Interventi |
TRESSO Francesco Sì. Grazie, Presidente. Allora, la questione è proprio questa: noi abbiamo posto questa interpellanza, che io ho sottoscritto, a seguito di quella che è stata l'azione, come è stata già richiamata, di alcuni Sindaci cosiddetti "disobbedienti", alcuni dei quali hanno ritenuto anche di intraprendere delle strade che, come ci è stato spiegato dalla Capogruppo Artesio, avevano anche una fondatezza di tipo giuridico. Il fatto che, ovviamente, la Sindaca in qualità di Pubblico Ufficiale non possa esimersi dall'applicare quelli che sono i dettami della normativa non preclude però la possibilità di, viceversa, di avviare tutta una serie di altre strade, di approfondimenti quali ad esempio la capacità di valutare se sia possibile da parte del Comune ricorrere o meno alla Corte Costituzionale, perché questo è il tema: che la Legge 182, che converte il Decreto Sicurezza di Salvini, ha dei fondati motivi di essere ritenuta anticostituzionale su alcuni punti. Questa è una delle strade, per esempio, che mi interesserebbe capire se la Città di Torino intende percorrere. Premetto che sul tema io ho anche proposto un ordine del giorno che andrà in discussione nelle prossime sedute e che riprende, sostanzialmente, quanto - come è stato ricordato - già il Consiglio Comunale (peraltro con un ampio consenso trasversale) aveva approvato in occasione di un precedente ordine del giorno, che però era riferito alla fase transitoria di iter parlamentari di approvazione; ora, quell'iter si è concluso - il Decreto Legge è diventato appunto Legge - mi interessa però capire riproponendo gli stessi punti che già all'epoca erano messi nella parte di impegna, cioè in che misura la Città voglia rendersi proattiva nello stimolare un confronto a livello nazionale, ovviamente anche questo coordinandosi sotto l'egida dell'ANCI; ANCI che, come ci è stato detto, il Presidente, il Sindaco De Caro ha auspicato, appunto, ad avere un consenso ampio per potersi proporre in un confronto con il Governo. È stato ricordato come l'art. 13, che non consente l'iscrizione all'Anagrafe, da un lato preclude l'esercizio di diritti civili e che, ribadisco, sono diritti non negoziabili, cioè si tratta di garantire quello che la Costituzione ci chiede di garantire a tutti; stiamo parlando di diritto allo studio, diritto alle cure mediche, diritto alla formazione professionale, e quindi direttamente, poi, anche al lavoro…, allora, su questo tema, parimenti, c'è anche un aspetto che per assurdo va contro al principio, diciamo così, sicuritario per cui nasce: il fatto di non avere un controllo anche sui propri residenti, non poter avere anche un sistema in qualche modo di censimento, non farà altro che aumentare - come già più volte abbiamo ribadito anche in quest'Aula - il livello di quella non trasparenza, il livello di quelle persone invisibili che necessariamente andranno ad aumentare, anche, più facilmente dei canali di illegalità. Infine, ribadisco come tutto un percorso che, come Consiglio abbiamo mantenuto, ci chiede, appunto, di mantenere e non rinnegare tutto ciò che la Città ha saputo costruire come percorsi di inclusione e che, comunque, anche Torino ha avuto modo di sperimentare negli anni con direi dei risultati che sono più che buoni; ancora una volta, invece, questa Legge mira ad aumentare la permanenza nei grossi centri di accoglienza, portandoli da 90 a 180 giorni, e nei centri di permanenza per il rimpatrio, (incomprensibile) che sappiamo che in assenza di accordi bilaterali, in assenza di risorse adeguate, non saranno possibili in tempi brevi e, ahimè, questo non farà che aumentare delle realtà che tutti noi ben conosciamo, anche a Torino, e che ancora, purtroppo, nei giorni scorsi sono state sulle cronache dei giornali per episodi di violenza, violenze che non possono che perpetuarsi proprio in quelle situazioni di grandi concentramenti. Quindi, io ribadisco che sia necessario, ineludibile e molto urgente, che la Città si possa esprimere. Questa interpellanza vuole avere delle risposte; seguiranno, appunto, anche delle azioni come l'ordine del giorno, che comunque chiama anche ad un impegno più diretto, proprio perché è assolutamente fondamentale, sempre ribadendo - lo faccio ancor una volta - la necessità di rimanere nell'alveo della legalità, però di dire con forza che c'è bisogno di rivedere i dettami della Legge e bisogna farlo congiuntamente con l'ANCI nei confronti del Governo. |