Interventi |
ARTESIO Eleonora Sì, una brevissima introduzione alla discussione che succederà e all'illustrazione degli emendamenti della collega Tisi. Abbiamo affrontato in IV Commissione Consiliare, alla presenza anche del Presidente dell'Agenzia Territoriale per la Casa, che ha confermato la necessità di procedere nell'approfondimento, il fatto che nel nostro Paese che ha conosciuto una stagione di dotazione di fondi GESCAL, derivanti da prelievi sulle casse dei lavoratori e delle parti datoriali, e attraverso questo prelievo ha sostenuto fino agli anni '70 dei piani nazionali di Edilizia Residenziale Pubblica, che hanno consentito alle classi sociali più disagiate di affrontare e risolvere il problema abitativo di conservarlo nel tempo, quei fondi e quelle stagioni hanno esaurito le loro dotazioni e anche, devo dire, in alcuna parte le loro opzioni. Oggi, di fronte al tema del consumo di suolo, del rapporto tra abitazioni sfitte e domanda abitativa, nessuno di noi immaginerebbe di investire in piani di Edilizia Residenziale Pubblica identificabili come nuovi quartieri residenziali, spesso periferici, ma tutti noi, ogni volta affrontiamo il tema dell'emergenza abitativa, ci misuriamo con l'insufficienza del patrimonio edilizio dell'Agenzia Territoriale per la Casa, che potrebbe ampliare il proprio patrimonio attraverso pratiche di acquisto, se avesse le risorse economiche funzionali, oppure ci confrontiamo con il tema della manutenzione degli alloggi non assegnabili, in quanto necessitano di interventi di ristrutturazione, anche su questa seconda opportunità occorrono le risorse. Stiamo parlando di risorse, perché la questione che si chiede con questo ordine del giorno di approfondire è la seguente: sussistono, in base alle nostre informazioni, presso Cassa Depositi e Prestiti, dei residui di questa dotazione di ex fondi GESCAL che originariamente, si immagina e abbiamo conferme in questa direzione, siano stati ripartiti tra le varie regioni, affinché le regioni sostenessero anche con quei fondi tutte le politiche abitative, compatibili con la dotazione di cui fin qui ho parlato. Poiché queste risorse arrivano dal prelievo delle cittadine e dei cittadini e quindi insistono su una disponibilità economica collettiva, la richiesta che l'ordine del giorno avanza è quello di verificare la permanenza di questo fondo presso Cassa Depositi e Prestiti, il mancato utilizzo eventuale da parte delle Regioni che non lo abbiano impiegato ed un suo conseguente riparto, rendendo così la disponibilità agli Enti Pubblici che hanno titolarità di intervenire sull'emergenza negativa. Non essendo interlocutori diretti né esclusivi verso Cassa Depositi e Prestiti, la necessità che questa operazione venga coordinata nella collaborazione con le Agenzie Territoriali per la Casa e con le altre amministrazioni comunali, attraverso il loro organi di rappresentanza, è richiamato nel dispositivo dell'ordine del giorno. In sintesi estrema, quindi, questo è l'obiettivo che si vorrebbe praticare. |