Interventi |
SGANGA Valentina Grazie, Presidente. Siamo entrati dentro questo palazzo con un chiaro intento, usare ogni mezzo per creare sviluppo e dignità nelle zone degradate della città. È chiaro che non c’è prospettiva laddove vi è povertà, laddove vi è disoccupazione e abbandono. E solo chi vive al caldo del proprio benessere può pensare che lo sfasciume abbia un valore romantico, sociale. Capita, da amministratori, di dover fare scelte dure, scelte che vanno contro il credo profondo di molti di noi. È necessario avere la forza, a volte, di sacrificare pezzi di noi, se vogliamo avere gli strumenti per il bene della collettività. Il Quartiere Aurora necessità di investimenti, di forze, anche di entusiasmo, al di là di ogni sensibilità, che io rispetto e probabilmente condivido. L’asilo era un ostacolo a questo. E allora credo che sia onesto dire che ben prima dei motivi di Pubblica Sicurezza, che non ci competono, come è stato giustamente detto, questa Amministrazione non vuole e non può andare contro la percezione diffusa della città, questo è innegabile. È innegabile che ci sia da parte di questa Amministrazione la volontà di riuscire a creare un punto di rinascita economica dove investire risorse che possono essere utili a tutto il Quartiere Aurora. Però, Presidente, chi dice che quell’esperienza quasi trentennale sia stata solo delinquenza, sbaglia. I Centri Sociali sono realtà complesse, che compenetrano in sé il meglio e il peggio di questo mondo terribile dove viviamo. È chiaro che chiunque sieda nelle istituzioni non può che pensare che sia auspicabile da tutti un mondo senza Centri Sociali, perché questi soggetti sono i sostituti di uno Stato che ha abbandonato interi territori, ha abbandonato territori allo spaccio, alla disoccupazione, ad una spaventosa concentrazione di povertà, in base al principio che i quartieri poveri altro non sono che discariche. E allora da questo punto di vista i Centri Sociali ormai sono parte integrante, parte integrante di un welfare state malato e degradato. In questi contesti distrutti giungono i Centri Sociali, che prendono il posto nostro, il posto delle istituzioni, che ormai pare amino amministrare solo i più raffinati centri cittadini. In questo senso chiunque auspica una città senza Centri Sociali, perché sarebbe una città amministrata con equilibrio, sarebbe una città priva di conflitto sociale, sarebbe una città che non riversa più sui cittadini le sue incompetenze, la sua incapacità economica e culturale, sarebbe una città che non dice più: “Arrangiatevi”, sarebbe una città che ad oggi non esiste. Neanche noi, pur con tutta la buona volontà, siamo in grado di sovvertire queste inefficienze. E allora, Presidente, io vorrei rigettare con forza i ragionamenti “manichei” che spaccano il mondo tra buoni e cattivi, quei ragionamenti non fanno parte del patrimonio culturale del mio Gruppo politico. Lo sgombero dell’asilo è il primo passo di un lungo cammino. Credo sarebbe imperdonabile da parte nostra, e da chiunque verrà anche dopo di noi, non fondare su un momento così doloroso, perché gli scontri di sabato restano in ogni caso gravi e imperdonabili, allora sarebbe imperdonabile non fondare su un momento così doloroso un nuovo percorso economico, sociale, di lavoro, di dignità. Avremo sbagliato questo passo solo se non faremo questo, avremo sbagliato questo passo solo se Aurora rimarrà così com’è oggi. Allora il nostro impegno è sradicare la povertà, l’ingiustizia, e per questo andremo avanti ed è per questo che difenderemo tutte quelle esperienze in cui i cittadini, come giustamente ha detto il Vicesindaco Montanari, si riappropriano di un bene comune lasciato in abbandono per farne un uso sociale. Difenderemo tutte quelle esperienze che colmano la nostra inefficienza, la nostra inefficienza come istituzioni. |