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ARTESIO Eleonora Grazie. "Pur consapevoli dell'impossibilità di non applicare una Legge dello Stato, in attesa che gli organi competenti ne valutino il carattere di incostituzionalità, il Comune di Napoli, anche al fine di valutare e tarare le proprie politiche di contrasto alla povertà estrema attraverso la seguente direttiva del Sindaco De Magistris, dà mandato all'ufficio Anagrafe di non privare i cittadini stranieri richiedenti asilo posti al di fuori dei circuiti di accoglienza della possibilità di essere inseriti nell'elenco della popolazione temporanea, previsto dall'articolo 32 del Decreto Presidenziale 223/1989, quale minima misura di tutela dei diritti fondamentali ad essi facenti capo, indicando anche come indirizzo di prossimità la sede del Servizio Comunale Centrale di contrasto alle nuove povertà per poter consentire di ricevere e inviare comunicazioni alle Commissioni Territoriali". Questa è la direttiva del Sindaco De Magistris 15 gennaio 2019, una settimana precedente il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, scriveva in qualità di Sindaco ai dirigenti delle Delegazioni Anagrafiche del Comune di Palermo una nota, nella quale nota invitava ciascun dirigente, in ambito all'autonomia amministrativa e gestionale tipica dei dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni a verificare se, ponendo in essere quanto previsto dal cosiddetto: "Decreto Sicurezza", non violassero nel loro comportamento personale e di funzionari dello Stato le norme generali di costituzionalità con le quali il nostro Stato valuta la protezione umanitaria non in base ai requisiti di questo o quel Decreto, ma in base a quanto dichiarato dalla nostra Costituzione, per la quale la protezione umanitaria si intende avvalere su quei soggetti che secondo gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato Italiano, non secondo il giudizio temporaneo di questo o quel Governo, si trovino in una condizione per la quale vanno messe in atto le difese a rischio quindi della loro vita e necessitanti quindi di protezione. Nella Città di Torno il 1° di gennaio i quotidiani uscivano informando quali fossero i nuovi nati nella notte di Capodanno, tra questi figurava anche una bambina di origine, se non sbaglio, eritrea, nella seconda settimana di gennaio, attraverso un'intervista realizzata dal Telegiornale del Piemonte, si rendeva noto che per iscrivere all'Anagrafe questa bambina, che era nata nel campo di protezione di Settimo, si era dovuto fare un interpello alla Prefettura. Ho semplicemente spiegato quali sono i diversi modi con i quali le Pubbliche Amministrazioni si rapportano alle nuove misure e qui non sto parlando, che ce ne sarebbe ragione, ma ho perso da un po' di tempo l'illusione di un confronto sui principi, non sto parlando di atti di disobbedienza civile, forse è sfuggito a qualcuno, anche nella comunicazione esterna, che sia il Sindaco Orlando, sia il Sindaco De Magistris prima di essere Sindaci sono Magistrati o sono stati Magistrati e la finezza del loro comportamento amministrativo discende anche da questa cultura giuridica; loro non dichiarano di non applicare quello che è un Decreto dello Stato, chiedono, o a chi ha la responsabilità amministrativa o se l'assumono in prima persona, di non esporre l'ente da loro amministrato, Comune di Palermo, Comune di Napoli e io mi sarei augurata Comune di Torino, a rischio di adottare misure viziate da incostituzionalità, quindi svolgono un ruolo di autotutela dell'ente. Cosa fa il Comune di Torino? Questa è la domanda che stiamo ponendo, una domanda che certamente diventa più ricca se corredata dai dati statistici che l'Assessora Schellino ha avuto la cortesia di riferirci, ma francamente sono abbastanza stupita del fatto che riteniamo che il sistema dello SPRAR possa essere adeguatamente utilizzato in funzione, non degli ospiti per i quali era destinato, cioè il modello di accoglienza diffusa, virtuoso, che essendo virtuoso si ritiene bene di smantellare, ma in funzione di coloro che erano precedentemente ospiti nei CAS o nei FAMI, questo è stato detto, adesso ogni volta che parlo con l'Assessora Schellino dice, che devo andare a vedermi le registrazioni, perché non capisco bene, farò prossimamente un controllo dell'udito, ma questo è stato detto e quindi sono stupita del fatto che un modello che nasce per volontà, intelligenza e capacità organizzativa dei Comuni, oggi debba essere considerato uno strumento residuale che grazie a Dio non lasciamo vuoto, perché ci sono ospiti di altre strutture, altre strutture come il CAS per le quali, peraltro, sono stati ripetutamente, magari non nel torinese e non nel piemontese, espressi severi giudizi critici rispetto alla loro efficacia. Comunque, vorrei ancora sottolineare tutte le buone ragioni, non solo di tipo umanitario ma di tutela degli interessi generali che dovrebbero portare anche la Città di Torino a prevedere l'iscrizione anagrafica, perché ricordo a tutti che la tutela della salute non è solo un diritto dell'individuo, e qui ci si potrebbe trovare nelle condizioni per le quali in base al Decreto Sicurezza qualcuno ritenga che anche quel diritto venga meno… ARTESIO Eleonora …ma è interesse della collettività e la collettività è la popolazione residente. |