Interventi |
MAGLIANO Silvio Sì, grazie, Presidente. Chiedo all'Assessora se fosse possibile avere quanto letto in Aula, l'unica cosa il punto 2) dell'interpella, cioè come intenda l'Amministrazione garantire la massima e necessaria trasparenza relativamente ai dati riguardanti la portata del fenomeno, numero di persone affette da demenza senile, numero di utenti presi in carico dai Servizi Sociosanitari della Città, numero e tipologie di servizi erogati, perché una delle segnalazioni che mi fanno è questa, che da più parti si esprimono lamentele sulla difficoltà di vedere riconosciuto il proprio diritto a consultare tali graduatorie e a conoscere anche solo il numero di persone in lista d'attesa, rilevato che è il punto 2), ecco, ma io lo chiedo a lei per quello che dirò dopo oppure simili reclami sono espressi anche relativamente alle difficoltà di conoscere il numero di utenti presi in carico dai Servizi Sociosanitari e il numero di servizi erogati, i caregiver esprimono perplessità a causa della difficoltà che riscontrano nei loro tentativi di venire a conoscenza di servizi a disposizione ed accedervi, cioè c'è un problema di comunicazione innanzitutto su quello che mi spetta come caregiver, secondo a che punto sono nella graduatoria perché il fatto di non saperlo lascia nello sconcerto e anche nell'oggettiva paura da questo punto di vista, nello stesso tempo, Assessora, è evidente che questa tipologia di malattia sarà una malattia che oggettivamente sulla nostra Città impatterà in modo importante, i numeri e le percentuali sono pazzesche, se vado a citare Torino è una Città di 900.000 abitanti un quarto è in una fascia superiore ai 65 anni, la popolazione anziana over 65 tende ad aumentare del 2% ogni anno per i dati della denatalità di cui ce ne occupiamo spesso e per quanto nello stesso periodo la popolazione cittadina nel suo insieme sia in costante diminuzione, 20.000 unità ogni anno, il numero di persone affette da demenza triplicherà entro l'anno 2050 secondo l'organizzazione mondiale della sanità, nei paesi industrializzati la demenza senile riguarda 8 ultrasessantacinquenni su 100 e più di uno su 5 se hanno più di 80 anni, pensiamo questo sulla nostra Città ed è evidente che noi tra le tante sfide che avremo è mettere oggi le basi perché quel tipo di malattia non distrugga le famiglie perché poi il vero dato è questo, che quando viene diagnostica tu hai una famiglia che si deve occupare di questa persona che man mano perde coscienza di sé, autocoscienza di sé ed è inizia a cambiarti tutto quello che hai attorno. Io nelle interpellanze da questo punto di vista mi piacerebbe approfondire in Commissione le cito alcuni casi, alcune realtà che noi conosciamo su Torino presso l'Alzheimer Caffè che però su Torino sono sempre nella solita logica, ancorché lo facciano bene esistono se c'è un contributo, se c'è il contributo della Città da 6.000 euro che oggettivamente è risibile, ma questo si potrà ragionare, esiste se ci sono le Fondazioni che lo sostengono, per assurdo ce ne fu uno che riuscì a fare la sua attività per un anno perché il contributo era di un anno e dopo c'erano un po' di problemi ad andare avanti, altre Città come Bologna e Milano invece su questo tema hanno creato una rete vera e propria, una rete che in partecipazione tra l'ente pubblico e il no profit e dà una risposta, una risposta innanzitutto alle famiglie, per cui visto che io penso che il problema che dovremmo affrontare sulla disabilità e su questa tipologia di malattia sarà il problema del futuro, a me piacerebbe con quest'Amministrazione, con lei magari provare a mettere le basi per cui un buon lavoro tra noi come Città, il Sistema Sanitario Piemontese e il mondo del no profit che si sta inventando gli Alzheimer Caffè piuttosto che (incomprensibile) che fa solo sportelli, invece possa trovare una continuità di sostegno da parte dell'Amministrazione perché ormai sono troppi, forse dovremmo decidere quali progetti sostenere per più tempo piuttosto che dare una volta all'anno il contributo che poi è sempre mercato di fine anno su chi sostengo, chi non sostengo, questa secondo me e lo dicono i numeri è una priorità, per cui io la ringrazio per la risposta, mi piacerebbe però sul punto 2) fare un approfondimento in Commissione e magari in Commissione farci raccontare invitando le associazioni di riferimento quali sono le buone prassi di Bologna e di Milano dove invece l'approccio a questo problema è un approccio dove la Città insieme alle Associazioni del Terzo Settore e in collaborazione col Sistema Sanitario invece offrono su tutto il territorio cittadino, noi oggi non riusciamo a garantire un Alzheimer Caffè per Circoscrizione, questo è un dato, se potessimo su questo, Presidente, fare un approfondimento in Commissione, penso che sia la IV a tutti gli effetti, sarebbe utile, magari con l'anno nuovo, però invitando gli attori perché secondo me è importante che il Consiglio e i Consiglieri si rendano conto che tra i tanti problemi che oggi ci sono questo inizia a diventare sempre di più un problema abbastanza devastante perché i numeri aumenteranno per definizione, più invecchiamo, quindi moriamo più tardi, più c'è il rischio statistico di essere affetti da questa patologia che oggettivamente o le famiglie trovano..., perché il vero tema, concludo, Presidente, non è tanto mandarli in un centro, quella è la fine perché tanto noi ricreeremo i manicomi, cioè questo è il vero, cioè noi riempiremo strutture di anziani che non riescono più a stare a casa, ma più non riusciamo a tenerli a casa attraverso un attenzione alle famiglie, una domiciliarità di assistenza, più sarà ancora umanizzante il rapporto con queste persone che oltre essere dei cari, sono anche poi dei pazienti, per cui le chiederei, Presidente, poi di valutare l'approfondimento in IV Commissione con l'anno nuovo, però audendo le Associazioni che in questo momento si fanno carico con il Sistema Sanitario Regionale e con il Comune di affrontare questo oggettivo problema, grazie. |