne ha dati sette al Consigliere Magliano; io sono pignola, finisco, finisco, termino velocemente. Volendo fare un semplice abuso strumentale della storia rifacendomi a queste parole autentiche quanto severe potrei riassumere che Cavour fosse contrario al turismo, ma noi abbiamo l’onestà intellettuale da guardarci bene da fare un uso così distorto e capzioso della storia. Quindi, censuriamo duramente il comportamento del Presidente della Fondazione Nerio Nesi e - per aver posto in essere iniziative personali, che si sono tradotte in eventi estemporanei a forte valenza politica divisiva e che allontanano la Fondazione dagli scopi e dalle finalità che non sono proprie - ne chiediamo fermamente le dimissioni. Grazie. POLLICINO Marina No, no, va bene così. |