Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Gennaio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 15
INTERPELLANZA 2019-00032
"EFFETTI LEGGE 132/2018" PRESENTATA IN DATA 8 GENNAIO 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
SCHELLINO Sonia (Assessore)
Allora, io rispondo puntualmente all'interpellanza della Consigliera Artesio e più in
generale dico quello che sta accadendo dal punto di vista delle interlocuzioni con
l'ANCI e con il Ministero. Dopo l'ordine del giorno, è stato inviato al Ministero con
lettera di accompagnamento a firma della Sindaca l'ordine del giorno stesso, dando la
massima disponibilità delle città insieme all'ANCI ad essere interlocutori per poter
risolvere le criticità che erano state evidenziate sia in quell'ordine del giorno e sia da
tutta una serie di rilievi che sono stati fatti dalle grandi città in particolare, ma dalla
maggior parte dei Sindaci, e quindi, sia a livello di ANCI, sia con le Prefetture, si sta
lavorando per fare tutta una serie di osservazioni, proprio per limitare e possibilmente
evitare le ricadute negative che potrebbero derivare dal Decreto e dalla sua conversione.
Sono già uscite alcune circolari che hanno dato delle interpretazioni autentiche della
normativa, delle quali tengo conto nella risposta puntuale all'interpellanza della
Consigliera Artesio. Intanto bisogna distinguere la regolarità del soggiorno sul territorio
nazionale dalla permanenza in programmi di accoglienza. Dal punto di vista del profilo
della regolarità del soggiorno, occorre premettere che l'abolizione della protezione
umanitaria di cui all'art. 5, comma 6, del Testo Unico Immigrazione, non comporta
l'automatico rigetto del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, infatti
il Decreto e le Circolari del 18 dicembre 2018 e del 3 gennaio 2019, applicative in
materia di permessi umanitari, stabiliscono che i migranti già in possesso di permessi
per motivi umanitari, se troveranno lavoro entro la scadenza, potranno convertire il
permesso in lavoro; così pure quelli che hanno già ottenuto prima del 4 ottobre 2018
dalla Commissione Territoriale il riconoscimento di protezione umanitaria otterranno un
permesso di due anni per casi speciali, che sarà convertibile in lavoro se si ha
un'occupazione. Quindi ai casi speciali elencati nel Decreto si aggiunge, ad opera della
circolare, questo riconoscimento di protezione umanitaria per caso speciale di due anni
per quelli che sono già prima del 4 ottobre, per quelli che hanno già ottenuto il
pronunciamento della Commissione.
Le criticità quindi sono rinviate alla scadenza di questi permessi, se non saranno
convertiti, quando la Commissione Territoriale sarà chiamata a pronunciarsi
sull'esistenza di requisiti decisamente restrittivi, parzialmente sovrapponibili alla
definizione di "rifugiato". In pratica, per esemplificare, pur senza entrare nei tecnicismi
di una norma abbastanza complicata, questi requisiti consistono nell'attuazione del
principio di no-refoulement. "Il migrante può essere respinto verso il Paese di
provenienza o di passaggio?", si chiederanno: "Si tratta di Paesi sicuri? Anche se non
riconosciuto 'rifugiato', corre il rischio di persecuzioni?". Il Decreto prevede, tra l'altro,
la cruciale redazione dell'elenco dei Paesi sicuri, che diventerà decisivo per questa
verifica della Commissione, l'esistenza di queste condizioni sostituiscono l'ampio
concetto di protezione umanitaria, quindi una norma che in prospettiva sarà più
restrittiva. È facile previsione affermare che solo una piccola parte degli attuali
umanitari rientrerà in queste condizioni.
Nel 2019 il problema si porrà per le centinaia di richiedenti asilo la cui posizione non
era ancora definita al 4 ottobre, il 60-70% dei riconoscimenti della Commissione prima
del Decreto erano per motivi umanitari; ora, con la sola valutazione delle condizioni
sopra citate, che sostituisce il permesso umanitario, la percentuale dei riconoscimenti
sarà molto ridotta; insomma, ci saranno centinaia di nuovi denegati che già prima erano
attorno, comunque, al 55% i dinieghi, ci saranno quindi centinaia di nuovi denegati che,
dopo l'eventuale ricorso al Giudice e poi in Cassazione, diventeranno irregolari.
È probabile una diluizione nel tempo di questo processo, dovuto alla lentezza delle
notifiche dei dinieghi e ai ricorsi che prolungano il periodo di regolarità.
Con riferimento alla presenza di adulti in quelli che ora si chiamano "SIPROIMI", è la
sigla che sostituisce la sigla "SPRAR" che ci dovremo abituare ad utilizzare, il cui
significato è Sistema di Protezione per Titolari di Protezione Internazionale e Minori
Stranieri non Accompagnati. Con riferimento, quindi, alle presenze di adulti in questa…
in SIPROIMI di Torino e alle previsioni di dimissioni, precisiamo questo: nel
SIPROIMI di Torino sono attualmente presenti 486 persone, di cui circa 180 migranti
con permesso umanitario e circa 200 richiedenti asilo, oltre a 100 titolari di protezione
internazionale per cui nulla cambia; nessuna di queste persone dalle prime due categorie
finora è stato dimesso per effetto del Decreto.
Il Decreto prevede, sia per i titolari di permesso umanitario che per i richiedenti asilo in
SPRAR, che rimangono in accoglienza fino a scadenza del progetto di accoglienza, che
rimangano in accoglienza, quindi tutti quelli che hanno il permesso umanitario e i
richiedenti che sono già in SPRAR rimangono in accoglienza fino a scadenza del
progetto di accoglienza. Per i titolari di permesso umanitario un'uscita anticipata
dall'accoglienza potrà verificarsi in relazione a quanto raccontato nei punti precedenti,
in particolare alla scadenza dei permessi, se questi non saranno convertiti in lavoro, ma
parliamo comunque di un tempo di un paio di anni.
Ricordiamo che in caso di diniego il rinnovo, in base ai nuovi criteri, è possibile il
ricorso all'Autorità Giudiziaria, in pendenza del quale migrante è regolare e rimane in
accoglienza. Similmente, i richiedenti asilo che riceveranno diniego di protezione
internazionale o speciale, se presentano ricorso rimangono in accoglienza.
Con il ricorso in Cassazione contro una decisione negativa del Giudice, invece, si è
ancora in posizione di regolarità sul territorio nazionale, ma cessa l'accoglienza.
Quindi, eventuali uscite anticipate dall'accoglienza SIPROIMI dipenderanno dalla
tempistica delle scadenze dei permessi di soggiorno umanitari, dalla celerità delle
risposte della Commissione, sia sulle domande ancora in sospeso, che sull'esistenza dei
nuovi presupposti di protezione speciale e dall'esistenza o meno dei ricorsi
giurisdizionali.
Va infine sottolineato che, secondo la Circolare ministeriale, il SIPROIMI non verrà
affatto ridimensionato, perché i posti che si libereranno verranno occupati dai
trasferimenti da altre strutture e, in specifico, verranno trasferiti in SIPROIMI: i titolari
di protezione internazionali ancora presenti nei CAS; i minori stranieri non
accompagnati presenti nei CAS, nelle strutture FAMI o in comunità della Città per i
quali alla maggiore età non è ancora definita la domanda di protezione o che, ai sensi
della Legge Zampa, proseguano fino al ventunesimo anno di età l'accoglienza; i titolari
di permessi per casi speciali, quindi vittime di tratta, violenza domestica, grave
sfruttamento lavorativo; i titolari di permessi per cure mediche, per calamità o per atti di
particolare valore civile.
Per quanto riguarda i numeri, i minori stranieri non accompagnati in carico erano 172,
di cui 64 nel SIPROIMI, 60 in strutture dedicate a minori stranieri non accompagnati,
52 in comunità educative residenziali. I neo maggiorenni ancora seguiti con
collocamento in struttura o altri interventi sul territorio… siamo ad 86.
Nella Città Metropolitana i migranti ospitati in strutture SIPROIMI sono circa 950, di
cui circa la metà a Torino. Va ancora sottolineato che la circolare del 3 gennaio precisa
che per i titolari di permesso per motivi umanitari presenti nei CAS nel momento della
materiale consegna del permesso di soggiorno dovrà essere avviato il percorso di uscita
dalle strutture. Purtroppo un progressivo aumento in Provincia, dei migranti che
usciranno dalle accoglienze e diventeranno in parte irregolari è possibile; così pure è
noto l'effetto attrattivo della città e della prima cintura che opererà anche in queste
circostanze.
Questi, appunto, sono i primi esiti delle interlocuzioni, le due circolari che sono già
uscite; in sede ANCI è ancora attivo il lavoro, in parte è seguito in modo più tecnico
dagli Assessorati, in parte direttamente dai Sindaci, che sono stati, insieme al Sindaco
De Caro, la settimana scorsa al Ministero e su questi ultimi sviluppi può dare qualche
approfondimento, eventualmente in più, se lo riterrete, la Sindaca, che ha partecipato
direttamente agli incontri.
Noi naturalmente continuiamo a segnalare tutte le criticità, continuiamo a lavorare con i
Prefetti per cercare di fare in modo che non ci siano effetti negativi o che siano
minimizzati o che le interpretazioni delle circolari ministeriali ci aiutino a migliorare
questo Decreto o i suoi effetti. Grazie.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Allora, io faccio ancora un paio di puntualizzazioni da ragioniera, così poi lascio
l'aspetto politico alla Sindaca. Allora, intanto gli spostamenti dai CAS al sistema
SPRAR sono sempre stati nella logica dello schema precedente, no? C'era comunque un
transito dal CAS, c'erano persone che passavano nei CAS, facevano una parte del
percorso e poi continuavano nello SPRAR, così pure come la prima cosa che abbiamo
rilevato e che abbiamo cominciato a dire sia alle Prefetture, che sono i nostri primi
interlocutori, e poi anche nei modi opportuni al Ministero: "Evitateci un'altra
emergenza Africa", perché questo film lo abbiamo già visto una volta e ha prodotto dei
disastri, tipo il MOI, che stiamo ancora risolvendo adesso con gravi difficoltà. Quindi,
certo che ci siamo subito attivati nel dire "Evitiamo di correre il rischio di avere delle
cose che succedono troppo in fretta, che non sono controllate e che magari non sono
neanche corrette, e invece apportiamo, diamo tutta la nostra disponibilità a dirvi quali
difficoltà abbiamo già affrontato una volta, a seguito di emergenza Africa, facciamo in
modo che non accada". Da ottobre, quando ci siamo visti in Commissione ed eravamo
decisamente più allarmati - non che adesso l'allarme sia completamente rientrato, ma
eravamo decisamente più allarmati - ci sono state due circolari, le due circolari che
abbiamo indicato, che hanno di fatto allungato i tempi, hanno un pochino limitato
l'emergenza. Voi ricorderete che nelle prime settimane, nei primi mesi alcuni Prefetti
sono partiti in quarta e hanno cominciato a dare delle indicazioni di dimissioni di alcune
persone; a seguito di questo al Ministero sono stati convocati i Prefetti e sono state date
delle indicazioni di tempi più lunghi, maggiore attenzione, proprio per evitare di creare
dei problemi sulle città, e poi sono uscite le circolari, e poi c'è il lavoro dell'ANCI, e
poi si sta continuando. È vero che la diminuzione più importante sarà nei CAS e non
sarà negli SPRAR perché gli ex SPRAR continueranno ad avere ingressi delle categorie
che dicevo: di chi proviene dai CAS, di chi diventa maggiorenne come ex minore
straniero non accompagnato, dall'uscita dai FAMI eccetera. I CAS rischiano
effettivamente una diminuzione di accessi, ma la rischiano non solo a seguito del
decreto, la rischiavano già per la diminuzione degli sbarchi, che è un trend che va avanti
non solo da quando c'è il decreto, ma dal Decreto di Minniti ancora. Quindi, i problemi
di riduzione di numeri di accessi nei CAS sono un problema; sono un problema per le
cooperative che hanno dei lavoratori e delle strutture che hanno affittato, ristrutturato,
adeguato e che in questo momento non sono completamente piene, e questo però è un
insieme di cose, non è solo dovuto alla mancanza eventuale di inserimento da parte di
queste cose. Il problema di quando le persone finiscono i percorsi e non hanno più
l'umanitaria che veniva assegnata anche… diciamo che è una categoria un po'
residuale, no? L'umanitaria era tutto quello… tutte le persone che avevano un
ragionevole, probabile diritto di restare sul territorio, ma non c'era una categoria precisa
nella quale inserirle e veniva utilizzata l'umanitaria. È stata data una stretta a questa
categorizzazione e questo sarà un problema se bisognerà, per esempio, ma lo dico come
valutazione… non so dirvi se politica o da cittadina, la mancanza, ma dai tempi della
Bossi-Fini, dell'ingresso per ragioni di lavoro sul territorio italiano ha fatto sì che sia un
po' esploso il numero di umanitarie, perché non c'era più la possibilità, ormai da
moltissimi anni, di venire con la richiesta di lavoro. Diciamo che l'emergenza, proprio
emergenza, in questo momento è rallentata, non ce l'abbiamo, non sono uscite delle
persone, non stanno uscendo; i Prefetti ci stanno andando con molta cautela. Quindi,
abbiamo un briciolo di fiato in più per organizzarci. Non smettiamo di fare tutte le
osservazioni, ogni singola criticità la segnaliamo, la segnaliamo ai Prefetti, la
segnaliamo al Ministero; con i Prefetti, con il Ministero e con l'ANCI ci si sta
lavorando. È vero che non è tutto risolto, è meno grave di quello che appariva ad
ottobre; non è che non sia grave, non è che non ci sia preoccupazione, non voglio lasciar
pensare che è tutto risolto e va tutto bene così. No, l'allerta è massima, però un pochino
meno di quello che sembrava quando il decreto era ancora una bozza.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)