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SICARI Francesco (Presidente) Proseguiamo con il prossimo punto all'ordine dei lavori. Comunicazioni: "Modalità e tempistiche liberazione palazzine ex MOI" SICARI Francesco (Presidente) Risponde l'Assessora Schellino. Insieme all'interpellanza del Consigliere Tresso. SCHELLINO Sonia (Assessora) Grazie. Inizio a dare alcuni dati sulla traccia dell'interpellanza del Consigliere Tresso, che poi verranno integrati dalla Sindaca, eventualmente e con, ovviamente, disponibilità a rispondere ad ulteriori domande. Come evidenziato dagli interventi di agosto e di dicembre 2018, il trasferimento e la ricollocazione delle persone dimoranti nelle palazzine marrone e nelle cantine della palazzina arancione, il piano di recupero della disponibilità degli immobili prevede la chiusura totale degli accessi ai locali interessati. Nella palazzina marrone si è provveduto a murare le porte e le finestre al piano terra e al primo piano e a chiudere tutte le porte di accesso. Così come per quanto concerne l'accesso al locale sotterraneo sottostante la palazzina arancione, si è provveduto, oltre allo sgombero dei rifiuti totale da parte dell'AMIAT, a murare il portone di accesso dal lato via Giordano Bruno e l'accesso delle scale interne delle varie palazzine. È stata salvaguardata la possibilità di accedere ai locali tecnici accessibili esclusivamente dagli operatori autorizzati. La proprietà ha inoltre attivato un adeguato servizio di vigilanza privata. Per i prossimi interventi di liberazione degli spazi si utilizzerà la stessa metodologia per evitare una possibile rioccupazione e un aumento delle persone da ricollocare. A questo vorrei aggiungere che è vero che dopo il primo spostamento delle persone di un anno, un po' più di un anno fa, ormai, nel novembre 2017, c'è stata tutta una serie di eventi che conoscete, abbiamo fatto anche degli incontri, delle interlocuzioni e una parziale rioccupazione degli spazi, ma bisogna dire…, quello che molto spesso viene un po', diciamo, un po' frainteso, non era stato in un primo momento una liberazione totale, erano state tolte buona parte delle persone dimoranti - quelle dimoranti oltre il cancello che venne messo nel 2017, fine 2017 - e non era invece stato spostato un piccolo gruppo di persone che lavoravano e saltuariamente dormivano. Si è visto che questo metodo non poteva funzionare completamente perché non c'era uno stock fisso di persone. C'era in quello spazio una forte mobilità, quindi nel momento in cui si andava a dire: "Non si deve ritornare a dormire", lo si diceva a persone che erano di passaggio. Quindi l'intervento è successivo che ha completato l'operazione, non è stato un secondo intervento, era comunque in programma di completare l'operazione. Nel completamento dell'operazione si è dovuto tenere conto del fatto che c'era stato un parziale aumento di persone, perché quello che ci si aspettava, che lo spazio liberato non venisse più occupato, era stato in parte rioccupato. Ma volevo solo dirlo per chiarezza, perché non è un fallimento della prima parte, è un totale non completo successo, però era da mettere comunque in conto un secondo passaggio. Abbiamo comunque anche imparato dalla prima esperienza, e di interventi non risolutivi al 100% della situazione non ne verranno più fatti; d'ora in poi ogni spazio verrà liberato solo nel momento in cui ci siano le condizioni di dare una proposta a tutte le persone e di chiudere completamente l'accesso ad ogni singola palazzina, ne rimangono ancora tre. Le prossime tappe saranno definite dal Tavolo interistituzionale e comunque prevedono la liberazione di tutte le palazzine e il trasferimento delle persone interessate, e motivate ad aderire alle proposte elaborate dagli enti coinvolti, con l'obiettivo di trovare insieme soluzioni che permettano una partecipazione attiva al proprio progetto personale, volto all'autonomia e all'inclusione socioeconomica. Un approccio innovativo e umanitario nel quale siano presenti sicurezza e inclusione, nel tentativo di mettere fine a un'emergenza sociale e sanitaria, proponendo alle persone percorsi e progetti mirati e al tempo stesso mettere fine a una situazione di degrado che si ripercuote su tutto il quartiere. Particolare attenzione sarà rivolta ai soggetti che necessitano di particolari forme di tutela, quindi con particolare attenzione ai minori, ai nuclei familiari e ai soggetti vulnerabili. La proprietà è pienamente coinvolta nelle operazioni per restituire alla stessa la disponibilità degli immobili e nella conseguente messa in sicurezza. Il lavoro per programmare i prossimi trasferimenti e la relativa messa in sicurezza delle ulteriori palazzine non si è mai fermato. Quale delle tre ancora occupate sarà l'oggetto del prossimo intervento, viene valutato dal Tavolo interistituzionale e dal Comitato Ordine e Sicurezza. Come espresso dall'Amministrazione Comunale - in particolare dopo il Tavolo interistituzionale di gennaio - si conferma l'intenzione di concludere la liberazione di tutte le palazzine e la ricollocazione e accompagnamento all'inclusione dei dimoranti entro la fine dell'anno. Volevo anche darvi qualche dato sui primi risultati, sui primi successi; almeno noi li viviamo così e siamo convinti di questi primi 20 mesi di lavoro. L'obiettivo specifico attiene all'accompagnamento sociale, lavorativo e abitativo degli occupanti. Seppure nella difficoltà della realtà dell'occupazione che è iniziata nel marzo 2013 e della relativa stabilizzazione della stessa, il progetto ha raggiunto in questi primi 20 mesi alcuni risultati. I percorsi totali di inclusione abitativa sono stati 349. Non hanno riguardato solo le persone uscite in occasione della liberazione, ma anche alcune persone che in precedenza avevano chiesto, diciamo, di dimostrare che il progetto veramente credeva nella possibilità delle persone di prendere un po' in mano la loro vita e avevano avuto una collocazione lavorativa all'interno dei cantieri navali, in un primo momento, non liberando completamente gli spazi, ma alleggerendo un po' il numero di persone presenti. Per quanto riguarda i numeri di liberazione nei 3 interventi: nel novembre 2017 il primo intervento sugli interrati ha consentito l'uscita di 103 persone, che sono state accolte in strutture reperite attraverso bando comunale su fondi del Ministero degli Interni e in strutture della Diocesi, prevalentemente con fondi messi a disposizione di Compagnia di San Paolo. La liberazione della palazzina marrone dell'agosto 2018 ha consentito di far uscire 99 persone. La liberazione degli interrati, il secondo intervento sugli interrati ha consentito l'uscita di 56 persone. Per quanto riguarda gli accompagnamenti abitativi per i lavoratori che sono andati nei cantieri navali: ad aprile 2018, 60 persone abitavano in alloggi presso i cantieri navali di Monfalcone, Genova, Porto Marghera; a gennaio 2019 il progetto ospitava ancora due persone in un appartamento a Genova e sulle 60 persone che hanno lavorato per i cantieri navali, solo 15 sono ancora accompagnate dal progetto perché non sono divenute autonome. L'accompagnamento dei nuclei familiari ha coinvolto 9 nuclei che hanno trovato accoglienza presso strutture in Torino, per un totale di 16 adulti e 15 bambini. L'accompagnamento abitativo di casi particolari ci ha consentito di dare un accompagnamento sanitario ad alcune persone che avevano delle difficoltà dal punto di vista dell'accoglienza sanitaria, avevano delle problematiche sanitarie, mentre i percorsi di formazione e di inserimento lavorativo sono stati 333: 13 percorsi di orientamento al lavoro attivati; 136 percorsi di formazione professionale attivati, più una cinquantina che stanno per essere attivati; 47 tirocini; 84 contratti di lavoro attivati. Questi sono un po' di numeri, diciamo, che ci danno da pensare che il progetto sia stato quello che avevamo detto, con la persona al centro, con la volontà di provare a garantire autonomia a queste persone. Il progetto si propone di continuare nello stesso modo. Naturalmente, più risorse disponibili, e per questo c'è stato un incontro anche in sede di Ministero la settimana scorsa con Sindaco e Prefetto, più sono le risorse disponibili, più è possibile aiutare un numero maggiore di persone, anche in tempi più celeri. A disposizione per delle domande, naturalmente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Assessora Schellino. Si è iscritto il Consigliere Tresso. Prego. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Io ringrazio l'Assessora dei dati che ci ha fornito. Vede, Assessora Schellino, io, però, da quanto lei ci ha esposto, ricavo tre tipi di considerazioni che francamente mi preoccupano non poco. La prima è questa: tutti i dati che lei ci ha fornito, tutti questi casi, anche abbastanza dettagliati, in cui in molte situazioni ci sono stati anche degli approcci virtuosi di reinserimenti, di possibilità a dare una reale opportunità di inclusione, non mi sembra che vedano la Città come protagonista. Cioè, sono tutte esperienze che hanno avuto da altri soggetti: la Diocesi che ha fornito probabilmente le soluzioni abitative; la Compagnia, che ha saputo fornire risorse e percorsi, interlocuzioni con chi ha potuto fornire percorsi di lavoro; ma a me sembra che fin da subito sia stato molto debole il ruolo che ha assunto la Città. Questo ruolo di debolezza, banalmente si traduce anche nel fatto che oggi lei ci dà dei numeri, ci dice di circa 350 persone, ma non sappiamo a fronte di quante siano le persone che realmente poi possono essere ancora all'interno dei locali, perché comunque anche sul censimento la Città non ha, con i suoi uffici, con le sue strutture, con i suoi strumenti, potuto impostare una politica di dire: "Arriviamo a capire una mappatura di quella che realmente è la situazione del MOI". Il secondo elemento di grossa preoccupazione è che da quanto abbiamo appreso dai giornali - poi la Sindaca ci riferirà direttamente quello che è stato l'oggetto dell'incontro con il Ministro Salvini - io l'ho letto come un sintomo di allineamento a una politica, anche nei tempi che lei ci ha riproposto; voglio dire, se per queste 350 persone in due anni si è arrivato a questo risultato, arrivare entro fine anno mi dà l'idea che ci sia un'accelerazione un po' di tipo muscolare, che probabilmente cozza o contraddice quello che è stato, invece, un impegno costruttivo dello sforzo e delle risorse messe in campo da Torino per cercare delle situazioni incruente, e per tutelare la dignità degli individui. Quando parlo di dignità degli individui, sia ben chiaro, parlo tanto degli stranieri che dei cittadini torinesi, quindi la dignità in senso lato. Invece, mi sembra che questo impegno assunto in maniera un po' precipitosa dalla Sindaca mercoledì scorso - che ricordo mercoledì 27 è lo stesso giorno dello sgombero del CARA di Castelnuovo di Porto, Roma - mi sembra voler lasciare da un momento all'altro questa situazione di…, questo metodo di concertazione che fino ad oggi, come lei ci ha ribadito, vuole essere invece centrale nella modalità. Forse questo impegno di avere questa data, questa deadline di fine '19 - il 2019 mi sa che voglia dire solo che si potrà arrivare a uno sgombero forzato - sia molto difficile mettere in atto invece quei percorsi che lei ci diceva, stando proprio solo a un fattore numerico: quanto è stato necessario condurre finora e quanto ci rimane davanti fino alla fine dell'anno. Credo che la Sindaca avrebbe dovuto tenere in maggior conto anche l'espressione del Consiglio Comunale, che a maggioranza, glielo ricordo, ha approvato un ordine del giorno nello scorso ottobre, in cui sostanzialmente si dichiarava - Maggioranza e Minoranza insieme - contraria al Decreto Sicurezza, che poi è stato convertito in Legge 132, impegnando proprio la stessa Sindaca ad attivarsi per un'ampia consultazione della città in merito all'espulsione dei profughi dalle strutture di accoglienza. Richiamiamo il fatto che, appunto, proprio mercoledì scorso, quando la Sindaca si incontrava con Salvini, veniva dato, dallo stesso, l'ordine dello sgombero a Castelnuovo di Porto, che è una struttura che, ricordiamolo, che è arrivata a ospitare un numero di migranti pari a quello del MOI, un migliaio, distinguendosi anche per dei percorsi di progetto di integrazione. 540 persone sono state delocalizzate: gente che lavorava e in molti casi pagava anche le tasse in Italia; i bambini che da anni frequentavano le scuole. Uno sgombero che ribadisce una volontà di prepotenza, persecutoria quasi. Diciamo, il MOI ospita oggi un numero - poi forse l'Assessora o la Sindaca ci potranno dare dei maggiori ragguagli - che credo consti tra le 500 e le 700 unità, se i numeri tornano rispetto a quelli che lei ci dice sono stati delocalizzati o liberati. È sicuramente una struttura abusiva, con una vicenda che non è in qualche modo comparabile con quella del Centro CARA di Castelnuovo, dove, invece, abbiamo detto, i profughi erano regolarmente inseriti. Ma qui è giusto che le palazzine di via Giordano Bruno tornino ad essere restituite alla legalità perché non sono una struttura di accoglienza, quindi il paragone è forzato, me ne rendo conto. Però qui è il terzo punto: lei ci ha spiegato come sia stata posta molta attenzione nel murare, nel tamponare tutti gli accessi per evitare che laddove si lasci un buco, lo si ricolmi. Però quello che ancora non è chiarito è quale sia la visione della Città su quelle palazzine, cioè quale sia il progetto, perché cosa intenda fare la Città, questo lo chiediamo da parecchio tempo e lo abbiamo sottolineato più volte che l'operazione è debole in mancanza di un disegno complessivo di quell'area. Ora, su quanto è stato riportato dagli organi di stampa in merito, appunto, a questo tipo di svolta che è sembrata cogliere a seguito dell'incontro con il Ministro degli Interni, anche la Regione, in voce del suo Presidente, ha espresso dissenso e ha fatto sapere che se il piano degli interventi al MOI assumerà le forme di uno sgombero, la collaborazione con il Comune si interromperà. A me sembra anche questo un segno evidente di una prima incrinatura di un sistema che per mesi questa Giunta ha invece pubblicizzato come virtuoso. A questo punto aspettiamo anche di sapere che cosa ne pensano gli altri soggetti che finora hanno svolto un ruolo… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. TRESSO Francesco La Compagnia… Ho finito, Presidente. E la Diocesi. Credo che al più presto sarà necessario chiedere un'audizione dei loro rappresentanti in una Conferenza dei Capigruppo, che chiederò proprio per sapere che cosa ne pensano gli altri attori. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliere Tresso. Si è iscritto il Consigliere Ricca. Prego. RICCA Fabrizio Grazie, Presidente. Possiamo dire che siamo vicini alla fine di un incubo per tutte le persone che vivono intorno all'ex MOI. Un incubo iniziato tanti anni fa, da dove passa: spaccio, degrado, da dove è stata stuprato una ragazza disabile e - come ultimo episodio - l'omicidio di una persona che lì dentro ci viveva. Un incubo nato dall'incapacità del Partito Democratico, sia a livello cittadino, che a livello di Governo Nazionale, di porre un freno a quello che succedeva all'interno e di porre un rimedio a quello che succedeva all'interno. Oggi, però, abbiamo la fortuna di avere un Governo che guarda in maniera diversa determinate situazioni e che si è attivato immediatamente per far sì che quel luogo possa tornare un luogo normale, per dare la possibilità a tutte quelle persone che ne hanno diritto di poter essere protette e messe in luoghi sicuri, così come deve essere. Dare la possibilità a tutte quelle persone che hanno bisogno di un aiuto umanitario di poterlo ricevere, senza dover essere soggiogate dalle dinamiche che vivono all'interno di quel buco nero all'interno della nostra città. E io sono contento, i fatti parlano chiaro: da quando Matteo Salvini è Ministro dell'Interno è stata sgomberata una palazzina, è stato fatto un vero sgombero delle cantine; perché ci ricordiamo tutti che il primo è stato un po' a salve, perché sono usciti e sono rientrati, ma soprattutto di dare la possibilità alla Città di Torino di avere mezzo milione di euro in più per finire lo sgombero. Questo è il dato importante. Finalmente c'è un Governo che grazie al suo Ministro dell'Interno investe davvero, mettendo dei soldi e avendo una programmazione vera, rimanendo sempre all'interno delle linee guida di quel progetto, di poterlo fare anziché in maniera lenta e macchinosa, di poterlo fare in un anno. E questo ci permette con più soldi e delle tempistiche certe, di potere portare a casa un risultato pieno, questo è fondamentale. Io ringrazio anche il Sindaco Appendino per essersi messa a disposizione del Governo per cercare di risolvere il prima possibile questa situazione. Detto questo, sono anche contento che il Ministero dell'Interno abbia aperto un focus importante su tutta quella che è la realtà dei centri sociali e delle aree di spaccio, su cui chiaramente con i tempi e i modi in cui Sindaco, Prefetto e Questore decideranno di intervenire per fare in modo che tutte quelle realtà che con quel tipo di disagio ci vivono; io parlo del supporto che è stato dato da parte dei centro sociali a determinare realtà che vivono all'interno dell'ex MOI e dello spaccio che lì dentro è ampiamente tollerato. Io sono convinto che, così come detto, entro un anno, entro la fine del 2019, anche quell'angolo buio di Torino possa tornare a vedere la luce e sono contento che si possa fare con un Governo che sta rispettando tutte le promesse che aveva fatto. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliere Ricca. Si è iscritto il Consigliere Lo Russo. Prego. LO RUSSO Stefano Ma io rubo 15 secondi, volevo solo dare un consiglio, non richiesto alla Sindaca relativamente a come ha risposto alla precedente richiesta di comunicazioni. La sensazione che ho, Sindaca, è che a lei la questione le sia un po' sfuggita di mano e, sinceramente, credo che lei faccia male ad avere questo atteggiamento e a usare questi toni e questa terminologia. Quello è un problema molto complesso. Chi le parla, sa bene lei Sindaca, è sempre stato estremamente critico, anche nella precedente Maggioranza, però ormai ha assunto dei connotati che vanno ben oltre la questione specifica di merito. Io le chiedo scusa, glielo lascio a verbale, perché noi avremo nuovamente, credo, problemi e lei che si è esposta così tanto, avrà poi da gestirla quella partita lì e onestamente, siccome lei, pur essendo contrapposta politicamente alla mia parte politica, continua ad essere la Sindaca di questa Città. Le suggerirei di cambiare linea, di essere un pelo meno…, un pochino meno, come dire, aggressiva, perché quello lì è un problema grosso e per come si è messa la situazione - mi creda, Sindaca, accetti questo consiglio, ripeto, non richiesto - valuti se la linea che sta tenendo è una linea produttiva per lei e soprattutto per la Città. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliere Lo Russo. Prego, Consigliera Grippo. GRIPPO Maria Grazia Sì, grazie, Presidente. Cercherò anche io di essere brevissima. Manca la materia del contendere. Come al solito, l'Assessora sull'ex MOI non ha assolutamente spiegato se in effetti si stiano cambiando le carte in tavola e quindi, a seguito dell'incontro avuto dalla Sindaca con il Ministro dell'Interno Salvini, quello diventerà uno sgombero, cosa che per fare uno sgombero il problema sarebbe stato risolto molto prima. Il tema è che lo sgombero significa ordine pubblico e quindi l'idea di nascondersi dietro alle modalità di cui si fa vanto il Capogruppo della Lega è qualche cosa che mi fa rabbrividire, che comunque non porterebbe nessuna utilità a chi deve convivere con una situazione difficile. Ci avete costretto, di nuovo, a fare degli interventi e un dibattito dove è mancato il quid della richiesta di comunicazioni sull'argomento, eppure, da parte del Capogruppo Tresso era stata ben formulata la domanda. Mi chiedo per quale ragione tutte le volte noi siamo costretti a sentire una forma di rendicontazione che fa mancare l'idea di quali siano le intenzioni dell'Amministrazione. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliere Grippo. Prego, Consigliera Tisi. TISI Elide Grazie, Presidente. Ma io volevo e spero che con un ulteriore intervento dell'Assessore o con le comunicazioni - perché oggi siamo anche di fronte a una richiesta di comunicazione nel merito dell'incontro fatto col Ministro Salvini - ci possano essere degli ulteriori elementi che vadano nella direzione di quello che era l'oggetto dell'interpellanza posta dal collega Tresso. Intanto direi la questione delle risorse: sono richiamate nelle interpellanze 1.340.000 euro di risorse messe a disposizione del Ministero. Oggi veniamo a conoscenza dal Consigliere Ricca di ulteriore mezzo milione e poi ci sono quelli di Compagnia di San Paolo. Allora, io credo sarebbe interessante capire complessivamente (anche perché abbiamo visto cifre sulle testate giornalistiche anche molto diverse tra di loro) quanto complessivamente si ritiene debba costare questo intervento. La seconda questione, che io vorrei ricordare, è che, se non vado errato, la modalità del rispetto dei diritti umani e dell'attenzione e la tutela alle fasce deboli stava scritta dentro l'ordinanza di sgombero. Quindi è in parte una scelta della Città, ma in gran parte un adempimento che è stato richiesto e che deve tenere insieme necessariamente lo sgombero con la garanzia di tutela delle persone deboli. Questo lo dico perché è evidente che le tempistiche, questa accelerazione di tempistiche, se da un lato ci fanno piacere, perché sicuramente il tema MOI credo tutti abbiamo piacere che venga risolto, pone però degli interrogativi che mi piacerebbe sapere che tipo di risposta hanno avuto. Intanto la programmazione che era stata comunicata entro fine 2020, o addirittura entro la fine del mandato, in diverse occasioni è evidente che vede una contrazione quanto meno di un anno. Allora la richiesta è: questa riduzione dei tempi è stata concordata al Tavolo interistituzionale? Perché qui gli attori sono molti e, come veniva ricordato, il ruolo del Comune in questo anno non è stato quello di governo completo della situazione, ma è stato quello, come dire, di una parte, che però è una parte importante, perché è quella che risponde ai cittadini. L'altra questione che è una domanda: io ho letto e chiedo se c'è conferma, che tra le varie ipotesi c'è anche un trasferimento in comuni dell'astigiano, come alternativa all'utilizzo di Settimo. Quindi questa è una richiesta, credo molto precisa, anche perché sarebbe interessante sapere come si pensa di sviluppare. Un'altra domanda sempre molto stringata è questa, cerco di essere sintetica: i primi allontanati, da quanto risulta, sono quelli che avevano perlopiù una situazione di status, quindi rifugiati, provenienti da Paesi con quelle caratteristiche. Man mano che si procede e con l'applicazione della Legge Salvini molti di questi probabilmente avranno un permesso di soggiorno in scadenza. Come ci si regolerà e dove si ricollocheranno, e con quel progetto di vita, persone che probabilmente tra qualche mese rischiano di diventare irregolari? Chiudo qui. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliera Tisi. Prego, Consigliere Iaria. IARIA Antonino Grazie mille. Allora, ruolo debole della Città, ho sentito dire. Grazie mille, Presidente. Ruolo debole della Città fino al 2016, perché qui dobbiamo chiarirci, perché se si affronta un problema e si va verso una via di risoluzione, non è merito della Città, la Città non fa nulla. Se invece c'è un problema che non si risolve è tutta colpa della Città. Quindi voi sapete benissimo che il problema del MOI è complesso, è 10.000 volte più complesso del Barattolo e quindi sapete benissimo che l'interlocuzione col Ministero, con il Ministro, prima Minniti, con il Governo di prima e con il Governo di adesso, ha portato avanti una linea che si sta rivelando fruttifera e vincente. Vincente in tutti i sensi perché sta anche portando uno sgombero senza particolari problemi di ordine pubblico. Quindi, io penso che portare il dibattito sul fatto che questo non è merito anche della Città di Torino che non ha avuto un ruolo, quando ce l'ha il ruolo, lo sapete benissimo, che anche se non mette soldi, mette competenze, mette il lavoro dei Servizi Sociali e mette anche tutta una serie di esperienze nella gestione di questo tipo di interventi. Ma quello che mi preme dire è che se il dibattito deve andare verso l'idea di dire che questo è un successo di una parte del Governo; io dico che è il successo di tutto il Governo, che se ha la possibilità di mettere soldi in più per accelerare un processo, lo fa perché questo Governo sta andando nella direzione di aiutare a risolvere i problemi che sono annosi per gli Enti Locali e per tutta la cittadinanza. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliere Iaria. Prego, Consigliere Versaci. VERSACI Fabio Grazie, Presidente. Mi collego a quanto ha detto il Consigliere Iaria sul ruolo della Città, perché io volevo prima cosa fare i complimenti alla Sindaca e all'Assessora per come hanno gestito fino a questo momento questo annoso problema, perché i diritti delle persone, in questo momento, là dentro non sono tutelati, quindi già che qualcuno se ne occupi è qualcosa di grande. Me lo ricordo benissimo, perché alcune delle prime cose che ho fatto quando io e la Sindaca Appendino siamo stati eletti, una delle prime cose che ho fatto in questa Sala, qua di fianco, io, la Sindaca Appendino e il Prefetto abbiamo incontrato gli occupanti del MOI, la Città ha incontrato gli occupati del MOI per provare a trovare una soluzione. Poi io capisco che qualcuno speri ci sia uno sgombero per dire che questa Amministrazione, questo Governo sono una banda di fascisti, che ce l'hanno con i neri, perché questo è, perché infatti in questi giorni io ho sentito le interviste rilasciate dalla Sindaca Appendino appena uscita dal Ministero, che dicevano che non cambierà la linea, che si sta procedendo ad un approccio morbido. L'Assessora Schellino ha appena fatto l'elenco di tutte le persone che sono state aiutate, che verranno aiutate, sinceramente mi sembra veramente un po' strumentale, quest'oggi, sentire dire determinate cose, perché sinceramente penso che il modello che stiamo applicando in questa Città dovrebbe essere portato d'esempio. D'esempio in tutta Italia, in tutta Italia, perché quello che stiamo riuscendo a fare è qualcosa di grandioso, a mio modo di vedere, visto che là dentro la situazione è drammatica, è vergognosa; le persone sono rimaste abbandonate per tre anni in quel…, e la prima volta che hanno incontrato le Istituzioni erano: il sottoscritto, la Sindaca Appendino e il prefetto Saccone, che saluto e ringrazio per il lavoro che ha svolto. Quindi, sinceramente, venire oggi a dire..., no, c'era la Sindaca, glielo assicuro io. Non c'era Salvini, non c'era Salvini. SICARI Francesco (Presidente) Basta, non fate dibattito. VERSACI Fabio No, infatti, non volevo essere interrotto. La Sindaca Appendino l'ha detto in un'intervista, lo ribadirà ora: non ci sarà nessun intervento con la forza, perché non è questa l'intenzione dell'Amministrazione, e io ne sono convinto, perché è la Città che dà una regia a tutto. Come diceva il Consigliere Iaria, non abbiamo i soldi, non abbiamo potuto mettere i soldi, abbiamo fatto un Tavolo, quello che chi c'è stato prima di noi non è mai riuscito a fare, anzi, se ne è altamente fregato e se ne è dimenticato. Quindi lezioni su come si deve intervenire su questi temi, per favore, no, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliere Versaci. Si è iscritta la Consigliera Montalbano. MONTALBANO Deborah Sì, grazie, Presidente. Poiché io sottoscrivo una parte dell'intervento fatto dal Consigliere Versaci, in quanto credo che sia interesse di tutti il rispetto dei diritti delle persone che si trovano all'interno del MOI, anche se in una condizione di occupazione. Proprio in funzione di questo, visto che di questo progetto ne abbiamo sempre sentito parlare molto, oltre alle varie discussioni all'interno delle Commissioni, della Capigruppo, eccetera, ma ne abbiamo anche sentito parlare molto sui giornali con un racconto direttamente seguito da parte dell'Amministrazione, degli Uffici e di tutta la parte istituzionale. A me piacerebbe, quindi mi appello al primo presentatore che ha firmato questa interpellanza, quindi al Consigliere Tresso, magari se vuole portare questa interpellanza in Commissione, audire anche quelli che sono gli occupanti o i comitati che fanno riferimento agli occupanti, in modo da ascoltare, anche direttamente, la voce delle realtà che non si occupano della parte organizzativa e delle risorse (inc) al Ministero, ma che si occupano di accompagnare giorno dopo giorno questi occupanti. Quindi io mi auguro che il Consigliere di riferimento, che ha sottoscritto questa interpellanza, possa accogliere questa mia istanza. Dopodiché io non devo guardare al futuro, ve lo dico chiaramente. Cioè per me chiamare uno sgombero, uno sgombero dolce, quando l'intervento poi al momento che si fanno uscire le famiglie è militarizzato, come quello che è avvenuto durante lo sgombero dell'ultima cantina, delle ultime cantine, quindi l'ultimo intervento; bastava vedere l'imponenza delle Forze dell'Ordine presenti in quel momento su quell'area. Perciò di sgombero parliamo. Su questo io non devo avere altri chiarimenti. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Consigliera Montalbano. Replica l'Assessora Schellino. SCHELLINO Sonia (Assessora) Allora, intanto volevo replicare al tema della Città che non è protagonista. Allora, non solo la Città ha messo a disposizione tutti i suoi uffici, che fanno normalmente questo lavoro, quindi la Divisione che si occupa di stranieri, di minoranze etniche è al Tavolo perché si tratta di un'equipe multidisciplinare, multiente. L'equipe è formata non solo da alcune persone contrattate e pagate da Compagnia di San Paolo che le ha messe a disposizione in un'ottica di competence center, che è una delle modalità molto apprezzate non solo dalla Città, ma anche da altri enti che è tipica della gestione presidenziale del professor Profumo. Ma ci sono al Tavolo e all'interno dell'equipe persone della Diocesi, persone della Città. Persone della Città in numero molto importante, soprattutto nel momento in cui le persone che sono uscite dalle palazzine sono collocate e seguite all'interno delle abitazioni. Perché non dimentichiamo che dare delle opportunità lavorative è una delle caratteristiche più importanti di questo progetto, perché l'uscita da una situazione di marginalità si ottiene soprattutto col lavoro, perlomeno per tutti quelli che possono, ma le persone sono state seguite e sono seguite dal punto di vista sanitario, dal punto di vista dell'educazione dei bambini, dal punto di vista dell'integrazione, dell'apprendimento della lingua, della gestione dei documenti e per tutte queste attività non c'è solo un'equipe esterna, ma c'è equipe multiente, compresa anche - da settembre, da quando è in forza - la persona che la Prefettura mette a disposizione, appunto, della Prefettura stessa e degli enti collegati, per gestire temi che riguardano gli insediamenti informali; da settembre c'è una persona dedicata a questo, che segue e partecipa anche ai lavori del Tavolo di equipe. Per com'è organizzato il lavoro, c'è un'equipe operativa, ma c'è un gruppo di project management, che si riunisce molto spesso, quasi tutte le settimane, e quindi un certo numero di ore - anche mie, oltre che dei dirigenti e di altri funzionari della Città - sono dedicate a questo tema. Io ci dedico, personalmente, un certo numero di ore alla settimana. Questo giusto per dire che la Città non è solo stata a guardare, non ha delegato, ma ogni singola decisione è stata presa al Tavolo interistituzionale, le sue modalità attuative al tavolo di project management, nessuno è stato lasciato solo, neanche in questo caso. Quindi tutte le risorse sono state messe a disposizione. Quanti sono ancora all'interno dei locali? Sono un po' meno di 500, probabilmente. Man mano che si affronterà la liberazione di ogni palazzina, verrà completato il censimento puntuale. Tenete presente che le persone non possono essere obbligate ad essere censite, ma nel momento in cui si affronta il tema di una palazzina, anche per preparare gli spazi, le persone vengono invitate ad andare nell'ufficio dell'equipe per dare tutti i propri dati: la composizione familiare, il desiderio di coabitare con alcuni e non con altri, perché come in una qualsiasi situazione di coabitazione, non tutti vanno d'accordo con tutti. Il numero negli ultimi anni è anche sceso perché quelle palazzine, alcune in particolare, hanno subìto un degrado importante. All'interno della palazzina arancione un'intera colonna di bagni non è utilizzabile, quindi voi potete immaginare che quando sono pochi i bagni che funzionano, il numero di persone che hanno piacere di vivere all'interno di uno spazio ancorché occupato, diminuiscono, perché il bagno è una cosa abbastanza fondamentale. Quando un bagno ha perdite d'acqua, anche con le solette con l'acqua dentro, non è pericoloso, ma comunque non è gradevole viverci, e le persone stanno diminuendo, oltre al fatto che alcune persone magari trovano una collocazione anche in modo autonomo. Per quanto riguarda l'accelerazione muscolare, ne parlerà qui anche la Sindaca: non c'è nessuna accelerazione muscolare, perché il vincolo che è stato posto in sede di Tavolo interistituzionale è che ogni liberazione avvenga con gli stessi criteri con cui sono avvenute le liberazioni precedenti, cioè con la possibilità per le persone di partecipare a dei percorsi. Per partecipare a dei percorsi bisogna anche volerlo fare, quindi se ti viene offerto un colloquio di lavoro, ci devi anche voler andare, naturalmente. Però l'idea è sempre quella di continuare nello stesso modo. Le persone da prendere in carico diventano molte, ma molte usciranno anche. Ci sono delle persone che stanno completando il percorso. Ci sono delle persone che ci stanno chiedendo di aiutarli semplicemente a trovare un padrone di casa che abbia fiducia in loro e gli affitti, e loro sono disponibili a pagare l'affitto, perché ormai hanno un reddito e un'autonomia e quindi hanno solo bisogno di qualche garanzia, che qualcuno che ha seguito il loro percorso dica: "Questa persona ha intenzione di pagare l'affitto", e come sapete, molto spesso, il mercato privato degli affitti richiede referenze. E quindi se loro hanno un lavoro e hanno voglia di fare una vita autonoma, verranno aiutati anche in questo senso. Sul futuro delle palazzine, naturalmente ne parlerà la Sindaca, è ovvio che richiede degli investimenti immobiliari importanti e su questo sta lavorando lei particolare. Non si stanno cambiando le carte in tavola, non c'è nessuno sgombero, l'ho già detto prima, ma siccome è stato chiesto più volte, lo ripeto. Le risorse, per la prima parte era stato fatto uno stanziamento, l'anno scorso, aggiuntivo rispetto agli stanziamenti fatti dalla Compagnia di San Paolo e da parte del Ministero di 1.100.000, più 400.000 euro per l'emergenza freddo. Fino all'anno scorso veniva compattata, è stata compattata questa cifra. Quindi con un gruppo di stanziamenti parziali, del Ministero nel Governo precedente, abbiamo avuto, dedicati alle palazzine dell'ex MOI, 1.100.000. A dicembre, a novembre, sì, a dicembre, per affrontare il completamento dell'interrato e la prosecuzione dell'accoglienza delle persone già coinvolte nelle liberazioni precedenti, il Ministero ha stanziato questi 1.340.000 e rotti. Il futuro è da definire, non ci sono al momento cifre definite. Anche su questo è stato oggetto di discussione durante l'incontro della Sindaca col Ministro, quindi vi dirà lei. Cosa ha pagato la Compagnia di San Paolo? Ha pagato naturalmente una parte delle persone dell'equipe, quindi una parte delle persone che sono state contrattate dalla Compagnia. Ha pagato alcune accoglienze abitative, reperite con bandi di Compagnia. Sono stati fatti da parte di Compagnia dei bandi per le opportunità lavorative, tutto in modo trasparente sul sito di Compagnia, tra l'altro, ci sono state delle chiamate a Enti che potessero dare delle opportunità di lavoro. Ha fatto una parte di ristrutturazione di alcuni spazi, di adeguamento, più che di ristrutturazione, di spazi messi a disposizione dalla Curia, che poi si sono trasformati, appunto, anche questi in accoglienze, ma le accoglienze abitative non sono state tutte a carico di Compagnia. Sono state in buona parte, soprattutto da agosto in poi, a carico della Città, con fondi, appunto, ad hoc, stanziati dal Ministero. Dico ad hoc, così preveniamo l'ipotesi: "Ma non potevate usarli per qualche altra cosa?". No, perché il Ministero ce li ha dati vincolati all'inclusione delle persone in uscita dall'ex MOI. Per quanto riguarda lo spostamento nell'astigiano, è una cosa semplicemente già avvenuta. Abbiamo chiesto di poter utilizzare, abbiamo convenuto di poter utilizzare anche degli spazi polmone; questo è nato dall'esperienza che abbiamo fatto nelle ricollocazioni precedenti. Come abbiamo detto, non tutte le persone sono conosciute quando escono, cioè alcune persone sono andate a farsi censire, altre no. Abbiamo bisogno di spazi dove accogliere in modo un po' più…, per darci tempo di conoscerle, anche le persone che si trovano lì nel momento dell'uscita e non hanno ancora espresso le loro volontà di partecipare ad un percorso, piuttosto che a un altro. Questo spazio polmone, dove sono state collocate una ventina di persona, è a Castello di Annone. Sgombriamo anche il campo dalle cose che sono state dette dal Sindaco di Settimo, che avevamo incontrato perché naturalmente Settimo sarebbe stato più comodo, logisticamente parlando, rispetto ad un altro grande hub, che è stato poi quello di Castello di Annone. Avevamo chiesto a Settimo se ci fosse la disponibilità di accogliere temporaneamente, così come lo spazio temporaneo, con gli stessi criteri che vi ho decritto. La risposta di Settimo è stata no, e quindi a fronte di un no abbiamo chiesto ad un altro spazio, gestito da Croce Rossa, se era disponibile ad accogliere temporaneamente le persone in attesa della definizione del loro percorso e in quel caso la risposta è stata sì, e quindi abbiamo collocato le persone. Le persone che non hanno ancora, appunto, dato delle disponibilità, non si sa ancora bene se vogliono un percorso di lavoro, se vogliono andare fuori città, fuori regione. Per esempio, tenete presente che tutte le persone che sono andate nei cantieri navali, sono andate tutte fuori regione. Proprio allo scopo di conoscere meglio le persone, crediamo che uno spazio temporaneo, perlomeno per le persone che non sono ancora conosciute, sia uno spazio utile, sempre con rispetto delle persone che anche in quello spazio devono trovare, e la trovano (le persone che sono state là ce l'hanno) la possibilità, perlomeno, di fare corsi di lingua, iniziare a fare delle attività, in attesa, appunto, di iniziare i percorsi. I permessi di soggiorno in scadenza al momento sono stati rinnovati tutti, perché erano tutte persone che avevano il famoso permesso precedente al 4 ottobre. Sapete che tutti quelli che hanno il permesso precedente al 4 ottobre hanno 2 anni di rinnovo. I somali che sono usciti ad agosto, sono tutti Protezione Umanitaria, non sono rifugiati, quindi non c'è questo problema. All'interno del MOI ci sono persone che hanno già lo status di rifugiato, perché vengono da Emergenza Africa o da esperienze che fanno sì che loro abbiano già uno status definito, quindi per queste persone, per il momento, non c'è stato questo problema. Naturalmente la presenza della Prefettura, in modo sempre più coinvolto, devo dire, lo era anche prima, però il fatto di avere una persona dedicata - come c'è da settembre - a questo tema, mentre prima partecipavano ai nostri tavoli. Si sono susseguite molte persone, ora c'è una persona che ha questo unico compito e ci agevola molto anche nei rapporti con l'Ufficio immigrazione della Questura, perché è chiaro che ha più competenze di quante ne abbiamo noi e ha anche un'altra autorevolezza per gestire le interlocuzioni e tutto questo tema dei documenti, del rinnovo dei documenti è un po' il compito di questo membro del Tavolo interistituzionale e dell'equipe interistituzionale. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Assessora Schellino. Prego, Sindaca Appendino. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. In realtà non ho molto da aggiungere rispetto a quello che ha detto l'Assessora Schellino. Cioè, quando io ricordo che la prima volta che abbiamo parlato di MOI qui, in questa Sala, è stato forse qualche mese dopo la mia elezione, quando dissi che entro il mandato volevamo risolvere la questione del MOI, qualcuno ci guardava come per dire: "Ma no, è impossibile, assolutamente non sarà fattibile", come se stessimo prendendo in giro, forse, la cittadinanza, cosa che venne detta anche in campagna elettorale. Io credo che, a distanza di due anni e mezzo, quel percorso sia iniziato. Sia iniziato bene, ed è iniziato e siamo riusciti ad arrivare a un risultato importante, perché è stata condivisa come emergenza dell'intera comunità, e quando parlo di emergenza intendo sempre dire - lo dico dal primo giorno e lo ribadisco con tutti i miei interlocutori, quando ovviamente affronto la questione MOI - che l'emergenza è l'emergenza per il quartiere, in particolare anche di tutela - non ho problemi a dirlo - di proprietà privata, che ha dei diritti e ha anche intimato le istituzioni, come credo tutti sappiate, a poter far prevalere dei diritti del quartiere, a veder riqualificata l'area e non è in terza posizione, è sempre: "e…, e…, e…", quindi insieme non "o…, o…", evidentemente, alle persone che devono vivere in condizioni dignitose. Non so chi ha detto, forse la Consigliera Montalbano: "Vi invito a vedere…", io ho visto con i miei occhi che cosa c'è lì. Ho parlato con quelle persone, come diceva giustamente il Consigliere Versaci e so benissimo che cosa succede, quali sono le condizioni di vita lì; l'avete visto tutti, anche dopo che abbiamo fatto i primi interventi, perché sono emerse le fotografie. Allora, io credo che oggi, come dire, il vero tema sia che dal 2013 ad oggi quelle persone sono rimaste lì, perché forse era più facile, perché è difficile, come dicevamo prima per Barattolo, andare a inserirsi in meccanismi e in situazioni che si sono lasciate ferme per anni. Allora, quando con il Ministro Salvini, che ringrazio per il supporto che sta dando al progetto, dice, in una nota congiunta con la Città, peraltro cosa che avveniva anche col Ministro Minniti, che ha fatto partire con noi il percorso, perché io credo che sia una cosa talmente complessa che una città da sola difficilmente riesce a superarla. E quindi il ringraziamento al Ministero, al Governo che ci sta aiutando, che ha fatto partire il percorso, alla Diocesi, alla Compagnia di San Paolo, alla Regione, cioè è un problema che è stato ritenuto prioritario per l'intera comunità e in quel senso si sta lavorando. E quindi, Consigliera Tisi, io non ho problemi a confermare, come ho detto a mezzo stampa, come ha detto l'Assessora Schellino, che è tutto passato per il Tavolo interistituzionale - che peraltro è stato convocato, se non ricordo male, il 15 di gennaio, quindi prima ancora che accadesse, il 15 o il 16, l'omicidio al MOI - in cui si era definito che si sarebbe proceduto, come poi è stato, anche concordato con il Ministero. Scusatemi, io non ci vedo nulla di scandaloso nel fatto che (e peraltro questo quando ci fu il Ministro Minniti, non fu sollevato) una città, su un'operazione così complessa, porti una serie di idee e si confronti con il Ministro, ed è necessario che il Ministro quella idea la condivida. E l'azione politica che fa la Città è condividere con il Ministero. Ora, la liberazione delle palazzine è graduale? Sì, Entro il mandato? Sì. Con la forza? No. Accompagnando le persone deboli? Sì. Questo è il modello che portiamo avanti, ma senza il Ministero (il Ministro Salvini, che ringrazio perché ha posto attenzione sul tema di Torino) questo non sarebbe possibile, come non sarebbe possibile senza la Diocesi, che ci dà una mano incredibile; come non sarebbe possibile senza la Regione e non sarebbe possibile senza Compagnia di San Paolo. Ora, se ogni volta che noi incontriamo il Ministro Salvini, qualcuno, legittimamente, vuole fare campagna politica su perché un Sindaco incontra un Ministro, lo può fare legittimamente, però francamente non credo che sia nell'interesse del progetto che si sta portando avanti. Ribadisco, quali sono le quattro domande? Forza? No, non vogliamo usare la forza, assolutamente, tant'è che il percorso è graduale e continuerà ad essere graduale. Vogliamo dare attenzione a persone vulnerabili? Sì, assolutamente sì. Vogliamo farlo entro il mandato? Sì. Riusciamo a farlo in un anno in meno? Io spero di sì. Sì, è il nostro obiettivo, ma per tutelare tutti i diritti di cui parlavo inizialmente. In questo senso si sta lavorando e io credo, davvero, che, e torno all'ultima questione che è la prima, che è stata posta dal Capogruppo Tresso, che è vero che l'obiettivo finale, per quanto riguarda il quartiere, è qualificare quell'area. Però, Consigliere Tresso, ma lei lo vede un investitore immobiliare che oggi mette i soldi se non siamo credibili nel fatto che è possibile procedere con la liberazione delle palazzine? Cioè, è difficile convincere un investitore a fare un investimento su un'area se non c'è un progetto credibile e se non hai ottenuto dei risultati. Per questo io dissi che quando abbiamo liberato la prima palazzina era fondamentale per dare credibilità rispetto alle riqualificazioni dell'area; è per quello che adesso stiamo iniziando a lavorarci. E nell'ottica di cosa accadrà in quell'area un tavolo partirà, tra l'altro, dai primi di febbraio e coinvolgeremo il Presidente della Circoscrizione come è legittimo che sia, perché quello è il tema che riguarda il quartiere. Ma finché noi non siamo credibili nel fatto che la liberazione sia possibile, è molto difficile far partire un investimento immobiliare, come credo lei possa immaginare. Quindi continuiamo con la liberazione. Adesso, peraltro, faremo tutte le valutazioni tecniche al Tavolo e ovviamente faremo gli interventi come devono essere fatti, e, concludo, in parallelo lavoreremo sulla riqualificazione dell'area, ma sono strettamente correlate le due cose, sennò non siamo credibili nei confronti degli investitori. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, Sindaca Appendino. |