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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 28 Gennaio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 21

Comunicazioni della Sindaca su "Modalità e tempistiche liberazione palazzine ex MOI".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Proseguiamo con il prossimo punto all'ordine dei lavori. Comunicazioni:

"Modalità e tempistiche liberazione palazzine ex MOI"

SICARI Francesco (Presidente)
Risponde l'Assessora Schellino. Insieme all'interpellanza del Consigliere Tresso.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Grazie. Inizio a dare alcuni dati sulla traccia dell'interpellanza del Consigliere Tresso,
che poi verranno integrati dalla Sindaca, eventualmente e con, ovviamente, disponibilità
a rispondere ad ulteriori domande. Come evidenziato dagli interventi di agosto e di
dicembre 2018, il trasferimento e la ricollocazione delle persone dimoranti nelle
palazzine marrone e nelle cantine della palazzina arancione, il piano di recupero della
disponibilità degli immobili prevede la chiusura totale degli accessi ai locali interessati.
Nella palazzina marrone si è provveduto a murare le porte e le finestre al piano terra e al
primo piano e a chiudere tutte le porte di accesso. Così come per quanto concerne
l'accesso al locale sotterraneo sottostante la palazzina arancione, si è provveduto, oltre
allo sgombero dei rifiuti totale da parte dell'AMIAT, a murare il portone di accesso dal
lato via Giordano Bruno e l'accesso delle scale interne delle varie palazzine. È stata
salvaguardata la possibilità di accedere ai locali tecnici accessibili esclusivamente dagli
operatori autorizzati. La proprietà ha inoltre attivato un adeguato servizio di vigilanza
privata. Per i prossimi interventi di liberazione degli spazi si utilizzerà la stessa
metodologia per evitare una possibile rioccupazione e un aumento delle persone da
ricollocare. A questo vorrei aggiungere che è vero che dopo il primo spostamento delle
persone di un anno, un po' più di un anno fa, ormai, nel novembre 2017, c'è stata tutta
una serie di eventi che conoscete, abbiamo fatto anche degli incontri, delle
interlocuzioni e una parziale rioccupazione degli spazi, ma bisogna dire…, quello che
molto spesso viene un po', diciamo, un po' frainteso, non era stato in un primo momento
una liberazione totale, erano state tolte buona parte delle persone dimoranti - quelle
dimoranti oltre il cancello che venne messo nel 2017, fine 2017 - e non era invece stato
spostato un piccolo gruppo di persone che lavoravano e saltuariamente dormivano. Si è
visto che questo metodo non poteva funzionare completamente perché non c'era uno
stock fisso di persone. C'era in quello spazio una forte mobilità, quindi nel momento in
cui si andava a dire: "Non si deve ritornare a dormire", lo si diceva a persone che erano
di passaggio. Quindi l'intervento è successivo che ha completato l'operazione, non è
stato un secondo intervento, era comunque in programma di completare l'operazione.
Nel completamento dell'operazione si è dovuto tenere conto del fatto che c'era stato un
parziale aumento di persone, perché quello che ci si aspettava, che lo spazio liberato non
venisse più occupato, era stato in parte rioccupato. Ma volevo solo dirlo per chiarezza,
perché non è un fallimento della prima parte, è un totale non completo successo, però
era da mettere comunque in conto un secondo passaggio. Abbiamo comunque anche
imparato dalla prima esperienza, e di interventi non risolutivi al 100% della situazione
non ne verranno più fatti; d'ora in poi ogni spazio verrà liberato solo nel momento in cui
ci siano le condizioni di dare una proposta a tutte le persone e di chiudere
completamente l'accesso ad ogni singola palazzina, ne rimangono ancora tre. Le
prossime tappe saranno definite dal Tavolo interistituzionale e comunque prevedono la
liberazione di tutte le palazzine e il trasferimento delle persone interessate, e motivate
ad aderire alle proposte elaborate dagli enti coinvolti, con l'obiettivo di trovare insieme
soluzioni che permettano una partecipazione attiva al proprio progetto personale, volto
all'autonomia e all'inclusione socioeconomica. Un approccio innovativo e umanitario
nel quale siano presenti sicurezza e inclusione, nel tentativo di mettere fine a
un'emergenza sociale e sanitaria, proponendo alle persone percorsi e progetti mirati e al
tempo stesso mettere fine a una situazione di degrado che si ripercuote su tutto il
quartiere. Particolare attenzione sarà rivolta ai soggetti che necessitano di particolari
forme di tutela, quindi con particolare attenzione ai minori, ai nuclei familiari e ai
soggetti vulnerabili. La proprietà è pienamente coinvolta nelle operazioni per restituire
alla stessa la disponibilità degli immobili e nella conseguente messa in sicurezza. Il
lavoro per programmare i prossimi trasferimenti e la relativa messa in sicurezza delle
ulteriori palazzine non si è mai fermato. Quale delle tre ancora occupate sarà l'oggetto
del prossimo intervento, viene valutato dal Tavolo interistituzionale e dal Comitato
Ordine e Sicurezza. Come espresso dall'Amministrazione Comunale - in particolare
dopo il Tavolo interistituzionale di gennaio - si conferma l'intenzione di concludere la
liberazione di tutte le palazzine e la ricollocazione e accompagnamento all'inclusione
dei dimoranti entro la fine dell'anno. Volevo anche darvi qualche dato sui primi risultati,
sui primi successi; almeno noi li viviamo così e siamo convinti di questi primi 20 mesi
di lavoro. L'obiettivo specifico attiene all'accompagnamento sociale, lavorativo e
abitativo degli occupanti. Seppure nella difficoltà della realtà dell'occupazione che è
iniziata nel marzo 2013 e della relativa stabilizzazione della stessa, il progetto ha
raggiunto in questi primi 20 mesi alcuni risultati. I percorsi totali di inclusione abitativa
sono stati 349. Non hanno riguardato solo le persone uscite in occasione della
liberazione, ma anche alcune persone che in precedenza avevano chiesto, diciamo, di
dimostrare che il progetto veramente credeva nella possibilità delle persone di prendere
un po' in mano la loro vita e avevano avuto una collocazione lavorativa all'interno dei
cantieri navali, in un primo momento, non liberando completamente gli spazi, ma
alleggerendo un po' il numero di persone presenti. Per quanto riguarda i numeri di
liberazione nei 3 interventi: nel novembre 2017 il primo intervento sugli interrati ha
consentito l'uscita di 103 persone, che sono state accolte in strutture reperite attraverso
bando comunale su fondi del Ministero degli Interni e in strutture della Diocesi,
prevalentemente con fondi messi a disposizione di Compagnia di San Paolo. La
liberazione della palazzina marrone dell'agosto 2018 ha consentito di far uscire 99
persone. La liberazione degli interrati, il secondo intervento sugli interrati ha consentito
l'uscita di 56 persone. Per quanto riguarda gli accompagnamenti abitativi per i lavoratori
che sono andati nei cantieri navali: ad aprile 2018, 60 persone abitavano in alloggi
presso i cantieri navali di Monfalcone, Genova, Porto Marghera; a gennaio 2019 il
progetto ospitava ancora due persone in un appartamento a Genova e sulle 60 persone
che hanno lavorato per i cantieri navali, solo 15 sono ancora accompagnate dal progetto
perché non sono divenute autonome. L'accompagnamento dei nuclei familiari ha
coinvolto 9 nuclei che hanno trovato accoglienza presso strutture in Torino, per un
totale di 16 adulti e 15 bambini. L'accompagnamento abitativo di casi particolari ci ha
consentito di dare un accompagnamento sanitario ad alcune persone che avevano delle
difficoltà dal punto di vista dell'accoglienza sanitaria, avevano delle problematiche
sanitarie, mentre i percorsi di formazione e di inserimento lavorativo sono stati 333: 13
percorsi di orientamento al lavoro attivati; 136 percorsi di formazione professionale
attivati, più una cinquantina che stanno per essere attivati; 47 tirocini; 84 contratti di
lavoro attivati. Questi sono un po' di numeri, diciamo, che ci danno da pensare che il
progetto sia stato quello che avevamo detto, con la persona al centro, con la volontà di
provare a garantire autonomia a queste persone. Il progetto si propone di continuare
nello stesso modo. Naturalmente, più risorse disponibili, e per questo c'è stato un
incontro anche in sede di Ministero la settimana scorsa con Sindaco e Prefetto, più sono
le risorse disponibili, più è possibile aiutare un numero maggiore di persone, anche in
tempi più celeri. A disposizione per delle domande, naturalmente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Assessora Schellino. Si è iscritto il Consigliere Tresso. Prego.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Io ringrazio l'Assessora dei dati che ci ha fornito. Vede, Assessora
Schellino, io, però, da quanto lei ci ha esposto, ricavo tre tipi di considerazioni che
francamente mi preoccupano non poco. La prima è questa: tutti i dati che lei ci ha
fornito, tutti questi casi, anche abbastanza dettagliati, in cui in molte situazioni ci sono
stati anche degli approcci virtuosi di reinserimenti, di possibilità a dare una reale
opportunità di inclusione, non mi sembra che vedano la Città come protagonista. Cioè,
sono tutte esperienze che hanno avuto da altri soggetti: la Diocesi che ha fornito
probabilmente le soluzioni abitative; la Compagnia, che ha saputo fornire risorse e
percorsi, interlocuzioni con chi ha potuto fornire percorsi di lavoro; ma a me sembra che
fin da subito sia stato molto debole il ruolo che ha assunto la Città. Questo ruolo di
debolezza, banalmente si traduce anche nel fatto che oggi lei ci dà dei numeri, ci dice di
circa 350 persone, ma non sappiamo a fronte di quante siano le persone che realmente
poi possono essere ancora all'interno dei locali, perché comunque anche sul censimento
la Città non ha, con i suoi uffici, con le sue strutture, con i suoi strumenti, potuto
impostare una politica di dire: "Arriviamo a capire una mappatura di quella che
realmente è la situazione del MOI". Il secondo elemento di grossa preoccupazione è che
da quanto abbiamo appreso dai giornali - poi la Sindaca ci riferirà direttamente quello
che è stato l'oggetto dell'incontro con il Ministro Salvini - io l'ho letto come un sintomo
di allineamento a una politica, anche nei tempi che lei ci ha riproposto; voglio dire, se
per queste 350 persone in due anni si è arrivato a questo risultato, arrivare entro fine
anno mi dà l'idea che ci sia un'accelerazione un po' di tipo muscolare, che
probabilmente cozza o contraddice quello che è stato, invece, un impegno costruttivo
dello sforzo e delle risorse messe in campo da Torino per cercare delle situazioni
incruente, e per tutelare la dignità degli individui. Quando parlo di dignità degli
individui, sia ben chiaro, parlo tanto degli stranieri che dei cittadini torinesi, quindi la
dignità in senso lato. Invece, mi sembra che questo impegno assunto in maniera un po'
precipitosa dalla Sindaca mercoledì scorso - che ricordo mercoledì 27 è lo stesso giorno
dello sgombero del CARA di Castelnuovo di Porto, Roma - mi sembra voler lasciare da
un momento all'altro questa situazione di…, questo metodo di concertazione che fino ad
oggi, come lei ci ha ribadito, vuole essere invece centrale nella modalità. Forse questo
impegno di avere questa data, questa deadline di fine '19 - il 2019 mi sa che voglia dire
solo che si potrà arrivare a uno sgombero forzato - sia molto difficile mettere in atto
invece quei percorsi che lei ci diceva, stando proprio solo a un fattore numerico: quanto
è stato necessario condurre finora e quanto ci rimane davanti fino alla fine dell'anno.
Credo che la Sindaca avrebbe dovuto tenere in maggior conto anche l'espressione del
Consiglio Comunale, che a maggioranza, glielo ricordo, ha approvato un ordine del
giorno nello scorso ottobre, in cui sostanzialmente si dichiarava - Maggioranza e
Minoranza insieme - contraria al Decreto Sicurezza, che poi è stato convertito in Legge
132, impegnando proprio la stessa Sindaca ad attivarsi per un'ampia consultazione della
città in merito all'espulsione dei profughi dalle strutture di accoglienza. Richiamiamo il
fatto che, appunto, proprio mercoledì scorso, quando la Sindaca si incontrava con
Salvini, veniva dato, dallo stesso, l'ordine dello sgombero a Castelnuovo di Porto, che è
una struttura che, ricordiamolo, che è arrivata a ospitare un numero di migranti pari a
quello del MOI, un migliaio, distinguendosi anche per dei percorsi di progetto di
integrazione. 540 persone sono state delocalizzate: gente che lavorava e in molti casi
pagava anche le tasse in Italia; i bambini che da anni frequentavano le scuole. Uno
sgombero che ribadisce una volontà di prepotenza, persecutoria quasi. Diciamo, il MOI
ospita oggi un numero - poi forse l'Assessora o la Sindaca ci potranno dare dei maggiori
ragguagli - che credo consti tra le 500 e le 700 unità, se i numeri tornano rispetto a
quelli che lei ci dice sono stati delocalizzati o liberati. È sicuramente una struttura
abusiva, con una vicenda che non è in qualche modo comparabile con quella del Centro
CARA di Castelnuovo, dove, invece, abbiamo detto, i profughi erano regolarmente
inseriti. Ma qui è giusto che le palazzine di via Giordano Bruno tornino ad essere
restituite alla legalità perché non sono una struttura di accoglienza, quindi il paragone è
forzato, me ne rendo conto. Però qui è il terzo punto: lei ci ha spiegato come sia stata
posta molta attenzione nel murare, nel tamponare tutti gli accessi per evitare che
laddove si lasci un buco, lo si ricolmi. Però quello che ancora non è chiarito è quale sia
la visione della Città su quelle palazzine, cioè quale sia il progetto, perché cosa intenda
fare la Città, questo lo chiediamo da parecchio tempo e lo abbiamo sottolineato più
volte che l'operazione è debole in mancanza di un disegno complessivo di quell'area.
Ora, su quanto è stato riportato dagli organi di stampa in merito, appunto, a questo tipo
di svolta che è sembrata cogliere a seguito dell'incontro con il Ministro degli Interni,
anche la Regione, in voce del suo Presidente, ha espresso dissenso e ha fatto sapere che
se il piano degli interventi al MOI assumerà le forme di uno sgombero, la
collaborazione con il Comune si interromperà. A me sembra anche questo un segno
evidente di una prima incrinatura di un sistema che per mesi questa Giunta ha invece
pubblicizzato come virtuoso. A questo punto aspettiamo anche di sapere che cosa ne
pensano gli altri soggetti che finora hanno svolto un ruolo…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
La Compagnia… Ho finito, Presidente. E la Diocesi. Credo che al più presto sarà
necessario chiedere un'audizione dei loro rappresentanti in una Conferenza dei
Capigruppo, che chiederò proprio per sapere che cosa ne pensano gli altri attori.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliere Tresso. Si è iscritto il Consigliere Ricca. Prego.

RICCA Fabrizio
Grazie, Presidente. Possiamo dire che siamo vicini alla fine di un incubo per tutte le
persone che vivono intorno all'ex MOI. Un incubo iniziato tanti anni fa, da dove passa:
spaccio, degrado, da dove è stata stuprato una ragazza disabile e - come ultimo episodio
- l'omicidio di una persona che lì dentro ci viveva. Un incubo nato dall'incapacità del
Partito Democratico, sia a livello cittadino, che a livello di Governo Nazionale, di porre
un freno a quello che succedeva all'interno e di porre un rimedio a quello che succedeva
all'interno. Oggi, però, abbiamo la fortuna di avere un Governo che guarda in maniera
diversa determinate situazioni e che si è attivato immediatamente per far sì che quel
luogo possa tornare un luogo normale, per dare la possibilità a tutte quelle persone che
ne hanno diritto di poter essere protette e messe in luoghi sicuri, così come deve essere.
Dare la possibilità a tutte quelle persone che hanno bisogno di un aiuto umanitario di
poterlo ricevere, senza dover essere soggiogate dalle dinamiche che vivono all'interno di
quel buco nero all'interno della nostra città. E io sono contento, i fatti parlano chiaro: da
quando Matteo Salvini è Ministro dell'Interno è stata sgomberata una palazzina, è stato
fatto un vero sgombero delle cantine; perché ci ricordiamo tutti che il primo è stato un
po' a salve, perché sono usciti e sono rientrati, ma soprattutto di dare la possibilità alla
Città di Torino di avere mezzo milione di euro in più per finire lo sgombero. Questo è il
dato importante. Finalmente c'è un Governo che grazie al suo Ministro dell'Interno
investe davvero, mettendo dei soldi e avendo una programmazione vera, rimanendo
sempre all'interno delle linee guida di quel progetto, di poterlo fare anziché in maniera
lenta e macchinosa, di poterlo fare in un anno. E questo ci permette con più soldi e delle
tempistiche certe, di potere portare a casa un risultato pieno, questo è fondamentale. Io
ringrazio anche il Sindaco Appendino per essersi messa a disposizione del Governo per
cercare di risolvere il prima possibile questa situazione. Detto questo, sono anche
contento che il Ministero dell'Interno abbia aperto un focus importante su tutta quella
che è la realtà dei centri sociali e delle aree di spaccio, su cui chiaramente con i tempi e i
modi in cui Sindaco, Prefetto e Questore decideranno di intervenire per fare in modo
che tutte quelle realtà che con quel tipo di disagio ci vivono; io parlo del supporto che è
stato dato da parte dei centro sociali a determinare realtà che vivono all'interno dell'ex
MOI e dello spaccio che lì dentro è ampiamente tollerato. Io sono convinto che, così
come detto, entro un anno, entro la fine del 2019, anche quell'angolo buio di Torino
possa tornare a vedere la luce e sono contento che si possa fare con un Governo che sta
rispettando tutte le promesse che aveva fatto.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliere Ricca. Si è iscritto il Consigliere Lo Russo. Prego.

LO RUSSO Stefano
Ma io rubo 15 secondi, volevo solo dare un consiglio, non richiesto alla Sindaca
relativamente a come ha risposto alla precedente richiesta di comunicazioni. La
sensazione che ho, Sindaca, è che a lei la questione le sia un po' sfuggita di mano e,
sinceramente, credo che lei faccia male ad avere questo atteggiamento e a usare questi
toni e questa terminologia. Quello è un problema molto complesso. Chi le parla, sa bene
lei Sindaca, è sempre stato estremamente critico, anche nella precedente Maggioranza,
però ormai ha assunto dei connotati che vanno ben oltre la questione specifica di merito.
Io le chiedo scusa, glielo lascio a verbale, perché noi avremo nuovamente, credo,
problemi e lei che si è esposta così tanto, avrà poi da gestirla quella partita lì e
onestamente, siccome lei, pur essendo contrapposta politicamente alla mia parte
politica, continua ad essere la Sindaca di questa Città. Le suggerirei di cambiare linea,
di essere un pelo meno…, un pochino meno, come dire, aggressiva, perché quello lì è
un problema grosso e per come si è messa la situazione - mi creda, Sindaca, accetti
questo consiglio, ripeto, non richiesto - valuti se la linea che sta tenendo è una linea
produttiva per lei e soprattutto per la Città.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliere Lo Russo. Prego, Consigliera Grippo.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie, Presidente. Cercherò anche io di essere brevissima. Manca la materia del
contendere. Come al solito, l'Assessora sull'ex MOI non ha assolutamente spiegato se
in effetti si stiano cambiando le carte in tavola e quindi, a seguito dell'incontro avuto
dalla Sindaca con il Ministro dell'Interno Salvini, quello diventerà uno sgombero, cosa
che per fare uno sgombero il problema sarebbe stato risolto molto prima. Il tema è che
lo sgombero significa ordine pubblico e quindi l'idea di nascondersi dietro alle modalità
di cui si fa vanto il Capogruppo della Lega è qualche cosa che mi fa rabbrividire, che
comunque non porterebbe nessuna utilità a chi deve convivere con una situazione
difficile. Ci avete costretto, di nuovo, a fare degli interventi e un dibattito dove è
mancato il quid della richiesta di comunicazioni sull'argomento, eppure, da parte del
Capogruppo Tresso era stata ben formulata la domanda. Mi chiedo per quale ragione
tutte le volte noi siamo costretti a sentire una forma di rendicontazione che fa mancare
l'idea di quali siano le intenzioni dell'Amministrazione. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliere Grippo. Prego, Consigliera Tisi.

TISI Elide
Grazie, Presidente. Ma io volevo e spero che con un ulteriore intervento dell'Assessore
o con le comunicazioni - perché oggi siamo anche di fronte a una richiesta di
comunicazione nel merito dell'incontro fatto col Ministro Salvini - ci possano essere
degli ulteriori elementi che vadano nella direzione di quello che era l'oggetto
dell'interpellanza posta dal collega Tresso. Intanto direi la questione delle risorse: sono
richiamate nelle interpellanze 1.340.000 euro di risorse messe a disposizione del
Ministero. Oggi veniamo a conoscenza dal Consigliere Ricca di ulteriore mezzo milione
e poi ci sono quelli di Compagnia di San Paolo. Allora, io credo sarebbe interessante
capire complessivamente (anche perché abbiamo visto cifre sulle testate giornalistiche
anche molto diverse tra di loro) quanto complessivamente si ritiene debba costare
questo intervento. La seconda questione, che io vorrei ricordare, è che, se non vado
errato, la modalità del rispetto dei diritti umani e dell'attenzione e la tutela alle fasce
deboli stava scritta dentro l'ordinanza di sgombero. Quindi è in parte una scelta della
Città, ma in gran parte un adempimento che è stato richiesto e che deve tenere insieme
necessariamente lo sgombero con la garanzia di tutela delle persone deboli. Questo lo
dico perché è evidente che le tempistiche, questa accelerazione di tempistiche, se da un
lato ci fanno piacere, perché sicuramente il tema MOI credo tutti abbiamo piacere che
venga risolto, pone però degli interrogativi che mi piacerebbe sapere che tipo di risposta
hanno avuto. Intanto la programmazione che era stata comunicata entro fine 2020, o
addirittura entro la fine del mandato, in diverse occasioni è evidente che vede una
contrazione quanto meno di un anno. Allora la richiesta è: questa riduzione dei tempi è
stata concordata al Tavolo interistituzionale? Perché qui gli attori sono molti e, come
veniva ricordato, il ruolo del Comune in questo anno non è stato quello di governo
completo della situazione, ma è stato quello, come dire, di una parte, che però è una
parte importante, perché è quella che risponde ai cittadini. L'altra questione che è una
domanda: io ho letto e chiedo se c'è conferma, che tra le varie ipotesi c'è anche un
trasferimento in comuni dell'astigiano, come alternativa all'utilizzo di Settimo. Quindi
questa è una richiesta, credo molto precisa, anche perché sarebbe interessante sapere
come si pensa di sviluppare. Un'altra domanda sempre molto stringata è questa, cerco di
essere sintetica: i primi allontanati, da quanto risulta, sono quelli che avevano perlopiù
una situazione di status, quindi rifugiati, provenienti da Paesi con quelle caratteristiche.
Man mano che si procede e con l'applicazione della Legge Salvini molti di questi
probabilmente avranno un permesso di soggiorno in scadenza. Come ci si regolerà e
dove si ricollocheranno, e con quel progetto di vita, persone che probabilmente tra
qualche mese rischiano di diventare irregolari? Chiudo qui. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliera Tisi. Prego, Consigliere Iaria.

IARIA Antonino
Grazie mille. Allora, ruolo debole della Città, ho sentito dire. Grazie mille, Presidente.
Ruolo debole della Città fino al 2016, perché qui dobbiamo chiarirci, perché se si
affronta un problema e si va verso una via di risoluzione, non è merito della Città, la
Città non fa nulla. Se invece c'è un problema che non si risolve è tutta colpa della Città.
Quindi voi sapete benissimo che il problema del MOI è complesso, è 10.000 volte più
complesso del Barattolo e quindi sapete benissimo che l'interlocuzione col Ministero,
con il Ministro, prima Minniti, con il Governo di prima e con il Governo di adesso, ha
portato avanti una linea che si sta rivelando fruttifera e vincente. Vincente in tutti i sensi
perché sta anche portando uno sgombero senza particolari problemi di ordine pubblico.
Quindi, io penso che portare il dibattito sul fatto che questo non è merito anche della
Città di Torino che non ha avuto un ruolo, quando ce l'ha il ruolo, lo sapete benissimo,
che anche se non mette soldi, mette competenze, mette il lavoro dei Servizi Sociali e
mette anche tutta una serie di esperienze nella gestione di questo tipo di interventi. Ma
quello che mi preme dire è che se il dibattito deve andare verso l'idea di dire che questo
è un successo di una parte del Governo; io dico che è il successo di tutto il Governo, che
se ha la possibilità di mettere soldi in più per accelerare un processo, lo fa perché questo
Governo sta andando nella direzione di aiutare a risolvere i problemi che sono annosi
per gli Enti Locali e per tutta la cittadinanza.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliere Iaria. Prego, Consigliere Versaci.

VERSACI Fabio
Grazie, Presidente. Mi collego a quanto ha detto il Consigliere Iaria sul ruolo della
Città, perché io volevo prima cosa fare i complimenti alla Sindaca e all'Assessora per
come hanno gestito fino a questo momento questo annoso problema, perché i diritti
delle persone, in questo momento, là dentro non sono tutelati, quindi già che qualcuno
se ne occupi è qualcosa di grande. Me lo ricordo benissimo, perché alcune delle prime
cose che ho fatto quando io e la Sindaca Appendino siamo stati eletti, una delle prime
cose che ho fatto in questa Sala, qua di fianco, io, la Sindaca Appendino e il Prefetto
abbiamo incontrato gli occupanti del MOI, la Città ha incontrato gli occupati del MOI
per provare a trovare una soluzione. Poi io capisco che qualcuno speri ci sia uno
sgombero per dire che questa Amministrazione, questo Governo sono una banda di
fascisti, che ce l'hanno con i neri, perché questo è, perché infatti in questi giorni io ho
sentito le interviste rilasciate dalla Sindaca Appendino appena uscita dal Ministero, che
dicevano che non cambierà la linea, che si sta procedendo ad un approccio morbido.
L'Assessora Schellino ha appena fatto l'elenco di tutte le persone che sono state aiutate,
che verranno aiutate, sinceramente mi sembra veramente un po' strumentale, quest'oggi,
sentire dire determinate cose, perché sinceramente penso che il modello che stiamo
applicando in questa Città dovrebbe essere portato d'esempio. D'esempio in tutta Italia,
in tutta Italia, perché quello che stiamo riuscendo a fare è qualcosa di grandioso, a mio
modo di vedere, visto che là dentro la situazione è drammatica, è vergognosa; le persone
sono rimaste abbandonate per tre anni in quel…, e la prima volta che hanno incontrato
le Istituzioni erano: il sottoscritto, la Sindaca Appendino e il prefetto Saccone, che
saluto e ringrazio per il lavoro che ha svolto. Quindi, sinceramente, venire oggi a dire...,
no, c'era la Sindaca, glielo assicuro io. Non c'era Salvini, non c'era Salvini.

SICARI Francesco (Presidente)
Basta, non fate dibattito.

VERSACI Fabio
No, infatti, non volevo essere interrotto. La Sindaca Appendino l'ha detto in
un'intervista, lo ribadirà ora: non ci sarà nessun intervento con la forza, perché non è
questa l'intenzione dell'Amministrazione, e io ne sono convinto, perché è la Città che dà
una regia a tutto. Come diceva il Consigliere Iaria, non abbiamo i soldi, non abbiamo
potuto mettere i soldi, abbiamo fatto un Tavolo, quello che chi c'è stato prima di noi
non è mai riuscito a fare, anzi, se ne è altamente fregato e se ne è dimenticato. Quindi
lezioni su come si deve intervenire su questi temi, per favore, no, grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliere Versaci. Si è iscritta la Consigliera Montalbano.

MONTALBANO Deborah
Sì, grazie, Presidente. Poiché io sottoscrivo una parte dell'intervento fatto dal
Consigliere Versaci, in quanto credo che sia interesse di tutti il rispetto dei diritti delle
persone che si trovano all'interno del MOI, anche se in una condizione di occupazione.
Proprio in funzione di questo, visto che di questo progetto ne abbiamo sempre sentito
parlare molto, oltre alle varie discussioni all'interno delle Commissioni, della
Capigruppo, eccetera, ma ne abbiamo anche sentito parlare molto sui giornali con un
racconto direttamente seguito da parte dell'Amministrazione, degli Uffici e di tutta la
parte istituzionale. A me piacerebbe, quindi mi appello al primo presentatore che ha
firmato questa interpellanza, quindi al Consigliere Tresso, magari se vuole portare
questa interpellanza in Commissione, audire anche quelli che sono gli occupanti o i
comitati che fanno riferimento agli occupanti, in modo da ascoltare, anche direttamente,
la voce delle realtà che non si occupano della parte organizzativa e delle risorse (inc) al
Ministero, ma che si occupano di accompagnare giorno dopo giorno questi occupanti.
Quindi io mi auguro che il Consigliere di riferimento, che ha sottoscritto questa
interpellanza, possa accogliere questa mia istanza. Dopodiché io non devo guardare al
futuro, ve lo dico chiaramente. Cioè per me chiamare uno sgombero, uno sgombero
dolce, quando l'intervento poi al momento che si fanno uscire le famiglie è militarizzato,
come quello che è avvenuto durante lo sgombero dell'ultima cantina, delle ultime
cantine, quindi l'ultimo intervento; bastava vedere l'imponenza delle Forze dell'Ordine
presenti in quel momento su quell'area. Perciò di sgombero parliamo. Su questo io non
devo avere altri chiarimenti.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Consigliera Montalbano. Replica l'Assessora Schellino.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Allora, intanto volevo replicare al tema della Città che non è protagonista. Allora, non
solo la Città ha messo a disposizione tutti i suoi uffici, che fanno normalmente questo
lavoro, quindi la Divisione che si occupa di stranieri, di minoranze etniche è al Tavolo
perché si tratta di un'equipe multidisciplinare, multiente. L'equipe è formata non solo
da alcune persone contrattate e pagate da Compagnia di San Paolo che le ha messe a
disposizione in un'ottica di competence center, che è una delle modalità molto
apprezzate non solo dalla Città, ma anche da altri enti che è tipica della gestione
presidenziale del professor Profumo. Ma ci sono al Tavolo e all'interno dell'equipe
persone della Diocesi, persone della Città. Persone della Città in numero molto
importante, soprattutto nel momento in cui le persone che sono uscite dalle palazzine
sono collocate e seguite all'interno delle abitazioni. Perché non dimentichiamo che dare
delle opportunità lavorative è una delle caratteristiche più importanti di questo progetto,
perché l'uscita da una situazione di marginalità si ottiene soprattutto col lavoro,
perlomeno per tutti quelli che possono, ma le persone sono state seguite e sono seguite
dal punto di vista sanitario, dal punto di vista dell'educazione dei bambini, dal punto di
vista dell'integrazione, dell'apprendimento della lingua, della gestione dei documenti e
per tutte queste attività non c'è solo un'equipe esterna, ma c'è equipe multiente,
compresa anche - da settembre, da quando è in forza - la persona che la Prefettura mette
a disposizione, appunto, della Prefettura stessa e degli enti collegati, per gestire temi che
riguardano gli insediamenti informali; da settembre c'è una persona dedicata a questo,
che segue e partecipa anche ai lavori del Tavolo di equipe. Per com'è organizzato il
lavoro, c'è un'equipe operativa, ma c'è un gruppo di project management, che si riunisce
molto spesso, quasi tutte le settimane, e quindi un certo numero di ore - anche mie, oltre
che dei dirigenti e di altri funzionari della Città - sono dedicate a questo tema. Io ci
dedico, personalmente, un certo numero di ore alla settimana. Questo giusto per dire che
la Città non è solo stata a guardare, non ha delegato, ma ogni singola decisione è stata
presa al Tavolo interistituzionale, le sue modalità attuative al tavolo di project
management, nessuno è stato lasciato solo, neanche in questo caso. Quindi tutte le
risorse sono state messe a disposizione. Quanti sono ancora all'interno dei locali? Sono
un po' meno di 500, probabilmente. Man mano che si affronterà la liberazione di ogni
palazzina, verrà completato il censimento puntuale. Tenete presente che le persone non
possono essere obbligate ad essere censite, ma nel momento in cui si affronta il tema di
una palazzina, anche per preparare gli spazi, le persone vengono invitate ad andare
nell'ufficio dell'equipe per dare tutti i propri dati: la composizione familiare, il
desiderio di coabitare con alcuni e non con altri, perché come in una qualsiasi situazione
di coabitazione, non tutti vanno d'accordo con tutti. Il numero negli ultimi anni è anche
sceso perché quelle palazzine, alcune in particolare, hanno subìto un degrado
importante. All'interno della palazzina arancione un'intera colonna di bagni non è
utilizzabile, quindi voi potete immaginare che quando sono pochi i bagni che
funzionano, il numero di persone che hanno piacere di vivere all'interno di uno spazio
ancorché occupato, diminuiscono, perché il bagno è una cosa abbastanza fondamentale.
Quando un bagno ha perdite d'acqua, anche con le solette con l'acqua dentro, non è
pericoloso, ma comunque non è gradevole viverci, e le persone stanno diminuendo,
oltre al fatto che alcune persone magari trovano una collocazione anche in modo
autonomo. Per quanto riguarda l'accelerazione muscolare, ne parlerà qui anche la
Sindaca: non c'è nessuna accelerazione muscolare, perché il vincolo che è stato posto in
sede di Tavolo interistituzionale è che ogni liberazione avvenga con gli stessi criteri con
cui sono avvenute le liberazioni precedenti, cioè con la possibilità per le persone di
partecipare a dei percorsi. Per partecipare a dei percorsi bisogna anche volerlo fare,
quindi se ti viene offerto un colloquio di lavoro, ci devi anche voler andare,
naturalmente. Però l'idea è sempre quella di continuare nello stesso modo. Le persone
da prendere in carico diventano molte, ma molte usciranno anche. Ci sono delle persone
che stanno completando il percorso. Ci sono delle persone che ci stanno chiedendo di
aiutarli semplicemente a trovare un padrone di casa che abbia fiducia in loro e gli affitti,
e loro sono disponibili a pagare l'affitto, perché ormai hanno un reddito e un'autonomia
e quindi hanno solo bisogno di qualche garanzia, che qualcuno che ha seguito il loro
percorso dica: "Questa persona ha intenzione di pagare l'affitto", e come sapete, molto
spesso, il mercato privato degli affitti richiede referenze. E quindi se loro hanno un
lavoro e hanno voglia di fare una vita autonoma, verranno aiutati anche in questo senso.
Sul futuro delle palazzine, naturalmente ne parlerà la Sindaca, è ovvio che richiede degli
investimenti immobiliari importanti e su questo sta lavorando lei particolare. Non si
stanno cambiando le carte in tavola, non c'è nessuno sgombero, l'ho già detto prima, ma
siccome è stato chiesto più volte, lo ripeto. Le risorse, per la prima parte era stato fatto
uno stanziamento, l'anno scorso, aggiuntivo rispetto agli stanziamenti fatti dalla
Compagnia di San Paolo e da parte del Ministero di 1.100.000, più 400.000 euro per
l'emergenza freddo. Fino all'anno scorso veniva compattata, è stata compattata questa
cifra. Quindi con un gruppo di stanziamenti parziali, del Ministero nel Governo
precedente, abbiamo avuto, dedicati alle palazzine dell'ex MOI, 1.100.000. A dicembre,
a novembre, sì, a dicembre, per affrontare il completamento dell'interrato e la
prosecuzione dell'accoglienza delle persone già coinvolte nelle liberazioni precedenti, il
Ministero ha stanziato questi 1.340.000 e rotti. Il futuro è da definire, non ci sono al
momento cifre definite. Anche su questo è stato oggetto di discussione durante
l'incontro della Sindaca col Ministro, quindi vi dirà lei. Cosa ha pagato la Compagnia di
San Paolo? Ha pagato naturalmente una parte delle persone dell'equipe, quindi una
parte delle persone che sono state contrattate dalla Compagnia. Ha pagato alcune
accoglienze abitative, reperite con bandi di Compagnia. Sono stati fatti da parte di
Compagnia dei bandi per le opportunità lavorative, tutto in modo trasparente sul sito di
Compagnia, tra l'altro, ci sono state delle chiamate a Enti che potessero dare delle
opportunità di lavoro. Ha fatto una parte di ristrutturazione di alcuni spazi, di
adeguamento, più che di ristrutturazione, di spazi messi a disposizione dalla Curia, che
poi si sono trasformati, appunto, anche questi in accoglienze, ma le accoglienze
abitative non sono state tutte a carico di Compagnia. Sono state in buona parte,
soprattutto da agosto in poi, a carico della Città, con fondi, appunto, ad hoc, stanziati dal
Ministero. Dico ad hoc, così preveniamo l'ipotesi: "Ma non potevate usarli per qualche
altra cosa?". No, perché il Ministero ce li ha dati vincolati all'inclusione delle persone in
uscita dall'ex MOI. Per quanto riguarda lo spostamento nell'astigiano, è una cosa
semplicemente già avvenuta. Abbiamo chiesto di poter utilizzare, abbiamo convenuto di
poter utilizzare anche degli spazi polmone; questo è nato dall'esperienza che abbiamo
fatto nelle ricollocazioni precedenti. Come abbiamo detto, non tutte le persone sono
conosciute quando escono, cioè alcune persone sono andate a farsi censire, altre no.
Abbiamo bisogno di spazi dove accogliere in modo un po' più…, per darci tempo di
conoscerle, anche le persone che si trovano lì nel momento dell'uscita e non hanno
ancora espresso le loro volontà di partecipare ad un percorso, piuttosto che a un altro.
Questo spazio polmone, dove sono state collocate una ventina di persona, è a Castello di
Annone. Sgombriamo anche il campo dalle cose che sono state dette dal Sindaco di
Settimo, che avevamo incontrato perché naturalmente Settimo sarebbe stato più
comodo, logisticamente parlando, rispetto ad un altro grande hub, che è stato poi quello
di Castello di Annone. Avevamo chiesto a Settimo se ci fosse la disponibilità di
accogliere temporaneamente, così come lo spazio temporaneo, con gli stessi criteri che
vi ho decritto. La risposta di Settimo è stata no, e quindi a fronte di un no abbiamo
chiesto ad un altro spazio, gestito da Croce Rossa, se era disponibile ad accogliere
temporaneamente le persone in attesa della definizione del loro percorso e in quel caso
la risposta è stata sì, e quindi abbiamo collocato le persone. Le persone che non hanno
ancora, appunto, dato delle disponibilità, non si sa ancora bene se vogliono un percorso
di lavoro, se vogliono andare fuori città, fuori regione. Per esempio, tenete presente che
tutte le persone che sono andate nei cantieri navali, sono andate tutte fuori regione.
Proprio allo scopo di conoscere meglio le persone, crediamo che uno spazio
temporaneo, perlomeno per le persone che non sono ancora conosciute, sia uno spazio
utile, sempre con rispetto delle persone che anche in quello spazio devono trovare, e la
trovano (le persone che sono state là ce l'hanno) la possibilità, perlomeno, di fare corsi
di lingua, iniziare a fare delle attività, in attesa, appunto, di iniziare i percorsi. I permessi
di soggiorno in scadenza al momento sono stati rinnovati tutti, perché erano tutte
persone che avevano il famoso permesso precedente al 4 ottobre. Sapete che tutti quelli
che hanno il permesso precedente al 4 ottobre hanno 2 anni di rinnovo. I somali che
sono usciti ad agosto, sono tutti Protezione Umanitaria, non sono rifugiati, quindi non
c'è questo problema. All'interno del MOI ci sono persone che hanno già lo status di
rifugiato, perché vengono da Emergenza Africa o da esperienze che fanno sì che loro
abbiano già uno status definito, quindi per queste persone, per il momento, non c'è stato
questo problema. Naturalmente la presenza della Prefettura, in modo sempre più
coinvolto, devo dire, lo era anche prima, però il fatto di avere una persona dedicata -
come c'è da settembre - a questo tema, mentre prima partecipavano ai nostri tavoli. Si
sono susseguite molte persone, ora c'è una persona che ha questo unico compito e ci
agevola molto anche nei rapporti con l'Ufficio immigrazione della Questura, perché è
chiaro che ha più competenze di quante ne abbiamo noi e ha anche un'altra
autorevolezza per gestire le interlocuzioni e tutto questo tema dei documenti, del
rinnovo dei documenti è un po' il compito di questo membro del Tavolo
interistituzionale e dell'equipe interistituzionale. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Assessora Schellino. Prego, Sindaca Appendino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. In realtà non ho molto da aggiungere rispetto a quello che ha detto
l'Assessora Schellino. Cioè, quando io ricordo che la prima volta che abbiamo parlato di
MOI qui, in questa Sala, è stato forse qualche mese dopo la mia elezione, quando dissi
che entro il mandato volevamo risolvere la questione del MOI, qualcuno ci guardava
come per dire: "Ma no, è impossibile, assolutamente non sarà fattibile", come se
stessimo prendendo in giro, forse, la cittadinanza, cosa che venne detta anche in
campagna elettorale. Io credo che, a distanza di due anni e mezzo, quel percorso sia
iniziato. Sia iniziato bene, ed è iniziato e siamo riusciti ad arrivare a un risultato
importante, perché è stata condivisa come emergenza dell'intera comunità, e quando
parlo di emergenza intendo sempre dire - lo dico dal primo giorno e lo ribadisco con
tutti i miei interlocutori, quando ovviamente affronto la questione MOI - che
l'emergenza è l'emergenza per il quartiere, in particolare anche di tutela - non ho
problemi a dirlo - di proprietà privata, che ha dei diritti e ha anche intimato le
istituzioni, come credo tutti sappiate, a poter far prevalere dei diritti del quartiere, a
veder riqualificata l'area e non è in terza posizione, è sempre: "e…, e…, e…", quindi
insieme non "o…, o…", evidentemente, alle persone che devono vivere in condizioni
dignitose. Non so chi ha detto, forse la Consigliera Montalbano: "Vi invito a vedere…",
io ho visto con i miei occhi che cosa c'è lì. Ho parlato con quelle persone, come diceva
giustamente il Consigliere Versaci e so benissimo che cosa succede, quali sono le
condizioni di vita lì; l'avete visto tutti, anche dopo che abbiamo fatto i primi interventi,
perché sono emerse le fotografie. Allora, io credo che oggi, come dire, il vero tema sia
che dal 2013 ad oggi quelle persone sono rimaste lì, perché forse era più facile, perché è
difficile, come dicevamo prima per Barattolo, andare a inserirsi in meccanismi e in
situazioni che si sono lasciate ferme per anni. Allora, quando con il Ministro Salvini,
che ringrazio per il supporto che sta dando al progetto, dice, in una nota congiunta con
la Città, peraltro cosa che avveniva anche col Ministro Minniti, che ha fatto partire con
noi il percorso, perché io credo che sia una cosa talmente complessa che una città da
sola difficilmente riesce a superarla. E quindi il ringraziamento al Ministero, al Governo
che ci sta aiutando, che ha fatto partire il percorso, alla Diocesi, alla Compagnia di San
Paolo, alla Regione, cioè è un problema che è stato ritenuto prioritario per l'intera
comunità e in quel senso si sta lavorando. E quindi, Consigliera Tisi, io non ho problemi
a confermare, come ho detto a mezzo stampa, come ha detto l'Assessora Schellino, che
è tutto passato per il Tavolo interistituzionale - che peraltro è stato convocato, se non
ricordo male, il 15 di gennaio, quindi prima ancora che accadesse, il 15 o il 16,
l'omicidio al MOI - in cui si era definito che si sarebbe proceduto, come poi è stato,
anche concordato con il Ministero. Scusatemi, io non ci vedo nulla di scandaloso nel
fatto che (e peraltro questo quando ci fu il Ministro Minniti, non fu sollevato) una città,
su un'operazione così complessa, porti una serie di idee e si confronti con il Ministro,
ed è necessario che il Ministro quella idea la condivida. E l'azione politica che fa la
Città è condividere con il Ministero. Ora, la liberazione delle palazzine è graduale? Sì,
Entro il mandato? Sì. Con la forza? No. Accompagnando le persone deboli? Sì. Questo
è il modello che portiamo avanti, ma senza il Ministero (il Ministro Salvini, che
ringrazio perché ha posto attenzione sul tema di Torino) questo non sarebbe possibile,
come non sarebbe possibile senza la Diocesi, che ci dà una mano incredibile; come non
sarebbe possibile senza la Regione e non sarebbe possibile senza Compagnia di San
Paolo. Ora, se ogni volta che noi incontriamo il Ministro Salvini, qualcuno,
legittimamente, vuole fare campagna politica su perché un Sindaco incontra un
Ministro, lo può fare legittimamente, però francamente non credo che sia nell'interesse
del progetto che si sta portando avanti. Ribadisco, quali sono le quattro domande?
Forza? No, non vogliamo usare la forza, assolutamente, tant'è che il percorso è graduale
e continuerà ad essere graduale. Vogliamo dare attenzione a persone vulnerabili? Sì,
assolutamente sì. Vogliamo farlo entro il mandato? Sì. Riusciamo a farlo in un anno in
meno? Io spero di sì. Sì, è il nostro obiettivo, ma per tutelare tutti i diritti di cui parlavo
inizialmente. In questo senso si sta lavorando e io credo, davvero, che, e torno all'ultima
questione che è la prima, che è stata posta dal Capogruppo Tresso, che è vero che
l'obiettivo finale, per quanto riguarda il quartiere, è qualificare quell'area. Però,
Consigliere Tresso, ma lei lo vede un investitore immobiliare che oggi mette i soldi se
non siamo credibili nel fatto che è possibile procedere con la liberazione delle
palazzine? Cioè, è difficile convincere un investitore a fare un investimento su un'area
se non c'è un progetto credibile e se non hai ottenuto dei risultati. Per questo io dissi che
quando abbiamo liberato la prima palazzina era fondamentale per dare credibilità
rispetto alle riqualificazioni dell'area; è per quello che adesso stiamo iniziando a
lavorarci. E nell'ottica di cosa accadrà in quell'area un tavolo partirà, tra l'altro, dai
primi di febbraio e coinvolgeremo il Presidente della Circoscrizione come è legittimo
che sia, perché quello è il tema che riguarda il quartiere. Ma finché noi non siamo
credibili nel fatto che la liberazione sia possibile, è molto difficile far partire un
investimento immobiliare, come credo lei possa immaginare. Quindi continuiamo con la
liberazione. Adesso, peraltro, faremo tutte le valutazioni tecniche al Tavolo e
ovviamente faremo gli interventi come devono essere fatti, e, concludo, in parallelo
lavoreremo sulla riqualificazione dell'area, ma sono strettamente correlate le due cose,
sennò non siamo credibili nei confronti degli investitori. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie, Sindaca Appendino.
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