Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Febbraio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 26

Comunicazioni della Sindaca su "Sgombero asilo occupato di via Alessandria".
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Le parole sono importanti, è vero. Le sue sono state chiare, stasera? No. Sono
state veementi, ma non sono state affatto chiare. E stasera, come nell’intervento a caldo
dei giorni scorsi, ha provato a mescolare le carte. Nessuno qui mette in discussione
l’indagine investigativa che ha portato all’operazione di via Alessandria, nessuno qui
discute della gravità dei fatti accaduti nella manifestazione di sabato e quindi non ci
aspettiamo dal Sindaco della città che ci legga i capi di imputazione e che ci dica se è
d’accordo o meno. Non mescoli le carte, Sindaca, non mescoli la questione di un
intervento di Polizia e di accertamento giudiziario con la questione della rinascita di un
Quartiere; francamente sono parole esagerate e inappropriate. Davvero crediamo che il
simbolo del degrado di Aurora sia la casa occupata di via Alessandria, l’asilo, e che la
rinascita passi dalla riconversione di quell’edificio? Si occupi della rinascita delle
condizioni di quel tessuto economico, Sindaca, che quello è il suo mestiere. Il mio
problema, però, è quello del fatto che questo rimescolamento delle carte, avvenuto
allora e ribadito oggi, produca un clima di incertezza, di permanente situazione di
tensione nella città, i cui esiti, se sfociano in comportamenti che non sono ammissibili
sul piano civile, sono da me censurabili, ma lo stato di tensione non governato dalla
politica è invece un problema della politica. Le dico di nuovo che le sue parole non sono
state chiare, perché lei cita perfino le fonti normative in modo approssimativo:
“Presunta circolare del Viminale”, no, Sindaca, la circolare del Viminale non è affatto
presunta, ed è una circolare che viene interpretata da Prefetti e da Questori. Poi, è chiaro
che la Città può accompagnare e seguire decisioni prese da Prefettura e Questura, è
ovvio che la Città ha preso in consegna l’edificio di via Alessandra, ma quello che
politicamente lei si chiede è quello di capire quale sia la posizione culturale, sociale e
politica di questa Amministrazione rispetto ad una questione, i Centri Sociali occupati,
o le case occupate, che nella penisola italiana contano 200 esperienze circa, mobilitano
5000-6000 persone che vi vivono e li frequentano. In Europa non so quante situazioni,
dagli anni ‘70, di questo tipo ci siano, cioè di utilizzo di spazi urbani e di edifici urbani
non utilizzati dalla Pubblica Amministrazione per svolgervi attività o per abitarvi.
Allora abbiamo tutti Sindaci pusillanimi o complici di criminalità? Abbiamo ovunque
Prefetti e Questori distratti? Oppure su questo fenomeno, che, appunto, perdura da
decenni, ci sono dei comportamenti di controllo, di vigilanza, che assumono decisioni
nel momento in cui si ravvisano fenomeni di criminalità, ma, viceversa, situazioni di
valutazione di una convivenza, a volte dialogante, a volte di reciproca estraneità, il
pubblico e la vita dei Centri Sociali, che però viene considerata un livello fisiologico di
funzionamento dei grandi centri urbani e delle contraddizioni dei grandi centri urbani e
questa modalità l’hanno adottata a Torino anche le Amministrazioni di Centro-Sinistra,
che oggi ci dicono chiaramente con quale attributo qualificano quelle esperienze, ma
che hanno nel succedersi, e io lo ritengo un gesto di intelligenza, hanno nel succedersi
delle loro Amministrazioni concordato anche con l’autorità di vigilanza un
atteggiamento politico che cercava di tenere nella città un equilibrio. Allora, è questo
che oggi alla politica e alla Sindaca della Città viene chiesto, capire qual è la logica
politica con la quale la città si relaziona, non in ordine all’applicazione di misure da
altri, che questo è in automatico, non c’è stato nulla né di eroico, né di cui vantarsi
particolarmente, ma in ordine alla relazione politica tra questa Amministrazione e
questo tipo di esperienze, perché, vede, e concludo, la forza, la forza dell’autorevolezza,
non sta nell’esibizione dei volumi muscolari e neanche dell’energia con la quale si
svolgono gli interventi. La forza dell’autorevolezza è anche quella di chi sa far
funzionare le cose con un atteggiamento che lavora sul riconoscimento della realtà e
sulla relazione con questa realtà. Non ce lo sta dimostrando.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)