Interventi |
SCHELLINO Sonia (Assessora) Grazie. Inizio a dare alcuni dati sulla traccia dell'interpellanza del Consigliere Tresso, che poi verranno integrati dalla Sindaca, eventualmente e con, ovviamente, disponibilità a rispondere ad ulteriori domande. Come evidenziato dagli interventi di agosto e di dicembre 2018, il trasferimento e la ricollocazione delle persone dimoranti nelle palazzine marrone e nelle cantine della palazzina arancione, il piano di recupero della disponibilità degli immobili prevede la chiusura totale degli accessi ai locali interessati. Nella palazzina marrone si è provveduto a murare le porte e le finestre al piano terra e al primo piano e a chiudere tutte le porte di accesso. Così come per quanto concerne l'accesso al locale sotterraneo sottostante la palazzina arancione, si è provveduto, oltre allo sgombero dei rifiuti totale da parte dell'AMIAT, a murare il portone di accesso dal lato via Giordano Bruno e l'accesso delle scale interne delle varie palazzine. È stata salvaguardata la possibilità di accedere ai locali tecnici accessibili esclusivamente dagli operatori autorizzati. La proprietà ha inoltre attivato un adeguato servizio di vigilanza privata. Per i prossimi interventi di liberazione degli spazi si utilizzerà la stessa metodologia per evitare una possibile rioccupazione e un aumento delle persone da ricollocare. A questo vorrei aggiungere che è vero che dopo il primo spostamento delle persone di un anno, un po' più di un anno fa, ormai, nel novembre 2017, c'è stata tutta una serie di eventi che conoscete, abbiamo fatto anche degli incontri, delle interlocuzioni e una parziale rioccupazione degli spazi, ma bisogna dire…, quello che molto spesso viene un po', diciamo, un po' frainteso, non era stato in un primo momento una liberazione totale, erano state tolte buona parte delle persone dimoranti - quelle dimoranti oltre il cancello che venne messo nel 2017, fine 2017 - e non era invece stato spostato un piccolo gruppo di persone che lavoravano e saltuariamente dormivano. Si è visto che questo metodo non poteva funzionare completamente perché non c'era uno stock fisso di persone. C'era in quello spazio una forte mobilità, quindi nel momento in cui si andava a dire: "Non si deve ritornare a dormire", lo si diceva a persone che erano di passaggio. Quindi l'intervento è successivo che ha completato l'operazione, non è stato un secondo intervento, era comunque in programma di completare l'operazione. Nel completamento dell'operazione si è dovuto tenere conto del fatto che c'era stato un parziale aumento di persone, perché quello che ci si aspettava, che lo spazio liberato non venisse più occupato, era stato in parte rioccupato. Ma volevo solo dirlo per chiarezza, perché non è un fallimento della prima parte, è un totale non completo successo, però era da mettere comunque in conto un secondo passaggio. Abbiamo comunque anche imparato dalla prima esperienza, e di interventi non risolutivi al 100% della situazione non ne verranno più fatti; d'ora in poi ogni spazio verrà liberato solo nel momento in cui ci siano le condizioni di dare una proposta a tutte le persone e di chiudere completamente l'accesso ad ogni singola palazzina, ne rimangono ancora tre. Le prossime tappe saranno definite dal Tavolo interistituzionale e comunque prevedono la liberazione di tutte le palazzine e il trasferimento delle persone interessate, e motivate ad aderire alle proposte elaborate dagli enti coinvolti, con l'obiettivo di trovare insieme soluzioni che permettano una partecipazione attiva al proprio progetto personale, volto all'autonomia e all'inclusione socioeconomica. Un approccio innovativo e umanitario nel quale siano presenti sicurezza e inclusione, nel tentativo di mettere fine a un'emergenza sociale e sanitaria, proponendo alle persone percorsi e progetti mirati e al tempo stesso mettere fine a una situazione di degrado che si ripercuote su tutto il quartiere. Particolare attenzione sarà rivolta ai soggetti che necessitano di particolari forme di tutela, quindi con particolare attenzione ai minori, ai nuclei familiari e ai soggetti vulnerabili. La proprietà è pienamente coinvolta nelle operazioni per restituire alla stessa la disponibilità degli immobili e nella conseguente messa in sicurezza. Il lavoro per programmare i prossimi trasferimenti e la relativa messa in sicurezza delle ulteriori palazzine non si è mai fermato. Quale delle tre ancora occupate sarà l'oggetto del prossimo intervento, viene valutato dal Tavolo interistituzionale e dal Comitato Ordine e Sicurezza. Come espresso dall'Amministrazione Comunale - in particolare dopo il Tavolo interistituzionale di gennaio - si conferma l'intenzione di concludere la liberazione di tutte le palazzine e la ricollocazione e accompagnamento all'inclusione dei dimoranti entro la fine dell'anno. Volevo anche darvi qualche dato sui primi risultati, sui primi successi; almeno noi li viviamo così e siamo convinti di questi primi 20 mesi di lavoro. L'obiettivo specifico attiene all'accompagnamento sociale, lavorativo e abitativo degli occupanti. Seppure nella difficoltà della realtà dell'occupazione che è iniziata nel marzo 2013 e della relativa stabilizzazione della stessa, il progetto ha raggiunto in questi primi 20 mesi alcuni risultati. I percorsi totali di inclusione abitativa sono stati 349. Non hanno riguardato solo le persone uscite in occasione della liberazione, ma anche alcune persone che in precedenza avevano chiesto, diciamo, di dimostrare che il progetto veramente credeva nella possibilità delle persone di prendere un po' in mano la loro vita e avevano avuto una collocazione lavorativa all'interno dei cantieri navali, in un primo momento, non liberando completamente gli spazi, ma alleggerendo un po' il numero di persone presenti. Per quanto riguarda i numeri di liberazione nei 3 interventi: nel novembre 2017 il primo intervento sugli interrati ha consentito l'uscita di 103 persone, che sono state accolte in strutture reperite attraverso bando comunale su fondi del Ministero degli Interni e in strutture della Diocesi, prevalentemente con fondi messi a disposizione di Compagnia di San Paolo. La liberazione della palazzina marrone dell'agosto 2018 ha consentito di far uscire 99 persone. La liberazione degli interrati, il secondo intervento sugli interrati ha consentito l'uscita di 56 persone. Per quanto riguarda gli accompagnamenti abitativi per i lavoratori che sono andati nei cantieri navali: ad aprile 2018, 60 persone abitavano in alloggi presso i cantieri navali di Monfalcone, Genova, Porto Marghera; a gennaio 2019 il progetto ospitava ancora due persone in un appartamento a Genova e sulle 60 persone che hanno lavorato per i cantieri navali, solo 15 sono ancora accompagnate dal progetto perché non sono divenute autonome. L'accompagnamento dei nuclei familiari ha coinvolto 9 nuclei che hanno trovato accoglienza presso strutture in Torino, per un totale di 16 adulti e 15 bambini. L'accompagnamento abitativo di casi particolari ci ha consentito di dare un accompagnamento sanitario ad alcune persone che avevano delle difficoltà dal punto di vista dell'accoglienza sanitaria, avevano delle problematiche sanitarie, mentre i percorsi di formazione e di inserimento lavorativo sono stati 333: 13 percorsi di orientamento al lavoro attivati; 136 percorsi di formazione professionale attivati, più una cinquantina che stanno per essere attivati; 47 tirocini; 84 contratti di lavoro attivati. Questi sono un po' di numeri, diciamo, che ci danno da pensare che il progetto sia stato quello che avevamo detto, con la persona al centro, con la volontà di provare a garantire autonomia a queste persone. Il progetto si propone di continuare nello stesso modo. Naturalmente, più risorse disponibili, e per questo c'è stato un incontro anche in sede di Ministero la settimana scorsa con Sindaco e Prefetto, più sono le risorse disponibili, più è possibile aiutare un numero maggiore di persone, anche in tempi più celeri. A disposizione per delle domande, naturalmente. SCHELLINO Sonia (Assessora) Allora, intanto volevo replicare al tema della Città che non è protagonista. Allora, non solo la Città ha messo a disposizione tutti i suoi uffici, che fanno normalmente questo lavoro, quindi la Divisione che si occupa di stranieri, di minoranze etniche è al Tavolo perché si tratta di un'equipe multidisciplinare, multiente. L'equipe è formata non solo da alcune persone contrattate e pagate da Compagnia di San Paolo che le ha messe a disposizione in un'ottica di competence center, che è una delle modalità molto apprezzate non solo dalla Città, ma anche da altri enti che è tipica della gestione presidenziale del professor Profumo. Ma ci sono al Tavolo e all'interno dell'equipe persone della Diocesi, persone della Città. Persone della Città in numero molto importante, soprattutto nel momento in cui le persone che sono uscite dalle palazzine sono collocate e seguite all'interno delle abitazioni. Perché non dimentichiamo che dare delle opportunità lavorative è una delle caratteristiche più importanti di questo progetto, perché l'uscita da una situazione di marginalità si ottiene soprattutto col lavoro, perlomeno per tutti quelli che possono, ma le persone sono state seguite e sono seguite dal punto di vista sanitario, dal punto di vista dell'educazione dei bambini, dal punto di vista dell'integrazione, dell'apprendimento della lingua, della gestione dei documenti e per tutte queste attività non c'è solo un'equipe esterna, ma c'è equipe multiente, compresa anche - da settembre, da quando è in forza - la persona che la Prefettura mette a disposizione, appunto, della Prefettura stessa e degli enti collegati, per gestire temi che riguardano gli insediamenti informali; da settembre c'è una persona dedicata a questo, che segue e partecipa anche ai lavori del Tavolo di equipe. Per com'è organizzato il lavoro, c'è un'equipe operativa, ma c'è un gruppo di project management, che si riunisce molto spesso, quasi tutte le settimane, e quindi un certo numero di ore - anche mie, oltre che dei dirigenti e di altri funzionari della Città - sono dedicate a questo tema. Io ci dedico, personalmente, un certo numero di ore alla settimana. Questo giusto per dire che la Città non è solo stata a guardare, non ha delegato, ma ogni singola decisione è stata presa al Tavolo interistituzionale, le sue modalità attuative al tavolo di project management, nessuno è stato lasciato solo, neanche in questo caso. Quindi tutte le risorse sono state messe a disposizione. Quanti sono ancora all'interno dei locali? Sono un po' meno di 500, probabilmente. Man mano che si affronterà la liberazione di ogni palazzina, verrà completato il censimento puntuale. Tenete presente che le persone non possono essere obbligate ad essere censite, ma nel momento in cui si affronta il tema di una palazzina, anche per preparare gli spazi, le persone vengono invitate ad andare nell'ufficio dell'equipe per dare tutti i propri dati: la composizione familiare, il desiderio di coabitare con alcuni e non con altri, perché come in una qualsiasi situazione di coabitazione, non tutti vanno d'accordo con tutti. Il numero negli ultimi anni è anche sceso perché quelle palazzine, alcune in particolare, hanno subìto un degrado importante. All'interno della palazzina arancione un'intera colonna di bagni non è utilizzabile, quindi voi potete immaginare che quando sono pochi i bagni che funzionano, il numero di persone che hanno piacere di vivere all'interno di uno spazio ancorché occupato, diminuiscono, perché il bagno è una cosa abbastanza fondamentale. Quando un bagno ha perdite d'acqua, anche con le solette con l'acqua dentro, non è pericoloso, ma comunque non è gradevole viverci, e le persone stanno diminuendo, oltre al fatto che alcune persone magari trovano una collocazione anche in modo autonomo. Per quanto riguarda l'accelerazione muscolare, ne parlerà qui anche la Sindaca: non c'è nessuna accelerazione muscolare, perché il vincolo che è stato posto in sede di Tavolo interistituzionale è che ogni liberazione avvenga con gli stessi criteri con cui sono avvenute le liberazioni precedenti, cioè con la possibilità per le persone di partecipare a dei percorsi. Per partecipare a dei percorsi bisogna anche volerlo fare, quindi se ti viene offerto un colloquio di lavoro, ci devi anche voler andare, naturalmente. Però l'idea è sempre quella di continuare nello stesso modo. Le persone da prendere in carico diventano molte, ma molte usciranno anche. Ci sono delle persone che stanno completando il percorso. Ci sono delle persone che ci stanno chiedendo di aiutarli semplicemente a trovare un padrone di casa che abbia fiducia in loro e gli affitti, e loro sono disponibili a pagare l'affitto, perché ormai hanno un reddito e un'autonomia e quindi hanno solo bisogno di qualche garanzia, che qualcuno che ha seguito il loro percorso dica: "Questa persona ha intenzione di pagare l'affitto", e come sapete, molto spesso, il mercato privato degli affitti richiede referenze. E quindi se loro hanno un lavoro e hanno voglia di fare una vita autonoma, verranno aiutati anche in questo senso. Sul futuro delle palazzine, naturalmente ne parlerà la Sindaca, è ovvio che richiede degli investimenti immobiliari importanti e su questo sta lavorando lei particolare. Non si stanno cambiando le carte in tavola, non c'è nessuno sgombero, l'ho già detto prima, ma siccome è stato chiesto più volte, lo ripeto. Le risorse, per la prima parte era stato fatto uno stanziamento, l'anno scorso, aggiuntivo rispetto agli stanziamenti fatti dalla Compagnia di San Paolo e da parte del Ministero di 1.100.000, più 400.000 euro per l'emergenza freddo. Fino all'anno scorso veniva compattata, è stata compattata questa cifra. Quindi con un gruppo di stanziamenti parziali, del Ministero nel Governo precedente, abbiamo avuto, dedicati alle palazzine dell'ex MOI, 1.100.000. A dicembre, a novembre, sì, a dicembre, per affrontare il completamento dell'interrato e la prosecuzione dell'accoglienza delle persone già coinvolte nelle liberazioni precedenti, il Ministero ha stanziato questi 1.340.000 e rotti. Il futuro è da definire, non ci sono al momento cifre definite. Anche su questo è stato oggetto di discussione durante l'incontro della Sindaca col Ministro, quindi vi dirà lei. Cosa ha pagato la Compagnia di San Paolo? Ha pagato naturalmente una parte delle persone dell'equipe, quindi una parte delle persone che sono state contrattate dalla Compagnia. Ha pagato alcune accoglienze abitative, reperite con bandi di Compagnia. Sono stati fatti da parte di Compagnia dei bandi per le opportunità lavorative, tutto in modo trasparente sul sito di Compagnia, tra l'altro, ci sono state delle chiamate a Enti che potessero dare delle opportunità di lavoro. Ha fatto una parte di ristrutturazione di alcuni spazi, di adeguamento, più che di ristrutturazione, di spazi messi a disposizione dalla Curia, che poi si sono trasformati, appunto, anche questi in accoglienze, ma le accoglienze abitative non sono state tutte a carico di Compagnia. Sono state in buona parte, soprattutto da agosto in poi, a carico della Città, con fondi, appunto, ad hoc, stanziati dal Ministero. Dico ad hoc, così preveniamo l'ipotesi: "Ma non potevate usarli per qualche altra cosa?". No, perché il Ministero ce li ha dati vincolati all'inclusione delle persone in uscita dall'ex MOI. Per quanto riguarda lo spostamento nell'astigiano, è una cosa semplicemente già avvenuta. Abbiamo chiesto di poter utilizzare, abbiamo convenuto di poter utilizzare anche degli spazi polmone; questo è nato dall'esperienza che abbiamo fatto nelle ricollocazioni precedenti. Come abbiamo detto, non tutte le persone sono conosciute quando escono, cioè alcune persone sono andate a farsi censire, altre no. Abbiamo bisogno di spazi dove accogliere in modo un po' più…, per darci tempo di conoscerle, anche le persone che si trovano lì nel momento dell'uscita e non hanno ancora espresso le loro volontà di partecipare ad un percorso, piuttosto che a un altro. Questo spazio polmone, dove sono state collocate una ventina di persona, è a Castello di Annone. Sgombriamo anche il campo dalle cose che sono state dette dal Sindaco di Settimo, che avevamo incontrato perché naturalmente Settimo sarebbe stato più comodo, logisticamente parlando, rispetto ad un altro grande hub, che è stato poi quello di Castello di Annone. Avevamo chiesto a Settimo se ci fosse la disponibilità di accogliere temporaneamente, così come lo spazio temporaneo, con gli stessi criteri che vi ho decritto. La risposta di Settimo è stata no, e quindi a fronte di un no abbiamo chiesto ad un altro spazio, gestito da Croce Rossa, se era disponibile ad accogliere temporaneamente le persone in attesa della definizione del loro percorso e in quel caso la risposta è stata sì, e quindi abbiamo collocato le persone. Le persone che non hanno ancora, appunto, dato delle disponibilità, non si sa ancora bene se vogliono un percorso di lavoro, se vogliono andare fuori città, fuori regione. Per esempio, tenete presente che tutte le persone che sono andate nei cantieri navali, sono andate tutte fuori regione. Proprio allo scopo di conoscere meglio le persone, crediamo che uno spazio temporaneo, perlomeno per le persone che non sono ancora conosciute, sia uno spazio utile, sempre con rispetto delle persone che anche in quello spazio devono trovare, e la trovano (le persone che sono state là ce l'hanno) la possibilità, perlomeno, di fare corsi di lingua, iniziare a fare delle attività, in attesa, appunto, di iniziare i percorsi. I permessi di soggiorno in scadenza al momento sono stati rinnovati tutti, perché erano tutte persone che avevano il famoso permesso precedente al 4 ottobre. Sapete che tutti quelli che hanno il permesso precedente al 4 ottobre hanno 2 anni di rinnovo. I somali che sono usciti ad agosto, sono tutti Protezione Umanitaria, non sono rifugiati, quindi non c'è questo problema. All'interno del MOI ci sono persone che hanno già lo status di rifugiato, perché vengono da Emergenza Africa o da esperienze che fanno sì che loro abbiano già uno status definito, quindi per queste persone, per il momento, non c'è stato questo problema. Naturalmente la presenza della Prefettura, in modo sempre più coinvolto, devo dire, lo era anche prima, però il fatto di avere una persona dedicata - come c'è da settembre - a questo tema, mentre prima partecipavano ai nostri tavoli. Si sono susseguite molte persone, ora c'è una persona che ha questo unico compito e ci agevola molto anche nei rapporti con l'Ufficio immigrazione della Questura, perché è chiaro che ha più competenze di quante ne abbiamo noi e ha anche un'altra autorevolezza per gestire le interlocuzioni e tutto questo tema dei documenti, del rinnovo dei documenti è un po' il compito di questo membro del Tavolo interistituzionale e dell'equipe interistituzionale. Grazie. |