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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Febbraio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 6
INTERPELLANZA 2019-00241
"RIESUMAZIONI CAVOURIANE: FINO A CHE PUNTO SI PU? UTILIZZARE UNO SPAZIO MONUMENTALE PER MERA PROPAGANDA?" PRESENTATA IN DATA 22 GENNAIO 2019 - PRIMA FIRMATARIA POLLICINO.
Interventi
POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Riassumo brevemente: in data 12 gennaio 2019 apprendevo una
notizia dalla testata giornalistica del Piemonte, peraltro ripresa da altri organi di
informazione, che mi lasciava stupefatta. La notizia riguardava la cerimonia di
deposizione di una corona di alloro davanti alla tomba del conte Camillo Benso di
Cavour presso il complesso cavouriano di Santena che, come riportato dalla stampa,
avveniva alla presenza delle autorità militari e civili. Fin qui nulla da eccepire: tutti
rispettiamo e onoriamo la memoria del grande statista che ha fatto la storia di Italia e
non può che farci piacere qualunque iniziativa volta a rinverdire e rinnovare la memoria
del politico piemontese. Lo sbigottimento nasceva dal fatto che la corona, che veniva
deposta sotto l’immagine di Cavour, era circondata da una fascia tricolore sulla quale
risaltava e campeggiava in bella vista la scritta “Sì TAV”. Ora, non sfugge a nessuno
che si è voluto utilizzare, a scopi politici e propagandistici, un solenne spazio pubblico,
nonché addirittura un monumento nazionale, per un’iniziativa il cui forte impatto
simbolico e divisivo è fuori discussione in quanto contrappone una parte della
cittadinanza ad un’altra parte fortemente contraria alla realizzazione di una grande opera
in quanto ritenuta anacronistica e insostenibile da un punto di vista economico ed
ambientale, laddove sono altre le sedi che il dibattito di progetti che riguardano la vita
attuale e contemporanea dovrebbe essere utilizzate, ad esempio nel Consiglio Comunale
di Torino, luogo per eccellenza preposto alla discussione politica, dove com’è risaputo,
il 29 ottobre del ‘18, si è svolto un regolare dibattito e l’Amministrazione comunale si è
espressa chiaramente con un ordine del giorno. Quindi, la risposta del Presidente della
Fondazione, Nerio Nesi, non ci soddisfa minimamente, anzi, in un certo qual senso ci
contraria e ci turba ancora di più. Innanzitutto, non sembra credibile la circostanza da lui
evidenziata di essersi accorto della scritta “Sì TAV” solo al momento della deposizione
della corona. La dimostrazione più evidente del perché non potesse non sapere la
fornisce il quotidiano La Stampa di Cuneo che già il 10 gennaio, quindi due giorni
prima della manifestazione, titolava “Sulla tomba di Cavour prima di partecipare al Sì
TAV di Torino, lui sarebbe stato a favore”, e ancora proseguiva “Sabato mattina -
quindi il 12 - alle 10.00, prima di andare in piazza Castello a sostenere convintamente il
Sì TAV, passerei al Castello di Santena, dove riposa Camillo Benso conte di Cavour, e
lascerò sulla sua tomba (se mi sarà permesso di farlo) un messaggio”. Quindi, il dottor
Dardanello dichiara di aver chiesto espressamente il permesso, che evidentemente ha
ricevuto, per lasciare un messaggio ben preciso, e non contento di ciò prosegue serafico
nelle sue inopportune affermazione: “Nello scritto gli chiederò se quando realizzò il
Traforo fece anche lui l’analisi dei costi/benefici o si affidò alla sua intelligenza e alla
lungimiranza politica che, purtroppo, non alberga più nella mente di chi governa oggi il
Paese. Sono sicuro che se potesse rispondermi urlerebbe anche lui convintamente ‘Sì
TAV’”. La sua iniziativa, spiega Dardanello, veniva comunicata anche al Governatore
Chiamparino. Già solo il contenuto di questa affermazione avrebbe dovuto costituire un
campanello di allarme per il Presidente Nesi, intanto perché costituiva un evidente
posizionamento politico, anche in termini alquanto offensivi, che nulla avevano a che
vedere con la sacralità e il rispetto che si deve alla memoria dello statista, né con le
finalità della Fondazione. Inoltre, liquidare, come fa il Presidente, la scritta “Sì TAV”
come - cito testualmente - “due parole qualsiasi della lingua italiana” offende
l’intelligenza di chi sappia distinguere la testimonianza dalla propaganda, ma soprattutto
colpisce l’assoluta mancanza di critica storica in quanto si assume arbitrariamente e
anacronisticamente “che se Cavour potesse esprimersi oggi darebbe il suo sostengo alla
TAV”. Ora, il dottor Nesi ha nomea di uomo di vasta cultura e sappiamo che ha
dedicato gran parte della sua attività alla rinascita del complesso cavouriano; per questo
motivo non riusciamo a farci una ragione di come si sia potuto convincere ad avvallare
le risibili affermazioni del dottor Dardanello che, come nei talk show televisivi notturni,
si è fatto delle domande e si è dato le risposte da solo. Sappiamo che Cavour non fosse
un grande oratore, ma fosse certamente un uomo di precisione analitica, abituato ai
calcoli e ai numeri e sulla loro concretezza basava le sue decisioni e la sua visione
economico-politica; una visione lucida che, ad esempio, in riferimento alla costruzione
delle infrastrutture ferroviarie di cui si sarebbe dotata l’Italia e sulla possibilità di
maggiore afflusso di turisti nel nostro bel Paese lo portava ad asserire: “La presenza di
una grande massa di stranieri in mezzo a noi rappresenta a colpo sicuro una fonte di
profitto, ma non è esente da inconvenienti. I rapporti delle popolazioni con persone
ricche ed oziose che in qualche maniera sfruttano per vivere sono poco favorevoli allo
sviluppo di abitudini industriose e morali; generano uno spirito di astuzia e di servilismo
funesto al carattere nazionale. Mettendo al primo posto per un popolo il sentimento
della propria dignità, noi siamo poco sensibili ai guadagni che ci fanno scontare
insolenza e tracotanza.

POLLICINO Marina
Ne ha dati sette al Consigliere Magliano; io sono pignola, finisco, finisco, termino
velocemente. Volendo fare un semplice abuso strumentale della storia rifacendomi a
queste parole autentiche quanto severe potrei riassumere che Cavour fosse contrario al
turismo, ma noi abbiamo l’onestà intellettuale da guardarci bene da fare un uso così
distorto e capzioso della storia. Quindi, censuriamo duramente il comportamento del
Presidente della Fondazione Nerio Nesi e - per aver posto in essere iniziative personali,
che si sono tradotte in eventi estemporanei a forte valenza politica divisiva e che
allontanano la Fondazione dagli scopi e dalle finalità che non sono proprie - ne
chiediamo fermamente le dimissioni. Grazie.

POLLICINO Marina
No, no, va bene così.

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