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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Gennaio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 15
INTERPELLANZA 2019-00032
"EFFETTI LEGGE 132/2018" PRESENTATA IN DATA 8 GENNAIO 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei alla trattazione dell'interpellanza generale, che congiuntamente viene discussa
con un'interpellanza presentata dalla Capogruppo Artesio e altri. L'interpellanza
generale è presentata dal Capogruppo Lo Russo e altri:

"Effetti Legge 132/2018"

VERSACI Fabio (Presidente)
Il cosiddetto "Decreto Sicurezza". Lascerei la parola all'Assessora Schellino, prego.

SCHELLINO Sonia (Assessore)
Allora, io rispondo puntualmente all'interpellanza della Consigliera Artesio e più in
generale dico quello che sta accadendo dal punto di vista delle interlocuzioni con
l'ANCI e con il Ministero. Dopo l'ordine del giorno, è stato inviato al Ministero con
lettera di accompagnamento a firma della Sindaca l'ordine del giorno stesso, dando la
massima disponibilità delle città insieme all'ANCI ad essere interlocutori per poter
risolvere le criticità che erano state evidenziate sia in quell'ordine del giorno e sia da
tutta una serie di rilievi che sono stati fatti dalle grandi città in particolare, ma dalla
maggior parte dei Sindaci, e quindi, sia a livello di ANCI, sia con le Prefetture, si sta
lavorando per fare tutta una serie di osservazioni, proprio per limitare e possibilmente
evitare le ricadute negative che potrebbero derivare dal Decreto e dalla sua conversione.
Sono già uscite alcune circolari che hanno dato delle interpretazioni autentiche della
normativa, delle quali tengo conto nella risposta puntuale all'interpellanza della
Consigliera Artesio. Intanto bisogna distinguere la regolarità del soggiorno sul territorio
nazionale dalla permanenza in programmi di accoglienza. Dal punto di vista del profilo
della regolarità del soggiorno, occorre premettere che l'abolizione della protezione
umanitaria di cui all'art. 5, comma 6, del Testo Unico Immigrazione, non comporta
l'automatico rigetto del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, infatti
il Decreto e le Circolari del 18 dicembre 2018 e del 3 gennaio 2019, applicative in
materia di permessi umanitari, stabiliscono che i migranti già in possesso di permessi
per motivi umanitari, se troveranno lavoro entro la scadenza, potranno convertire il
permesso in lavoro; così pure quelli che hanno già ottenuto prima del 4 ottobre 2018
dalla Commissione Territoriale il riconoscimento di protezione umanitaria otterranno un
permesso di due anni per casi speciali, che sarà convertibile in lavoro se si ha
un'occupazione. Quindi ai casi speciali elencati nel Decreto si aggiunge, ad opera della
circolare, questo riconoscimento di protezione umanitaria per caso speciale di due anni
per quelli che sono già prima del 4 ottobre, per quelli che hanno già ottenuto il
pronunciamento della Commissione.
Le criticità quindi sono rinviate alla scadenza di questi permessi, se non saranno
convertiti, quando la Commissione Territoriale sarà chiamata a pronunciarsi
sull'esistenza di requisiti decisamente restrittivi, parzialmente sovrapponibili alla
definizione di "rifugiato". In pratica, per esemplificare, pur senza entrare nei tecnicismi
di una norma abbastanza complicata, questi requisiti consistono nell'attuazione del
principio di no-refoulement. "Il migrante può essere respinto verso il Paese di
provenienza o di passaggio?", si chiederanno: "Si tratta di Paesi sicuri? Anche se non
riconosciuto 'rifugiato', corre il rischio di persecuzioni?". Il Decreto prevede, tra l'altro,
la cruciale redazione dell'elenco dei Paesi sicuri, che diventerà decisivo per questa
verifica della Commissione, l'esistenza di queste condizioni sostituiscono l'ampio
concetto di protezione umanitaria, quindi una norma che in prospettiva sarà più
restrittiva. È facile previsione affermare che solo una piccola parte degli attuali
umanitari rientrerà in queste condizioni.
Nel 2019 il problema si porrà per le centinaia di richiedenti asilo la cui posizione non
era ancora definita al 4 ottobre, il 60-70% dei riconoscimenti della Commissione prima
del Decreto erano per motivi umanitari; ora, con la sola valutazione delle condizioni
sopra citate, che sostituisce il permesso umanitario, la percentuale dei riconoscimenti
sarà molto ridotta; insomma, ci saranno centinaia di nuovi denegati che già prima erano
attorno, comunque, al 55% i dinieghi, ci saranno quindi centinaia di nuovi denegati che,
dopo l'eventuale ricorso al Giudice e poi in Cassazione, diventeranno irregolari.
È probabile una diluizione nel tempo di questo processo, dovuto alla lentezza delle
notifiche dei dinieghi e ai ricorsi che prolungano il periodo di regolarità.
Con riferimento alla presenza di adulti in quelli che ora si chiamano "SIPROIMI", è la
sigla che sostituisce la sigla "SPRAR" che ci dovremo abituare ad utilizzare, il cui
significato è Sistema di Protezione per Titolari di Protezione Internazionale e Minori
Stranieri non Accompagnati. Con riferimento, quindi, alle presenze di adulti in questa…
in SIPROIMI di Torino e alle previsioni di dimissioni, precisiamo questo: nel
SIPROIMI di Torino sono attualmente presenti 486 persone, di cui circa 180 migranti
con permesso umanitario e circa 200 richiedenti asilo, oltre a 100 titolari di protezione
internazionale per cui nulla cambia; nessuna di queste persone dalle prime due categorie
finora è stato dimesso per effetto del Decreto.
Il Decreto prevede, sia per i titolari di permesso umanitario che per i richiedenti asilo in
SPRAR, che rimangono in accoglienza fino a scadenza del progetto di accoglienza, che
rimangano in accoglienza, quindi tutti quelli che hanno il permesso umanitario e i
richiedenti che sono già in SPRAR rimangono in accoglienza fino a scadenza del
progetto di accoglienza. Per i titolari di permesso umanitario un'uscita anticipata
dall'accoglienza potrà verificarsi in relazione a quanto raccontato nei punti precedenti,
in particolare alla scadenza dei permessi, se questi non saranno convertiti in lavoro, ma
parliamo comunque di un tempo di un paio di anni.
Ricordiamo che in caso di diniego il rinnovo, in base ai nuovi criteri, è possibile il
ricorso all'Autorità Giudiziaria, in pendenza del quale migrante è regolare e rimane in
accoglienza. Similmente, i richiedenti asilo che riceveranno diniego di protezione
internazionale o speciale, se presentano ricorso rimangono in accoglienza.
Con il ricorso in Cassazione contro una decisione negativa del Giudice, invece, si è
ancora in posizione di regolarità sul territorio nazionale, ma cessa l'accoglienza.
Quindi, eventuali uscite anticipate dall'accoglienza SIPROIMI dipenderanno dalla
tempistica delle scadenze dei permessi di soggiorno umanitari, dalla celerità delle
risposte della Commissione, sia sulle domande ancora in sospeso, che sull'esistenza dei
nuovi presupposti di protezione speciale e dall'esistenza o meno dei ricorsi
giurisdizionali.
Va infine sottolineato che, secondo la Circolare ministeriale, il SIPROIMI non verrà
affatto ridimensionato, perché i posti che si libereranno verranno occupati dai
trasferimenti da altre strutture e, in specifico, verranno trasferiti in SIPROIMI: i titolari
di protezione internazionali ancora presenti nei CAS; i minori stranieri non
accompagnati presenti nei CAS, nelle strutture FAMI o in comunità della Città per i
quali alla maggiore età non è ancora definita la domanda di protezione o che, ai sensi
della Legge Zampa, proseguano fino al ventunesimo anno di età l'accoglienza; i titolari
di permessi per casi speciali, quindi vittime di tratta, violenza domestica, grave
sfruttamento lavorativo; i titolari di permessi per cure mediche, per calamità o per atti di
particolare valore civile.
Per quanto riguarda i numeri, i minori stranieri non accompagnati in carico erano 172,
di cui 64 nel SIPROIMI, 60 in strutture dedicate a minori stranieri non accompagnati,
52 in comunità educative residenziali. I neo maggiorenni ancora seguiti con
collocamento in struttura o altri interventi sul territorio… siamo ad 86.
Nella Città Metropolitana i migranti ospitati in strutture SIPROIMI sono circa 950, di
cui circa la metà a Torino. Va ancora sottolineato che la circolare del 3 gennaio precisa
che per i titolari di permesso per motivi umanitari presenti nei CAS nel momento della
materiale consegna del permesso di soggiorno dovrà essere avviato il percorso di uscita
dalle strutture. Purtroppo un progressivo aumento in Provincia, dei migranti che
usciranno dalle accoglienze e diventeranno in parte irregolari è possibile; così pure è
noto l'effetto attrattivo della città e della prima cintura che opererà anche in queste
circostanze.
Questi, appunto, sono i primi esiti delle interlocuzioni, le due circolari che sono già
uscite; in sede ANCI è ancora attivo il lavoro, in parte è seguito in modo più tecnico
dagli Assessorati, in parte direttamente dai Sindaci, che sono stati, insieme al Sindaco
De Caro, la settimana scorsa al Ministero e su questi ultimi sviluppi può dare qualche
approfondimento, eventualmente in più, se lo riterrete, la Sindaca, che ha partecipato
direttamente agli incontri.
Noi naturalmente continuiamo a segnalare tutte le criticità, continuiamo a lavorare con i
Prefetti per cercare di fare in modo che non ci siano effetti negativi o che siano
minimizzati o che le interpretazioni delle circolari ministeriali ci aiutino a migliorare
questo Decreto o i suoi effetti. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Consigliera Tisi, ne ha facoltà per cinque minuti, prego.

TISI Elide
Sì, grazie. Io intanto ringrazio l'Assessora per l'esposizione e per i dati che ci ha fornito
e le chiedo anche la cortesia di fornirceli, perché non è sempre stato possibile appuntarsi
tutti questi dati, che sicuramente sono utili al lavoro del Consiglio ed eventuali ulteriori
approfondimenti, che spero ci sarà la possibilità di fare in Commissione.
La discussione di questa interpellanza generale unitamente alla precedente interpellanza
presentata dalla Consigliera Artesio, su cui si è deciso di unificare l'approfondimento,
aveva una valenza sicuramente di conoscenza degli elementi, diciamo, di
attualizzazione degli effetti e quindi anche dei dati, ma anche di confronto politico, in
particolare con la Sindaca, proprio perché sappiamo che ha partecipato all'incontro,
credo il 14 gennaio, con gli altri Sindaci, dal Presidente del Consiglio, per conoscere
quali siano anche le valutazioni politiche che nel merito di questa vicenda, come
Sindaco e come Città, riteniamo di voler fare.
Mi pare che questo Consiglio Comunale, attraverso l'ordine del giorno approvato, si era
espresso già molto chiaramente e, direi, in modo molto compatto. Mi pare che dai dati
che ci ha fornito l'Assessora emergono alcuni elementi: il primo, che queste circolari,
che sono state emanate a fine 2018 e inizio 2019, stanno cercando, diciamo così, di
ridurre il danno, o quantomeno di ridurlo nell'immediato, ma, come veniva anche
ricordato e come credo i dati confermino, questi effetti comunque ci sono, stanno
iniziando a produrre delle significative presenze anche di irregolari; da alcuni sondaggi
fatti risulterebbero alcune centinaia le persone che sono uscite dalla rete
complessivamente sul sistema di Torino e Provincia con un permesso umanitario che
oggi è un permesso che non esiste più, se non per i casi speciali, che però sono
veramente situazioni molto particolari di natura sanitaria o di atti di eroismo e che
quindi sono sicuramente da ascrivere a piccoli numeri; ma poi anche sulla questione
residenza, di cui forse l'approfondimento che ci ha riferito l'Assessora Schellino ha
toccato di meno, ma certamente la questione residenza è una questione significativa,
perché sappiamo che il venir meno della residenza fa venir meno tutta una serie di
possibilità, comprese alcune che sono, come dire, quelle tipiche che consentono
l'inserimento e l'inclusione anche sul territorio; cito, ad esempio, l'accesso alle scuole
professionali, accedere alla possibilità di avere una dichiarazione ISEE, chiedere un
abbonamento GTT, ma c'è poi anche tutta la questione sanitaria che ritengo necessiti di
un approfondimento, perché la residenza in alcuni casi…, la mancanza di residenza
potrebbe precludere non la sanità d'urgenza, evidentemente, ma quella più ascrivibile
alla cura e alla prevenzione - penso, ad esempio, ai medici di base - e il tema,
naturalmente, è da ricondurre a una più generale tutela della salute pubblica.
Credo anche che, sempre per stare sulla questione residenza, oltre, come dire, alle
opportunità c'è anche un problema di quello che è il ruolo di un Ente Locale, perché la
residenza significa anche, per una Città, per un Sindaco avere contezza di chi c'è sul
proprio territorio e il venir meno di questa possibilità può anche far venir meno la
possibilità di governare pienamente i fenomeni e poterli gestire al meglio.
Quindi, io credo che la questione, come dire, sia sì da affrontare dal punto di vista degli
esiti, sia da affrontare dal punto di vista dei numeri; credo occorra, però, anche capire
qual è la scelta che politicamente questa Città vuole fare su questo tema, visto l'allarme
che alcuni Sindaci in Italia hanno lanciato, le prese di posizione, in alcuni casi
amministrative, in altri casi politiche, in altri casi ancora di esplorazione giuridica, ad
esempio, della costituzionalità di questo Decreto, ecco, io ritengo che oggi la domanda
che voglio porre alla Sindaca è se ha preso in considerazione queste varie opzioni e se
non ritenga opportuno assumere, peraltro anche con un mandato molto largo da parte di
questo Consiglio Comunale, una posizione politica che possa smarcare Torino da
politiche che non stanno cercando di governare questi fenomeni, che sono complessi e
che richiedono…

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

TISI Elide
…azioni varie e diversificate, da un lato sicuramente occorre fare accordi internazionali
con gli altri Paesi europei, occorre fare accordi per il rimpatrio, ma occorre anche, prima
di tutto, non far morire le persone in mare. Quindi, il fenomeno va visto in tutte le sue
sfaccettature e complessità, ma credo che la posizione di Torino oggi sulla scena, sul
panorama nazionale sia fondamentale, importante e soprattutto coerente con la storia di
questa Città e anche con gli indirizzi che da questo Consiglio sono venuti.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego, Capogruppo Artesio, ne ha facoltà per cinque minuti.

ARTESIO Eleonora
Grazie. "Pur consapevoli dell'impossibilità di non applicare una Legge dello Stato, in
attesa che gli organi competenti ne valutino il carattere di incostituzionalità, il Comune
di Napoli, anche al fine di valutare e tarare le proprie politiche di contrasto alla povertà
estrema attraverso la seguente direttiva del Sindaco De Magistris, dà mandato all'ufficio
Anagrafe di non privare i cittadini stranieri richiedenti asilo posti al di fuori dei circuiti
di accoglienza della possibilità di essere inseriti nell'elenco della popolazione
temporanea, previsto dall'articolo 32 del Decreto Presidenziale 223/1989, quale minima
misura di tutela dei diritti fondamentali ad essi facenti capo, indicando anche come
indirizzo di prossimità la sede del Servizio Comunale Centrale di contrasto alle nuove
povertà per poter consentire di ricevere e inviare comunicazioni alle Commissioni
Territoriali". Questa è la direttiva del Sindaco De Magistris 15 gennaio 2019, una
settimana precedente il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, scriveva in qualità di
Sindaco ai dirigenti delle Delegazioni Anagrafiche del Comune di Palermo una nota,
nella quale nota invitava ciascun dirigente, in ambito all'autonomia amministrativa e
gestionale tipica dei dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni a verificare se, ponendo
in essere quanto previsto dal cosiddetto: "Decreto Sicurezza", non violassero nel loro
comportamento personale e di funzionari dello Stato le norme generali di
costituzionalità con le quali il nostro Stato valuta la protezione umanitaria non in base ai
requisiti di questo o quel Decreto, ma in base a quanto dichiarato dalla nostra
Costituzione, per la quale la protezione umanitaria si intende avvalere su quei soggetti
che secondo gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato Italiano, non secondo
il giudizio temporaneo di questo o quel Governo, si trovino in una condizione per la
quale vanno messe in atto le difese a rischio quindi della loro vita e necessitanti quindi
di protezione.
Nella Città di Torno il 1° di gennaio i quotidiani uscivano informando quali fossero i
nuovi nati nella notte di Capodanno, tra questi figurava anche una bambina di origine,
se non sbaglio, eritrea, nella seconda settimana di gennaio, attraverso un'intervista
realizzata dal Telegiornale del Piemonte, si rendeva noto che per iscrivere all'Anagrafe
questa bambina, che era nata nel campo di protezione di Settimo, si era dovuto fare un
interpello alla Prefettura. Ho semplicemente spiegato quali sono i diversi modi con i
quali le Pubbliche Amministrazioni si rapportano alle nuove misure e qui non sto
parlando, che ce ne sarebbe ragione, ma ho perso da un po' di tempo l'illusione di un
confronto sui principi, non sto parlando di atti di disobbedienza civile, forse è sfuggito a
qualcuno, anche nella comunicazione esterna, che sia il Sindaco Orlando, sia il Sindaco
De Magistris prima di essere Sindaci sono Magistrati o sono stati Magistrati e la finezza
del loro comportamento amministrativo discende anche da questa cultura giuridica; loro
non dichiarano di non applicare quello che è un Decreto dello Stato, chiedono, o a chi
ha la responsabilità amministrativa o se l'assumono in prima persona, di non esporre
l'ente da loro amministrato, Comune di Palermo, Comune di Napoli e io mi sarei
augurata Comune di Torino, a rischio di adottare misure viziate da incostituzionalità,
quindi svolgono un ruolo di autotutela dell'ente. Cosa fa il Comune di Torino? Questa è
la domanda che stiamo ponendo, una domanda che certamente diventa più ricca se
corredata dai dati statistici che l'Assessora Schellino ha avuto la cortesia di riferirci, ma
francamente sono abbastanza stupita del fatto che riteniamo che il sistema dello SPRAR
possa essere adeguatamente utilizzato in funzione, non degli ospiti per i quali era
destinato, cioè il modello di accoglienza diffusa, virtuoso, che essendo virtuoso si
ritiene bene di smantellare, ma in funzione di coloro che erano precedentemente ospiti
nei CAS o nei FAMI, questo è stato detto, adesso ogni volta che parlo con l'Assessora
Schellino dice, che devo andare a vedermi le registrazioni, perché non capisco bene,
farò prossimamente un controllo dell'udito, ma questo è stato detto e quindi sono stupita
del fatto che un modello che nasce per volontà, intelligenza e capacità organizzativa dei
Comuni, oggi debba essere considerato uno strumento residuale che grazie a Dio non
lasciamo vuoto, perché ci sono ospiti di altre strutture, altre strutture come il CAS per le
quali, peraltro, sono stati ripetutamente, magari non nel torinese e non nel piemontese,
espressi severi giudizi critici rispetto alla loro efficacia. Comunque, vorrei ancora
sottolineare tutte le buone ragioni, non solo di tipo umanitario ma di tutela degli
interessi generali che dovrebbero portare anche la Città di Torino a prevedere
l'iscrizione anagrafica, perché ricordo a tutti che la tutela della salute non è solo un
diritto dell'individuo, e qui ci si potrebbe trovare nelle condizioni per le quali in base al
Decreto Sicurezza qualcuno ritenga che anche quel diritto venga meno…

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
…ma è interesse della collettività e la collettività è la popolazione residente.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Consigliera Grippo, prego, ne ha facoltà per cinque minuti.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie, Presidente. Mah, vorrei confrontare il mio stato d'animo con quello che mi
ha trasmesso la lettura dei dati che ci ha offerto l'Assessora Schellino. Il mio stato
d'animo, dovuto alla documentazione che ho raccolto in questi mesi da che è stato
approvato il Secreto su Immigrazione e Sicurezza e dalle testimonianze raccolte sul
territorio, ma anche nel corso delle Commissioni che abbiamo dedicato a questo
argomento a vario titolo, è uno stato d'animo di bisogno di un piano di emergenza
perché il Governo - e pensavo che fossimo tutti d'accordo su questo dopo che il 22 di
ottobre scorso abbiamo votati all'unanimità un atto di indirizzo sul tema - ci ha lasciato
con un problema da un giorno all'altro. Guardi…, io stessa, così come la Capogruppo
Artesio che mi ha preceduto, non ho più intenzione di parlare né di principi e né
tantomeno di persone fino a che non crederò che il parlare di persone interessi a
qualcuno. Quest'oggi parlerò di numeri perché evidentemente su questo ho rilevato un
maggiore interesse da parte di chi governa questa Città; quindi numericamente, senza
sentimenti, numericamente mi sembrava che ci trovassimo nella condizione di un piano
di emergenza. Sentendo, invece, i suoi di numeri, Assessora, privi a mio avviso, o per lo
meno secondo le mie capacità di comprensione che possono anche essere scarse, mi
sembra che numericamente lei non percepisca l'esigenza di un piano di emergenza
come lo percepisco io. Sarei tanto contenta se o lei, ma soprattutto la Sindaca, voleste
corroborare o meno questa mia impressione. Sono preoccupata dal fatto che mi vengano
presentati scenari come il… diluire nel tempo una problematica piuttosto che l'ipotesi di
ricorsi, che non ho ben capito, come ipotesi di soluzione di un problema. Però,
ribadisco, se si leggono i dati crudi e con la velocità con cui li ha letti lei è evidente che
tutto quello che può restare nelle orecchie di chi li sente per la prima volta è
un'impressione, mentre invece io voglio dirle, riportarla sulla, come dire… il
sentimento un pochino più corroborato che ci hanno lasciato i dati che abbiamo potuto
masticare nel corso delle Commissioni e conoscere nei mesi scorsi; le centinaia,
migliaia di persone che da un giorno all'altro erano previste uscire dal sistema di
accoglienza per come l'abbiamo conosciuto, quante saranno qui a Torino? La
domanda… una delle due, solo per far finta che vi interessi cosa sto dicendo. Dicevo,
quanti saranno coloro che da un giorno all'altro rimarranno fuori? Poi, se da un giorno
all'altro è l'anno prossimo o tra due anni, ma non è che ci dobbiamo tanto consolare, e
spiego perché: perché il Governo non ha previsto nessun tipo di compensazione di
aiuto, di sostegno, di qualsivoglia opportunità di affiancamento dei Comuni se no non si
sarebbe verificato quello che si sta verificando in altre parti di Italia, ossia quella che è
stata considerata, falsamente, una disobbedienza civile, che invece ben ci ha chiarito la
collega Artesio quando è intervenuta. La ricaduta dei minori stranieri non accompagnati
in termini quantitativi di maggiori oneri a carico della Città è stata valutata? Io credo
che ci siano già i termini per farlo. È stata valutata la ricaduta della perdita dei posti di
lavoro, dove abbiamo sentito le cooperative che sono venute a parlare del fatto che le
difficoltà si stanno già vedendo e si stanno vedendo non soltanto, come era ovvio,
perché è più collegata all'attività comunale per le cooperative che prestavano la loro
opera negli SPRAR, ma anche per quelle che operano nei CAS, visto e considerato che,
comunque, tutto il sistema dell'accoglienza è stato messo in discussione. Le difficoltà di
questi operatori sono reali perché le abbiamo sentite raccontare; non è possibile che li
abbiamo beccati solo noi quelli che hanno i problemi, no? Non credo, molto bene.
Quindi il dato di stima delle scorse settimane proveniente dall'ANCI, che abbiamo
inserito negli atti a sostegno dell'interpellanza, che è stato ripreso dai giornali e mai
smentito, trova una conferma nell'analisi che avete fatto: 480.000 Euro di maggiori
oneri in 3 anni che ricadranno sui nostri Servizi Sociali, che non è che stanno messi così
bene da quando hanno conosciuto l'era Rolando? Queste sono le domande alle quali
io…, l'Assessore al Bilancio Rolando.

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, concludo, Presidente. Dicevo, questi erano i numeri che ci aspettavamo di vedere
nell'elaborazione di un'analisi che ci portasse a capire se in effetti consideriamo questo
un problema da affrontare, e anche subito, oppure no, qualcuno ci penserà, tanto è
diluito nel tempo e abbiamo di meglio di cui occuparci.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti.

TRESSO Francesco
Sì. Grazie, Presidente. Allora, la questione è proprio questa: noi abbiamo posto questa
interpellanza, che io ho sottoscritto, a seguito di quella che è stata l'azione, come è stata
già richiamata, di alcuni Sindaci cosiddetti "disobbedienti", alcuni dei quali hanno
ritenuto anche di intraprendere delle strade che, come ci è stato spiegato dalla
Capogruppo Artesio, avevano anche una fondatezza di tipo giuridico. Il fatto che,
ovviamente, la Sindaca in qualità di Pubblico Ufficiale non possa esimersi
dall'applicare quelli che sono i dettami della normativa non preclude però la possibilità
di, viceversa, di avviare tutta una serie di altre strade, di approfondimenti quali ad
esempio la capacità di valutare se sia possibile da parte del Comune ricorrere o meno
alla Corte Costituzionale, perché questo è il tema: che la Legge 182, che converte il
Decreto Sicurezza di Salvini, ha dei fondati motivi di essere ritenuta anticostituzionale
su alcuni punti. Questa è una delle strade, per esempio, che mi interesserebbe capire se
la Città di Torino intende percorrere. Premetto che sul tema io ho anche proposto un
ordine del giorno che andrà in discussione nelle prossime sedute e che riprende,
sostanzialmente, quanto - come è stato ricordato - già il Consiglio Comunale (peraltro
con un ampio consenso trasversale) aveva approvato in occasione di un precedente
ordine del giorno, che però era riferito alla fase transitoria di iter parlamentari di
approvazione; ora, quell'iter si è concluso - il Decreto Legge è diventato appunto Legge
- mi interessa però capire riproponendo gli stessi punti che già all'epoca erano messi
nella parte di impegna, cioè in che misura la Città voglia rendersi proattiva nello
stimolare un confronto a livello nazionale, ovviamente anche questo coordinandosi sotto
l'egida dell'ANCI; ANCI che, come ci è stato detto, il Presidente, il Sindaco De Caro
ha auspicato, appunto, ad avere un consenso ampio per potersi proporre in un confronto
con il Governo. È stato ricordato come l'art. 13, che non consente l'iscrizione
all'Anagrafe, da un lato preclude l'esercizio di diritti civili e che, ribadisco, sono diritti
non negoziabili, cioè si tratta di garantire quello che la Costituzione ci chiede di
garantire a tutti; stiamo parlando di diritto allo studio, diritto alle cure mediche, diritto
alla formazione professionale, e quindi direttamente, poi, anche al lavoro…, allora, su
questo tema, parimenti, c'è anche un aspetto che per assurdo va contro al principio,
diciamo così, sicuritario per cui nasce: il fatto di non avere un controllo anche sui propri
residenti, non poter avere anche un sistema in qualche modo di censimento, non farà
altro che aumentare - come già più volte abbiamo ribadito anche in quest'Aula - il
livello di quella non trasparenza, il livello di quelle persone invisibili che
necessariamente andranno ad aumentare, anche, più facilmente dei canali di illegalità.
Infine, ribadisco come tutto un percorso che, come Consiglio abbiamo mantenuto, ci
chiede, appunto, di mantenere e non rinnegare tutto ciò che la Città ha saputo costruire
come percorsi di inclusione e che, comunque, anche Torino ha avuto modo di
sperimentare negli anni con direi dei risultati che sono più che buoni; ancora una volta,
invece, questa Legge mira ad aumentare la permanenza nei grossi centri di accoglienza,
portandoli da 90 a 180 giorni, e nei centri di permanenza per il rimpatrio,
(incomprensibile) che sappiamo che in assenza di accordi bilaterali, in assenza di risorse
adeguate, non saranno possibili in tempi brevi e, ahimè, questo non farà che aumentare
delle realtà che tutti noi ben conosciamo, anche a Torino, e che ancora, purtroppo, nei
giorni scorsi sono state sulle cronache dei giornali per episodi di violenza, violenze che
non possono che perpetuarsi proprio in quelle situazioni di grandi concentramenti.
Quindi, io ribadisco che sia necessario, ineludibile e molto urgente, che la Città si possa
esprimere. Questa interpellanza vuole avere delle risposte; seguiranno, appunto, anche
delle azioni come l'ordine del giorno, che comunque chiama anche ad un impegno più
diretto, proprio perché è assolutamente fondamentale, sempre ribadendo - lo faccio
ancor una volta - la necessità di rimanere nell'alveo della legalità, però di dire con forza
che c'è bisogno di rivedere i dettami della Legge e bisogna farlo congiuntamente con
l'ANCI nei confronti del Governo.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Consigliere Iaria, ne ha facoltà per cinque minuti. Prego.

IARIA Antonino
Grazie mille. Innanzitutto io ringrazio per il lavoro svolto sia l'Assessora Schellino che
la Sindaca proprio per aver lavorato seriamente come amministratori, insieme ad altri
comuni, aver portato le istanze e le problematiche che abbiamo già ribadito più volte
rispetto all'attuazione del Decreto Salvini; li ringrazio perché secondo me è stato un
modo di lavorare serio rispetto ad altri Sindaci che hanno…, prima hanno detto: "Devi
fare una disobbedienza civile", che poi non è vero, poi dopo hanno detto che hanno
chiesto chiaramente dei pareri sull'incostituzionalità del decreto ai loro Direttori
generali comunali dei loro rispettivi comuni (non so quanto questa anche sia una prassi
fondata), però io apprezzo più le persone che lavorano nel merito, nel merito di un
problema che potremmo sicuramente avere come Città che poi dovrà attuare le direttive
del decreto. Abbiamo già più volte espresso anche un ordine del giorno molto, anche
quello molto serio, e condiviso da tutto il Consiglio Comunale, e le perplessità. Stiamo
lavorando bene per andare a migliorare questo decreto, che poi se un giorno la Corte
Costituzionale dirà che è incostituzionale, chiaramente prenderemo le… giustamente
cambieremo anche il nostro modo di approcciarci al decreto. Quindi non vedo tutto
questo osannare alcune… politiche o… opzioni che alcuni Sindaci fanno per farsi mera
pubblicità, perché trovo molto più serio il lavoro che hanno fatto tanti altri Sindaci, non
solo la Sindaca di Torino, ma tanti altri Sindaci insieme ad ANCI, per andare a…
migliorare questo decreto appena fatto che, ricordo è un decreto che è stato fatto da un
Parlamento democratico e quindi va accettato come decreto ed espressione della
democrazia che adesso governa questo Paese. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Consigliera Canalis, ne ha facoltà per cinque minuti.

CANALIS Monica
Grazie, Presidente. Vorrei ricordare al collega Iaria che l'espressione della democrazia
non avviene soltanto nel Parlamento ma avviene a tutti i livelli istituzionali, quindi i
Comuni, e anche quello in cui noi sediamo, hanno piena titolarità ad esprimersi, anche
sulle leggi dello Stato. Questo non significa invitare a violare le leggi o a compiere degli
atti che potrebbero assomigliare a questo, ma sicuramente noi abbiamo, nel mese di
ottobre, anche con il suo concorso e quello dei suoi colleghi, approvato un ordine del
giorno che esprimeva un'estrema preoccupazione su quello che oggi si sta verificando e
che l'Assessora Schellino ha certificato con il suo report; cioè: una serie di persone - il
cui numero non mi è risultato molto chiaro dalla sua relazione, quindi magari la
pregherei innanzitutto di farci avere questo testo e poi magari di rivederci in
Commissione per poter approfondire in maniera più tranquilla e più appropriata - una
serie di persone, nel corso del 2019, del 2020 e degli anni successivi, non avranno più
determinate forme di protezione e questo rappresenterà un problema, non tanto per i
comuni piccoli - lo abbiamo detto tante volte - ma soprattutto per le grandi città come
Torino, Torino che è anche più grande di Palermo. Quindi, se un Sindaco come quello
di Palermo ha espresso una preoccupazione anche in termini giuridici, non solo andando
a sedersi all'ANCI e confrontandosi con i colleghi, ma anche chiedendo al personale del
comune di effettuare le verifiche giuridiche del caso, mi chiedo quali problemi in più
potrà avere Torino. Io ringrazio l'Assessora Schellino per la sua relazione, però mi
dispiace dirglielo, l'ho trovata un po' ragionieristica. Io vorrei ricevere - spero di
sentirlo dalle parole del Sindaco - un commento politico a quello che già sta accadendo
e che sta accadendo a seguito della nuova Legge dello Stato, e che ha un impatto sulla
nostra popolazione e sulla nostra istituzione comunale; che cosa pensate al di là del
rispetto della Legge? Che cosa pensate sia in termini giuridici sia in termini di gestione
sociale del problema? Perché, abbiamo detto, i posti che prima erano riservati allo
SPRAR li andiamo a riempire con altre persone che prima erano accolte in progetti di
altro tipo, e quelli che erano nello SPRAR, tutti i percorsi che erano avviati non si
capisce esattamente che fine faranno, e il fatto stesso che siano state emanate delle
circolari dal Ministero significa che qualche problema la Legge l'ha creato, e quindi si
sta provvedendo a dei correttivi per evitare che avvengano disastri, che però già si
stanno profilando. Allora, io vorrei una valutazione politica, da voi, perché il report
potevate trasmettercelo via posta elettronica e ce lo leggevamo.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego, Assessora Schellino.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Allora, io faccio ancora un paio di puntualizzazioni da ragioniera, così poi lascio
l'aspetto politico alla Sindaca. Allora, intanto gli spostamenti dai CAS al sistema
SPRAR sono sempre stati nella logica dello schema precedente, no? C'era comunque un
transito dal CAS, c'erano persone che passavano nei CAS, facevano una parte del
percorso e poi continuavano nello SPRAR, così pure come la prima cosa che abbiamo
rilevato e che abbiamo cominciato a dire sia alle Prefetture, che sono i nostri primi
interlocutori, e poi anche nei modi opportuni al Ministero: "Evitateci un'altra
emergenza Africa", perché questo film lo abbiamo già visto una volta e ha prodotto dei
disastri, tipo il MOI, che stiamo ancora risolvendo adesso con gravi difficoltà. Quindi,
certo che ci siamo subito attivati nel dire "Evitiamo di correre il rischio di avere delle
cose che succedono troppo in fretta, che non sono controllate e che magari non sono
neanche corrette, e invece apportiamo, diamo tutta la nostra disponibilità a dirvi quali
difficoltà abbiamo già affrontato una volta, a seguito di emergenza Africa, facciamo in
modo che non accada". Da ottobre, quando ci siamo visti in Commissione ed eravamo
decisamente più allarmati - non che adesso l'allarme sia completamente rientrato, ma
eravamo decisamente più allarmati - ci sono state due circolari, le due circolari che
abbiamo indicato, che hanno di fatto allungato i tempi, hanno un pochino limitato
l'emergenza. Voi ricorderete che nelle prime settimane, nei primi mesi alcuni Prefetti
sono partiti in quarta e hanno cominciato a dare delle indicazioni di dimissioni di alcune
persone; a seguito di questo al Ministero sono stati convocati i Prefetti e sono state date
delle indicazioni di tempi più lunghi, maggiore attenzione, proprio per evitare di creare
dei problemi sulle città, e poi sono uscite le circolari, e poi c'è il lavoro dell'ANCI, e
poi si sta continuando. È vero che la diminuzione più importante sarà nei CAS e non
sarà negli SPRAR perché gli ex SPRAR continueranno ad avere ingressi delle categorie
che dicevo: di chi proviene dai CAS, di chi diventa maggiorenne come ex minore
straniero non accompagnato, dall'uscita dai FAMI eccetera. I CAS rischiano
effettivamente una diminuzione di accessi, ma la rischiano non solo a seguito del
decreto, la rischiavano già per la diminuzione degli sbarchi, che è un trend che va avanti
non solo da quando c'è il decreto, ma dal Decreto di Minniti ancora. Quindi, i problemi
di riduzione di numeri di accessi nei CAS sono un problema; sono un problema per le
cooperative che hanno dei lavoratori e delle strutture che hanno affittato, ristrutturato,
adeguato e che in questo momento non sono completamente piene, e questo però è un
insieme di cose, non è solo dovuto alla mancanza eventuale di inserimento da parte di
queste cose. Il problema di quando le persone finiscono i percorsi e non hanno più
l'umanitaria che veniva assegnata anche… diciamo che è una categoria un po'
residuale, no? L'umanitaria era tutto quello… tutte le persone che avevano un
ragionevole, probabile diritto di restare sul territorio, ma non c'era una categoria precisa
nella quale inserirle e veniva utilizzata l'umanitaria. È stata data una stretta a questa
categorizzazione e questo sarà un problema se bisognerà, per esempio, ma lo dico come
valutazione… non so dirvi se politica o da cittadina, la mancanza, ma dai tempi della
Bossi-Fini, dell'ingresso per ragioni di lavoro sul territorio italiano ha fatto sì che sia un
po' esploso il numero di umanitarie, perché non c'era più la possibilità, ormai da
moltissimi anni, di venire con la richiesta di lavoro. Diciamo che l'emergenza, proprio
emergenza, in questo momento è rallentata, non ce l'abbiamo, non sono uscite delle
persone, non stanno uscendo; i Prefetti ci stanno andando con molta cautela. Quindi,
abbiamo un briciolo di fiato in più per organizzarci. Non smettiamo di fare tutte le
osservazioni, ogni singola criticità la segnaliamo, la segnaliamo ai Prefetti, la
segnaliamo al Ministero; con i Prefetti, con il Ministero e con l'ANCI ci si sta
lavorando. È vero che non è tutto risolto, è meno grave di quello che appariva ad
ottobre; non è che non sia grave, non è che non ci sia preoccupazione, non voglio lasciar
pensare che è tutto risolto e va tutto bene così. No, l'allerta è massima, però un pochino
meno di quello che sembrava quando il decreto era ancora una bozza.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Ha chiesto di intervenire la Sindaca Appendino, prego.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Io devo dire che l'Assessora Schellino ha già riassunto bene, in
realtà, quali sono le tappe e quindi riprenderò solo alcuni temi, se vogliamo definirli, più
politici. Innanzitutto ero ben consapevole dell'ordine del giorno che era stato votato dal
Consiglio Comunale, motivo per cui quest'Amministrazione con l'Assessora, e anch'io,
abbiamo lavorato in sede ANCI per cercare di valutare, sostanzialmente, quale potesse
essere effettivamente l'impatto e quali potessero essere gli elementi migliorativi del
decreto. Qualcuno chiede cosa ha fatto Torino rispetto agli altri comuni. Ha fatto come
quasi gli altri 7.000, anzi, sono circa 8.000, un po' meno, togliamo Napoli e… come
dire, i Sindaci, se vogliamo definirli, "disobbedienti", hanno lavorato nel merito e sono
arrivati ad approvare all'unanimità qualche giorno fa - anzi, 10 giorni fa circa - un
documento che è stato portato poi al Presidente Conte dove sono state poste delle
questioni che ci preoccupavano. Io credo - lo dico qui, l'ho detto anche a mezzo stampa
e lo ribadisco - che sia stata sbagliata la presa di posizione da parte di alcuni Sindaci che
io non condivido; non condivido nel merito, nel metodo e quello che ha portato in sede
di dibattito tra Sindaci, peraltro in ANCI, perché non ha favorito - lo ribadisco - un
percorso costruttivo che poteva essere fatto, com'è stato fatto, anche in ottica dei
rapporti con il Governo. Lo dico perché il documento, che è stato poi approvato in
ANCI, è stato approvato all'unanimità da circa 8.000 Sindaci. Io credo che questo
dimostri anche la forza che possono avere i Sindaci nel valutare, come sempre avviene,
perché sapete che ANCI storicamente lo fa sempre su tutti i decreti, su tutte le norme: si
ritrova, valuta correttamente quali possono essere gli impatti sul territorio, mette da
parte le sensibilità politiche diverse - perché 8.000 Sindaci circa, certamente non
abbiamo tutti la stessa provenienza - e lavora nel merito, e di questo bisogna anche dare
il merito al Presidente De Caro che ha ricomposto una frattura, peraltro, non semplice.
Peraltro, Consigliera Tisi, lei ha posto una questione corretta, che però nel decreto c'è
già e credo sia un miglioramento; ad esempio la norma prevede - come era stato chiesto
da Sindaci in passato molte volte, prima non era previsto - che ci debba essere una
conferma dell'acquisizione del parere del Sindaco per l'attivazione di CAS sul territorio
del Comune e nell'apertura alla permanenza dello SPRAR in via transitoria, che era una
cosa che prima non c'era, che nel decreto ancor prima che arrivassimo, come dire, alla
fase più di confronto anche dialettico forte, che credo sia stato anche un bene nell'ottica
delle decisioni che poi sono state prese, che era già previsto.
Ora, è tutto perfetto nel decreto? No, non ho problemi a dirlo. È stato fatto un percorso
che lo migliora? Io credo di sì.
Cosa è stato chiesto al Premier Conte nello specifico? Allora, innanzitutto sono i temi
che sono stati posti qui, sono stati posti anche all'ordine del giorno; innanzitutto: di
omogeneizzare sul territorio nazionale l'accesso ai servizi sanitari, quindi la cosiddetta
"presa in carico" per i richiedenti asilo che sono regolarmente presenti sul territorio e in
coerenza con quanto previsto dal DL che garantisce l'accesso ai servizi con il solo
domicilio. Quindi, il tema del… anche, come dire, la confusione che si è creata, a livello
locale tra Sindaci, a livello di anagrafe, su come gestire questo percorso è stato chiesto e
c'è stata da parte del Governo anche una presa in carico. Dovrebbe emergere una
circolare, un chiarimento per cui in realtà dovrebbe essere presente il domicilio per
poter garantire l'accesso ai servizi essenziali, che era la prima preoccupazione, credo,
che era stata posta anche in quest'Aula. Secondo tema: di definire un obbligo di
comunicazione, aggiornamento costante, da parte del Prefetto al comune su numero e
tipologia di persone relativo al turnover presenti nelle strutture di accoglienza, al fine di
consentire ai comuni l'indispensabile programmazione dei servizi, quindi nell'ottica
dell'informazione, legittima, che ci deve essere, di che cosa avviene sul territorio da
parte dei Sindaci; di individuare dei meccanismi che consentano di affiancare ai posti
SPRAR, in un circuito parallelo, un numero di posti specificatamente destinati ai casi
vulnerabili finanziati dalle risorse europee (stiamo parlando degli ex fondi FAMI che
molti sicuramente conoscono) garantendo in tal modo l'indispensabile connessione con
i servizi territoriali; e poi, di garantire la copertura integrale dei posti per la presa in
carico da parte dei comuni dei minori stranieri non accompagnati, che erano i quattro
punti che preoccupavano, credo, tutto il Consiglio Comunale e credo tutti i Sindaci a
prescindere dall'appartenenza politica. Ora, su questo si è avviato un dialogo, alcune
circolari sono già emerse, alcune erano già emerse, e chiudo dicendo che un'altra
richiesta, che è stata fatta, è quella di costituire un osservatorio congiunto ANCI -
Ministero dell'Interno per monitorare, effettivamente, quale sarà l'effetto e cosa
succederà nei prossimi mesi.
Ora, io credo che la nostra sfida a livello territoriale, cioè quello che sta nei poteri di un
Sindaco, ribadisco, non sia determinare se una Legge è costituzionale oppure no, non
sia disobbedire per fare, come dire, un atto simbolico che poi non ha concretezza. Io
credo che noi abbiamo due sfide: la prima è garantire che il sistema di accoglienza che
c'è sul nostro territorio, che non è solo il Comune e lo sapete meglio di me, è: Comune
più Diocesi, più tutti i soggetti, e sono tanti, il privato, che lavorano insieme al Comune
in un servizio di accoglienza e quindi garantire sul nostro territorio che questa rete possa
continuare a funzionare e possa funzionare bene; il secondo è tutelare, evidentemente,
chi ha diritto e chi sta vivendo dei percorsi di difficoltà. Io credo che il lavoro
costruttivo che si sta facendo e che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi - poi so che
farete degli approfondimenti in Commissione - deve avere questa sfida. Credo che sia
fortemente sbagliato, e su questo chiudo, l'ho detto anche altre volte, concentrarsi da
Sindaci - poi ciascuno può fare quello che vuole, io ovviamente rispetto le scelte degli
altri ma non le condivido - concentrarsi su una battaglia, ribadisco, di non applicazione
di una norma che non si capisce neanche se sta nei poteri dei Sindaci, primo, e secondo
mi sembra molto, molto… poco pragmatica mentre invece il lavoro che noi stiamo
facendo in sede ANCI, e continuerò a fare, nei confronti del Governo sta nell'ottica,
appunto, di fare dei provvedimenti che siano, o meglio dei percorsi, che siano
migliorativi e che ci permettano di tenere insieme una norma che esiste, e che se esiste
deve essere applicata, che peraltro ha degli aspetti negativi e altri aspetti positivi (ne ho
citato uno all'inizio del mio intervento) e il sistema di accoglienza che noi abbiamo sul
nostro territorio. Non neghiamo che il sistema che era precedentemente in piedi,
comunque, non funzionava al 100% e, come tutti i cambiamenti, richiedono del tempo,
e quando richiedono del tempo richiedono anche dei correttivi; in parte dal confronto
col Governo sono emerse… in realtà su alcune cose si stava già lavorando, appunto,
l'intenzione di emettere delle circolari, vedremo nei prossimi mesi, c'è da monitorare?
Sì; la Commissione deve fare un lavoro, in particolare la Commissione competente in
materia per verificare cosa succederà e quali saranno, come dire, gli effetti? Sì;
l'attenzione è alta? Sì, l'attenzione è alta, e se il Consiglio Comunale, come si è già
espresso, è intenzionato, e io sono ben contenta, a monitorare e dare anche
suggerimenti, noi evidentemente, come è giusto che sia, siamo pronti ad ascoltare;
l'Assessora Schellino è a disposizione e continuerete il percorso in Commissione
Consiliare. Oggi, o meglio, da domani, da ieri, perché in realtà sono settimane, il tema è
- ribadisco - monitorare e capire che cosa accadrà nelle prossime settimane e mesi e su
questo la Commissione Consiliare potrà sicuramente svolgere un importante azione di
controllo e anche di indirizzo politico, eventualmente, nei confronti del Governo.
Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, Sindaco. Quindi diciamo che l'interpellanza della Capogruppo Artesio può
essere assegnata alla IV Commissione, che poi domani… sì, poi domani… eh? No,
visto che da più parti è stato chiesto l'approfondimento del tema, pensavo che fosse…
no, quella generale non si può mandare in Commissione, comunque va beh. Comunque,
il Presidente di Commissione è qui e ha sentito, lo invito a convocare al più presto
una… visto che ci sono ancora altre discussioni…

IARIA Antonino
Per mettere a verbale, è chiaro che le ultime parole della Sindaca sono state molto
dettagliate. È chiaro che la Commissione avrà, giustamente, il compito di monitorare
tutta questa fase di passaggio… questa fase. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, Consigliere Iaria. Come? Ma vuoi intervenire adesso? Per la convocazione della
Commissione? Se vuole… prego, lo dica… si prenoti… velocemente.

FERRERO Viviana
Sì, volevo aggiungermi all'intervento del Consigliere Iaria dicendo che anche la
Commissione Pari Opportunità intende seguire tutto il percorso, soprattutto per quello
che riguarda la questione dei permessi umanitari, che riteniamo fondamentale e
sicuramente questa Legge ha, comunque, delle pecche che vanno in qualche modo
sanate, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Va bene, grazie.
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